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Multa di 10mila euro a rivista in edicola: incoraggiava la pirateria
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Autore Messaggio
Zeus
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Residenza: San Junipero

MessaggioInviato: 05 Lug 2015 22:02    Oggetto: Rispondi citando

Sarà la mentalità da giornalista, che mi obbliga a distinguere tra riviste che vanno in edicola, riviste a distribuzione controllata e riviste on line Wink

In definitiva, per me "in edicola" non era per niente superfluo.
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Gladiator
Dio maturo
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Residenza: Purtroppo o per fortuna Italia

MessaggioInviato: 11 Lug 2015 13:22    Oggetto: Rispondi citando

gomez ha scritto:
[...]E dire che un certo programma è meglio di un altro per scaricare file è come dire che un AK47 ammazza meglio dello schioppo del brigante Gasbarrone, un'informazione segreta e preziosa per qualunque terrorista, una rivista che osasse dirlo andrebbe bruciata, demolita dalle fondamenmta e cosparsa di sale. Twisted Evil

Mauro

No, chi lo pubblicasse sarebbe un terrorista e reclutatore di terroristi e dovrebbe essere immediatamente deportato a Guantanamo... Rolling Eyes

Ahi dura terra perchè non t'apristi...
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Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
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Messaggi: 23528
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 15 Lug 2015 15:21    Oggetto: Rispondi citando

Il punto è più delicato e complesso di quanto si possa pensare... In effetti il problema del © è assai controverso e se lo è, è solo perché le regole e i valori in atto sono variabili indipendenti e perciò suscettibili di revisioni e modifiche incontrollabili e imprevedibili.
Allo stato attuale ci sono regole precise che, viste da una certa angolazione, appaiono ( po possono apparire per alcuni) spropositate e/o inappropriate.
Dal momento che trattasi di una questione di diritti violati ci si aspetterebbe pene più miti. Ma anche questo è fuorviante: senza scomodare Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, dal momento che due sono e possibili vie d'uscita, l'unica cosa da fare è cercare di contener egli eccessi in uno o nell'altro senso.
Soluzioni possibili? La prima è cambiare lo spirito del tempo e cioè la cultura che genera questi episodi; la seconda è ridurre le occasioni che rendono l'uomo ladro.
Per la prima ritengo che si possa rinunciare tranquillamente ad una sua attuazione. La cultura del tempo è una fenomenologia del tutto arbitraria e anarchica, difficilmente si può programmare questo tipo di rientro dalle derive spontanee e naturali, connotate dalla stessa natura "predatrice" dell'uomo.
Per la seconda le possibilità sono molteplici e più percorribili. Ridurre la diseguaglianza nei confronti del diritto e possibilità d'accesso a risorse (anche tecniche, culturali e artistiche) disponibili sul mercato, consentire una maggiore libertà d'accesso favorendo (invogliando) un acquisto o un affitto del prodotto a prezzi estremamente contenuti inserendo opportunità di "bonus" basandosi sulla fedeltà d'uso o fruizione.
Curiosamente ma non troppo, la fidelizzazione del cliente si ottiene, alle volte, con banalissimi sconti o premi a punti accumulabili.
Ma questa è una politica che va a interferire con lo spirito del tempo e perciò ci tornerebbe da capo in un loop senza fine e senza soluzioni di qualche utilità.
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Danielix
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Registrato: 31/10/07 15:30
Messaggi: 8498
Residenza: All'inferno.

MessaggioInviato: 16 Lug 2015 02:05    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
[...] Ridurre la diseguaglianza nei confronti del diritto e possibilità d'accesso a risorse (anche tecniche, culturali e artistiche) disponibili sul mercato, [...]

E sai perché anche questa seconda opzione è tanto inattuabile quanto la prima? Perché è consolidata, secolare consuetudine che "la plebe" non sia interessata alle "opere dell'ingegno umano" bensì sia pervicacemente e pedissequamente attratta unicamente da un piatto di pasta al giorno.
Magari con qualche fagiolo, che dovrebbe rappresentare agli occhi della "borghesia" il surplus atto a colmare altre eventuali esigenze.

Forse oggigiorno "il fagiolo" potrebbe essere benissimo rappresentato dall'ultimo film di Massimo Boldi generosamente offerto gratuitamente dai canali Mediaset che, a giudizio della nuova "borghesia", sarebbe più che sufficiente a colmare eventuali velleità culturali, semmai la moderna "plebe" dovesse averne.

Il resto, ohibò! che venga pagato, anche profumatamente, giacché solo i "ricchi" sono toccati da codeste velleità. Così era 1000 anni or sono, e tale è rimasta la mentalità oggi...

Quindi ciccia riguardo auspicabili possibilità d'accesso a risorse culturali e artistiche disponibili sul mercato da parte di chi non ha il denaro per permettersele, giacché una secolare e inestirpabile convinzione di chi detiene il potere è che le classi "inferiori" non ne necessitano né richiedano...


Silent Runner ha scritto:
Curiosamente ma non troppo, la fidelizzazione del cliente si ottiene, alle volte, con banalissimi sconti o premi a punti accumulabili.
Ma questa è una politica che va a interferire con lo spirito del tempo e perciò ci tornerebbe da capo in un loop senza fine e senza soluzioni di qualche utilità.

Appunto.
Perché lo "spirito del tempo" (immagino tu intenda Der Zeitgeist) ha naturalmente e felicemente contaminato ed evoluto solo il popolo, che è soggetto alla naturale evoluzione, mentre "il potere" è immutabile e tenacemente conservatore, altrimenti non potrebbe reggere, giacché il principio di "dominio" è sempre lo stesso, non muta neppure nei secoli...



Io so bene perché nel 1978 cantavo a squarciagola, insieme ai "compagni" di allora, in strada, le canzoni di Guccini e Lolli (e sono quasi certo che tu facevi lo stesso), ma a parte 'La locomotiva' e 'Un vecchio e un bambino', che in fondo servivano solo a stare meglio (e svolgevano egregiamente il loro dovere), c'era una canzone/poesia del poeta Lolli, che son certo tu conosci a menadito, che cantavamo a squarciagola come un vero grido di dolore e al contempo un accorato inno al cambiamento. M'è venuta in mente giust'adesso perché m'è capitato dopo tant'anni, in questo post, di tirar fuori di nuovo l'apparentemente polverosa parola "borghesia"...
Peccato che Lolli abbia toppato in pieno sull'ultimo verso: «il vento un giorno ti spazzerà via...»


Eccola, vecchiaccio, grazie d'avermi dato la possibilità di ripescarla dall'oblio Wink




Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia,
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Sei contenta se un ladro muore, se si arresta una puttana,
se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.
Sei soddisfatta dei danni altrui, tieni stretti i denari tuoi,
assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.

E la Domenica, vestita a festa, con i capifamiglia in testa,
ti raduni nelle tue chiese, in ogni città, in ogni paese.
Presti ascolto all'omelia, rinunciando all'osteria,
così grigia e così per bene, ti porti a spasso le tue catene.

Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia,
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Godi quando gli anormali son trattati da criminali,
chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e gli intellettuali.
Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia,
tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.

Sai rubare con discrezione, meschinità e moderazione,
alterando bilanci e conti, fatture e bolle di commissione.
Sai mentire con cortesia, con cinismo e vigliaccheria,
hai fatto dell'ipocrisia la tua formula di poesia.

Vecchia piccola borghesia, per piccina che tu sia,
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Non sopporti chi fa l'amore più di una volta alla settimana,
chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera "strana".
Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista,
oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista.

Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto,
sempre lì fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto.
Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa,
e sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.


Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia,
per piccina che tu sia, il vento un giorno ti spazzerà via...
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MessaggioInviato: 16 Lug 2015 17:07    Oggetto: Rispondi citando

Sì, mi riverivo allo Zeitgeist...
Ma non volevo costringere le persone a googlare e wikipediare per conoscere il significato del termine..
Anche questa apparente gentilezza è in realtà una crudeltà sopraffina!
Questo, l'uso di parole poco consuete, me lo permetto crudelmente solo su Facebook dove imperverso con aforismi e lunghe dissertazioni meta-patafisiche e scassacazzi!
Ovviamente nascondendomi dietro il mio vero nome! Twisted Evil

p.s.
Bell'intervento!!
Mi è piaciuto e lo condivido anche nei punti dove potrei sollevare dei distinguo.
Me lo rileggerò più volte! Wink

Quanto a Guccini e Lolli, sì li ho ascoltati eccome. E anche cantati!
Io il '68 l'ho fatto alla Scuola D'arte, in mezzo ad un casino infernale!
Ma l'arte era un'altra cosa e anche il sessantotto.. già allora avevo intuito che le vere rivoluzioni erano solo quelle interiori.
Poi ho dovuto mandare affanculo certe definizioni, la retorica le stava rendendo più volgari dell'oggetto contro le quali erano rivolte.
Così ho preso la via della satira ma divenire un autore satirico mi ha chiuso in una gabbia ancora più stretta.
Sì, mio caro, sono invecchiato ma l'alternativa era morire giovane.
E dal momento che gli eroi son tutti giovani e belli io non potei morire.
Sono diventato bello dopo, invecchiando.
Bah.. la vita è davvero strana! Gioca certi scherzi...
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MessaggioInviato: 16 Lug 2015 17:28    Oggetto: Rispondi

Oggi mi sento più così, di quanto voglia ammettere...





(questo brano è un adattamento di una poesia del poeta russo Sergej Esenin)
Mi piace spettinato camminare
il capo sulle spalle come un lume
e mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell'ingiuria,
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.
Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle ed alla pioggia di stagione,
raro sarà che chi mi offende
scampi alle punte del forcone.
Poveri genitori contadini,
certo siete invecchiati e ancor temete
il Signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo tra i poeti del Paese
e ora in scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.
Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna
e ad ogni insegna di macelleria
la vacca si inchina sua compagna.
E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale
e vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.
Voglio bene alla patria
benchè afflitta di tronchi rugginosi
m'è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all'ombra sospirosi.
Son malato di infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d'Aprile,
sembra quasi che l'acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.
Dal nido di quell'albero, le uova
per rubare, salivo fino in cima
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane,
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
e giri a coda bassa nel cortile
ignaro delle porte dei granai.
Mi sono cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po' di pane
e si mangiava come due fratelli
una briciola l'uomo ed una il cane.
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi,
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa chge vi tocchi.
Buona notte alla falce della luna
sì cheta mentre l'aria si fa bruna,
dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.
La notte e` così tersa,
qui forse anche morire non fa male,
che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.
O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo,
giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome,
voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.


Ciao Vecchio Pirata!
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