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RAI: l'oscenità in onda
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Autore Messaggio
paolodegregorio
Dio minore
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Registrato: 13/07/07 13:00
Messaggi: 979

MessaggioInviato: 15 Gen 2010 17:49    Oggetto: RAI: l'oscenità in onda Rispondi citando

-RAI: l’oscenità in onda -
di Paolo De Gregorio, 15 gennaio 2010

Obama in America ha definito “osceni” i “bonus” che le banche pagano ai loro massimi dirigenti. Come dobbiamo definire qui in Italia il direttore del telegiornale della Rai1 “politicizzato”, in quota alla destra, che utilizza il “servizio pubblico” per assolvere e santificare il corrotto Craxi, operazione molto ben vista dal suo padrone Silvio, che prepara il terreno per il colpo di spugna finale: tutti corrotti, nessun colpevole?

Se io fossi Grillo, partirei da questo uso politico della Tv di Stato, per una massiccia campagna di sospensione del pagamento del canone, fino a che non venga ripristinata la legalità, con i partiti fuori dalla Rai, la sua trasformazione in “public company” di proprietà dei cittadini, come contrappeso al sistema delle Tv private, con il direttore generale plenipotenziario eletto dai cittadini, canone pagato alla mano, fra personalità assolutamente indipendenti da partiti o confessioni religiose.
Caro Grillo, tu che parli un po’ a sproposito di “rivoluzione” delle liste a 5 stelle, cosa che non produrrà quasi nulla (e ne riparleremo dopo le amministrative di marzo), ti sembra un obiettivo da poco strappare al potere di Berlusconi l’egemonia su due reti Rai e avviare un vero processo di servizio pubblico in cui il voto dei cittadini e la loro partecipazione attiva sia determinante?

Nella situazione odierna abbiamo una dittatura mediatica assoluta, tutta a favore delle oligarchie politiche ed economiche, che rende eterno il potere delle destre e ci priva di ogni libertà di contrastare le martellanti campagne di denigrazione della magistratura, di leggi ad personam, di attacco alle istituzioni ed in particolare alla Costituzione, in un disegno strisciante di presidenzialismo populista e reazionario.
Vi sono delle forze che già si muovono in senso antagonista al “berlusconismo”, esse sono eterogenee, poco organizzate, divise sulla strategia, ma possono trovare un punto di incontro su una sola voce, la lotta per ripristinare la democrazia informativa nel nostro paese ed uscire dalla dittatura di fatto.
Queste forze sono riferibili a Grillo, a Di Pietro, al movimento viola (la “sinistra sparita” forse si accontenterebbe di qualche “cadreghino” come ai tempi di Curzi), e, se solo si volesse, potrebbe esserci un incontro tra i responsabili, con la solenne dichiarazione di gettare tutto il peso di queste organizzazioni sull’obiettivo di portare in Italia un vero servizio pubblico, gestito dai cittadini che pagano il canone, senza superpoteri o supervisori, per un riequilibrio del sistema mediatico.
I giovani non guardano la Tv e non leggono i giornali di carta, ma le masse popolari decisive per vincere le elezioni, hanno solo la Tv come fattore informativo e, se non si cambiano le cose, per i prossimi decenni continuerà così.
Paolo De Gregorio
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MessaggioInviato: 16 Gen 2010 01:31    Oggetto: Rispondi citando

Non c'è una sola destra come non c'è una sola sinistra.
A rimetterci però a conti fatti, saranno più le destre che le sinistre perché le seconde sono abituate al disincanto mentre le destre credono ancora nel demiurgo.
E l'assoluta estraneità ideologica del Premier a qualsiasi destra (Berlusconi non è un uomo di destra ma solo un immenso narcisista che sfrutta la destra per ragioni talmente evidenti da risultare invisibili. Del resto chi può vedere la propria nuca?) verrà un giorno compresa ma allora sarà troppo tardi perché il disastro sarà fatto e a pagare, come ho detto, saranno proprio le frammentate destre, con una enorme delusione che però, essendo tardiva non consentirà loro di mantenere in piedi un sistema stabile che allontani le loro paure esistenziali.

Le destre moderne, tolte le strumentali corporazioni legate ad interessi economici, vivono di un substrato ideologicamente fragile e sono perciò preda dei manipolatori e degli ingannatori, dei vari Lucignoli e pifferai magici.

Non serve ricordare le fiabe quando la maggior parte degli utenti che passeranno di qui, probabilmente non le hanno nemmeno sentite narrare e anche se fosse, nessuno ha detto loro dell'enorme carico semantico che queste portavano con sé. E nessuno ha detto loro e nemmeno a noi se è per questo, che di fiabe antiche ci siamo nutriti, che queste ultime non sono dissimili dalle nobili mitologie antiche, diventate poi impudicamente religioni consolidate e potenti, prive di qualsiasi afflato democratico e liberatorio.
Allo stesso modo, le ideologie del secolo breve, del novecento, stanno facendo pagare il loro scotto alle generazioni succedutesi, generazioni che non hanno conosciuto l'ottundimento e la rimozione che la guerra ti spinge a produrre per non sapere, per non sentire, per non vedere, per sopravvivere, magari osannando il tiranno con convinzione spenta come calce.

Questa penosa farsa, perché farsa è, non so quanto potrà durare ma so quanto i sodali del tiranno si siano moltiplicati e questo è strano o prodromo di altre brevi tirannie, fino allo sfinimento e alla disgregazione della Nazione ma, soprattutto, delle istituzioni che, sebbene pesanti e costose, ci hanno tenuti lontani dal caos come una educatrice severa ma protettiva.
Che dire dunque?
..."Me la vedo brutta", disse la vecchia camminando nuda sullo specchio.
O forse potremmo chiudere con un rutto, o chiudere gli occhi. Ma non cambierebbe granché. Tanto il pericolo non è oltre le palpebre ma dietro di esse.

(© H.Rouge)
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paolodegregorio
Dio minore
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Messaggi: 979

MessaggioInviato: 16 Gen 2010 20:03    Oggetto: Rispondi citando

- guerre mediatiche -
di Paolo De Gregorio,16 gennaio 2010

Ho goduto intensamente, al limite orgasmico, nel leggere una preziosa intervista, frutto del lavoro certosino ed intelligente di Travaglio, pubblicata sul “Fatto quotidiano” di oggi 16 gennaio, risalente al 19 novembre 1993, dove l’attuale direttore del TG1, Minzolini (allora giornalista per “La Stampa”), oggi apologeta di Craxi per conto terzi, intervistava Fabrizio Cicchitto (oggi portavoce del governo), sui fatti riguardanti il partito socialista e il suo segretario.
Stupite e godete!

“””Ho capito (diceva Cicchitto a Minzolini) che Craxi e Martelli c’entrano dentro fino al collo con Gelli e Ortolani (n. 2 della P2), ad esempio la storia dei 30 milioni di dollari del “Conto Protezione” non è mica uno scherzo. C’è da credere davvero che in quegli anni con tutti quei soldi si siano comprati il PSI”
Io -rievocava Cicchitto- ho sempre in testa quel comitato centrale del ’79, che avremmo potuto vincere per tre voti. Signorile, invece, non volle provarci e non se ne fece niente. In questi anni gli ho chiesto spesso il perché, gli ho chiesto se era ricattato, ma lui mi ha sempre detto che fu solo uno sbaglio…C’è da credergli perché se Craxi avesse avuto in mano qualche dossier contro di lui lo avrebbe usato.
Dentro il Psi ci furono lotte davvero pesanti. Fecero scoppiare il caso Eni-Petromin (craxiani contro Signorile ndr). Lo stesso Nenni che si era accorto che Craxi voleva strafare, gli scrisse una lettera per chiedergli di dimettersi.
Eh, altrochè se contano i soldi in politica. Ad esempio, se io, Signorile e De Michelis fossimo rimasti insieme,saremmo riusciti a contrastare Craxi. Insieme funzionavamo.
Purtroppo alla rottura contribuì anche un problema finanziario. De Michelis era fortemente indebitato per via dell’avventura finita male dei Diari con Parretti. Si parlava di 500 milioni di lire che allora non erano uno scherzo. Signorile, tirchio, non si mosse ad aiutarlo. E De Michelis ci rimase male, anche perché in quei mesi giravano le storie dei finanziamenti a Signorile per l’Eni Petromin. Così quando Craxi e Martelli bussarono alla sua porta ci misero poco a convincerlo a passare con loro.”””
Ecco, conclude Travaglio, 16 anni fa, Cicchitto confessava a Minzolini che il PSI era una associazione a delinquere dove tutti intascavano, si indebitavano, si ricattavano.

E’ veramente inquietante che la revisione storica su Bottino Craxi sia stata fatta da un soggetto, Minzolini, che aveva raccolto tali testimonianze.
Il Psi non è più presente in Parlamento, ma i soggetti piduisti, che costituivano la sua classe dirigente, si sono riciclati nel partito di Berlusconi, il maggior beneficiario della politica craxiana che consegnò ad un piduista il monopolio delle Tv private.
In questo senso il PDL, spacciato ai gonzi per una novità, e da un calcio alla vecchia politica, è solo il contenitore che ha raccattato gli storici ladroni democristiani e socialisti, trovatisi orfani dei loro partiti, li ha sommati a quelli della destra e della Lega,ed è da 15 anni al potere.
E’ evidente che questa operazione, espressione dell’intreccio tra affari e politica, è la cosa più vecchia e conservatrice che si poteva fare, ed è riuscita solo per lo strapotere mediatico che la destra possiede.

L’uscita di Minzolini sul maggior telegiornale italiano, nella fascia di massimo ascolto, assolutoria dell’operato di Craxi, dà la misura dell’enorme potere di manipolare “l’opinione pubblica”, spinta da due valutazioni fondamentali: la gente ha dimenticato, e Berlusconi ha bisogno di un clima assolutorio per poter ottenere una qualsiasi legge che gli consenta l’impunità per i suoi processi.
Se si arriva ad una santificazione dello “statista Craxi”, trasformato da latitante in esule, perseguitato dal malvagio giustizialista Di Pietro, ecco creato un clima favorevole a Berlusconi, che da 15 anni recita la parte del perseguitato ingiustamente.
Gli attori e gli strateghi di questa operazione mediatica sono gli stessi piduisti di sempre, con un alleato in più, il TG1, che rende pubblico servizio assolvendo i condannati da regolari tribunali della Repubblica.
Questa sarebbe democrazia!
Cinque reti nazionali che orchestrano questa operazione, nessuna opposizione della “sinistra sparita”, anzi omertà di D’Alema, e solo i 100.000 lettori del “Fatto” di Travaglio a fronteggiare la sistematica disinformazione e falsificazione.

Mai come in questa occasione è emersa con chiarezza la necessità di avere un vero “servizio pubblico”, invece di un covo di vipere in mano ai partiti, con giornalisti che servono solo il potente di turno.
Finchè non si metterà in piedi un movimento in grado di pretendere che la RAI diventi una “public company” al servizio dei cittadini e di cui essi eleggono il direttore generale, queste squallide operazioni di revisionismo storico avranno successo, con milioni di cittadini raggirati dal sistema televisivo contro i 100.000 controinformati dal soldato Travaglio.
Se non si tocca il santuario del potere mediatico non ci sarà mai democrazia.
Paolo De Gregorio
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paolodegregorio
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MessaggioInviato: 19 Gen 2010 17:30    Oggetto: Rispondi

- Craxi e Napolitano: i vecchi compagni di strada -
a cura di Paolo De Gregorio,19 gennaio 2010

Non se ne può più di sentire le interessate revisioni storiche su Craxi. Al coro si è ieri aggiunto Napolitano, in modo inopportuno visto che egli è anche presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Ma forse vi è un intimo legame tra i due personaggi. Chiunque conosce la storia e la valuta per gli effetti concreti prodotti dai leader politici, sa benissimo che Craxi e Napolitano hanno una esperienza in comune: entrambi con il loro impegno politico, naturalmente da “grandi statisti”, hanno distrutto rispettivamente il partito socialista e quello comunista, lasciando alle loro spalle le macerie della “sinistra sparita”.
La marginalizzazione delle classi subalterne, la fine di ogni speranza rivoluzionaria, ma anche riformista, è coincisa con il lavoro di questi due personaggi che vanno considerati infiltrati nella sinistra, distruttori del progetto di fronte della sinistra. Sono coloro che, in sostanza, hanno creato il monopolista piduista Berlusconi, consegandogli un impero mediatico, la cosa più di destra che mai sia stata fatta in Italia.
Napolitano all’interno del suo partito ha lavorato splendidamente per annullarne l’identità di classe, e del suo “migliorismo” possiamo ben valutare i risultati vedendo che la classe operaia è sfiduciata al punto di votare per la Lega Nord.
Alla borghesia e alla Confindustria non sarebbe mai riuscito di fare alla sinistra i danni che hanno fatto Craxi e Napolitano.
Infatti tutta la destra, PD compreso, parla di grandi statisti.
Paolo De Gregorio
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