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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 18 Apr 2013 10:41 Oggetto: una lezione di democrazia |
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- una lezione di democrazia -
di Paolo De Gregorio, 17 aprile 2013
I cittadini italiani dovrebbero essere grati a Grillo per aver messo in piedi una organizzazione politica in cui gli iscritti, e non i vertici, decidono i nomi che saranno proposti in Parlamento per l’elezione del Presidente della Repubblica, e questi iscritti si rivelano di grande spessore etico e politico, proponendo le persone migliori per integrità, indipendenza, rigore, testimoniati dalla loro vita professionale, nella classifica: Gabanelli, Strada, Rodotà, Zagrebelski.
Io avrei votato Zagrebelski, ma uno qualunque di questi 4 nomi andrebbe bene perché il primo cambiamento che deve avvenire in politica e nelle istituzioni è quello di farci arrivare le persone perbene, mentre fino ad oggi ci sono sempre arrivati i nominati dalle nomenklature, dalle massonerie, dalla Confindustria, dal Vaticano, dalle banche.
La prima osservazione che mi viene da fare è che la base dei militanti, di qualunque partito, deve sempre essere interpellata in modo vincolante, e ci accorgeremmo che essa è sempre più avanti dei vertici, e quindi conviene a tutti che i vertici siano dei semplici portavoce e che cambino spesso.
Sono sicuro che la base del PD se avesse avuto in mano la possibilità di decidere il nome del Presidente avrebbe sicuramente indicato una personalità fuori dall’apparato di partito e favorito un nome in cui il 5stelle avrebbe potuto convergere e dunque creare le condizioni per un futuro governo insieme e asfaltare per sempre il sultano di Arcore.
Parlo del PD perché è evidente che la sua profonda spaccatura (da una parte la destra: Renzi, D’Alema, Veltroni, Franceschini, dall’altra Bersani, Barca, Fassina più apparato, sindacati, Coop) lo rende un partito bloccato, che se sceglie Berlusconi perde un pezzo e lo stesso succede se cerca una intesa con i pentastellati.
E non è un problema di oggi, sono venti anni che c’è questa situazione che ci ha regalato l’egemonia culturale della destra e del capitalismo, il monopolio delle TV private e la spartizione del ex-servizio pubblico RAI, la perdita di peso delle classi subalterne, la sparizione di diritti e dello stato sociale, la crisi economica, la paura per il futuro, la disoccupazione insostenibile.
Il M5S è nato da questa situazione di assenza di opposizione e gli attacchi che gli arrivano da ogni direzione testimoniano che il suo programma e le regole di democrazia che propone sono indigeste proprio perché da troppo tempo PDL e PD hanno fatto finta di combattersi, mentre in realtà hanno trovato sempre accordi sottobanco, fino al plateale appoggio al governo Monti, che oggi Berlusconi vorrebbe replicare direttamente con Bersani. Concludo con tre mie convinzioni:
è impossibile affidare il governo ai due partiti che hanno sgovernato gli ultimi 20 anni e sono i reali responsabili dell’attuale disastro economico e morale.
Il PD se cercherà veramente una strada di apertura a Grillo si spaccherà e forse mancheranno i voti per una maggioranza parlamentare.
Nuove elezioni con la vecchia legge elettorale ci porterebbero ancora in una situazione di stallo, a meno che gli italiani perbene ci accorgano che basta dare il 45% dei voti a Grillo per avere governo e vere riforme.
Paolo De Gregorio |
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paolodegregorio Dio minore

Registrato: 13/07/07 13:00 Messaggi: 979
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Inviato: 18 Apr 2013 17:27 Oggetto: |
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- ma quanto ci costa non praticare la democrazia! -
di Paolo De Gregorio, 18 aprile 2013
Sono le 15 di oggi 18 aprile e da poco è finita la prima votazione per il Presidente della Repubblica, con la bocciatura del nome di Marini legato ad una intesa PDL-PD.
All’interno dei deputati e senatori del PD si è manifestata una spaccatura nell’ordine di duecento voti, in parte di schede bianche e nulle, in parte confluito sul nome di Rodotà (proposto dal M5S).
Questa grave spaccatura che potrebbe concludersi con una scissione e con le dimissioni del segretario Bersani, poteva essere evitata se il PD, invece di affidarsi alle decisioni dei vertici del partito, avesse imitato il metodo del M5S che ha fatto decidere ai suoi iscritti i nomi da proporre per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Già ieri sera, fuori dal locale in cui si riunivano i deputati e senatori Piddini, dopo aver saputo che il segretario si era messo d’accordo con Berlusconi sul nome di Marini, si era radunata una folla di iscritti, militanti, elettori del PD che diffidavano ad altissima voce di proseguire a sostenere quel nome.
Come al solito la base è più avanzata dei vertici e dobbiamo incominciare a pensare che ogni decisione importante debba essere votata dagli iscritti che devono avere ognuno un codice di accesso personale in internet ed i loro voti devono essere vincolanti.
Con questo metodo sono sicuro che stasera avremmo avuto Rodotà Presidente della Repubblica e in pochi giorni un governo con dentro i 5 stelle.
Solo così i partiti possono cambiare, affidando tutte le decisioni agli iscritti, annullando la nomenklatura che, nel caso del PD, si è rivelata inamovibili insieme al suo apparato, ne hanno annientato identità e radicamento territoriale, hanno per 20 anni dato uno spettacolo di inciuci e falsa opposizione che ha portato il paese nella crisi strutturale in cui stiamo affogando.
Paolo De Gregorio |
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gianpet Mortale devoto

Registrato: 02/05/11 23:04 Messaggi: 12 Residenza: Milano
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Inviato: 24 Apr 2013 15:26 Oggetto: |
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Secondo te un campione di 28mila votanti (su 48mila iscritti) è rappresentativo di 60.000.000 di persone ?
ed è ipotizzabile che un nome (peraltro rispettabilissimo) che raccoglie 4700 voti sia considerato (sempre urlando, ovvio) "il presidente di TUTTI gli Italiani"?  |
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