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La povertà è sempre la povertà...
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Dreamer83
Eroe
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MessaggioInviato: 29 Mar 2007 20:35    Oggetto: La povertà è sempre la povertà... Rispondi citando

Mi trovavo qualche giorno fa nell'ufficio della fabbrica di uno zio di un mio amico, mi sembra produca borse di vario genere, stavo con lui, stavamo aspettando lo zio che finisse di parlare con un cliente, perchè doveva dirgli una cosa... bhe, insomma stavo lì che aspettavo e per essere uno che non si fa gli affari suoi, asoltavo a dedita distanza la loro conversazione. Stava mostrando un articolo al cliente, facendogli vedere le varie caratteristiche ecc. Quest'ultimo prende la borsa in mano, la guarda, la riguarda, spostando leggermente uno zigomo del viso, esclama in tutta calma, rivolgendosi allo zio, il titolare, quanto esso fosse povero... Lo zio tenta di dirgli che lo si potrebbe arricchire con qualche modifica, prende l'articolo in mano, lo gira, lo rigira, mostrado dove si sarebbero potute apportare modifiche... il cliente, nel mentre che stava parlando, lo guarda e con un espressione decisa esclama, "Giuseppe... la povertà è sempre la povertà!". Un attimo di silenzio tra i due e poi hanno concluso non so con quali termini l'affare.

Una frase che in questi giorni mi ha fatto riflettere... Oggi come oggi i soldi sono molto importanti, sicuramente una componente essenziale della felicità di una persona... io ad esempio lavoro, anzi lavoravo, perchè da oggi non ci lavoro più, infatti non mi hanno assunto, perchè non più utile, come Operatore CAD in una azienda Agraria, realizzavo giardini pubblici e privati con AutoCAD. Niente di speciale, ma mi permettevano di lavorare part time, così potevo iscrivermi e frequentare vari corsi, all'insegna di apprendere altri programmi che mi potessero servire sempre nell'ambito del CAD\CAM. Ma niente, adesso devo ricominciare da capo, sono al punto di partenza. Nuovamente. 500 euro al mese, ciò che prendevo. Niente di che, ma sicuramente più che sufficienti a sostentarmi fino alla fine dei corsi. Ma penso che non cambierebbe niente neanche con 1000 euro, quando i tuoi pensieri principali sono le bollette e le varie spese distribuite in tutto il mese. Soldi che in un certo senso ti permettono di portare avanti una magra esistenza, continuare a trascinarti in un certo qual senso. Soldi che servonoa coprire le spese fondamentali di tutto il mese. I soldi almeno "annullano" questo tipo di pensieri, ti tolgono molti dei problemi di tipo meccanico. E poi vogliamo mettere la serenità data dalla tranquillità economica? I soldi danno tranquillità e comodità, senza dover fare salti mortali per arrivare a fine mese. Quella frase mi ha fatto pensare a quanto sia ridicola una vita fata di rinuncie sacrifici. Dicono che a lungo andare dia più soddisfazione, sinceramente non so quanto ci possa essere di vero, forse è solo un affermazione di principio, una frasetta di circostanza. Niente di più. Guardando persone, ragazzi come me, loro appena maggiorenni, io un po più avanti con l'età, che fanno una vita "normale" e molto più dignitosa, si impegnano per obiettivi come me, con la consapevolezza di ottenere qualcos'altro in cambio, non devono pagarsi niente, magari lavorano part time giusto per togliersi qualche sfizio in più, oltre a tutto quello che ottengono dai genitori... Sinceramente mi chiedo se ci sia poi tutta questa differenza tra ciò che faccio io e ciò che fanno loro.
Quello che so è che domani mi metto in cerca di un altro lavoro da 1000 euro o poco più... chiedendomi quali cambiamenti infondo sarà in grado di apportare...
Grazie a tutti ciao! Smile
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Dreamer83
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MessaggioInviato: 31 Mar 2007 20:40    Oggetto: Rispondi citando

Bhe, avrei gradito una vostra opinione in merito... risposte motivate ed esaurienti... un silenzio equivale ad una asserzione. Questo significa che, ciò che ho pensato e scritto nel post corrsponde a verità... giusto? Confused
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Benny
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MessaggioInviato: 31 Mar 2007 21:22    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Dreamer.
In effetti non avevo ancora letto il tuo post.

Ad ogni modo è vero che quel che dici, nel senso che i soldi permettono di togliersi certi grattacapi che rendono la vita stressante e a volte insostenibile. Mi pare una baggianata quando si generalizza dicendo che i soldi non danno la felicità (per la serie "anche i ricchi piangono").
Certo, la stabilità economica non rende immortali te e i tuoi cari, non rende immuni da malattie, non ti rende rispettato dagli amici, ma permette sicuramente di curarsi al meglio, di permettere ai propri cari di avere il minor numero possibile di problemi nell'avvenire, permette di affrontare al meglio e con più serenità ogni situazione.

Di fronte agli eventi, l'essere ricco o povero fa la differenza, eccome, senza arrivare agli estremismi della morte e delle malattie incurabili.

Io stesso ho uno stipendio medio-basso, con il quale non posso permettermi di andarmene da casa, senza dover fare grandi sacrifici.
E al momento l'andarmene è una delle cose che più mi premerebbe, perciò sto già facendo un sacrificio negandomi quel che vorrei.

Credo invece che si debba sicuramente cercare di migliorare la propria situazione, per quanto possibile, ma senza farsi venire il sangue amaro se non si ottiene ciò che si cerca o si vorrebbe.
In altre parole, bisogna accettare la propria condizione di "povertà" senza accettarla del tutto.

Cerca un lavoro che ti soddisfi economicamente, che magari ti piaccia, ma ricordiamoci comunque che una vita dignitosa puoi sempre creartela, nella maggior parte dei casi.
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ioSOLOio
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MessaggioInviato: 31 Mar 2007 21:30    Oggetto: Rispondi citando

Dreamer83 ha scritto:
I soldi almeno "annullano" questo tipo di pensieri, ti tolgono molti dei problemi di tipo meccanico. E poi vogliamo mettere la serenità data dalla tranquillità economica?

Indubbiamente!
Prima del benessere e della ricchezza, i soldi danno innanzitutto la serenità, la sicurezza.
Ed è molto ovviamente.


Dreamer83 ha scritto:
Quella frase mi ha fatto pensare a quanto sia ridicola una vita fata di rinuncie sacrifici. Dicono che a lungo andare dia più soddisfazione, sinceramente non so quanto ci possa essere di vero, forse è solo un affermazione di principio, una frasetta di circostanza. Niente di più.

non è ridicola una vita di rinunce, ci mancherebbe.
Ma non è nemmeno "eroica".
E' importante mantenere comunque la dignità, ma i soldi sono un mezzo importante.
Certo non li ho mai considerati un fine ma è indubbio che migliorino la vita


Dreamer83 ha scritto:
non devono pagarsi niente, magari lavorano part time giusto per togliersi qualche sfizio in più, oltre a tutto quello che ottengono dai genitori...

qua ti riferisci ai giovani ricchi e benestanti? non capisco...
ci sono giovani che hanno un lavoro magari remunerato bene, magari gratificante ma mica devono essere per forza figli di papà e ottenere tutto "regalato".

Credo dipenda molto poi dal carattere di ognuno,
Perchè conosco persone che guadagnano bene ma che sono profondamente insoddisfatte, altre che invece hanno un lavoro magari modesto ma che comunque li soddisfa.

Certo che ovviamente una cifra che permetta di essere indipendenti è importante, rassicura e permette di affrontare serenamente l'avvenire, di avere una stabilità, di poter programmare un futuro.
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MessaggioInviato: 01 Apr 2007 21:00    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Credo invece che si debba sicuramente cercare di migliorare la propria situazione, per quanto possibile, ma senza farsi venire il sangue amaro se non si ottiene ciò che si cerca o si vorrebbe.
In altre parole, bisogna accettare la propria condizione di "povertà" senza accettarla del tutto.


Per fare "cose", di qualsiasi natura esse siano, ne servono inevitabilmente delle altre... Surprised
Il sangue amaro ti viane se sei "costretto" mentalmente e tassativamente a pensare come risolvere dei problemi di tipo "meccanico". Oltre ad altri eventi sgradevoli credo... Crying or Very sad
Accettare la propria posizione di povertà... quasi obbligatoriamente credo... e con rammarico aggiungerei. Proprio ottenendo ciò che cerchi e vorresti, che plasmi la tua vita nel modo in cui desideri.
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Dreamer83
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MessaggioInviato: 01 Apr 2007 21:26    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
qua ti riferisci ai giovani ricchi e benestanti? non capisco...


Altrochè se benestanti... milionarie direi! Smile
Una ragazza appena diciassettenne, nel gruppo in cui esco, è figlia di una famiglia, in cui il padre possiede un azienda di trivvellazioni per l'edilizia... non penso che devo aggiungere altro! Confused
Ma non è questa la parte interessante... dovreste vedere che forza della natura è... sempre solare, raggiante, con un sorriso stampato in faccia quasi, simpatica, sprizza allegria da tutti i pori... già a quell'età parla perfettamente e fluentemente l'inglese, per via di alcuni viaggi all'estero, Londra mi sembra, e non solo... suona il pianoforte come una professionista, ha praticato per una decina di anni danza classica, ora mi
sembra stia facendo danza moderna... poi è sempre in viaggio con il padre e anche con la scuola, essendo che fa scientifico, è sempre in varie gite e uscite... non che la conosca perfettamente, non siamo molto di più che "conoscienti"... (infatti sembra stupido, ma mi prende un po male a palarci! Sad , non so mai quello che dirle e come comportarmi quasi...), e poi è davvero bellissima, graziosa e aggrazziata, ma nello stesso tempo una vera pantera, determinata, bella tenebrosa per eccellenza, con delle qualità come grinta e vitalità più uniche che rare. 8)
Forse la vedo io così perchè mi piace da morire, dal primo giorno in cui l'ho vista, e non per la sua posizione sociale, di cui ne sono venuto a conoscenza molto tempo dopo... ma forse non è vero che nbe sono innamorato, forse mi piace perchè in un certo senso è come vorrei essere, e il non riuscire a parlarle è dovuto a una specie di timore reverenziale credo Wink ... ben giustificato... (una ragazza del suo calibro, che ci fa con uno come me? Crying or Very sad ... tralasciamo i particolari che è meglio! Rolling Eyes
Ma andando avanti, possiamo dire qualcosa anche di uno dei miei migliori amici, che lo stesso è figlio di una famiglia più che benestante, il padre infatti ha un paio di fabbriche in Romania, e deve aprirne altre in Ucraina mi pare... senza tralasciare il fatto che ha un forte successo con le ragazze, tanto che si può permettere il "lusso" di prendersi gioco di loro e farne quasi ciò che vuole... secondo me è dovuto anche al carattere che uno ha, formato e dipeso anche dalla famiglia e dallo stato sociale in cui si è nati e cresciuti... e comunque anch'egli lavora tanto per insomma, giusto per qualche spesa extra durante il mese, perchè appena diciottenne, non ha ne il problema dei macchine ne di abitazione, tanto per essere chiari, non deve lavorare per comprarsela e per avviare un mutuo per un appartamento... con problemi meccanici si intende anche questi, e scusate se è poco...

Citazione:
ci sono giovani che hanno un lavoro magari remunerato bene, magari gratificante ma mica devono essere per forza figli di papà e ottenere tutto "regalato".


A quanto pare invece sono prorpio figli di papà a cui se non tutto, moltissimo è regalato, dovuto quasi...


Citazione:
Certo che ovviamente una cifra che permetta di essere indipendenti è importante, rassicura e permette di affrontare serenamente l'avvenire, di avere una stabilità, di poter programmare un futuro.


Programmarsi un futuro... Rolling Eyes ... loro possono programmarlo, plasmarlo quasi, come più li aggrada, per altri come me, il futuro è cosa incerta, programmata al giorno quasi... Wink

La perfezione magari non esiste..... ma credo che in alcuni casi, la si può avvicinare fino a sfiorarla, toccarla quasi... Razz
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MessaggioInviato: 03 Apr 2007 02:51    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
non è ridicola una vita di rinunce, ci mancherebbe.


Affermo che sia "ridicola" o meglio se vogliamo correggere, sicuramente "incompleta" per via che non è vissuta come si desidera, al meglio, ma con soluzioni di ripiego, adattative... Rolling Eyes ... non puoi sapere come sarebbe stato se... puoi solo immaginarlo, ipotizzarlo e niente più! In un certo senso ti vedi costretto a scendere a compromessi quasi in ogni occasione che ti si presenta e condiziona quasi inevitabilmente ogni tua azione. Quando si è liberi dal "bisogno", come ad esempio accettare il primo lavoro che capita, per colpa di quest'ultimo, si può scegliere davvero quello che desideriamo e che fa per noi, senza fretta ne anzia. Rolling Eyes
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MessaggioInviato: 07 Apr 2007 16:11    Oggetto: Rispondi citando

Dreamer83 ha scritto:
Citazione:
qua ti riferisci ai giovani ricchi e benestanti? non capisco...


Altrochè se benestanti... milionarie direi! Smile [...]


va beh...ma allora citi casi particolari..
Come parlare del figlio di un calciatore o di un attore, ecc.ecc.
Lei sarà ricca, ma ci sarà sempre qualcun altro più ricco di lei.

Insomma, se paragoni una vita normale a quella di pochi figli di miliardari ..ovvio che sarai in una posizione nettamente inferiore come possibilità economiche.
E a quel punto potresti anche sentirti "povero" pur essendo invece messo bene.

Prendendo a paragone certe condizioni, ovvio che la "povertà" diventi ancora più soggettiva.
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 06:42    Oggetto: Rispondi citando

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Il fatto di essere figli di famiglie benestanti è un fattore, tra le miriadi da me elencate... fattore che ha molto peso direi, ma non l'unico.
Forse in questa community saranno tutti come loro, visto che il post non ha suscitato il ben che minimo interesse... eppure dovrebbe far riflettere moltissimo sul significato che molte parole di uso comune assumono... oppure non c'è niente da riflettere ed è tutto dettato da impressioni puramente a titolo personale.
Eppure a me danno ben più che semplici impressioni e sensazioni... ciò che mi premeva era stabilire se tutto ciò detto in precedenza, nel post iniziale fosse strettamente personale oppure no.
Quello che volevo far notare, era la leggera "discrepanza" che passa tra la loro di vita, non esente da problemi certo, ma neanche scarnificata e devitalizzata da essi, fatta anche e soprattutto in prevalenza di soddisfazioni e gratificazioni... e la mia, non molto diversa per certi versi da molte altre... invece sembra proprio che lo sia, visto che nessuno ha espresso la sua in merito, eccetto voi due è ovvio. Rolling Eyes
Magari sbaglio, anzi sicuramente come sempre non ho capito niente... eppure ciò che ho davanti agli occhi è così chiaro... così sembra almeno...Rolling Eyes
Ad Agosto ci trovavamo tutti a cena presso un locale, in occasione di una festa di paese... anche la ragazza in questione era presente, si parlava del più e del meno, ed io come sempre non perdo occasione per ascoltare cosa si dice... bhe la suddetta ragazza, nel mezzo del discorso, scherzosamente, per il fatto che, a pochi giorni da quella data, sarebbe iniziata la scuola, e lei aveva il problema di cosa mettersi il primo giorno. Qualcuno sempre scherzosamente le fa presente che non è un grosso problema, e lei sempre scherzosamente assersce al fatto che non avendo niente altro a cui pensare, prendeva in considerazione il problema citato... piccolo episodio nella quale ti verrebbe di risponderle... "Cavolo, prò, dovrebbe essere figo essere te!"... anche perchè non mi viene in mente cos'altro risponderle! Rolling Eyes
Era mia intenzione far notare le "piccole" differenze, che fanno e possono fare la differenza nella vita di una persona. Come attitudini psicofisiche adeguate + buona, ottima posizione sociale, rende la cosa ancor più allettante... niente di che comunque. Conosco persone che posseggono solo le prime, e sono persone straordinarie lo stesso, come conosco persone che posseggono/dispongono solo di grossi quantitativi di denaro, che a parer mio fungono solo da "agente" compensatorio, per la carenza di caratteristiche psicofisiche adeguate. Ma chi ha la possibilità di sprimentare la combi... credo che non abbia paragoni!
Quello che volevo intendere è che, nel percorso della costruzione di quella che è la propria vita, la propria felicità, la propria realizzazione, è data anche e soprattutto dalle proprie scelte, quest'ultime maturate da molti fattori, tra i quali... l'ambiente in cui si è nati e cresciuti, dalla fortuna di aver avuto intorno persone ingamba, che hanno saputo insegnarti ciò che serve, a lottare innanzi tutto, per ottenere ciò che vuoi, da caratteristiche psicofisiche consone alla situazione, oltre ad impegno, forza di volontà, conoscenza (queste ultime tre, insieme ad altre che non sto qui ad elencare, maturate secondo me, dalla presenza delle precedenti) e perchè no, avere le spalle coperte da un pò di denaro che ti aiuti nei momenti bui, sufficiente almeno a non costringerti a cambiare la strada che stavi percorrendo, parzialmente o totalmente, ad avere la mente libera da problemi di tipo puramente meccanico... credo che solo con questi fattori l'espressione "Volere è potere" assuma davvero significato.
Quando non sai se il prossimo mese avrai ancora il lavoro... quando lo stipendio di cui disponi basta appena a coprire le spese mensili... quando i pochi centiania di euro che riesci con fatica a risparmiare, privandoti di altre cose, devi per forza di cose utilizzarli per riparare la macchina perchè altrimenti non puoi andare a lavoro, di conseguenza a guadagnarti i soldi, perchè devi per forza di cose guadagnarli, perchè il mese successivo ti serviranno... tutto questo e altro ancora, che non sto qui ad elencare perchè altrimenti non la finiamo più, non da l'impressione di stare in un certo senso in un circolo vizioso? che tipo di soddisfazioni puoi e sei ingrado di ottenere nella vita di tutti i giorni?...si può costruire qualcosa in tali condizioni? Se si, non è un pò una forzatura? Cioè, se lo si fa, se si decide di farlo, è dettato solamente dalla sopravvivenza personale e non dal desiderio dato dalla propria volontà di farlo... situazione che, parere personale, appiattisce in modo quasi totale, ogni sorta di ambizioni ed aspirazioni personali. Quello che mi premeva con l'apertura di questo post "sconclusionato" per certi versi, era stabilire se tutto ciò sopraccitato, ed il post iniziale stesso, provenivano solo da impressioni di tipo personale o meno.

Grazie ciao! 8)
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 12:11    Oggetto: Rispondi citando

Non voglio sembrare aggressiva, ma secondo me si inizia ad essere liberi e a compiere le proprie scelte liberamente nel momento in cui si smette di pensare di essere "meno" di altri e ci si confronta con chi ci è intorno solo ed unicamente in base alle capacità personali di ognuno.. Poi comprendo il tuo discorso, ma rischia di degenerare in un "piangersi addosso"! Anche io sono una precaria del lavoro, ma non vivo pensando che ci sono figli di papà e figliastri sfigati, mi cerco un altro lavoro e cerco di andare avanti per la mia strada!

Pancia piena non guarda mai pancia vuota, quindi inizia a tirare fuori la grinta e perseguire i tuoi obiettivi!
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Cybion
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MessaggioInviato: 12 Apr 2007 14:48    Oggetto: Rispondi citando

Dreamer83 ha scritto:

Quello che volevo intendere è che, nel percorso della costruzione di quella che è la propria vita, la propria felicità, la propria realizzazione, è data anche e soprattutto dalle proprie scelte, quest'ultime maturate da molti fattori, tra i quali... l'ambiente in cui si è nati e cresciuti, dalla fortuna di aver avuto intorno persone ingamba, che hanno saputo insegnarti ciò che serve, a lottare innanzi tutto, per ottenere ciò che vuoi, da caratteristiche psicofisiche consone alla situazione, oltre ad impegno, forza di volontà, conoscenza (queste ultime tre, insieme ad altre che non sto qui ad elencare, maturate secondo me, dalla presenza delle precedenti) e perchè no, avere le spalle coperte da un pò di denaro che ti aiuti nei momenti bui, sufficiente almeno a non costringerti a cambiare la strada che stavi percorrendo, parzialmente o totalmente, ad avere la mente libera da problemi di tipo puramente meccanico... credo che solo con questi fattori l'espressione "Volere è potere" assuma davvero significato.


Inizio quotando le affermaziondi di Solaria ... guardare gli altri solo per lamentarsi di quanto è triste il nostro infame destino, è un atteggiamento che non porta da nessuna parte..

Poi, vengo alle tue dichiarazioni.. quei fattori che indichi come davvero significanti per rendere reale la frase "volere e potere".. non credo siano poi cosi essenziali..
certo possono aiutare, ma non è detto che senza tu non possa volere... e ottenere - lottando certo - quel che vuoi raggiungere.

ti voglio raccontare una parte della mia esperienza (tanto per dimostrarti che in questa community non siam tutti di famiglie benestanti.. anzi penso proprio il contrario.. abbiamo appena letto che anche solaria è una precaria...):
pare quasi che tu voglia dire che senza i soldi non si può lottare per raggiungere i propri obiettivi... secondo me se quegli obiettivi son fortemente voluti, si lotta sempre e comunque..
sai cosa vuol dire tornare a casa dopo una giornata di lavoro duro (ma di un lavoro che ti piace fare!) e scoprire che il frigo è vuoto.. il portafoglio pure.. e che quella sera non potrai mangiare? bhe a me è successo... e non una sola volta...
dici i soldi per riparare la macchina sennò non puoi andare a lavorare: sei sicuro che l'auto sia cosi essenziale per lavorare? sai cosa vuol dire fare chilometri a piedi per raggiungere il mezzo pubblico più vicino per andare al lavoro? io si.. l'ho fatto per un anno intero...

questi e altri sacrifici ho fatto, per lottare per le mie aspirazioni personali.. e ancora oggi.. a tempo di distanza, non mi pento di quel che ho fatto! non credere che poi tutto questo mi sia servito a raggiungere chissà che obiettivi: a 32 anni, son ancora più che precaria..
ma in quel momento per me era la cosa giusta da fare, e ne resto tutt'ora convinta!
e ti assicuro che in nessuno di quei giorni in cui non potevo mangiare, o in cui mi finivo le gambe a camminare, beh neanche per un attimo mi ha sfiorato il pensiero: se fossi nata in una famiglia diversa, se fossi nata con un conto in banca apertomi dal paparino, quanto sarebbe stato meglio!! mai mi ha colto neanche il pensiero di alzare il telefono per chiedere aiuto ai miei (e anche se non certo benestanti, avrebbero fatto di tutto per aiutarmi) perchè io penso che dobbiamo lottare noi per le nostre scelte, e non appoggiarci su fattori "esterni" come la famiglia..
non ho mai "invidiato" chi aveva più facilitazioni (almeno economicamente ) di me, anche sul mio stesso ambiente di lavoro.. anche perchè poi, anche se non sempre, non voglio certo generalizzare.. ma spesso chi ha avuto tutti quei fattori che dicevi tu, chi è stato così facilitato nella parte "iniziale" della vita, è proprio chi ha più difficoltà a crescere, maturare e rendersi indipendente, e bada che non sto parlando di soldi, ma di maturità e indipendenza.. come dire.. mentale.. insomma diventare persone adulte che sanno affrontare da soli le difficoltà, anche le più dure..
tutte quelle persone - parlo di gente che io ho conosciuto - alla prima difficoltà, al primo crollo, non hanno elaborato la capacità di reagire autonomamente, di resistere ai colpi della vita, e diventan poi vittime proprio di quelle che sembravan le loro fortune..

scusa la "durezza" del mio intervento, ma, come ti ha detto solaria: tira fuori la grinta.. guarda dentro di te.. e scopri quali sono gli obiettivi "veri" per i quali sei disposto a lottare!!!! Wink
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MessaggioInviato: 13 Apr 2007 09:15    Oggetto: Rispondi citando

Caro Dreamer83 ho letto le tue osservazioni e ho colto alcune impressioni che mi confermano quanto siamo stati, noi italiani, totalmente privati dell'idea di un futuro qualsiasi.
Ed oggi, la battuta "Non c'è più il futuro di una volta" assume i contorni di una profezia che si autoavvera.

Io appartengo ad una generazione precedente alla tua e ho visto, nei miei percorsi, l'idea di vita lavorativa trasformarsi nel senso opposto con il quale l'idea di qualità della vita si evolveva verso un superconsumismo eterodiretto, subìto più con indolente compiacimento che con rassegnazione.

Sento in te, una rassegnazione che nasconde un desidero di rabbia che purtroppo, non trova una forza adeguata al dolore che dichiari.
Non ho risposte consolatorie e rispondo al tuo dichiararti solo perché, non avendo molto da aggiungere su quanto dignitosissimamente hai detto, non mi resta altro che balbettare qualche riflessione aggiuntiva per non dovermi un giorno rimproverare d'aver girato la testa dall'altra parte di fronte ad un argomento così delicato.
Io accetto la mia impotenza di fronte alle cose che mi sovrastano e verso le quali ho assai poco potere. Ma io appartengo ad una specie invasiva, superadattiva, capace di ogni sconcezza pur di sopravvivere.
I rececenti fatti di Milano che hanno fatto esplodere la rabbia della comunità cinese ed ha sollevato tante polemiche dovrebbe farci riflettere come la cultura di partenza può o meno favorire quell'imprenditorialità degli individui e della rete sociale nel quale vivono.

Non voglio però scivolare negli sterotipi dei cinesi che sono laboriosi, ottimi commercianti ed imprenditori ed è facile essere dei buoni imprenditori quando si sfruttano i connazionali, quando dietro la nuova "ricchezza" dei cinesi che comprano tutto in contanti c'è una mafia ignorata ed invisibile che le autorità locali sembrano voler ignorare non si sa bene per quale ragione di comodo.
Le banalità qualunquistiche possiamo metterle da parte ed osservare solo quel piccolo particolare, quella discriminante che fa genericamente di un popolo, quel che è.
Ho letto nelle tue parole tutta l'italianità che conosciamo essere frutto della deriva socioculturale sopravvenuta dopo la caduta dell'impero romano d'occidente.
Ma questa non è una colpa. E' solo una caratteristica come il colore dei capelli o la predestinazione genetica alla lunghezza degli arti inferiori.
Sappiamo però altrettanto bene quanto è impossibile (se non con un artificio provvisorio) cambiare il colore dei capelli mentre è possibile intervenire, con una buona alimentazione ed una vita sana fin dall'infanzia, ottimizzare la crescita delle ossa scheletriche.
Si tratta dunque di un progetto di base, il progetto dei tuoi antenati, che impatta contro una realtà diversa dalal quale il progetto è stato concepito.
Sei fermo e senza risorse perché non sei stato in grado di adeguarti malgrado il tuo talento e le tue capacità.
Se fossi stato un cinese ricco avresti avuto ottime possibilità, avevi la ultura, i mezzi, le motivazioni, i vantaggi accumulati dalla stratificazione delel esperienze e delle strategie della tua gente.
Se invece fossi stato un biafrano o un Inuit, avresti avuto altre prospettive ed altre possibilità.
Gli Inuit stanno vivendo una tragedia che tutti noi ignoriamo. Lo scioglimento dei ghiacci circumpolari sta danneggiando gravissimamente la loro sopravvivenza ma, a parte qualche spot nei tiggì sui poveri orsi polari che muoiono di fame, degli uomini che chiamano se stessi con il nome di Inuit, nessuno se ne fotte.
Ma tu non sei un Inuit. E quello di cui parli riguarda solo la tua condizione umana e da questa parti per ogni analisi e per ogni strategia possibile.
E questo, da una parte ti limita anche se non puoi prescindere completamente da questa condizione. Il problema, a questo punto (e tu lo hai già esposto) è che cosa fare.

Io credo però che le cose non siano così semplici: quando tutto il sistema si rivela insufficiente a sostenere le richieste, la prima cosa che un uomo avveduto dovrebbe fare è cambiare prospettiva e guardare in modo completamente diverso la questione. Cambiare cioè il sistema in cui si muove ed agisce.
Certo, Dreamer83 (il tuo Nickname contiene già una dichiarazione di rassegnazione: "Sognatore83") detto da te, prima e dopo le parole che hai scritto, anche il tuo Nickname sembra volerci dire che hai usato la speranza più per tamponare una perdita che per realizzare una nuova chiglia.
Sto dicendo stupidaggini, banalità e sciocchezze senza fine, quando tu stai soffrendo una condizione immeritata ed ingiusta.
Ma la tua problematica va al di la della tua persona e dell'idea che noi possiamo farci chiacchierando a braccio come stiamo facendo.
L'unica cosa che mi sento di dirti è che se vuoi veramente cambiare le cose è che devi cambiare modo di pensare a te stesso ed alle cose.
E questa è la cosa più facile da dire e più difficile da fare.
Ma solo perché nessuno te l'ha insegnato da piccolo.
Ma non tutto è perduto, anche se hai ampiamente superato l'età evolutiva, puoi sempre apprendere cose nuove e cose utili a cambiare il tuo modo di vivere l'esperienza umana.
Per dirla tutta, io ho conosciuto i primo computer che ero già adulto e vacicnao. Ho impiegato molto più tempo di un pischellino di dieci anni a capire coma funzionava ma alla fine ce l'ho fatta.

Adesso, realizzo le mie orpere esclusivamente con tecniche digitali. Sono passato in modo indolore dalla matita ed il pennello, dalla china e il foglio di carta, a questo strumento misterioso ed infernale senza il quale non potrei più lavorare e produrre quel che faccio.
La mia rivoluzione copernicana ha però coinvolto molto più il mio modo di pensare che gli strumenti e il mio talento naturale.
Forse pensi te stesso chiuso all'interno di una gabbia invisibile.
E' forse questo che ti impedisce di andare oltre?
Non lo so, amico mio, non ne ho idea.
Scrivi in modo massiccio, sento una buona padronanza dei concetti, delle idee, della lingua... Non sei un pischellino che vive di griffe e di branco.
Perché non provi davvero a chiederti chi sei veramente?
Io non vedo solo un uomo che si preoccupa della sua auto guasta o dei 1000 Euro e della sua incollocabilità sicura e permanente. C'è qualcosa che hai rimosso ma si sente comunque.

Semplifico tremendamente ma so che la tua intelligenza saprà perdonare questi sproloqui. Oggi mi sono alzato molto presto ed il sonno mi ha reso più onirico, rimescolato, soffuso. Le mie parole sono come le descrizioni di un sognatore, un dreamer che si è appena svegliato.
Quand'è che ti "svegli" anche tu? Qui è già pronto il caffé.

Benvenuto fra noi, grazie per le tue offerte di discussione su cose che davvero non sappiamo come affrontare.
Che questo ci serva di lezione.
A tutti noi. Wink

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MessaggioInviato: 14 Apr 2007 04:32    Oggetto: Rispondi citando

Rispondo agli ultimi tre post...

Le parole da me usate per scrivere tali post, sono dettate da un attenta riflessione su me stesso e sulla realtà che mi circonda... so cosa non va in me e so anche le motivazioni di tale convinzione!
Forse pecco di presunzione, anzi sicuramente, quindi me ne scuso prematuramente, ma tutto ciò che voi avete detto e prontamente scritto nei vostri post, già l'ho pensato in precedenza... ringraziandovi per avermele rammentate... c'è una carenza spaventosa di tutto ciò che mi servono a raddrizzare me e ciò che mi circonda.
Dalla mia attenta analisi ho dedotto che... sono un debole, una mer***a, una larva... perchè?
Ho avuto e ho tutt'ora la presenza della figura dei miei genitori, ma tranne la figura, tra le altre cose, neanche tutta questa figura... due operai di fabbrica che, nella loro vita non hanno saputo realizzare niente di più che un plagio delle loro vite... mio padre, operaio calzaturiero, dopo aver lavorato per anni in una fabbrica, dopo la chiusura di quest'ultima, per un fallimento, si è limitato a cercarsi un nuovo posto in un'altra fabbrica, stesso lavoro, stesse condizioni... esperienza maturata nel settore, dopo 20 o 25 anni, per ritrovarsi con uno stipendio addirittura minore del precedente, e di molto anche... ma la cosa sembra non toccarlo, mi dispiace dirlo, ma è un uomo debole, che parla poco niente, se non interpellato, senza intelligenza, senza ambizioni o aspirazioni particolari, senza palle, senza fascino, senza spirito d'avventura, senza spirito di iniziativa... nessun interesse tranne l'andare a caccio la Domenica quando è aperta... ho avuto lui come esempio per quanto riguarda la figura paterna, che non ha saputo insegnarmi neanche a radermi... mia madre? Stessa situazione, tranne che senza di lei mio padre sarebbe sicuramente già cadavere... una donna che lavora sodo, tira avanti la famiglia... ma entrambi con una mentalità ed una visione della realtà assai "limitata"... entrambi senza un briciolo di orgoglio per se stessi... giudico, anche se non dovrei farlo, la loro vita un lento ed angoscioso avvicinarsi alla morte, anni e anni passati a fare sempre le stesse cose, tutti gli anni sempre gli stessi "riti", sempre tutto uguale, mai un esigenza di migliorarsi e migliorare la propria situazione, senza l'interesse di viaggiare intorno al mondo, apportare un pò di novità, qualcosa di nuovo, per se e per cambiare un pò la propria condizione. Persone che hanno sempre lavorato per tirare avanti, per sopravvivere, senza un sogno, senza il desiderio di qualcosa in più, di cercare di migliorarsi e migliorare un pò la propria situazione... abito in uno squallido appartamento di una casa di campagna, più simile ad uno stabile in disuso che altro... e non mi dilungo oltre... detto questo... che poteva "uscirne" da tutto ciò? Uno come me... che contrariamente a mio padre ha grinta e obbiettivi, ma che purtroppo ha assunto involontariamente, o forse geneticamente, gli stessi attributi, le stesse caratteristiche... tra le altre cose a "bloccare" l'intera situazione, c'è il fattore tempo ed il tipo di terreno su cui ci si muove, tutt'altro che idoneo...
La vita è una sola, almeno credo e spero, perchè se la prossima dovrà essere così, meglio rimanere nell'oblio... comunque, bisogna valutare il fattore tempo, perchè dalla mia analisi, per apportare modifiche esaustive alla mia persona ed alla mia vita, lo sforzo deve essere micidiale e repentino, a tal punto che, ti viene da chiederti se il gioco vale davvero la candela, dovendo continuare nella stessa situazione di un cane che parla.
Appena perso l'ultimo lavoro, ho pensato, su le maniche e si ricomincia, subito in movimento il cervello per cercarne un altro consono alle mie esigenze (l'ultimo combaciava bene l'orario con l'inizio di un corso pomeridiano...)... il punto è che non so per quanto ancora sarò ingrado di pensarlo, tutto qui... per il resto, è un continuo lottare tra la parte buona di me, che ha ottime intenzioni, determinazione, carisma, voglia di fare, di impegnarsi, obbiettivi ben definiti, voglia di superare gli ostacoli e risolvere le questioni problematiche... e un'altra che invece è tutto l'opposto, tetra e oscura, sfiduciata, pensierosa... "lavoro" come un disperato nel tentativo di migliorare la mia persona e la situazione generale, facendo si che entrambe cambino, pensando a quanto possa realmente servire.

Grazie Ciao 8)
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MessaggioInviato: 14 Apr 2007 09:19    Oggetto: Rispondi citando

Scusami ma non concordo del tutto sul tuo modus operandi e sul tuo modo di procedere nelle analisi.
Dici di aver già pensato a tutto quello che ti si è scritto, di aver già fatto quelle analisi: e questo era già evidente fin dal tuo primo intervento. La tua presunta presunzione non c'entra niente, ci mancherebbe altro! E' ovvio che hai già pensato a quelle cose ed i nostri (parlo solo per me) sono solo un balbettio pieno di tautologie e qualunquismi, ovvietà ed altre quisquiglie. Sapevo di scrivere cose ovvie ma tacere di fronte al tuo scritto mi sembrava scortese ed inutile.
Ma non ne faccio una questione utilitaristica o di buona creanza.
Mio caro amico, i tuoi problemi sono così comuni da sembrare una qualità.

Sai cosa penso? Penso che tu appartenga a quella categoria di intelligenze che si costruiscono una teoria e poi la danno per buona cancellando d'un colpo la ricerca e la sperimentazione.
Bada bene, non ti sto criticando ma sto cercando di farti notare una cosa molto semplice: ti sei ripiegato come un foglio di carta nel quale hai scritto il tuo progetto di vita, così similie a una lista della spesa da essere assimilabile a tutti i possibili progetti di vita, a tutte le liste della spesa.
Ti sei ripiegato su te stesso e i due semifogli che appartengono allo stesso piano, si guardano l'un l'altro escludendo tutto il resto.

Lo sai quanto è utile un foglietto con la lista della spesa?
Pochissimo: la maggior parte delle volte viene dimenticato a casa o viene aperto e letto con distrazione. I carrelli ed i pavimenti dei supermercati ne sono pieni, scritti con calligrafie diverse, ma tutti contengono lo stesso progetto, reperire risorse disponibili e necessarie.
Però vengono spesso superati dalla comune abitudine che consiste nel scegliere la merce dipsonibile sugli scaffali.

Nel senso: uno si fa un'idea della vita poi la adatta alle risorse disponibili.
Il contadino che cercerà di piantare viti pregiate sui terreni sbagliati non produrrà un buon vino, il cacciatore che cerca le quaglie nell'artico porterà a casa solo pelli di foca.
E si lamenterà pure!
Piangerti addosso partendo da tuo padre e /o magari dai nostri antenati comuni ti farà sentire ancora più freddo di quel povero bambino esquimese che seppe dalla madre che suo nonno, il nonno di suo nonno ed in nonno del nonno di suo nonno, avevano sempre vissuto lì, in mezzo ai ghiacci.

Ho letto il tuo ultimo commento e mi è sembrato di sentire la voce di milioni di italiani.
Dov'è l'errore?
Dimmelo tu.
Ti consiglio di provare a riaprire la tua lista della spesa, di darci un'ultima occhiata e poi di gettarla via. Invece di scriverne un'altra uguale, prova a guardare che cosa c'è sugli scaffali.
Magari ti viene un'idea carina.

Ah, un'ultima cosa: se proprio non vuoi buttare via quel foglietto, ricordati che tutti i fogli hanno un retro: ci puoi sempre scivere sopra una poesia od una barzelletta.
Così almeno, quando lo guardi ti viene da ridere.

Sei troppo colto ed intelligente per prenderti in giro così.
concludo auto-citandomi: i tuoi problemi sono così comuni da sembrare una qualità.
Ma ho detto "sembrare".

Con rinnovata stima.
Silent Runner.
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MessaggioInviato: 14 Apr 2007 22:16    Oggetto: Rispondi citando

Non c'è bisogno a mio avviso di infamare o lodare nessuno, ne scuse, ne ringraziamenti, alla fine si fa semplicemente quattro chiacchiere, ognuno dice la sua, interrogandosi su argomenti che forse, alla quale delle risposte vere e proprie neanche esistono... quello che mi fa rabbia è che oggi compio 24 anni, e sono qui a chiedermi a volte come siano passati, dopo aver analizzato e valutato me e la realtà che mi circonda, mi domando e dico... chi o cosa mi fa sperare e lottare con tanto fervore, con tanto impegno e determinazione, anche se i risultati tardano ad arrivare... la speranza, o meglio, l'illusione di un miglioramento ed un cambiamento personali e della mia realtà, con cui sono a contatto ogni giorno... la speranza è una cosa buona, forse la migliore di tutte le cose, come recitava in un omonimo film... mi fa rabbia anche l'essere uno pseudo schiavo del 21esimo secolo, perchè la schiavitù è stata abolita secoli fa, ma secondo me ha solamente assunto riscontri e forme diverse... gli imprenditori (feudatari), per non dire niente a riguardo di chi governa e gestisce un paese, comunque, stavo dicendo, gli imprenditori che danno lavoro, farebbero prima, anzichè retribuire per il lavoro svolto, con un bene di prima necessità, anzichè con uno stipendio vero e proprio... almeno sarebbe tutto un po più chiaro... almeno nel medioevo il contadino al signore locale doveva solo 1/10 di ciò che produceva, tutto il resto era per se... oggi non si capisce come si retribuiscono e ripartiscono le tasse... proprio nel parlare di tasse, mi è rimasto sempre in mente l'esempio fatto da un mio professore delle superiori, una forma di cui non ricordo il nome, e ringrazio fin d'ora se qualcuno può e vuole illuminarmi su essa... in pratica chi ha 10, versa 1, chi ha 100, versa 10, chi ha mille, versa 100 ecc... però ad un certo punto, chi ha 100000, non versa 10000, il valore si stabilizza, quindi chi ha la suddetta cifra e oltre, versa sempre un valore fisso di 1000 e non come in realtà andrebbe ripartita allo stato... quando lo sentì per la prima volta, ci rimasi quasi sbigottito, chiadendomi il perchè, facilemnte si deduce che chi "ha", molto probabilmente avrà sempre, e forse anche più... gli altri... mi dispiace dirlo, si attaccano. Eccetto pochi casi. In Argentina dopo il crash delle banche, la moneta locale si è svalutata, ma chi non aveva niente o poco niente prima, è rimasto povero o ha aggravato la situazione, chi era ricco, è rimasto ricco, nonostante la mazzata subita.
C'è anche un altra caratteristica di uso comune al giorno d'oggi nel mondo, si usa travisare, distorcere la verità, quest'ultima non è mai chiara, cristallina, mai a galla come si suol dire! Alla portata e a completa disposizione dell'utente.
Non è ironico? Dopo secoli di dispute, diverbi e guerre tra nazioni... siamo arrivati allo stato attuale all'ambita "libertà"... dove tutti possono fare tutto... senza specificare però chi comprende quel "tutti"... non penso devo aggiungere altro!

Grazie, Saluti!

Ps: SilentRunner... grazie per il complimento, ma non mi ritengo, o meglio non "sono" ne intelligente, ne tantomeno colto... non capisco, a volte mi stupisco dell'intuito, se così lo si può chiamare, se posso permettermi di affidargli tale nome, che ho verso certe situazioni, se presto molta attenzione, o particolare attenzione a qualcosa o a qualcuno, riesco ad accorgemi di ogni minimo cambiamento se presente, in tale persona o situazione... Diciamo che in quanto a idee sono sempre rimasto delle stesse opinioni, magari con qualche smussatura dovuta alla crescita ed alle nuove informazioni raccolte, ma in linea di massima è rimasto quasi immutato... vorrei tentare di farti capire con un esempio... un attimo di pazienza... Conosco una persona, un ragazzo da anni, una decina, forse qualcosa in più... bhe, con questo ragazzo abbiamo passato serate intere a parlare dei più svariati argomenti, praticamente di "tutto", ed a conti fatti, io sono rimasto più o meno sulla stessa linea di pensiero, lui invece ha cambiato opinione parzialemnte e a volte anche in modo totale e repentino, anche a distanza di qualche giorno... ma di tutte le cose che abbiamo discusso, le ho quasi sempre, per non dire sempre, come dire, anticipate... il fatto eclatante è che per ogni argomento ho esposto la mia versione dei fatti e la mia opinione personale, lui, lo stesso... in breve, ogni volta, anche a distanza di qualche settimana, lui, questo ragazzo, finiva per sviluppare un pensiero su un dato argomento, nello stesso identico modo in cui io glie lo avevo esposto... e ti assicuro che non si tratta di plagio, perchè questo tizio, di un paio di anni più grande di me, ottimo intelletuale, anche se legge per lo più libri di "parte", è tutt'altro che un debole, anzi, rigido nella sua posizione e statico nelle sue idee... dimenticavo, anche laureato, (a settembre inizia la seconda laurea, psicologia mi sembra) e molto molto più acculturato di me... senza praticamente leggere nessun libro, sono finito sempre per dire ciò che lui in seguito avrebbe finito per pensare... la cosa non è buffa? Non fa ridere? Eppure non sono migliore di lui... anzi tutto il contrario direi... quello che mi domando è... com'è possibile che ciò possa accadere? A me non è serivito leggere una quantità spasmodica di libri come il suddetto ragazzo? Eppure non sono uno ferrato in materie come la matematica o in giochi di ragionamenti basati sulla logica, o in chissà quale altra diavoleria, nel momento in cui mi si propina una prova "pratica", anche solo una prospettiva diun evento, non riesco a tirare fuori un ragno dal buco, nisba, niente... bha, mistero? E chi lo sa! Rolling Eyes
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MessaggioInviato: 15 Apr 2007 00:08    Oggetto: Rispondi citando

Sarai la reincarnazione di Pico de Paperis!

Non ho visto infamazioni ne lodi ma solo espressioni libere in libero linguaggio: risposte a domande che schivano le risposte. Qualche artificio ce lo dovrai pure concedere no?

E vabbé, io ci ho provato ma tu sei più duro di una roccia metamorfica, non ti smuovi di un millimetro. E lo ammetti pure con una certa dolente auto-simpatia.
Certo dici di non essere colto ed intelligente ma nemmeno io sono scemo del tutto.
Se scrivi ed argomenti con tanta precisa meticolosità e proprietà di linguaggio sarà perché hai entrambe le risorse: cultura ed intelligenza.
Altrimenti, tutte quelle parole dove le hai prese? Lanciando in aria e lasciando ricadere in modo casuale la pastina realizzata con trafile che producono minestrina in forma di lettere dell'alfabero?

Bada bene! Ho parlato di cultura, non di lettura.
La cultura è il prodotto di una stratificazione e di una metamorfizzazione delle idee. Leggere, studiare non vuol dire conoscere.

Conoscere ha un significato molto antico e già nella Bibbia era assimilato a penetrare. L'uomo "conosceva" la donna, era un atto sacro in sé come lo è del resto la conoscenza del mondo e delle cose attinenti al sensibile ed all'invisibile.
Eh si, mica sono scemo. Non puoi venirmi a dire che non sei intelligente e così chiudermi la porta in faccia e continuare a lagnarti di te stesso e del tuo destino.
A che gioco giochiamo? Guarda che si deve un po' di rispetto anche agli specchi!
Che dici? Vogliamo continuare questa conversazione a due o preferisci il monologo di sempre?

La decisione è solo tua.
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Cybion
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MessaggioInviato: 15 Apr 2007 03:15    Oggetto: Rispondi citando

Caro Dreamer,
mi ritrovo di nuovo qui a leggere e a pensare alle tue parole.
Avevo letto e apprezzato le risposte che ti ha dato Silent, e per questo me ne son rimasta in silenzio, ad osservare in disparte il vostro dialogo, ben sapendo che i discorsi che ti faceva Silent erano molto più saggi e sensati di tutte le righe che potevo scriverti io.
Ma di fronte alla tua ennesima chiusura in te stesso, non riesco a tacere.
Qualsiasi cosa io ti dica, non prenderla certo come un'infamazione: son solo i pensieri di chi prima di te ha sofferto dello stesso male.

Eviterò di ribadire cose che già ti sono state dette (a partire dal fatto che la tua scrittura denota un livello culturale piuttosto inusuale tra i tuoi coetanei, a prescindere da dove questa "cultura" ti sia venuta), ma devo purtroppo insistere su quanto già avevo in parte sottolineato nel mio precedente intervento: la tua tendenza a colpevolizzare qualcuno, qualcosa, la storia, gli eventi e la società, e deresponsabilizzare te stesso dalla situazione in cui ti trovi.

Colpevolizzi del tuo esser debole (ma forse la tua analisi potrebbe portarti a conclusioni diverse su te stesso..) una famiglia non all'altezza delle tue aspettative. Ti confesso che quando ho letto di tuo padre, mi ha colto un brivido lungo la schiena: tolto il lavoro da operaio, mi sembrava di sentir parlare del mio di padre; anche io ho sofferto dello stesso senso di inadeguatezza della mia famiglia rispetto alle mie aspirazioni; ma a cosa mi sarebbe servito, continuare a dar la colpa a un padre che zittiva ogni mio tentativo di dialogo perchè fastidioso come una zanzara molesta, che non gli consentiva di ascoltare in pace la televisione? dove mi avrebbe portato limitarmi a dar la colpa dei miei insuccessi al suo silenzio più freddo di un muro di cemento? Diceva Freud che per crescere occorre uccidere il padre: io non sono un'esperta di psicanalisi e forse uso questo esempio fuori luogo, ma in un certo senso aveva anche ragione: se uccidere il padre significa smettere di esserne dipendenti psicologicamente (e dar la colpa a lui e alle sue indubbie insufficienze del proprio senso di inadeguatezza alla vita altro non è che una forma di dipendenza), allora ben venga l'uccisione (ovviamente metaforica) del padre.

E poi, permettimi: li hai osservati bene, i tuoi genitori? sei sicuro che non avessero un sogno? e se il loro sogno fossi stato tu? sei sicuro che non desiderassero migliorare la loro situazione, ma si siano solo trovati a loro volta impotenti contro un destino più grande di loro?

Parli del "terreno" su cui ti trovi a muoverti definendolo tutt'altro che idoneo: ma nessuno di noi, ha trovato sotto i piedi il terreno già pronto; il contadino per seminare il grando deve dissodare il campo, sennò mai nulla crescerà se non sterpi e gramigna; e non è facile, dissodare, togliere i sassi, prendersi cura di quel terreno; e una volta fattolo, una volta seminato il grando, magari la vita beffarda porterà eventi climatici che gli faranno perdere il raccolto.. dovrebbe per questo rinunciare a seminare quel contadino? io credo di no..

Per spiegare la sofferenza del tuo animo, continui a cercare cause ad esso esterne, mentre a mio avviso dovresti trovarne anche dentro di te.. e non perchè tu sia sbagliato, o debole, o una larva.. ma solo perchè a volte non ci si accorge che i sogni che abbiam portato con noi son sogni diventanti inadeguati al nostro crescere, come un paio di scarpe diventato stretto: non possiamo continuare a indossare quelle scarpe, solo perchè ci siamo affezionati ad esse. Se proprio ci teniamo, possiamo riporle in un angolo, ma ai nostri piedi dobbiamo indossare scarpe nuove, che ci permettano di camminare verso nuovi sogni.

Se in qualche modo son stata troppo dura, te ne chiedo scusa.
Son solo una ragazza - o forse dovrei dire una donna - di qualche anno più grande di te, che vede la tua sofferenza perchè l'ha vissuta essa stessa, e che vorrebbe in qualche modo stimolarti a uscire dalla stanzetta di sogni già usati e di tempi passati, dal cui ricordo forse dovresti svincolarti un po' di più.
Vorrei tenderti la mano, ma tu hai chiuso porte e finestre, e il mio sembra un vano bussare sul tuo vetro reso opaco dal fiato di parole dette dietro quei muri che hai innalzato intorno a te stesso. Credimi, quei muri non possono difenderti da nulla, possono solo tenerti lontano dalla vita che meriti di vivere appieno.

Allora? Noi siam qui, che ti aspettiamo..
Spero tanto che tu decida di continuarla, questa conversazione.
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MessaggioInviato: 15 Apr 2007 06:38    Oggetto: Rispondi citando

Ahi, lo sapevo... se non cambio il modo di esprimermi rischio grosso... lo sapevo che si cadeva nuovamente in fraintendimenti... Rolling Eyes ... il mio è stato un modo ironico, scherzoso, senza nessuna ombra di provocazione o attacco alcuno, con esempi strampalati, ma a parer mio calzanti e appropriati... il mio era un modo ironico Runner o Cybion solamente per dire che... di tutte le parole spese per scrivere questi post, e spero di azzeccarci sta volta, nel darvi un chiarimento, parole che portano dentro di loro significato, ma che infodo alla fine non apportano soluzioni concrete, reali e definitive. Alla fine credo che in un certo qual senso stiamo dicendo le stesse cose, o quanto meno vogliamo affrontare gli stessi concetti, ma con parole diverse.
Abbiamo detto molto... ma per realizzare in definitiva che cosa? Che cosa si è detto realmente alla fine? Cosa si è concluso? Del mio ultimo post non hai risposto ad una sola citazione, affermazione, o dato risposta alcuna a possibili domande che vi erano state poste... perchè? Correggimi se sbaglio... ma... forse perchè non sai cosa dire o rispondere in realtà? Non la devi prendere come un offesa, lungi dall'esserlo... perchè in un certo senso, ogni singola parola dei miei post, sono lame taglienti, contro la quale non c'è scudo che tenga. Ma contro l'etica e contro falsi propositi moralistici che sono indirizzate, non contro Runner o Cybion o contro chiunque altro scriva.Wink
Magari Runner ti uso un monologo, ma se lo faccio è per tentare di spiegarti la situazione dal mio punto di vista, mio e di nessun altro... la realtà di tutti i giorni e uguale per tutti, sotto certi aspetti, ma è allo stesso tempo diversa per ognuno, è relativa alla propria persona, al proprio modo di essere e dell'interagire del proprio se con essa.
Altro piccolo esempio... giusto ieri sera, me ne stavo in giro per la mia cittadina, entro in sala giochi, giusto il tempo per una partita e quando esco c'era un ragazzo in "over dose" di eroina, o comunque stava male per un motivo legato alla droga... ambulanza, polizia, corsa all'ospedale e bla bla bla... resto nei paraggi per altri motivi e mentre ero lì, non ho potuto fare a meno di ascoltare una conversazione fatta da alvuni ragazzi, che più o meno avevano la mia stessa età... discorsi legati alla droga, a chi ne fa uso ecc. Bhe, c'era una ragazza che con tanto fervore esponeva la sua idea, dicendo che chi si droga è un debole, perchè lo fa per rifuggire la realtà, di modo che, nelle ore in cui è in botta, fatto, non pensa ai vari problemi e alla relatà che lo circonda... più o meno è questo il sunto del sunto... mentre parlava mi veniva spontaneo apportare correzioni tra me e me, quasi immediate a ciò che stava dicendo... innanzi tutto, la cosa buffa di quella ragazza, ma da molte persone ho sentito la stessa identica cosa, a parer mio sbagliatissima, e cioè, limitarsi a giudicare debole chi si droga, che non sa divertirsi in altri modi ecc... che sia debole è palese, altrimenti non lo farebbe, ma bisogna innanzi tutto valutare con attenzione cosa vi è a monte... cioè, nella realtà a cui lui tenta di rifuggire con disperazione, che poi è la stessa di tutti, forse lui, come moltissimi altri, me compreso, tranne per il piccolo dettaglio che non mi drogo, perchè credo che oltre lo sballo di qualche ora, la realtà è che alla fine dell'effetto, tutto sia ancora lì ad aspettarti, anche peggio di prima forse... comunque dicevo, nella realtà di tutti i giorni, nella realtà che questo tizio vive, o per lo meno tenta di farlo, non vi è sufficiente soddisfazione, gratificazione o divertimento che si possa definire tale per se stesso... la mancanza di soluzioni esaustive ed esaurienti, pragmatiche ed in tempi relativamente brevi ai propri problemi. I drogati si dividono in due caste, e lo dico per esperienza, perchè ne conosco una miriade di essi che fanno uso delle più svariate droghe... c'è chi lo fa per il puro sballo, perchè felice dell'effetto che essa provoca alla propria persona, e parlo di effetto in se della droga, non delle conseguenze che essa ti porta irrimediabilmente... ed in parte per sgomberare anche solo per qualche ora la mente dai mille e più problemi che ti assillano ogni giorno, non permettendoti in definitiva di vivere una vita che si possa definire normale.
Ma la cosa ancor più buffa, e secondo lo si fa anche senza accorgersene, è che alla fine del loro discorso, dove hanno detto di tutto e di più, alla fine... cosa che mi sarebbe piaciuto far presente loro, ma ancor di più a quella ragazza, è che... non ha detto, ne nominato, ne cercato di adattare uno straccio di soluzione al problema, una che sia una... non ha detto, e ripeto lei, come tutti quelli che cadono nello stesso sbaglio... non l'ho sentita dire... poteva fare questo o quello, si fa così o cosa... niente... punta il dito e bang, spara sentenze e basta. Il fatto che uno non si droghi, o che comunque non ammetta tale comportamento è più che plausibile, lo posso capire... perchè? Perchè contrariamente a lei, riesco a camminare nelle scarpe di un altra persona, prima di giudicarla. Così che possa apportare la conclusione migliore possibile. Arbitraria al proprio modo di essere, al proprio modo di interagire con la realtà che ci circonda ecc. Il consiglio se costruito, va costruito in relazione al soggetto in questione, e non al proprio punto di vista. Altrimenti ti ritrovi in mano in conclusione con un mucchio di cose dette e nessuna soluzione che si possa definire tale.
Altro piccolo esempio di come una persona tende a realizzare conclusioni, a parer mio affrettato, ed apportare soluzioni che secondo il soggeto che le esprime si possono definire tali.
C'è una ragazza che mi piace, allora non sapendo cosa devo fare, perchè non so un accidenti a rigurdo... cosa più logica chiedi consiglio a chi ne sa più di te in merito... che faccio? Chiedo ad uno dei miei migliori amici cosa io possa realemnte fare... la sua risposta è stata veloce ed esaustiva, dal suo punto di vista è facile, visto che ne è capace ed è in realtà ciò che farebbe lui in tale situazione... conclusione... mi ha detto, vai da lei le parli, glie lo dici, fai questo questo e questo, poi quest'altro, e poi farei anche quest'altra cosa... tutto facile, tutto fila liscio e in modo quasi automatico... certo, per lui che è una specie di playboy, simaptico, spigliato, sa cosa deve fare ecc ecc. Il tizio che citavo nel post iniziale insomma... ma puntualmente sapevo ciò che mi avrebbe risposto, o che tipo di risposte mi avrebbe dato, perchè la cosa per lui non è vista come un problema, anzi, tutt'altro... non ha albergato neanche per un momento in lui l'idea che magari il problema di chi gli poneva il tale problema, fosse magari quello di non riuscire a fare una determinata cosa, o una delle cose da lui mensionate. Questo non è apportare o cercare di trovare soluzioni addeguate. Non è in un certo senso ciò che è accaduto qui dentro? Quello è un debole perchè non ha fatto questo, oppure non fa quell'altro, dovrebbe cercare di fare questo ecc. ecc. Ma come a quella ragazza, non ha sfiorato neanche per un momento l'idea che il tizio in questione non sia ingrado di fare questo o quello, di poter realizzare questa o quell'altra cosa... perchè? Semplicemente perchè non ne è capace, contrariamente a chi gli proprina soluzioni, che poi abbiamo potuto constatare che sulozioni vere e proprie non sono, e in un certo senso neanche si possono ipotizzare, di modo che all'atto pratico funzionino senza intoppi.
Scusate la lunghezza, ma mi piace spiegarmi bene nel dire le cose, anche se alla fine è un monologo più incasinato che altro, ma mi piace cercare di rispondere di più a domande dirette che cercare di costruire un discorso che segua un filo logico, anche se ammetto che mi interessa farlo, perchè sicuramente più esaustivo ed esauriente, di una semplice risposta ad una domanda diretta.
Vogliamo continuare la conversazione? Io sono più che daccordo, a me piace conversare e scambiare idee, specialmente in questo tipo di argomentazioni... un utlima cosa... le mie porte e finestre sono più che aperte, e munite di serrature, sta a chi vuole entrare saper trovare le chiavi giuste... il problema non è dove voglio arrivare o cosa voglia dire io, perchè ho esposto concetti, affermazioni e domande in modo molto chiaro... posso capire la complessità e la ramificabilità del discorso che si vuole andare ad affrontare, e riconosco la mia inadeguatezza nel voler dire molto, perchè molto c'è da dire e si può dire... sono le relative risposte e possibili soluzioni da voi mensionate ad essere inadeguate e ad essere sincero anche poco chiare... voi dove volete arrivare? Cosa volete dire in conclusione?
Quello che so con certezza, ed è l'unica di cui sono in possesso, è che è terribile vivere nella paura, il ragazzo di questo blog lo sapeva, e lo sapeva anche fin troppo bene...http://primadipartire.weblogs.us/... come è terrible in ugual modo sentirsi ed essere inadeguati, impreparati, con la piena consapevolezza dei propri limiti, trovandosi ad affrontare a volte situazioni oltre la propria portata, e trovandosi di conseguenza a dare in risposta, mezze soluzioni, alquanto inappropriate e non consone.
Non me ne vogliate, ma tutto ciò che affermo o espleto, in relazione a cui asseriva Runner, è relativo per l'appunto al mio punto di vista, e solo mio, per questo può sembrare ottuso e statico sulle mie posizioni... ma se affermo una cosa, è perchè ho delle motivazioni per farlo, delle buone, ottime ragioni per farlo! Se non ho avuto riscontri positivi, nel mio "provare" a fare, come posso essere daccordo, o quantomeno credere alle vostre affermazioni?
Ribadisco, che cosa di ciò che ho detto non è chiaro? Che cosa voi in risposta avete cercato di dirmi?
Sono sicuro che è tutto dovuto al mio non sapermi esprimere...

Grazie, saluti. Rolling Eyes

Ps: Runner, dici che non mi voglio smuovere... ma perchè secondo te stavamo andando da qualche parte? Verso quale direzione? Per quale motivo dovrei smuovermi di un solo millimetro? Anche se iolo facessi, la situazione cambierebbe o sarebbe solo un trovare soluzioni di ripiego? Se mi fai presente con motivazioni chiare e concise il motivo per la quale ci si debba smuovere dalle proprie posizioni, allora ti ringrazio. Ti ricordo che forse tu dispensi consigli, basandoti sulle tue convinzioni, possibilità, capacità, e quant'altro serva, tralasciando sia il problema sia chi lo deve affrontare. Con questo non voglio litigare, assolutamente. Ciò che mi interessa è chiarirsi, arrivare ad un compromesso sulla veridicità e sulla validità di quanto si sta affermando. Perchè infondo è questo ciò che interessa.
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 15 Apr 2007 12:06    Oggetto: Rispondi citando

Eccoci finalmente!
Adesso non giochiamo anche sull'autocolpevolizzazione: non devi cambiare modo di esprimerti ma modo di pensare e questo non te lo possiamo imporre ma solo chiedere cortesemente.
Io però non voglio essere cortese ma leale. Ti dirò sempre quello che penso, non su di te, bada bene, ma su quello che dici di te.

Dunque, caro Amico mettiamo da parte subito gli equivoci e le scuse e le dichiarazioni di non belligeranza perché non servono, nessuno qui ti vuole male o ti guarda con antipatia.
Antipatia no, ma sospetto sì!

Io so che non vuoi aggredirmi e, anche se fosse, non cambiarebbe niente nella mia o nella tua vita. Questa non è una lite di condominio, siamo persone ragionevoli, dotate di sufficiente ironia da non cadere in errore per una parola od una frase che si può leggere nei due sensi.

Per cui a questo punto è chiaro che stiamo parlando in termini rispettosi e di reciproca accettazione.
Sei d'accordo su questo? Se è così possiamo entrare nel merito di quello che dici e poi andare avanti.

Noto due cose:
la prima te l'ho già detta, la seconda, più cattiva, è che (forse inconsapevolmente ma non voglio concederti sconti) cerchi di trascinarmi in una trappola razionale e questo è tipico dei grandi retorici e degli affabulatori (due termini che qui utilizzo con significato assolutamente positivo).

Mi dici che non ho risposto a nessuna delle tue parole ma ho solo elargito consigli (semplifico il tuo lungo esporre ma il senso è questo).
Ed ecco qui la prima trappola razionale che, se messa in atto in una discussione, ha lo stesso effetto di una mossa di Jiu Jitsu che sfrutta lo slancio dell'avversario per farlo cadere a terra.

Così non si discute, si combatte.
Tu vuoi combattere o discutere?
Devi scegliere fra le due cose, altrimenti, i tuoi dialoghi diventano sterili e il tuo autocompiangimento finisce per autolegittimarsi in un nastro di Moebius che, come ben sai, è un paradosso ad una dimensione. Un nastro che si svolge in uno spazio tridimensionale ma in realtà ha una sola superficie.

La seconda cosa che mi "rimproveri" è che non ho risposto a nessuna del e tue "domande": E sarebbero quelle le "domande"? (semplifico di nuovo il tuo enunciato chiamando domande le tue affermazionni).

Anche se fosse, che cosa ti fa pensare che io abbia delle risposte per te?
Io proprio non ne ho e anche se le avessi non te le darei certamente scrivendo in un forum! Non sarebbe serio! Cose così delicate non si possono passare attraverso una comunicazione che non contempli l'incontro con l'altro, faccia a faccia.

Sei un tipo assai tosto e sei bravo a intrecciare le parole ma questo non è un duello di spada o di fioretto, e non è nemmeno una gara di uncinetto.
Qui ci troviamo di fronte ad una persona abile e consapevole, capace di ottime descrizioni ma di assai poca dispolibilità all'introspezione, salvo quella che gli risulta comoda per sostenere le sue tesi: vedo una persona molto amareggiata e gentile che ce l'ha un po' con tutti quanti ma non vuole ammetterlo o scoprire fino in fondo il suo gioco autodistruttivo.
Questa è l'immagine di te che ci rimandi ma davvero possiamo dire che sei così?
No.
Io non posso dirlo.
Ci stai ingannano? Inganni te stesso? Tutte e due le cose?
Non ho voglia di continuare a chiedermelo. Me lo diranno i fatti.

Scrivi molto bene, con proprietà, eleganza ma con una strana ingenuità sembri credere che scrivere in un forum possa servire a qualcosa. Se invece lo fai solo per sfogo, non pretendere poi di giudicare inadeguate le risposte degli altri, quegli altri di cui sospetto tu abbia assai poco rispetto perché ti servi di loro per portare avanti il tuo gioco e dimostrare al mondo che hai ragione.
Ribadisco molto chiaramente questa mia critica: non mi piace la posizione di chi si mette a chiedere agli altri cosa fare della propria vita (semplifico, of course) e poi non accetta nessuna delle risposte che ingenuamente e generosamente gli vengono fornite.

E' un modo per dire agli altri come non capiscono un casso e dovrebbero starsene zitti invece di dispensare consigli a chi non ne ha bisogno perché ha già capito che tutto è inutile, che tutto è impastato in una melassa esistenziale e forse il destino di Shelley è più auspicabile di qualsiasi cambiamento faticoso.
Meglio morire giovani in un naufragio trasparente, per non faticare troppo a scoprire che non si resta gli stessi e anche le idee cambiano nel tempo, insieme ai miliardi di connessioni neuronali, agli ormoni ed all'età anagrafica che ci gratta via quella bella faccia tosta che abbiamo alla tua eta (se è veramente quella che dici).
Ma tu preferisci morire dentro. E' meno preoccupante e ci consente di continuare a lamentarci. Shelley, invece, ha smesso di scrivere poesie dopo quel naufragio nel mare davanti a Viareggio, e così è diventato (rimasto) uno dei più grandi poeti romantici dell'ottocento. Se fosse vissuto più a lungo, probabilmente avrebbe perso smalto ed oggi non sarebbe poi così famoso.

Tu, invece, stai correndo il rischio opposto: ed è quello di perdere questa tua visione oscura e dolente per diventare, chissà come, chissà quando, quancun altro. Qualcuno che forse sarà migliore di quello che adesso ci presenti.

Non ti piace? E che posso farci? Non sono io il tuo destino.
Il tuo destino sei tu.
Insomma vedi? Ci hai trascinato in questa discussione, sei riuscito a farci dire cose che poi puoi controbattere: il tuo narcisismo lo conosco molto bene perché è pratica (se non vezzo) assai comune fra i giovani uomini.
Io non ho più la tua età, l'ho fortunatamente perduta anni addietro e ne sono uscito vivo.
Ci riuscirai anche tu.

Ma non dipenderà dalle nostre risposte, mio caro. Dipenderà solo dalle tue.


Concludo con un avvertimento:


La prossima volta che scrivi che le cose che ti abbiamo detto le hai già pensate, giuro, ti tiro una torta in faccia! Come nelle comiche degli anni '20! E' l'unica risposta possibile a quelle che si stanno configurando come provocazioni ben nascoste sotto un velo di educatissimo dibattito totalmente sterile.
E un'altra cosa: separa i tuoi testi in paragrafi: questo renderà più agevole la lettura a chi passa di qui. Il lungo papiro che ci si trova di fronte rende faticoso il seguirti e può spingere fuori dal testo l'attenzione, tutto a discapito della sua compresibilità.

P.s.
Ho letto l'appassionato intervento di Cybion che tu hai prontamente liquidato con eleganza formale ma sostanzialmente senza cogliere i vantaggi della sua intenzione gentile.
Peccato davvero, non saper trarre speranza da tanta disponibilità ed attenzione umana.

Absit iniuria verbo.
Vedi, caro amico? Hai innescato un gioco che conosco molto bene: gli americani lo chiamano tic tac toe. Consiste in un foglio con disegnate due righe parallele orizzontali e due righe parallele verticali. Si gioca inserendo uno Zero ed una X nel reticolo composto dalle linee. Due persone di intelligenza normale sanno che non possono vincere: il miglior modo per vincere a questo gioco è non giocare.
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Dreamer83
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MessaggioInviato: 15 Apr 2007 22:44    Oggetto: Rispondi

Runner... ti assicuro che non ho liquidato nessuno, l'ultimo post era in risposta, sicuramente poco comprensibile nella modalità di scrittura, al post di Cybion e al tuo, più altri accorgimenti generali.
Non ho risposto direttamente, perchè non ho visto la necessità... perchè? Perchè Cybion mi ha voluto in modo gentile e cortese, ringrazio per questo, esporre il suo punto di vista, mettendolo in relazione al mio. Dicendo che la situazione è più o meno la stessa, ma che allo stesso modo continua imperterrita per la sua strada... il punto non è su cosa faccia una persona per vivere, ma sul perchè lo faccia. Per me uno può impiegare 2 ore per andare a lavoro e 2 per tornare, ma se lo fa senza chiedersi il perchè lo sta facendo... scusami tanto ma non è colpa mia. Quello che fa lei e ciò che faccio io, da quanto ho capito è più o meno quello che fanno tutti per vivere, solamente che, c'è chi prende la cosa per "normale" e lo fa nella tranqullità più assoluta, e c'è invece chi come me, cerca quantomeno di porsi delle domande, dal mio punto di vista se non giuste almeno lecite, sul perchè si porti avanti ciò che si sta facendo... non giudico la vita degli altri, perchè non ne sento il bisogno... conosco persone che lavorano tutta la settimana, per in certo senso "vivere" il Sabato sera... ma sono affari loro, se sono felici di farlo!
Cerco di trasinarti in una trappola razione? Sicuro che lo voglio. Ti metto dinnanzi la realtà così com'è, senza l'aggiunta, come invece e usuale fare, di belle parole per condire il tutto. Gli argomenti che voglio affrontare, che ho voluto affrontare con il post iniziale, sono argomenti che si possono affrontare solo con la razionalità... mi spiego meglio... come espleta un vecchi proverbio cinese... su di una strada o si cammina a destra o si cammina a sinistra, non puoi percorrerla al centro perchè sarai schiacciato dai carri che la percorrono... questo per dire che... io, con le mie affermazioni non attacco chi le dice, ma solo le affermazioni errate che sta dicendo... le mie affermazioni, contornate da esempi reali sono errate? Se si perchè? Si prende un affermazione e la si smonta per vederne ciò che non va e poi si prova a rimontarla... questo è ciò che deve fare chi legge. Ma solo ed unicamente dal punto di vista oggettivo e non soggettivo.
Esempio... l'affermazione "Domani sarà migliore" e una di quelle affermazioni che suscitano speranza, cioè qualcosa di intangibile messo sul piano soggettivo, ma sul piano razionale oggettivo, non sarà affatto migliore se non vi sono presupposti validi perchè ciò avvenga. Ora ti è un po più chiaro il mio modo di pensare? Cybion fa quello che fa, con la speranza che domani sarà migliore... ma perchè dovrebbe esserlo? Posso comprendere la speranza che lei ha nel pensarlo, libertà inviolabile per ognuno, nessuno ti può impedire di pensarlo. Ma la cosa assume un riscontro diverso quando poi lo si va ad affermare con convinzione.
Il mio obbiettivo è "smontare" non nel senso di distruggere, ma per fare in modo di mostrare la non veridicità delle stesse. Era quello lo scopo iniziale, con il post iniziale... ricordi... la povertà è sempre la povertà... volevo stabilire la veridicità dell'affermazione fatta, di questa come di molte altre se ne sarebbero e ne sono state fatte.
Scopo = Stabilire la veridicità di ciò che oggi, come da sempre, alcune affermazioni hanno assunto... cioò si fanno passare per vere cose che in realtà non lo sono affatto... ma non sul piano soggettivo, solo su quello puramente razionele. Sono ingrado anche io di guarnire con ottime parole un discorso, ma chiedendomi sempre se ciò che sto dicendo sia vero o meno, se lo dico perchè la circostanza me lo impone, o se ci credo fermamente... se all'atto pratico, sul piano reale, abbiano un riscontro positivo o negativo, perchè alla fine è questo ciò che interessa... giusto?
Se attacco lo vogliamo chimare, allora lo sia, ma "solo" contro l'affermazione fatta, e non contro chi lo afferma. In un certo senso, il mio modo di rispondere ad uno che ha appena affrmato qualcosa, forse non chiaro a chi legge, perchè un conto è scrivere un conto è parlarne a quattr'occhi, è come volergli dire... guarda che quello che stai dicendo è basato su convinzioni personali e su un punto di vista soggettivo, perchè su di un piano oggettivo ed un riscontro relale il risultato, risulta diverso da quello "sperato". L'ho detto in precedenza... l'attacco è indirizzato a propositi buonistici di falsa moralità, e alla non-veridicità di molte delle affermazioni di luogo comune che vengono fatte.
Scusa se lo affermo, ma siete stati voi per primi, tutti quello che hanno letto e risposto, a non basare le risposte in relazione all'affermazione fatta. Molti di coloro che non hanno risposto, a mio avviso, lo hanno fatto perchè non avevano voglia di risondere, ne sapevano cosa esattamente rispondere. Non ho voluto ingannare nessuno con ciò che ho detto, quello che mi stupisce è come uno si inganni da solo quando si ostina a portare avanti affermazioni di fondo errate.

ps Del nastro di Moebius non so molto, tranne che l'ho sentito per la prima volta in un film, che era basato proprio su questo argomento, un film spagnolo che hanno dato di primo mattino l'estate scorsa... non ricordo il titolo, ma se ti capita buttaci un occhio perchè l'ho trovato interessante.
Se tu affermi che i miei discorsi è come assumessero la forma e le caratteristiche di quel nastro... allora si, lo dico anch'io, anche perchè non mi sembra danneggi, anzi, apporta chiarimenti e stabilisce la veridicità di un affermazione o meno... lo scopo qual'era Runner?
Riguardo al tic tac toe... grazie per averlo tirato in ballo... non è un gioco che lo si può tranquillamente riportare a paragone con la vita... che tu sia un uomo super importante o che tu sia un niente... il risultato non cambia, inizia per tutti allo stesso modo, finisce male altrettanto per tutti... quindi di conseguenza, l'unico modo per vincere a questo gioco che è la vita, è non giocare! Oppure sbaglio?
Mi dispiace, non riesco ad attribuire un valore a qualcosa che secondo me non ce l'ha, e parlo a titolo personale, perchè in altri casi ce l'ha e come.
Mi dispice, non posso fare a meno... anche se comprendo che la cosa mi danneggia, ma è più forte di me... Lavorare per 40 anni di fila e poi trovarsi in uno spizio per anziani, sperando di morire prima di dover subire l'affronto di non arrivare alla toilette in tempo, non mi sembra che possa essere l'aspettativa o il sogno nel cassetto di nessuno... non posso non vedere, perchè si tratterebbe di non volerlo vedere, le differenze che passano tra me ed uno dei miei migliori amici... allora tu e tutti mi dirai/direte, di non vedere, di non dar retta a... ma non sarebbe un negare l'evidenza, un non voler ammettere? Lui innamora in pochi minuti una ragazza, o comunque fa in modo che si interessi a lui... vi prende quello che più gli aggrada e poi se ne sbarazza... lui se ne va all'università tranquillo e beato, perchè tanto gli anni che servono li copre papà... e non continuiamo per niente che è meglio... e mi dice pure che ha dei problemi... vi assicuro che quello che lui chiama problemi, tutto sono meno che quello... io? tutto il contrario... devo far innamorare, devo lavorare per sopravvivere, devo lavorare se voglio divertirmi, di conseguenza il divertimento non lo si può definire tale... devo lavora su di me e su ciò che mi circonda per raggiungere la felicità. La domanda ti sembrerà stupida ed infantile, come credo che tu come tutti quelli che hanno letto considerano i miei post, ma... mi viene spontaneo pensare, ma perchè io si e lui no? Alui, ma tanti come lui, la "gloria" ed a me cosa? Solo ed unicamente me**a, a fiumi... in 24 anni ho accumulato tanta di quella me**a e ad una velocità tale, che ti ci vogliono le ali per restarne al di sopra... ne dovrei essere felice? Mi dovrei sentire felice? Tu (Tutti), come ti sentiresti al mio posto? Forse è per quello che non siamo sulla stessa frequenza, perchè per l'appunto non sei al mio posto, tu come tanti altri... ti assicuro che se stessi nelle mie scarpe per un mese, capiresti perfettamente ciò che voglio dire, come mi possa sentire... forse hai ragione tu, e sono io che non voglio cambiare il mio modo di pensare, ma quello che mi chiedo è... come posso cambiare modo di pensare se intorno a me le cose non cambiano mai? Oppure sono io che non so neanche da dove cominciare... sarò io che non ne sono capace... neanche di fare questo... ma se ciò è vero come faccio a pensare che sono io che sto sbagliando? (Ti ho tirato in ballo il mio amico per darti un esempio molto vicino e non come modello assoluto, solo come punto di riferimento... non prendere la descrizione alla lettera, perchè non lo voglio far passare come un bullo o un fightto, anche se il suo comportamento è più o meno quello... se lo considero un amico è per altri motivi, sa anche essere buono e gentile, comprensivo ecc. ecc. e non penso che ti debba spiegare il perchè... sempre relativo al discorso fatto appena qualche post sopra.)
Comunque non so Runner... non so che dirti e non so come dirtelo... mi dispiace che non riesca a vedere le cose nel vostro stesso modo, o come tutti le vedono... forse interpreto le cose in modo diverso, sicuramente non nello stesso modo in cui tu e moltissimi altri, la stragrande maggioranza credo, interpreteresti un "Columbine High School Massacre". Ciò che succede quando la me**a ti seppellisce vivo. Crying or Very sad
Scusa ancora una volta, anche se avrei voluto scrivere in modo diverso, più comprensibile, ho fatto il pastrocchio, il papellone... ma che ci posso fare? In fin dei conti sono un disastro, io come la vita che tento di vivere.

Saluti Confused
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