Olimpo Informatico

[Silent Runner]

[kevin]

Che giorno funesto quest' otto di dicembre ... 25 anni fa mi sposavo con quella là che vi raccontavo da qualche parte ..

[cicabum]

avevo 5 anni nell'80

[Danielix]

[Silent Runner]

Direi, presa d'atto.

Ma adesso sarà peggio per voi! Perché, in onore dell'anniversario posterò una delle mie solite noiosissime riflessioni!

[Silent Runner]

30 anni senza John Lennon: un lungo silenzio interrotto da musica sempre più commerciale nel senso più deleterio e triste del termine. Musica senza musica.
Miti al tramonto e allo sbando, perduti in una nebbia di suoni sempre più adattati per stordire le genti, D.J. divenuti idoli di masse e di corpi disabitati e divenuti idoli ingiustamente o comunque con meriti immeritati (come se il vostro macellaio di fiducia si prendesse tutto il merito per la bistecca lasciando fuori l'allevatore del manzo e il manzo stesso). Ne ho visti morire parecchi di questi miti (D.J. a parte, a cui auguro una vita lunga e piena di pentimenti)... E noi siamo sopravvissuti.

Ma è così che vanno le cose, se ne vanno sempre i migliori e restiamo noi. Questo l'ho già detto. Segno che non mi è andata giù la conclusione.
Ciò dovrebbe farci riflettere sulle nostre qualità.

Erano circa le 7 del mattino di oggi quando, appena sgusciato dallo spaventoso peso della mia gatta dormiente (sono un ottimo cuscino per gatti), riflettevo al momento del risveglio, di come sarebbe stato il mondo se Lennon fosse sopravvissuto e avesse continuato a scrivere canzoni.
Che poi erano solo canzoni, non certamente immense opere dello spirito e dell'ingegno.
A Lennon avrei dovuto aggiungere una infinita lista di nomi, persone conosciute o sconosciute, tutte meritevoli della nostra (eh, sì, anche della vostra, miei cari ciccini!) gratitudine.
E pensavo perciò a quanto siamo fragili e bisognosi degli altri, altri che ci donino qualcosa che da soli non sapremmo produrre.
Di questo passo però finiremmo per compiangerci e maledire gli Dei per aver mal distribuito i talenti, come se fare quello che fanno i talentuosi fosse cosa facile.

Ed ecco che scopriamo o rimuoviamo il fatto che definisce, in fondo, questa relazione di dipendenza.
La musica, l'arte, talenti preziosi, fu distribuita dagli Dei con parsimonia, così pensavano gli antichi greci, mentre la virtù fu invece diffusa fra tutte le genti, perché così si potessero costruire città (in quel tempo le forme di aggregazione più potenti politicamente e militarmente erano le città) dove gli uomini vivessero in armonia.
Curiosamente è invece l'armonia della musica a rendere simili e avvicinare gli uomini, la musica che, come i dialetti umani e gli specchi, è frazionabile in una miriade di forme che finiscono per riflettere comunque
lo stesso mondo.
Oggi Lennon avrebbe 70 anni e altri hanno, invece, età diverse. Ma questo è irrilevante. La sua musica esiste, oggi (a parte ovviamente il business che deriva dalla vendita dei suoi dischi e dai diritti d'autore per i passaggi in radio), perché esistono le nostre orecchie, i nostri sentimenti e la nostra personale memoria del tempo nel quale le abbiamo ascoltate.

Se la potenza evocativa di questa musica l'ha resa brevemente immortale, che dire allora della musica dei secoli precedenti, di cui nessuno ha apparentemente memoria se non quella dell'incontro occasionale che l'ha fatta conoscere a noi posteri senza agganciarsi ad un elemento di contemporaneità fra creazione e ascolto? Si potrebbe obiettare che Lennon e i suoi contemporanei abbiano narrato storie contemporanee nelle quali ci si poteva immedesimare, tutte cose che oggi generano nostalgia.
Ma lo stesso effetto mi hanno fatto Bach, Beethoven, Musorgskij, Strauss, Ciajkovskij, Vivaldi, Mozart, Ligeti e moltissimi altri, sebbene alcuni di questi non fossero contemporanei e non parlassero direttamente alla mia adolescenza.
Perciò tutte queste approssimazioni potranno risultare speciose, barocche e sostanzialmente tirate per i capelli. Ma di questo non vi chiederò scusa.
Resta il fatto che la mia memoria tenda a fare di me, in parte, quel che sono. E alcune cose, musiche, colori, antichi giocattoli, libri, paesaggi, città e strade fanno di me, con qualche approssimazione, tutto il resto.
Così almeno credo.
Ecco perché ho scelto questo brano di Lennon, "Mind Games", questo e non altri, più famosi e logorati dalla continua celebrazione, ho scelto questo per ricordarlo.
Per ricordarmi di me prima di dimenticare me stesso da qualche parte, su un divano, sul sedile posteriore della mia auto, nella tasca destra del mio giaccone preferito, nel mio stivale sinistro da equitazione, nel pozzetto di un kayak, in un ripostiglio delle scope o in un cassetto, dopo aver perduto la mia penna in sogno..

Spero di avervi annoiato.

[MK66]

[cicabum]

[Silent Runner]

[MK66]

[cicabum]

mi unisco al brindisi

[MK66]

Speriamo bene... direi che non ci facciamo una gran bella figura a brindare qua

[cicabum]

che figura,chiedo scusa

[MK66]

[cicabum]

ho capito