Olimpo Informatico

[brezzafresca]

mentre gli altri sistemavano la musica brezza seviva un buon coctail come aperitivo

[kevin]

tutti iniziarono a bere i fantastici cocktails di Brezza e a divertirsi un mondo,
ma ecco che all'improvviso ...

[brezzafresca]

si sente un frastuono provenire dalla casa dei vicini...

[kevin]

tutti si precipitarono fuori e videro Dasio che scappava per il cortile rincorso dal bradipo zoppo mentre gli urlava:
te lo do io il Texas!!!

[brezzafresca]

[kevin]

..."il bradipo abita lì da 11 anni e rincorre Dasio perchè, quando gli ha suonato il cellulare,
s'è sentita la suoneria <baciami piccina>

[Silent Runner]

...E mentre Dasio stramaledice il cellulare, inciampa in una medusa abbandonata sul selciato durante l'ultima Halloweenlluvione, cade di schiena, schiaccia la medusa che, esplodendo come una medusa, emette un suono disgustoso come di un'anguria trafitta da un enorme palo del telegrafo sporco di escrementi di gabbiano, un suono tipo questo:
Bleeeaaaaarrrrfhgghhh!

All'udire l'agghiacciante rumore, Brezzafresca esce di casa e si congela all'istante.
La temperatura esterna era scesa a 3000 gradi celsius sotto lo zero assoluto (nemmeno i Negramaro resisterebbero a una simile temperatura).
Tutt'intorno cominciano a piovere sacchetti di spazzatura.
All'improvviso, appare in scena Kevin, travestito da...

[kevin]

riporto su questo va ...

[Silent Runner]

E mentre le azioni del Mercatone del Mobile crollano sul selciato spargendo i loro semi affettuosi, l'eroe del momento' Il Grande Kevin si solleva in aria con rumore di tuono e, roteando su se stesso come un Mig libico, variando l'angolo di imbardata, si pianta a testa in giù in una processione di suore camaldolesi che, vestite da suore camaldolesi, attraversavano la strada recitando un mantra apocalittico sulla venuta di un ometto, calvo, bassino e sorridente, salvo l'ultima suora della della fila che, non avendo capito bene le regole d'ingaggio, si voltava a destra e a sinistra verso i passanti, mormorando con voce devota e tremula la parola "Namaste".
Distrutto completamente il cordone sanitario di suore camaldolesi, il Grande Kevin si risollevava da terra roteando come un Moulinex fatto di anfetamine, sbaragliando con la cintura del suo accappatoio (che nel frattempo si era slacciata) i pochi passanti rimasti in piedi.

Mentre tutto ciò accadeva, un enorme nuvola nera si formava all'orizzonte, una nuvola carica di navi da trasporto fluviale, pannelli di polistirolo, alberi d'ottone godronati al tornio, dischi in vinile di Orietta Berti, ciabatte infradito, zerbini con scritto "Salve" in lingua urdu, guanti di lattice, palline da baseball con anima in forfora, astucci per bambini daltonici (tutte le matite colorate hanno il colore sbagliato in modo che scegliendo il verde, prendano la matita rossa) conchiglie fossili del triassico, il cappello preferito da Biscardi, la lente d'ingrandimento di Giosuè Carducci, un paio di balene a soffietto, un nugolo di fantasmi colorati e tutto il carteggio segreto fra Caterina d'Austria e il suo stalliere dal lungo curricula.


..chi continua?

[kevin]

scusa ma ... e mentre le azioni del Mercatone del Mobile crollano?

[Silent Runner]

Non riesci a leggere il resto, ad andare oltre quelle frase?

[kevin]

ok dai ... scherzavo!

kevin s'allacciò di nuovo l'accappatoio che tanto era uguale ...
l'albero di cachi in cortile cominciò a sparare sardine impanate a destra e a manca,
solo che dove mancava non si vedeva e fu la luce!
un bagliore accecante illuminò tutti gli invitati che subito dopo stramazzarono al suolo dopo essersi presi a capocciate ...
eh ... troppo accecante fu il bagliore!
nello stesso istante un bufera di neve, nove e forse dieci gradi della scala mercalli s'appoggiò al caco nel cortile
e le sardine risalirono sull'albero.
fu così che tutti si svegliarono e con stupore ( ooohhhhh ..... )
videro ch'era scesa la notte ma era scesa troppo in basso e fu mattina!
d'improvviso un urlo squarciò la gola del bradipo che partorì immediatamente
sette samurai che vennero usati subito dopo pranzo.
fu proprio mentre sorseggiavano l'amaro giuliani che ....

[Danielix]

...si avvidero con rammarico di non aver assaggiato neppure un pezzetto dell'anatra all'arancia meccanica, cucinata con sapienza dalle suore camaldolesi! E dire che era sabato pomeriggio, e i meccanici erano chiusi!
Era un'anatra all'arancia meccanica senza revisione. Ma genuina (dal momento che era piccola, altrimenti sarebbe sata genuona).
Si guardarono in viso, guardarono fuori dalla finestra così, tanto per, poi diedero un'occhiata anche a terra (non si sa mai!), poggiarono i bicchierini con l'amaro Giuliani sulla schiena di una parente lontana, ma era troppo lontana, così lontana che non si intravedeva neppure.
Allora scoppiarono fragorosamente a ridere, e lo scoppio fu così potente che lo sentì anche Claudio Baglioni a Roma, mentre cantava la canzone del giorno: "Sabato Pomeriggio".
Non era particolarmente felice, quel giorno, Claudio, perchè se da un lato (nessuno ricorda esattamente quale) il crollo delle azioni del Mercatone del Mobile lo rincuorava un po' poiché non glie ne fotteva niente, dall'altro anche il mercato delle palafitte era attualmente fermo, ed egli aveva investito tutti i suoi risparmi proprio in quel ramo, che era differente da quello del Lago di Como, dal momento che lì non vi sono palafitte.
Lo scoppio lo riportò bruscamente alla realtà, e prese una decisione su due o tre piedi: avrebbe investito tutto nella lavorazione della lana di vetro.
Avendo uno zio pastore a Murano, con un gregge di pecore che contava più o meno tra i mille e i 28 milioni di capi, si sentiva in una botte di ferro: gli avevano infatti fatto credere che fossero le pecore di Murano a fornire la lana di vetro necessaria alla coibentazione delle palafitte.
E lui, credulone, perse tutto, capra e cavoli.
Anzi: pecora e dischi.
Ma mentre qui, lo sventurato dilapidava un patrimonio, all'altro capo del mondo...

[Silent Runner]

..perchè il mondo aveva due teste, il processo subì il solito ritardo mestruale per via del teste che era saltato.
Improvvisamente, un enorme rinoceronte pelagico i cui piedi affondavano nella fossa delle Marianne e il cui capo troneggiava fra i più alti cumulonembi privilegiando quelli a testa d'incudine, precipitò al suolo in forma di pioggia, travolgendo tutto al suo passaggio, i treni carichi di bastimenti carichi di libri di Harry Plotter, specializzato nella stampa in grande formato da autocad e formato anche da altro, fra cui motocad e il capitale di Groucho Marx.
E quando Dio vide ciò pensò che era buono e rimise il copercho sulla pentola. Solo allora Adamo si alzo dal fango nel quale era scivolato dopo che Dio gli aveva sputato in un occhio. Si rialzò, si terse il volto disgustato e disse: "cominciamo bene!" Solo svariati milioni di anni dopo si accorse che questa battuta l'aveva già fatta Giobbe Covatta e così morì lasciando come eredi Caino, Abele, il gommista di Abele, Quella donnina allegra della loro madre e un nugolo di spinaci in fiamme appena usciti dall'iperspazio per precipitarsi di corsa in chiesa onde evitare la vendetta delle mangrovie, le uniche che avrebbero evitato tutti quei danni prodotti dallo tsunami, ma anche le uniche estirpate per fare posto a spiagge dove i bagnanti si potessero far scopare via dall'ondata di marea, permettendo così a svariate anime di volare in cielo senza passare dal Via.
Conchiglie comprese.

Ma il giorno dopo...

[Danielix]

...saltò alla ribalta delle cronache che, approfittando del parapiglia generale dovuto allo tsunami, qualcuno aveva rubato un motoscafo.
Il proprietario, un gallo cedrone noto per la sua irascibilità, alla notizia, divenne furibondo e ingollò avidamente 12 chili di cedri.
Erano decisamente troppi, e lo ricoverarono d'urgenza all'ospedale locale, dove incontrò il suo acerrimo nemico Tinco l'ornitorinco, anch'egli ricoverato: aveva trangugiato senza ritegno undici chili di merda di zanzara.
Cessate - per ovvii motivi - le ostilità, iniziarono a raccontarsi le proprie disavventure.
"Dodici chili?" - si meravigliò Tinco, "Dodici chili!" - esclamò con vanità l'ingordo gallo - "Tu, piuttosto: ingozzarsi con merda di zanzara...! E' solo da mentecatti come te!" - continuò lo stronzo di gallo.
Nel sentire queste parole Tinco non resse all'ira, e vomitò in faccia al rivale nove degli undici chili di merda di zanzara non ancora digeriti.
Lo fece di proposito - il gallo di questo si convinse - e fu la causa principale della sua ira tremenda: si gonfiò tutto, tentò di assumere una colorazione che andasse sul violaceo, ma quest'ultima manovra non gli riuscì: più in là di un pallido lilla non potè andare.
In compenso, però, gli si misero a girare le palle, e roteando, roteando, roteando, finì per spiccare il volo come se quelle fossero le pal(l)e di un elicottero.
Il fatto è, però, che quella era la prima volta in assoluto che il gallo tentava l'ardita manovra, e non ne aveva ancora (a quell'epoca) la dovuta padronanza; successe allora che perdette il controllo di se stesso in volo e cominciò a sbatacchiare come uno stronzo ovunque: sulle pareti, sul soffitto, sul pavimento, fin quando infilò la finestrella della lurida stanzetta d'ospedale, che si trovava al trentasettesimo piano di un modernissimo grattacielo nei
pressi della zona industriale di S. Benedetto del Tronto.
Credete a me che c'ero: l'impatto fu violento.
Non che quel cesso di gallo non lo meritasse - tutt'altro! - ma fu violento, moooolto violento.
Tinco si precipitò alla finestra per godersi lo spettacolo dell'odiato rivale spalmato al marciapiede, commentando al contempo con una lunga e rumorosa scorreggia l'avvenuta disgrazia.
Udendo tal disonesto suono il gallo, di botto, non capì più nulla: si ricordò all'improvviso di appartenere - seppure indegnamente - alla famiglia dei volatili e usò stavolta le ali, e volò, volò, volò, fino a raggiungere la finestrella della squallida stanzetta.
Vi si precipitò dentro, afferrò il malcapitato ornitorinco dall'ombelico e, prima di sbatterlo con inaudita e insospettabile violenza cieca contro un pomo del lettino, gli sibilò dritto in faccia: "Sei finito, gringo!"
Tinco capì che la situazione degenerava (naturalmente a suo svantaggio) e giocò la carta dell'astuzia: tentò di sviare l'attenzione dell'ottuso gallo raccontandogli di quella volta che, nel lontano '29, nello stagno della fattoria di sua zia Matilde, a Santa Fè, pescò un pesce grosso, ma grossissimo, quasi quanto tutto l'intero suo paese natìo, che pure era un grande paese: l'America!
Ah, l'America... bel posto, un angolo di terra paradisiaco. Io ci sono stato una volta, in monopattino, ma questa è un'altra storia...
Torniamo ai nostri eroi.
Il gallo, che si chiamava Ofelia, nel sentire tale "balla" si scompisciò dal ridere e allentò la presa, quel tanto che bastò all'ornitorinco per divincolarsi e liberarsi dalla ferrea presa di quell'imbecille di Ofelia.
E fuggì.
Fuggì, fuggì, fuggì... e forse ancora oggi fugge.

Fatti come questi vogliono dimostrare che i galli sono delle creature infami, e che ci sono dementi come me capaci di scrivere una cosa simile alle 8 di mattina...
Però è anche vero che ci sono altri dementi come te capaci di leggere una stronzata come questa fino in fondo...

E a questo proposito occorre ricordare di quando, più o meno nello stesso periodo...

[kevin]

... scoppiò un epidemia nell'olimpo,
gli utenti furono presi da un raptus di follia presopopea e inziarono a dare i numeri.
nemmeno i più fantasiosi però riuscirono a darli giusti, erano tutti numeri sbagliati,
il quattro ad esempio era senza la gambetta, l'otto sempre al rovescio ed il
dieci nessuno lo capiva, leggevano tutti "io" e si montarono la testa.
giravano pagina dopo pagina e si sentivano importanti, quando s'incrociavano
si scambiavano degl'inchini e lo fecero talmente a lungo che si diedero dei divini.
erano tutti matti, leggevano con soddisfazione d'essere diventati semidei e
si misero d'impegno a scrivere per arrivare di corsa alla nomina di dio minore che già era un bel salto in avanti e poi finalmente all'ultimo scalino
della scala gerarchica, AAAHHHH!!!!!.... dio maturo!
e tutti sti dei maturi cominciarono a cadere dagli alberi, uno dopo l'altro e senza vergogna e rimasero un pò impietriti quando arrivò nell'olimpo una notizia che scoppiò come tuono improvviso in un giorno d'estate ....si, arrivò il giorno che qualcuno gli disse:< ehi! ma ...dio non esiste!>
fu così allora che ...

[Silent Runner]

..Dio, offeso, se ne andò lasciando l'universo al suo destino. Destino che fu subito intercettato da un armadio a 4 ante-litteram, precursore del supercroissant alla crema escatologica di muco effervescente di Moa, uccello non di Benny ma estinto.
Dopo l'abbandono di Dio (che fra l'altro non esisteva) lUniverso si trovò improvvisamente sbilanciato, incapace di decidere fra la teoria inflazionaria e la teoria deflazionaria, subito contestata dal vertice della banca mondiale, vertice che presto scese a livelli più terra-terra a causa di uno scherzo ordito da Gamow, scienziato burlone che, sfruttando la distrazione dei fondi monetari, legò insieme le stringhe dei banchieri (al futuro, bancheranno) utilizzando l'ultima teoria delle superstringhe prima che la teoria M facesse piazza pulita delle macerie newtoniate.
Ma questo non bastò a fermare la crescita dell'entropia perché...

[Ermengarda Categna]

...il Diavoletto di Maxwell, fnalmente sdoganato dall'abbandono di Dio (eh sì, come altri dopo il congresso di Fiuggi) prese a selezionare molecole di qua e di là da una membrana. Sembrava cosa da poco, lì per lì, così a tutta prima nessuno ci fece caso. ERRORE! Subito fu solo una questione di principio, ma nel giro di poche molecole la termodinamica iniziò a scricchiolare sinistramente, e con lei tutte le leggi fisiche. E fossero state solo quelle newtoniane: ma NO! Anche la meccanica quantistica prese a vacillare, accidenti al diavoletto! Tensori impazziti, effetti tunnel a gogò, orbitali di forme sempre più psichedeliche furono le conseguenze più evidenti. E siccome tutto parte dall'infinitamente piccolo...

[Silent Runner]

..finisce inevitabilmente nell'infinitamente grande.

[Silent Runner]

Eri dicebamus.... Riprendo il racconto dove l'avevo interrotto.