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Il corpo di una donna
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Proserpina
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Registrato: 08/10/07 14:22
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MessaggioInviato: 07 Dic 2008 18:41    Oggetto: Il corpo di una donna Rispondi citando

..è un giardino segreto..
il corpo di una donna..
è un nido accogliente...
il corpo di una donna...
è un mare pieno di vita
il corpo di una donna..
è un cuore pulsante...

Si lascia plasmare..si lascia amare..
Ma chiede attenzione..presenza...stupore...
Chiede profondità..totalità..tepore..



Chi lo desidera...puo'continuare secondo la sua..ispirazione...
Questa era la mia..personale...e del momento..
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Emmett Brown
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Registrato: 28/09/05 00:41
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MessaggioInviato: 18 Dic 2008 09:49    Oggetto: Rispondi citando

Uguale uguale uguale, proprio come il corpo di un uomo.
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ZapoTeX
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Registrato: 04/06/04 16:18
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Residenza: Universo conosciuto

MessaggioInviato: 18 Dic 2008 16:03    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Uguale uguale uguale, proprio come il corpo di un uomo.

Non riesco a capire se sei ironico oppure no... In ogni caso commento la tua frase.

Secondo me non è così. Sarà che banalmente quello di uomo ce l'ho, quindi quello di donna mi incuriosisce molto di più, lo trovo più poetico, più complicato e, dal mio punto di vista, oggettivamente più armonioso e bello, però io credo siano estremamente diversi.

Il corpo femminile è molto meno "fisico e basta" di quello maschile. Magari è solamente colpa nostra che ci dimentichiamo di coltivare la connessione tra corpo e anima, ma a me sembra che il corpo femminile sia più interconnesso.

L'uomo mediamente pesa di più, suda di più, ha più peli, etc... Ha una fisicità più ingombrante. Con le parole della poesia (tra parentesi: complimenti a Proserpina. Se questa qui l'hai buttata giù al momento, quando invece ti metti con calma cosa fai? Cali giù la Divina Commedia?): se il corpo femminile è un giardino segreto, quello maschile assomiglia a un campo di barbabietole. Non dico che uno sia migliore dell'altro, ma una poesia d'amore tu dove la scriveresti, in un campo di barbabietole o in un giardino segreto? Non so se mi spiego. Il corpo femminile sembra fatto apposta per essere guardato e incantare chi guarda, facilitando il trascendere ad una dimensione che NON è esclusivamente fisica. Il corpo maschile probabilmente "satura" i sensi con la sua maggiore "ingombranza" e sta all'abilità di lei riuscire a collegarlo con un sentimento non fisico. Il corpo di lei invece sovrasta ma in maniera gentile, atterisce delicatamente o si arrende alla dolcezza, inebria a 360° e viene così naturale guardare oltre la dimensione fisica...

O magari sono io che sono suonato!

Buon Natale!
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Emmett Brown
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MessaggioInviato: 20 Dic 2008 14:30    Oggetto: Rispondi citando

La mia intenzione non era affatto ironica: tutte le definizioni della bella poesia di Proserpina si adattano anche al corpo di un uomo.
E' un giardino segreto nè più nè meno di quello di una donna, peccato che le donne raramente abbiano voglia di scoprirlo; è un nido accogliente, se non nell'accezione più tipica della metafora fin troppo evidentemente sessuale/materna, in tanti altri versi che sarebbe bene le donne considerassero; è un mare pieno di vita, un cuore pulsante, si lascia plasmare, amare, e chiede (e raramente riceve) attenzione, stupore, profondità, totalità, tepore...

Dato che nel mio dna e nella mia esperienza personale c'è scritto che sono eterosessuale, è chiaro che come te, ZapoTex, non desidero scoprire i corpi maschili ma sono attratto e incuriosito da quelli femminili. Tuttavia credo che anche il corpo maschile sia "fatto apposta per essere guardato e incantare chi guarda, facilitando il trascendere a una dimensione che non è esclusivamente fisica" (ti cito).

Quando vedo una bella donna, o la sua immagine, la guardo con piacere e non è detto che la desideri, ma vedendo certe belle immagini di corpi maschili ben ritratti in tutto il loro splendore il mio non è piacere nè desiderio, è forse qualcosa di più: è senso di appartenenza. Perchè quelle immagini alludono anche a me in quanto uomo, mi chiamano in causa, mi rappresentano in qualche modo. E se persino io, uomo etero convinto e praticante, posso 'incantarmi' davanti a una bellezza maschile, non vedo proprio perchè una donna non dovrebbe fare altrettanto, e molto, molto di più. Altro che 'campo di barbabietole'!!! ZapoTex, parla per te!! Smile Smile Smile

Ecco, diciamo che sono un po' stufo di certi ricorrenti atteggiamenti femminili, non me ne voglia l'amica Proserpina, che propongono immagini poetiche alte e deliziose parlando solo... dei 'loro' stessi corpi. Sottintendendo chiaramente una qualche 'superiorità originale' dei 'loro' corpi rispetto ai 'nostri'.

...O magari, s'intende, sono io che sono suonato!

Buon Natale Smile
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ZapoTeX
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Residenza: Universo conosciuto

MessaggioInviato: 21 Dic 2008 12:07    Oggetto: Rispondi citando

Interessantissimo leggere un punto di vista diametralmente opposto! Grazie!
Citazione:
che sono eterosessuale

Vero, ma in quello che scrivevo sopra non c'era solo la componente attrazione, ma soprattutto il "non conosciuto". Probabilmente anche un maschio omosessuale è incuriosito dal corpo femminile, anche se non ne è attratto.
Citazione:
Altro che 'campo di barbabietole'!!! ZapoTex, parla per te!!

Sarà che io assomiglio ad un campo di barbabietole? Vero, però, non so, la bellezza maschile, sin dai tempi dei Greci e delle loro statue, è sempre stata associata allo sport (tipo discobolo o simili) o alla guerra (di cui tra l'altro lo sport è forse un'estensione pacifica), attività che non riesco a trovare poetiche, o meglio non poetiche nel senso del "giardino segreto" (dato che in generale poetiche lo sono come dimostrano le poesie di Ungaretti sulla guerra e il mitico "Gol" di Umberto Saba).
Citazione:
sono un po' stufo di certi ricorrenti atteggiamenti femminili

Sono uno schiavo... Non mi stuferei mai dei loro atteggiamenti! Sono così adorabili che possono permettersi tutto!

O magari sono caduto dal seggiolone da piccolo! (Giusto per cambiare frase)

Ciao!
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Proserpina
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MessaggioInviato: 23 Dic 2008 22:10    Oggetto: Rispondi citando

Emmett..Zapo..la mia era una poesia ispirata dal mio lavoro.
Osservo e tocco corpi maschili e femminili..dialogo tutto il giorno su percezioni ed emozioni e scusate se mi sbilancio ma trovo che il corpo femminile sia..speciale.
Non che il vostro non lo sia eh... Wink ma è più...semplice.

Mi occupo di riabilitazione uroginecologica e quindi nello specifico osservo valuto e curo l'apparato genitale maschile e femminile.

La complessità di quello femminile è incredibile. Così come il suo delicatissimo equilibrio.

Era un ode alla "Yoni" Embarassed fatta da una donna...

Ma nulla vieta di farla anche all'uomo...però la scriverei totalmente diversa Emmett Wink
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Emmett Brown
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MessaggioInviato: 24 Dic 2008 00:22    Oggetto: Rispondi citando

Certo, poesia totalmente diversa, ci mancherebbe altro! Smile
Quanto alla complessità, come non rilevarla e come non essere d'accordo... Penso, anzi constato, che il corpo maschile non sia che un corpo femminile geneticamente modificato all'origine, o più precisamente durante lo sviluppo embrionale.
Tali modifiche sono alquanto semplificanti, almeno per ciò che si nota a prima vista, e a un uomo può capitare di sentirsi in qualche modo 'inferiore' alla donna per questa sua semplicità sessuale, come a una donna può capitare di vivere qualche 'complesso di superiorità', per così dire.
Una donna può, nella nostra cultura corrente, cantare un ode alla Yoni restando seria e obbiettiva; un uomo che tentasse lo stesso a proposito del Lingam facilmente risulterebbe almeno un poco ridicolo e fazioso ai lettori... benedetti condizionamenti culturali.

Direi che bisogna fare attenzione, che si parli di sesso o di altro, a non confondere la semplicità con la facilità e la complessità con la difficoltà...

Notevole comunque il fatto d'ispirarsi per una poesia con 'il mio lavoro'. Che si tratti del tuo particolare lavoro, Proserpina, o di qualcosa di completamente diverso, direi che ciò è squisitamente femminile, pur se anche molti uomini l'hanno fatto.
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Proserpina
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MessaggioInviato: 25 Dic 2008 20:41    Oggetto: Rispondi citando

Emmett Brown ha scritto:


Una donna può, nella nostra cultura corrente, cantare un ode alla Yoni restando seria e obbiettiva.


Quando l'ho scritta non mi sentivo nè seria nè obbiettiva...ma... incantata...
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Emmett Brown
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MessaggioInviato: 25 Dic 2008 21:07    Oggetto: Rispondi citando

Mi sono espresso male. Intendevo dire che il lettore/lettrice tende a prendere sul serio il contenuto di ciò che si scrive sulla Yoni, meno sul serio ciò che si scrive sul Lingam. Magari sbaglio.

Come ti sentivi mentre scrivevi, cosa ti abbia ispirato, non me lo sono chiesto... (avrei dovuto?) ma mi sono rispettosamente limitato al ruolo di fruitore, di ascoltatore silenzioso della poesia detta. Chi l'ha detto che l'interazione con l'autore e il 'sapere perchè una poesia è stata scritta' sia necessario?

Incantata addirittura? Bene, allora raccontaci, speriamo di leggerti ancora, e anche nelle 'poesie totalmente diverse' cui alludevi sopra!

Squeeze
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MessaggioInviato: 25 Dic 2008 21:34    Oggetto: Rispondi citando

Nel corpo di un uomo
si leggono ferite
un passato ancestrale di lance e scudi.
Si percepiscono cancelli da oltrepassare
la chiave è custudita
a volte perduta.

Nel corpo di un uomo senti forza vibrante
sopita in notti insonni e in giornate scandite.
Il corpo di un uomo è crosta terreste
cela lava incandescente
e magnetica energia.

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Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
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MessaggioInviato: 28 Dic 2008 10:05    Oggetto: Rispondi

Il corpo dell'uomo è molto più segreto di quanto l'immaginario collettivo ci ha consegnato nei millenni. Malgrado la grande predilezione per l'immagine fallica, l'attenzione goliardica o timorosa verso il pene in perenne erezione piuttosto che in completo riposo ha fatto dimenticare che l'organo sessuale più importante è il cervello e la parte più sensibile del corpo maschile è la pelle.
La vista è fondamentale nella sessualità umana, è stata privilegiata fin dall'inizio e non è solo patrimonio della nostra specie. Vedere il copro di un possibile partner predispone all'accoppiamento che è poi il fine ultimo della sessualità.
L'homo sapiens ha però aggiunto qualcosa a questo meraviglioso meccanismo completamente autonomo ed è l'autocoscienza spinta a livelli estremamente sofisticati se non ridondanti.
L'uomo e la donna in amore hanno coscienza di sé in modo totalizzante, emettono segnali visivi volontari o involontari per segnalare la propria disponibilità o attenzione, sono estremamente attenti a quanto in risposta ricevono dall'ambiente e, dal momento che tutti i sensori di prossimità e di confine sono situati sulla pelle è da questa che alla fine riceviamo i segnali di avvenuto contatto. La nostra psiche è però organizzata su un principio antropico, su di un principio autoreferenziale assoluto.
Noi siamo, in quel momento, spettatori del nostro corpo in azione e da quest'ultimo riceviamo segnali rassicuranti e di piacere tali da acquietare quasi tutti i nostri timori. Un uomo e una donna che si accoppiano, fanno sesso, sono estremamente indifesi dal punto di vista fisico, vuoi per la posizione che assumono rispetto ad eventuali necessità di fuga, vuoi per il fatto che tutta l'attenzione viene rivolta al piacere escludendo quasi del tutto il mondo esterno.
E' dunque un atto che comporta un notevole abbandono e fiducia e questo può far emergere necessità di autorassicurazione, soprattutto da parte del maschio che finisce perciò per focalizzare la propria attenzione verso il suo organo più sensibile al contatto e cioè il pene. Qui subentra l'autoreferenzialità narcisistica del maschio che, nella sua naturale insicurezza alimentata da modelli assolutamente devianti e sballati, teme di non essere all'altezza non tanto davanti alla donna quanto davanti a se stesso.
Non so se nel passato il fallo eretto, rappresentato in molte configurazioni architettoniche fosse un gioioso vessillo augurale di felicità e fecondità o, come accade più spesso oggi, una bandiera bianca sventolata in segno di resa ma da dare comunque con rabbia in testa alla donna o agli altri maschi avversari e al senso di sconfitta generalizzato che il maschio occidentale sta digerendo a fatica.

A parlare di argomenti come questi si incorre facilmente in generalizzazioni nelle quali purtroppo sono finito anch'io.
E' un bell'argomento, so che Proserpina, con la sua esperienza professionale può raccontarci molte cose di noi stessi, maschi e femmine.
L'importante è non smettere di dialogare anche se ci sentiamo a posto con noi stessi e non abbiamo nessuno dei problemi qui esposti.

Concordo con alcune osservazioni di Emmet Brown così come con quelle di Prose e di Zapo TeX e vorrei invitare tutti a guardare un po' più da lontano a tutto ciò, non dimenticando che, come specie, abbiamo avuto un rapidissimo e violento salto evolutivo che ci ha consegnato un fardello gigantesco. Una coscienza di noi stessi capace di spaventarci a morte.
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