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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 15 Ago 2013 17:18 Oggetto: l'inopportuno intervento di Napolitano |
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- l’inopportuno intervento di Napolitano -
di Paolo De Gregorio, 15 agosto 2013
La più grande sciagura che vive la nostra democrazia è la mancanza di chiarezza, di parole semplici e definitive che ci consentano di capire, di dare giudizi, di essere dunque degli elettori e dei cittadini consapevoli, mentre i politici parlano solo tra loro, in un linguaggio cifrato, trattano sottobanco, mettono la mano davanti alla bocca quando vengono ripresi, concordano le domande che gli fanno comodo con i compari giornalisti, insomma ci trattano da sudditi deficienti.
Uno dei campioni di questa ambiguità d’ordinanza è Giorgio Napolitano. Per decenni con la tessera comunista, pur non essendolo e dedicando anzi la sua vita a demolire il Partito (riuscendoci), è ora impegnato a fabbricare una via d’uscita al pregiudicato eccellente, con una nota ufficiale assolutamente inopportuna sulla questione di concedere o meno la grazia a S. Berlusconi.
Come Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Napolitano dovrebbe essere il massimo difensore della legalità, della uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e garante della esecutività delle sentenze passate in giudicato.
Parlare di grazia riferendosi al caso Berlusconi, prima ancora di averne ricevuto domanda, significa trattare B. senza tener conto della uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Il suo dovere era tacere, per di più ha affermato che comunque il cavaliere non andrà in galera, questione di pertinenza del giudice di sorveglianza a cui spetta per legge l’ultima parola per l’esecuzione della sentenza.
Tutto ciò fa apparire B. un cittadino diverso dagli altri, da trattare con i guanti, mentre gli pendono addosso carichi giudiziari pesantissimi, almeno 5 processi, fra cui quello Ruby dove è già stata emessa una condanna di primo grado a 7 anni di galera e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
La politica, per il principio della separatezza dei poteri, non deve entrare in nessun modo nelle sentenze della Magistratura (soprattutto quando ciò riguarda reati comuni) e, se vuole uscire dal discredito in cui è profondamente caduta, deve rinunciare a immunità e scappatoie e favorire l’espulsione di tutte le mele marce.
Paolo De Gregorio |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 20 Set 2013 17:08 Oggetto: |
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- tu quoque, Napolitano -
di Paolo De Gregorio, 20 settembre 2013
Ah la forza delle idee, soprattutto quelle veicolate da videomessaggi a reti unificate!
Il giorno dopo l’antico rituale dell’attacco alla magistratura, ecco che B ottiene l’effetto sperato (o frutto di una trattativa, con una esternazione ufficiale del prode Napolitano, che in sostanza accredita le tesi berlusconiane e invita politica e magistratura a finirla con gli scontri e le contrapposizioni.
Insomma dal Colle Quirinale si mettono sullo stesso piano il condannato in tre gradi di giudizio e i suoi 18 giudici con tonnellate di prove e 208 pagine di motivazioni della sentenza di Cassazione, e il nulla generico delle accuse di essere politicizzati, di cui, se si avesse qualche minima prova, un esercito di avvocati doberman si sarebbe avventato all’ultimo sangue,
Per ora hanno prove di politicizzazione per il grave fatto che un magistrato indossava calzini celesti, che la Bocassini in gioventù aveva baciato uno di Lotta Continua.
Napolitano avrebbe il dovere, come capo di tutti i magistrati, di difendere la categoria dalle calunnie di un pregiudicato e invitarlo a fornire le prove su cui si basa per definirsi una vittima e quali giudici e perché avrebbero ordito questo complotto ai suoi danni.
Senza queste prove, senza un ricorso al Tribunale per avere giustizia, le parole di Berlusconi sono calunnie, invenzioni, che non dovrebbero trovare nessuna sponda per definire l’attuale situazione di scontro tra potere politico e magistratura,
Tra l’altro la politica c’entra come i cavoli a merenda, visto che B. non è stato mai processato per reati connessi al suo status di Presidente del consiglio o senatore, ma per reati comuni, volgarissime questioni di soldi.
Paolo De Gregorio |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 22 Set 2013 17:04 Oggetto: |
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- tu quoque, Napolitano (2) -
di Paolo De Gregorio, 22 settembre 2013
Ieri il Consiglio direttivo della Associazione nazionale magistrati, all’unanimità, ha approvato un documento di dura risposta a Napolitano, la cui sostanza è la protesta per essere stati “lasciati soli” e messi sullo stesso piano degli imputati e dei condannati, in nome del conflitto fra politica e magistratura.
La cruda realtà invece ci racconta di un politico condannato per reati comuni che parla a reti unificate: “questa magistratura si è trasformata in un contropotere e ha una missione quella di realizzare la via giudiziaria al socialismo”, a fronte di una magistratura che ha parlato solo con le prove e le sentenze, che poi dovrebbe essere il suo mestiere per cui è pagata dai cittadini.
Vedere un “conflitto” come fa Napolitano in questa vicenda in cui vi è un solo aggressore e parecchi aggrediti, significa legittimare Berlusconi, un pregiudicato, e non svolgere il proprio compito istituzionale di Capo del Consiglio Superiore della Magistratura.
La cosa che non vi va proprio giù (e sono venti anni) è che nessun magistrato, a fronte delle innumerevoli calunnie, sempre generiche, pronunciate da Berlusconi e dai suoi pretoriani, abbia querelato per calunnia o vilipendio, costringendo i calunniatori a mostrare in Tribunale le prove delle loro affermazioni.
Cari magistrati, se vi aspettate di essere difesi da Napolitano siete degli illusi. Difendetevi da soli, in tutte le sedi, fatevi sentire come cittadini offesi, vilipesi, non chiudetevi in un dignitoso silenzio. Chiedete l’impegno e la mobilitazione dei cittadini onesti, perché nel nostro Paese i perseguitati dai ladri e dagli spolpatori della cosa pubblica, così numerosi in politica, sono i cittadini, che non vedono l’ora di liberarsi da questi parassiti, incapaci, responsabili della crisi, della disoccupazione, dell’evidente declino.
Paolo De Gregorio |
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