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* Coraggio o vigliaccheria
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Autore Messaggio
Gipi'
Dio minore
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MessaggioInviato: 24 Mar 2006 09:35    Oggetto: Rispondi citando

Mi piace la tua analisi ed in parte la condivido, tranne questo punto:

ulisse ha scritto:
Sempre dal mio punto di vista dire una bugia a un malato terminale è un gesto estremamente egoistico perché la bugia non mette pace in chi sta morendo ma toglie pena a chi vede l'altro morire.
Questa cosa succede spesso di fronte alla malattia: noi la valutiamo coi nostri occhi di persone presumibilmente sane pensando che se fossimo al posto del malato guarderemmo alla vita esattamente come la stiamo guardando da sani ovvero con orrore.
Ed è a noi stessi che mentiamo, dunque, perchè agli occhi di un sano la malattia è molto più terribile che agli occhi di un malato.

Probabilmente non mi sono spiegato. Io intendo la bugia nei confronti del malato terminale, come la somministrazione di un farmaco antidolorifico e quindi a solo beneficio del malato stesso. Non mi interessa dello stato d'animo o delle pene di chi sta bene ma della sofferenza di chi sta male (il malato stesso). Forse non ero stato chiaro.

Per il resto sono anch'io come te e se una cosa non mi piace lo dico e questo scatena non poche discussioni in famiglia, ma se un regalo non piace o se un vestito non sta bene, e' inutile illudere le persone.
.
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ulisse
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MessaggioInviato: 25 Mar 2006 15:29    Oggetto: Rispondi citando

Tranquilla, niente percentuale: mi bastano le ripe di diplomazia! 8)
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GFP
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MessaggioInviato: 03 Apr 2006 09:12    Oggetto: Coraggio o vigliaccheria ? Rispondi citando

Secondo me si può raccontare una bugia per coraggio, o per vigliaccheria,
ed anche l'esatto contrario è plausibile (ovvero dire la verità per coraggio, o per vigliaccheria).
Tutto questo scaturisce, secondo me, dal fatto che è difficile dare una definizione esaustiva dei termini "Coraggio" e "Vigliaccheria", mentre è molto semplice spiegare i termini "Bugia" e Verità".
Detto questo come si può definire un termine preciso con un termine impreciso?
Ritengo che, nella vita, si abbia bisogno di sentire verità, ma anche di bugie. Spesso inconsciamente le richiediamo, e le sollecitiamo entrambe con le nostre domande all'interlocutore.
Ora siccome ognuno di noi riveste sia i panni di chi pone e di chi risponde va da sè che tutti abbiamo detto, diciamo e diremo verità e bugie.
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MessaggioInviato: 03 Apr 2006 11:03    Oggetto: Coraggio o vigliaccheria? Rispondi citando

Ulisse dice che, in alcuni casi, le bugie sono dette per fini egoistici.
Beh direi che dissento leggermente.
Ho mio padre con un tumore e, per esperienza diretta, so che il dolore che si prova sarà la sensazione di presenza della persona, e non la mancanza.
Mio padre sa.. ho tentato di dirglielo usando termini gentili, ma mi sono
accorto che lui non vuole sapere.
Le domande che mi pone e lo sguardo che utilizza richiedono che la mia
risposta sia una bugia.
Dire la verità alla sua compagna, o ai suoi amici a che servirebbe?
A fargli vivere il tempo che gli rimane in un contesto di sguardi e frasi pietose?
Preferisco mentire a tutti.
Ma in questo mio sproloquio non vedo dove incastrare l'egoismo.
Ma questo ci porta lontano dall'oggetto (coraggio o vigliaccheria?).
Si può mentire nel tentativo di proteggere qualcuno, e può darsi che la madre di Ulisse l'abbia fatto (sbagliando perchè Ulisse voleva invece sapere). Ora può essere che Ulisse sbagli nel tentare di capire le
motivazioni che hanno indotto la madre a mentirgli.

Talvolta alcune bugie sono figlie di eccessiva sensibilità, ma questo è un altro film
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ulisse
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MessaggioInviato: 03 Apr 2006 14:29    Oggetto: Rispondi citando

Difficile dire dove stiano il bene e il male in certe situazioni...

Io, di natura, sono intransigente. Tendo a vedere tutto o bianco o nero senza sfumature intermedie.

Da intransigente allora dovrei dire che omettendo la verità per evitare a tuo padre un contesto pietoso serve a te stesso perché è a te che il vedere tuo padre in un contesto pietoso dà fastidio.

Dovrei dire che correttezza esige che tu dica la verità bella o brutta che sia da digerire e lasciare agli altri la libertà di scegliere se affrontare la realtà o rifiutarla.

Ma (direi finalmente) ho imparato che non sempre l'intransigenza è la strada giusta...

Ho (finalmente) imparato che a volte la realtà va accettata anche se esce dagli schemi della nostra immaginazione e nonostante ciò va accettata così come è.

A cosa servirebbe accusare mia madre di debolezza e costringerla alla veneranda età di 78 anni ad affrontare verità che la ucciderebbero?

Sarebbe come tentare di raddrizzare un albero che per qualche ragione è cresciuto storto: o lo prendo così come è oppure ogni tentativo di raddrizzarlo sortirebbe in una rottura del tronco...

Quindi, pur convinto che la sincerità sia doverosa sempre, devo affermare che ci sono situazioni delicate in cui il mentire non è una colpa.
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MessaggioInviato: 03 Apr 2006 19:38    Oggetto: Coraggio o vigliaccheria ? Rispondi citando

Caro Ulisse,

D'accordo con te: l'intransigenza non è un pregio,.
Come un pensiero eccessivamente dicotomico.
Tentare di separare il bene dal male; Il giusto dal non giusto; Il vero dal falso non porta a nulla.
Propendo per un pensiero olistico.
Chi possiede il verbo parli oppure etc etc
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margir
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MessaggioInviato: 22 Lug 2006 19:57    Oggetto: Rispondi citando

Scusate se riporto il thread, ma per me è estremamente importante il contenuto di questo.
Lessi tempo fa questa frase: amo la verità più della vita.
Purtroppo si sente che questa frase fa paura, ha fatto paura a me, farà paura a molti altri. Amare la verità più della nostra vita vuol dire esser molto coraggiosi, saper discernere con abilità e con sapienza il vero dal falso ì, esercitare le virtù in maniera eroica, ma l'esercizio delle virtù porta gioia.
E' una vita un pò grama quella dell'indeciso, di chi non sa scegliere la via giusta, lo so perché lo sono stato, lo sono ancora in buona parte.
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Kalandra
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MessaggioInviato: 22 Lug 2006 23:43    Oggetto: Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:

Ora se da una parte questa cosa può essere vista molto romanticamente , come una bella prova d'amore,
dall'altra, forse un po' più pragmaticamente, può essere vista come la drammatica conseguenza di una bugia.



..drammatica, addirittura?

io la vedo come la rinuncia a un'esteriorità per accontentare un'altra esteriorità.


GrayWolf ha scritto:

PS.
sicuramente la vita andrebbe presa con un po' più di leggerezza...
se non ci fossero quelli che prendono tutto troppo seriamente Whistle
forse dovremmo inventarli, se no come ci si diverte? Wink



..forse "si" prendono.. Wink
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Kalandra
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MessaggioInviato: 22 Lug 2006 23:52    Oggetto: Rispondi citando

ulisse ha scritto:

per una femmina l'incidente è un'ammaccatura, per il maschio è un disastro di proporzioni cosmiche.
Se una femmina ammacca il paraurti dell'auto di famiglia durante il parcheggio pensa di aver fatto un danno, si sente responsabile e mente omettendo il fatto. Sa di aver mentito e si sente anche un pochino in colpa di ciò.
Se ad ammaccare il paraurti è il maschio, innanzi tutto riterrà che la colpa sia dell'altra auto parcheggiata troppo vicino e non sua dunque considererà l'ammaccatura un fatto fisiologico e ometterà di parlarne semplicemente perché "è normale amministrazione per chi usa l'auto" dunque non riterrà nemmeno di aver mentito e non avrà sensi di colpa perché in lui il fatto non sussiste.



Smile ..beh, se non sei in torto è un disastro di proporzioni cosmiche!

ché, oggi come oggi, per avere l'intero rimborso del danno sei costretto ad aspettare i tempi della Cassazione!

per il resto devo essere un maschio mancato ché i paraurti avranno un motivo per chiamarsi così.. Wink
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Kalandra
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 00:23    Oggetto: Rispondi citando

margir ha scritto:
Scusate se riporto il thread, ma per me è estremamente importante il contenuto di questo.
Lessi tempo fa questa frase: amo la verità più della vita.
Purtroppo si sente che questa frase fa paura, ha fatto paura a me, farà paura a molti altri. Amare la verità più della nostra vita vuol dire esser molto coraggiosi, saper discernere con abilità e con sapienza il vero dal falso ì, esercitare le virtù in maniera eroica, ma l'esercizio delle virtù porta gioia.
E' una vita un pò grama quella dell'indeciso, di chi non sa scegliere la via giusta, lo so perché lo sono stato, lo sono ancora in buona parte.



..la frase fa paura nel momento in cui ti senti "colpevole".. ma colpevole di cosa..?

di una concretezza o di un'ideologia? ché la questione è diversa.

concretezza.. ti han beccato con le mani nella marmellata, se non è tua è un furto ma se è tua ci puoi mettere anche i piedi e possono dire quel che vogliono.

quindi la verità nasconde sempre e implicitamente il punto di vista.

e la frase fa paura solo a chi non ha il coraggio di avere la sua identità e rimette al giudizio degli altri ogni suo atto e pensiero.

naturalmente da questo bisogna scremare tutto ciò che la legge gestisce per integrità sociale come - per esempio - rubare è reato e non ci sono altre verità che tengano o, tantomeno, punti di vista.
al massimo si può identificare in un'azione compiuta per necessità oggettiva che assolve il fatto ma non lo elide.

se invece parliamo di verità nell'opinione - e qui la legge lascia libertà di pensiero individuale - non ne può esistere una sola perché sarebbe fanatismo.
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zaefich
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 01:05    Oggetto: Rispondi citando

...maro'... Shocked ..che mazzata 'sto tred... Damn! ..e l' ho voluto leggere fino in fondo.. che punte di drammaticità!... fortuna che ci sono mad e reb!.. Very Happy quando ho letto che addirittura poteva essere una forma d' arte.. Squeeze oltre a memoria, fantasia... aggiungo ironia, allegria, gioco... eccheccazz..... a ulisse, nun te preoccupa' che non è vero che penelope ti sta aspettando, è una bugia... Rolling Eyes quella ti conosce bene!... Very Happy ..e quando si fa trovare da te... Wink
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margir
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 01:05    Oggetto: Rispondi citando

Punto di vista o coscienza.
Ciò che si vuole fare nella vita di tutti giorni deve essere vagliato dalla ragione, l'atto meditativo porta allo spiegarsi di varie opzioni, queste devono essere scelte e colte, usate, vissute. Alcune scelte portano effetti negativi per sè e per gli altri, altre solo per sè (abusare di marmellata Smile ), altre solo per gli altri ma non per sè. Altre scelte portano effetti positivi per sè, altre positivi per noi e per tutti, altre solo per gli altri. Alle volte si scorge solo un bel minestrone di cause ed effetti.
Questa scelta, che non è mai semplice, viene chiamata anche lotta spirituale (concetto presente in tutte le religioni monoteistiche, nel buddismo, nell'induismo).

Mentire, nascondere- traggo riflessione da Ulisse- sono atti negativi, che negano una realtà, negano la verità dei fatti. Molte volte, però, questi atti possono pure essere compatiti e perdonati da chi li subisce (situazione di chi si sente dire una bugia creata dal buzier a "fin di bene"), perché frutto di un mal pensare dovuto alla situazione difficile e delicata in cui sono nati, situazione che lascia poca capacità discernitiva all'individuo.

Ammetto che bisogna però, per abbracciare questi concetti e farli propri, condividere il principio morale che li crea, o meglio che li sostiene
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 01:13    Oggetto: Rispondi citando

..eccerto!... lui si mangia tutta la marmellata e il danno lo fa solo a sé stesso... chissà con che faccio merenda... ma per carità... Rolling Eyes
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 01:15    Oggetto: Rispondi citando

Razz eh sì, ci vuole molto amore, ossia carità, sia nel discernere e sia nel preparare la marmellata, e sia nel papparsela Very Happy
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 01:45    Oggetto: Rispondi citando

margir ha scritto:
Punto di vista o coscienza.
Ciò che si vuole fare nella vita di tutti giorni deve essere vagliato dalla ragione, l'atto meditativo porta allo spiegarsi di varie opzioni, queste devono essere scelte e colte, usate, vissute. Alcune scelte portano effetti negativi per sè e per gli altri, altre solo per sè (abusare di marmellata Smile ), altre solo per gli altri ma non per sè. Altre scelte portano effetti positivi per sè, altre positivi per noi e per tutti, altre solo per gli altri. Alle volte si scorge solo un bel minestrone di cause ed effetti.
Questa scelta, che non è mai semplice, viene chiamata anche lotta spirituale (concetto presente in tutte le religioni monoteistiche, nel buddismo, nell'induismo).

Mentire, nascondere- traggo riflessione da Ulisse- sono atti negativi, che negano una realtà, negano la verità dei fatti. Molte volte, però, questi atti possono pure essere compatiti e perdonati da chi li subisce (situazione di chi si sente dire una bugia creata dal buzier a "fin di bene"), perché frutto di un mal pensare dovuto alla situazione difficile e delicata in cui sono nati, situazione che lascia poca capacità discernitiva all'individuo.

Ammetto che bisogna però, per abbracciare questi concetti e farli propri, condividere il principio morale che li crea, o meglio che li sostiene



..mah..! siamo sempre e comunque rei di qualcosa..?

allora complichiamoci la vita, ponendo sempre un concetto matematico a dirimere ogni azione.

e da come la metti ogni causa produce un effetto.. ma siamo sicuri che la formula chiuda lì o che prosegua e che quindi l'effetto ne produca un altro e così via..? e se invece producesse una causa..? allora la formula non sarebbe più ciclica ché una causa potrebbe produrre una causa e un effetto un effetto..

e questo fa sì che ci si possa alzare al mattino senza aver l'onere di sentirsi i promotori di un disastro nucleare. Wink

se vogliamo che il pensiero matematico sia l'equazione che determina la coscienza del vivere non possiamo applicare un unico teorema ma dobbiamo applicarli tutti.

e quindi si ritorna al concetto di partenza.. la verità non esiste.

proprio come non esiste la negazione della verità.

in quanto entrambe le due espressioni derivano da un punto di partenza.

ma se una retta non parte da nessun punto [altrimenti non sarebbe una retta ma un segmento] non può neppure avere una direzione definita e quindi - ritornando a complicarci la vita - dove sta la differenza fra vero e falso..?

se invece partiamo da un punto, possiamo stabilire la direzione del segmento.. per esempio, a destra vero, a sinistra falso. o l'inverso, naturalmente.

ma, avendo fissato questo punto, le responsabilità riguardano esclusivamente quel segmento e non le infinite rette che attraverso quel punto transitano.

e proprio perché quel punto non è universale.

girando intorno al pozzo - pardon, al punto! - non riusciremo mai a dimostrare che ci stiamo guardando la schiena. Smile
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 01:52    Oggetto: Rispondi citando

zae ha scritto:
..eccerto!... lui si mangia tutta la marmellata e il danno lo fa solo a sé stesso... chissà con che faccio merenda... ma per carità... Rolling Eyes


margir ha scritto:
Razz eh sì, ci vuole molto amore, ossia carità, sia nel discernere e sia nel preparare la marmellata, e sia nel papparsela Very Happy



Laughing ..già vi vedo entrambi a misurare - e con le braccia completamente spalancate - la dimensione del tappo.

inconsapevoli che si può far la marmellata - che so! - di pesche utilizzando una pesca sola.

..e se "margir" stesse mangiando la marmellata di ribes fatta con un solo acino di ribes..?

sarebbe ancora così avaro se non pensa alla tua merenda..? Razz
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 08:33    Oggetto: Rispondi citando

Ovviamente bisogna avere una coscienza morale di cio che è bene e di ciò che è male. Pensa, se tutti avessero le idee confuse i campi non verrebbero più coltivati perché i contadini non avendo una educazione morale penserebbero che il lavoro non serve a molto, che stanca troppo e preferirebbero vivere con i soldi che lo stato da ai disoccupati per ignavia.
La scelta tra uccidere o lasciare in vita se non più moralmente direzionata porterebbe a disastri terribili.
La natura ci ha fornito il dolore come aiuto al cammino, anche la tristezza se vuoi. E un animale sociale come l'uomo, un individuo sociale che non sa quello che deve fare diventa un lupo in un branco di lupi, annichilito dalla sua completa mancanza di nerbo.
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 10:57    Oggetto: Rispondi citando

margir ha scritto:
Ovviamente bisogna avere una coscienza morale di cio che è bene e di ciò che è male. Pensa, se tutti avessero le idee confuse i campi non verrebbero più coltivati perché i contadini non avendo una educazione morale penserebbero che il lavoro non serve a molto, che stanca troppo e preferirebbero vivere con i soldi che lo stato da ai disoccupati per ignavia.
La scelta tra uccidere o lasciare in vita se non più moralmente direzionata porterebbe a disastri terribili.
La natura ci ha fornito il dolore come aiuto al cammino, anche la tristezza se vuoi. E un animale sociale come l'uomo, un individuo sociale che non sa quello che deve fare diventa un lupo in un branco di lupi, annichilito dalla sua completa mancanza di nerbo.



Shocked ..e questo lo chiami aver idee confuse..?!
[sei sicuro che sian tutte tue? Razz]

se ai contadini mancasse veramente l'educazione morale e riuscissero a vivere del sussidio statale probabilmente vivremmo in una società più equa.

..ti dice nulla Menenio Agrippa..?

il tuo ragionamento, messo così, ci riporta agli anni bui dell'inquisizione, dove qualcuno si elevava - proclamandosi portatore divino - a dettare le regole morali, quelle stesse che giustificavano i roghi degli eretici.

e le stesse anche che convincevano gli eretici alla "meritata" sentenza.

nel regno animale - di cui facciamo parte - esistono comunità [lupi, formiche, gnu, tonni..] che vivono in branco e che - alla luce delle nostre conoscenze - vivono più d'istinto che di coscienza morale eppure non si sono estinti scarnificandosi fra di loro.
e questo anche se predomina la gerarchia fra forte e debole.

quindi le catastrofi che preconizzi in mancanza di una "morale" non hanno nessun elemento a confermarle anzi, questo tipo di filosofia è scaturita dalla paura dell'uguaglianza umana al di là della categoria sociale.

e l'esempio che porti dei contadini è altamente discriminatorio ché, in un certo senso, li schiavizzi a una vita grama in funzione di qualcun altro comodamente seduto in poltrona grazie al suo titolo di cavalierato.

la sofferenza e il dolore poi, mai han insegnato qualcosa a qualcuno.. o tu sei mai riuscito a studiare matematica con l'emicrania o il mal di denti?
[senza contare che così mi stravolgi anche il famoso mens sana in corpore sano..! Razz]

anzi, forti repressioni han sempre dato il risultato di altrettanto violente ribellioni.

e se guardi alla gerarchia dei lupi.. è proprio l'inverso di quello che paventi.

pur essendo piramidale - ché il capobranco è indiscusso per la sua forza - nessuno viene lasciato indietro, foss'anche il più debole. e il cibo viene diviso equamente fra tutti perché tutti sono la comunità, non solo il capo.


..sì, dovremmo fare un passo indietro e imparare proprio dai lupi.
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margir
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 12:36    Oggetto: Rispondi citando

Non ho usato il paragone del contadino perché considero il lavoro del contadino un lavoro terribile e orribile, anzi ho riscontrato che porta frutti di gioia e di serenità se fatto con cura, intelligenza e entusiasmo, ne conosco alcuni che hanno tutt'altro che una faccia triste e grama come la dipingi.

E il discorso classista proprio non vedo con che ragione debba essere sollevato, ovvio che partendo dal concetto che il lavoro nobilità chi lo fa e chi lo riceve, se fatto con entusiasmo, non vado certo a tesser le lodi di chi fa incrementare il tasso auditel.

E così se ti viene una cirrosi epatica non vai dal medico? E questo non ti dirà forse che il tuo stile di vita dev'esser cambiato, se ciò è dovuto a abuso di sostanze. Il dolore ha un suo scopo, in natura.

E così preferisci un umanità piena di persone invece che di individui, facilmente irretibile dal primo capo branco che gli promette infinite prelibatezzein cambio di piccoli soprusi e di vigliaccherie e menzogne. L'uomo però a differenza del lupo costruisce perle in paludi, la mia città ne è chiaramente un esempio; trasforma delle semplici chimiche sostanze in macchine che possono portare beneficio a molti, può regalare con il coraggio della volonta pace e serenità anche al più prossimo suo nemico.

ma purtroppo c'è chi ancora preferisce da umano vivere una vita da formica.
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MessaggioInviato: 23 Lug 2006 14:53    Oggetto: Rispondi

margir ha scritto:
Non ho usato il paragone del contadino perché considero il lavoro del contadino un lavoro terribile e orribile, anzi ho riscontrato che porta frutti di gioia e di serenità se fatto con cura, intelligenza e entusiasmo, ne conosco alcuni che hanno tutt'altro che una faccia triste e grama come la dipingi.

E il discorso classista proprio non vedo con che ragione debba essere sollevato, ovvio che partendo dal concetto che il lavoro nobilità chi lo fa e chi lo riceve, se fatto con entusiasmo, non vado certo a tesser le lodi di chi fa incrementare il tasso auditel.



se tu avessi scritto "i politici italiani" invece che "i contadini" il tuo ragionamento non avrebbe avuto senso ché dei primi se ne potrebbe davvero far a meno.

ma hai usato "contadini" e in un contesto di moralità, aggiungendo poi la sofferenza e il dolore come il benessere della classe debole.
tipico della filosofia conservatrice dell'inquisizione.

ora, se vuoi smentire le cose, riformula la frase. utilizzando altri termini.


margir ha scritto:
E così se ti viene una cirrosi epatica non vai dal medico? E questo non ti dirà forse che il tuo stile di vita dev'esser cambiato, se ciò è dovuto a abuso di sostanze. Il dolore ha un suo scopo, in natura.



"onora il medico per le sue prestazioni
perché il Signore ha creato anche lui;
l'arte di guarire viene dall'Altissimo
e chi guarisce riceve doni pure dal re
".
[la Bibbia, Siracide, 38, 1 (c. 180 a. C.)]

certo, il dolore fisico è un avviso di qualcosa che non va ma la salute esclude il dolore.

considerare a priori il dolore [come sembri fare] maestro di esperienze è ancora un retaggio della cacciata dal paradiso terrestre.

proprio come l'altra frase, "il lavoro nobilita". nobilita cosa? l'essenza umana?
no, mi spiace, l'essenza umana si nobilita ai caraibi. fra fustacci e sventagli, esatatmente come avevano già capito quelli di soodoma e gomorra. Razz
..se tu potessi scegliere, sceglieresti di estirpare erbacce in un campo di granturco e con questa calura..?
o scegleiresti di gozzoviglaire all'ombra di una palma..? Razz


margir ha scritto:
E così preferisci un umanità piena di persone invece che di individui, facilmente irretibile dal primo capo branco che gli promette infinite prelibatezzein cambio di piccoli soprusi e di vigliaccherie e menzogne. L'uomo però a differenza del lupo costruisce perle in paludi, la mia città ne è chiaramente un esempio; trasforma delle semplici chimiche sostanze in macchine che possono portare beneficio a molti, può regalare con il coraggio della volonta pace e serenità anche al più prossimo suo nemico.

ma purtroppo c'è chi ancora preferisce da umano vivere una vita da formica.



"e facemmo scendere su di voi la manna** e le quaglie
dicendo: mangiate di queste cose buone
che vi abbiamo mandato
".
[il Corano, XI-47]


..anche qui gonfi un palloncino neanche fossi sotto test etilico.. Laughing

affermando cose che non ho detto e difendendo a spada tratta l'attuale concetto di civiltà moderna come unica alternativa di vita.

omettendo però l'altra faccia della medaglia. ché, se Venezia è bella, è anche grazie a Marghera e al deturpamento ambientale che continua a causare.

io non vedo affatto questo grande progresso umano in come è impostata l'attuale società.
ché poi, i primi ad essere irretiti dal potere son proprio quelli che hanno il bastone del comando e non le fasce deboli come tu ipotizzi.
resta però che scandali e tangenti non hanno arricchito i poveri che continuano a subire la sudditanza del potere anche quando si svenano per portare il salame al medico.

..e anche sulle formiche conosci poco.. ché son messe ad esempio di una laboriosità non vera.

essendo in genere il formicaio molto grande, le formiche debbono - nella buona stagione - accumulare provviste per la stagione inclemente quando se la spassano.
sotto terra, al buio, ma se la spassano. e non raccolgono un acino in più di quel che serve a loro.

a differenza dell'uomo che fa man bassa, scambiando la virilità con il possesso oltre ai suoi bisogni.

non trovi quindi che - forse - tutto questo progresso e relativo benessere han bisogno di una revisione profonda..?



ps: **dal punto di vista scientifico la manna - zucchero puro, mannosio - è secreta da larve di coccinellidi, prodotta dal succo di rami e foglie di tamarisco. è poi prodotta anche da altri insetti, come cicale e afidi.
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