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Annamaria Semidio

Registrato: 07/04/10 08:25 Messaggi: 451
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Inviato: 14 Gen 2012 16:40 Oggetto: Aridaje cò sto articolo 18! |
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Quello che più mi fà incazzare è che vogliono far passare la volontà di riportare la condizione di totale subalternità dei lavoratori nei confronti dei datori di lavoro ai tempi dell'800, come necessaria riforma atta ad aumentare la "flessibilità" del mercato del lavoro e quindi per implementare il medesimo. In che modo? Se vuoi il posto fisso và a cagare, se sei disposto a lavorare pur sapendo che se mi gira ti licenzio e guai a fiatare allora sali sulla galera e comincia a remare. Com'è che se l'articolo 18 rimane com'è non c'è lavoro e se invece diamo la possibilità ai bastardi di licenziare senza giusta causa il lavoro te lo tirano dietro? Ma che balla è mai questa il lavoro o c'è o non c'è, no che c'è solo se cediamo ai ricatti! Nuove generazioni sveglia, non fatevi abbindolare e noi vecchia generazione diciamolo forte e chiaro che il lavoro a tempo indeterminato non si tocca! O se vogliamo essere flessibili và bene, ma con gli stessi diritti e doveri di come se fossimo impiegati a tempo indeterminato e con le stesse possibilità( tipo pensione, contributi, accesso ai mutui, possibilità di negoziare,etc) altrimenti come fà la gente a campare?
Eppoi furbi eh? Dai e dai nessuno governo s'è voluto assumere la responsabilità e il rischio di riformare l'articolo 18 per non rischiarsi gli elettori. Lo fanno fare a Monti...tanto è solo un governo tecnico...Ma valààààààààààààààà sono tutti una banda
Sono troooooooooooooooppo incazzata!!!
Da chi comincio?
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ZapoTeX Dio maturo


Registrato: 04/06/04 17:18 Messaggi: 2627 Residenza: Universo conosciuto
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Inviato: 16 Gen 2012 10:19 Oggetto: |
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L'impatto della "EPL" (employment protection regulation, ovvero l'insieme di norme che rendono difficili i licenziamenti, come l'articolo 18) sul livello di disoccupazione è oggetto di discussione da parte degli economisti da sempre.
La teoria classica è che, rendendo i licenziamenti più facili, la disoccupazione dimininuisca. In realtà però, quando si va a vedere la correlazione tra le due cose nei vari paesi, non ci sono prove schiaccianti per questo fatto né per l'opposto. Quello che è sicuro è che:
Le norme EPL riducono i "flussi" tra occupati e disoccupati: ovverosia, se la disoccupazione è 10%, con l'articolo 18, prese 10 persone a caso in un dato anno ce ne sono 9 che lavorano tutto l'anno e la decima che non lavora mai. Senza l'articolo 18, magari solo 6 lavorano tutto l'anno, e le restanti 4 sono disoccupate 3 mesi a testa. In altre parole, l'articolo 18 riduce il numero di quelli che perdono il lavoro, ma aumenta la durata della loro disoccupazione. Su questo gli economisti sono unanimamente d'accordo.
In altre parole, più è protetto chi ha un lavoro, più è difficile trovare un lavoro per chi è disoccupato.
Bene o male? Credo che dipenda dai gusti.
Citazione: | Ma che balla è mai questa il lavoro o c'è o non c'è |
E chi lo decide se c'è o non c'è? Da cosa dipende? I lavoratori sono come le mele e le aziende sono come i clienti che fanno la spesa. Se il mercato funziona bene, tutti i clienti trovano le loro mele al prezzo che possono permettersi e nessuna mela avanza. Se il mercato funziona male, alcuni clienti rimangono senza mele, altri fanno indigestione di mele e alcune mele rimangono a marcire alla fine della giornata.
Cosa vuol dire "il lavoro c'è o non c'è"? Si sente spesso dire "se l'economia tira, c'è lavoro". Al massimo è il contrario! Se il mercato del lavoro funziona, la gente lavora di più e l'economia inizia a tirare. |
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ioSOLOio Amministratore


Registrato: 12/09/03 19:01 Messaggi: 16342 Residenza: in un sacco di...acqua
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Inviato: 19 Gen 2012 19:19 Oggetto: |
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Il fatto è che spesso vengono portati mirabili esempi di situazioni in cui il "nostro" art.18 non c'è, è più facile/possibile licenziare e il lavoratore è tutelato bene lo stesso...vedi ad esempio qualche paese nordico
Peccato però che ci si dimentichi le differenze sostanziali che possono influire su una buona o meno applicabilità.... |
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