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Vestiti succinti per strada? Reato per la Cassazione
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Autore Messaggio
francescodue
Dio minore
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MessaggioInviato: 13 Dic 2012 14:57    Oggetto: Rispondi citando

Senza entrare nel merito della sentenza e del caso particolare, mi sembra che la discussione sia deviata sulla questione libertà di tutti e rispetto del prossimo.
Come dice GOMEZ esiste un "qui e ora" che fa testo. Quello che sarà domani o in un altro paese non conta.
È vero che dobbiamo essere tolleranti, ma non si capisce perché la maggioranza debba essere più tollerante della minoranza.
Per quale motivo la minoranza di nudisti deve pretendere la tolleranza da parte della maggioranza di vestiti?
Sarebbe il sovvertimento della democrazia, che significa "governo di molti".
Se qualcuno non è d'accordo può protestare, può cercare di forzare perché la maggioranza sia un po' più tollerante, ma non può pretendere nulla.
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spacexplorer
Dio minore
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MessaggioInviato: 13 Dic 2012 19:11    Oggetto: Rispondi citando

@gomez
IMO le religioni IMPONGONO la loro molare, a loro uso e consumo, non a caso
la mortificazione del corpo e della sessualità si è diffusa col cristianesimo
da noi, con le tre grandi religioni monoteiste in genere in popolazioni dove
ciò non esisteva... Quel che la popolazione ritiene in media corretto o meno
non mi interessa: se siamo una società avanzata non ci facciamo problemi ad
accettare il diverso, se vogliamo il conformismo addirittura de jure non siamo
diversi dai popoli passati che bruciavano le streghe, che mutilano neonati,
maschi e femmine ecc.

@francescodue
la maggioranza non ha da essere né più né meno tollerante: nel pubblico ci
deve essere posto per tutti, una società avanzata non dovrebbe manco porsi
problemi sui gusti o sul vestiario dei singoli. A mio avviso punire la
sessualità, qui si arriva addirittura a "sgridare" più o meno morbidamente i
bambini che iniziano a scoprire la masturbazione raccontando storie assurde
è una questione religiosa da *estirpare* e *scoraggiare* e dirò di più: è la
base che spinge molte ragazze a vestirsi "poco" e molti ragazzi a fare i
bulletti. L'imbrigliare e violare la libertà personale porta al desiderio di
ribellarsi, porta frustrazione, porta a sviluppare comportamenti "deviati"
ecc.
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Zievatron
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MessaggioInviato: 13 Dic 2012 21:10    Oggetto: Rispondi citando

spacexplorer ha scritto:
@Zievatron
Se confermi che sulla pubblica via si ha diritto di passare in calzamaglia,
in giacca&cravatta come in stile metal perché non in stile sexy? ...
... Allo stesso modo
se ti da fastidio un certo tipo di vestiario con che diritto lo vuoi vietare?

L'unica spiegazione che trovo va a parare sulla "decenza", "morale" ecc che
sono *variabili* dipendenti dalla società e in massima parte legate ad una
qualche religione.

...Se mi parli di *pubblico* ... bé li non ci devono essere divieti, ....

... (esmpi vari)... Come lo gestisci questo? Sono esseri umani anche loro, non han
il diritto di comportarsi così? Quale danno sociale arrecano perché il loro
comportamento debba essere vietato e sanzionato?


Ma per favore! Non essere assurdo!
Non sono io che sto vietando "l'esistenza" di nessun costume al mondo.
I "divieti", purtroppo, sono l'unico modo per "gestire questo". Altrimenti, dimmi tu, come pensi di gestire i diritti di mille gruppi socio-culturali dai più disparati costumi?
Facendone un frullato? 2 man down
Cioè, per non togliere a nessuno il diritto ai propri costumi devi vietarne la violazione.
Questo perchè c'è troppa gente pronta a lamentarsi se non si sente rispettata, ma ancora più pronta ad infischiarsene di rispettare gli altri e ad offendersi se viene ripresa.
L'impero del menefreghismo e delle parole di libertà che significano per me e non per gli altri.
I costumi non sono un fatto strettamente individuale. In parte sono un aspetto della società e della cultura e quindi hanno carattere collettivo. Pensare che "nello stesso spazio pubblico" ognuno debba poter fare come gli pare significa riconoscere un diritto di violazione. O, in altre parole, significa riconoscere che lo spazio pubblico è "Ad Abgressor". E questo è tipico della mentalità di chi appunto non ha il sentimento della cosa pubblica e la considera di nessuno. E' il tipo di libertà che alcuni cercano.
Andare in giro nudi in una società di gente che usa vestirsi anche col peggior caldo, è un esempio di questa mentalità. E non c'è speranza che capiscano, o se anche capiscono, se ne infischiano. Altri, però, sono solo agganciati ad un ideale ingenuo e non ponderato e possono capire e rielaborare la questione. Perciò, io sono caparbio e riprovo a spiegare.
L'esibizione non esiste senza l'altro. Non puoi mostrarti se nessuno ti vede. Un costume di usuale esibizione pubblica del proprio corpo, alla pari del costume inverso, non può essere praticato senza coinvolgere indiscriminatamente gli altri in tale costume. Non è riducibile ad un fatto strettamente personale, ma, al contrario, è sociale e pubblico.
Questo rende fin troppo ovvia la risposta, per entrambi gli opposti costumi, alla domanda "Con quale diritto negarlo?".
Il diritto di una qualsiasi società/cultura di essere rispettata.
Diritto che c'è sempre chi vuole violarlo, per varie ragioni. Chi no, invece, capisce bene la necessità di praticare certi costumi in spazi separati.

Quella di legare le "variabili" (se ti piace chiamarle così) di una società ad una qualche religione è una fissa degli ossessionati dalla religione (che lo siano in forma fobica o maniacale è indifferente). Se anche non esistesse nessuna religione al mondo ci sarebbero ugualmente società diverse con costumi diversi. Molto probabilmente, sarebbero più o meno le stesse differenze che con le religioni, tanto che neanche si noterebbe la differenza. Avresti le stesse diverse cose considerate sgarbatissime ed indecenti (che significa solo escluse) in alcune e del tutto normali in altre.

Non puoi, coerentemente, appellarti al rispetto delle differenti culture e poi trasformare lo spazio pubblico nello spazio della libera violazione. Lo spazio pubblico non è una sorta di terra di nessuno, ma fa sempre parte di una qualche società.

Come ho già detto nel precedente post, ma mi pare che non hai considerato granchè, in una società di persone che usano andare in giro nude sarebbe giusto sanzionare chi si togliesse lo sfizio di sfotterli andando in giro tutto vestito proprio tra loro.
Io non lo farei mai e poi mai. Intendo andare in giro vestito in una città di nudisti.
Mi sembrerebbe di essere Mario Monti tra gli italiani.
Troppo osceno! Shocked

Se credi che una società collezione di tutti i diversi costumi del mondo messi assieme sia una società bella, forte e vitale, oltre che possibile, per me sei in una cantonata pazzesca. E' come pensare che un frullato possa essere una cosa viva. Un frullato può essere buono solo da mangiare, ma per se stesso un frullato è natura morta.
Una Civiltà su larga scala, che comprenda molte società diverse, con costumi diversi, sì, può avere nella sua molteplicità un fattore di forza, di vitalità. Potrebbe essere un grande sistema composto da sottosistemi che funziona molto bene.
Una società frullato, invece, è una società a cui manca una identità chiara e sta morendo. E' buona da mangiare. Forte e vitale potrà essere chi se la pappa e... Buona digestione.

L'incognita è: chi si papperà questa? Confused
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spacexplorer
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MessaggioInviato: 13 Dic 2012 21:52    Oggetto: Rispondi citando

"La mia libertà finisce dove comincia quella del vicino", ma un conto è se
parcheggio in mezzo alla strada, puzzo in maniera immonda, sporco, danneggio
od impedisco qualcosa ad altri, un conto è se "la violazione" è un fastidio
immateriale. In alcune popolazioni si usa parlare a volumi piuttosto alti,
non mi garba quando sono a 10cm da me mentre telefono però non voglio manco
un divieto, i singoli bipedi si suppone abbiano una certa intelligenza che
provvede anche alla regolazione dei rapporti sociali, questo serve per quel
che definisci "aspetto della società", una norma che sanzioni il vestiario è
come sanzionare chi entra senza bussare, erutta in pubblico, ecc.

Se ce n'è bisogno allora non ci sono cittadini ma bestie da dirigere. Non
siamo allora una società avanzata bensì una qualche implementazione del
Leviatano di Hobbes.

Quando parli di "diritto di una società" che io correggo in diritto della
maggioranza, non consideri che la società cambia? Chi oggi si veste con le
minigonne inguinali spinge ad un cambiamento sociale come chi 40 anni fa si
metteva le gonne al ginocchio. Se togli la libertà di "violare" la
consuetudine sociale togli la libertà di cambiare, sei in dittatura, in una
dittatura VERAMENTE profonda e curiosamente caratteristica di tutte le
grandi religioni monoteiste... E insisto sul paragone religioso poiché in
tutte le civiltà con religioni politeiste o prive di religione non ci sono
affatto simili problemi!

Sulla salute e/o forza di una società... Ogni società nasce, cresce, si evolve
declina e muore; gli Ittiti erano una società bella grossa ed erano liberi, i
Celti pure, i Romani no, gli antichi Greci mezzi e mezzi, insieme di polis ma
ben poca libertà nelle polis ecc. Se parliamo dell'oggi preferisco una società
"aperta" come quella francese che una chiusa come quella statunitense od
inglese con l'ipocrisia che fa a gara con quella italica, son gusti, in
compenso in una civiltà aperta sia tu che io possiamo comportarci come ci
aggrada, in una chiusa no.
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Zievatron
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MessaggioInviato: 14 Dic 2012 01:55    Oggetto: Rispondi citando

spacexplorer ha scritto:
"La mia libertà finisce dove comincia quella del vicino"...

Appunto. Questa è la sintesi della mia tesi. Grazie.
Mi spiace solo che venga facilmente citata per allontanare da sè il confine con la libertà del vicino.
Cioè, il signifcato che le viene dato in realtà è: "La mia libertà finisce dove cazzo mi pare e lì poi incomincia la libertà del mio vicino."

Il fastidio immateriale ha anche esso il suo peso, è solo molto facile da ignorare per chi non ci si trova sotto.
La supposizione dell'intelligenza dei singoli bipedi che dovrebbe bastare da sola a regolare i rapporti sociali è una pia illusione pesantemente smentita dalle situazioni reali.
Ci sono quelli che ne hanno poca, molto poca, ma non è il peggio.
Anche gli stronzi hanno l'intelligenza, è l'uso che ne fanno che lascia male.

Non vedo perchè non dovrei considerare che la società cambia.
Ho già scritto che c'è chi la vuole violare, per ragioni varie. Mica l'ho scritto per caso.
Per una parte (purtroppo, dominante) dell'umanità l'evoluzione attraverso la violenza, la quale resta violenza sia quando è materiale, sia quando è immateriale, nè più nè meno, è Via, Verità e Vita. Per altra umanità è una cosa brutta ed indesiderabile a cui si può solo essere spinti da grave necessità. La prima parte suddetta provvede con passione a creare questa grave necessità a tutti. Sono bravissimi a non fare discriminazioni in questa opera.
Sono i contrapposti estremismi, i conformismi ed anti-conformismi che si alimentano sempre a vicenda, che sono sempre reciprocamente genitori e figli. Tutti immancabilente pensano ad una unica società, perchè, ovviamente, conta solo quella che vogliono loro.
Se non ci fossero loro a produrre sempre qualche forma di violenza per spingere dove vogliono loro, "Le Società" potrebbero evolversi pacificamente, senza essere spinte ad aggredirsi tra di loro.

Quanto a ritornare sempre a riferirsi alle religioni, non è che una delle tantissime diverse ossessioni umane. Rolling Eyes Per me personalmente è una cosa decisamente stucchevole. Razz Proprio perchè non le ho mai avute in simpatia.

E' fin troppo facile attribuire di essere "aperta" ad una società che piace a noi e di essere "chiusa" ad una società che non piace a noi.
La società buona per tutti non esiste, è impossibile. Per avere tu una società abbastanza buona per te, quella stessa società deve essere abbastanza cattiva per altri in proporzione. Per poter vivere tutti in una società abbastanza buona, servono società "diverse" e non società "duplicate" più o meno fedeli di un modello ideale unico. Ma se giudichiamo società differenti come migliori o peggiori, siamo in quella prima parte di umanità che è sempre divisa e mai separata e che insegue la società giusta unica, l'impossibile, generando lotte e frullati di cui si nutre a spese della seconda parte.
Se e/o quando prevalesse la seconda sarebbe questa a fare ordine e separazione senza dividersi, pacificamente, ed a nutrirsi a scapito della prima.
Se vogliamo ragionare proprio su TUTTI, è impossibile uscirne fuori. Una parte ci deve rimettere. Tuttalpiù, l'equilibrio si può realizzare su tempi e spazi molto grandi, abbastanza grandi per cui il varire nel tempo e nello spzio di chi sale e chi scende, chi si afferma e chi resta oppresso, mette tutti alla pari.
Così almeno per chi non crede in un universo di parte.
Per me l'universo è come una coperta corta, ma del tutto imparziale.

Per tutto quanto detto negli ormai tanti post, bravo e lode a chi se li rilegge, tornando al punto di partenza, non posso che ripetere che, salvo emergere altri fatti e circostanze che ignoro, quel povero giudice, del quale posso immaginare moooltooo facilmente quanto gliene poteva importare di tutta la faccenda, ha svolto giustamente la sua funzione e non si meritava le sparate da fanatici anti-conformisti che gli sono state rivolte.
Tutto il resto è solo per allungare per chi gli piace tanto allungato. pals
Fate voi cosa. 2 man down
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spacexplorer
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MessaggioInviato: 14 Dic 2012 07:43    Oggetto: Rispondi citando

Io non allontano il confine della libertà col vicino, un banale esempio, a te
da fastidio una ragazza con super-minigonna, a me da fastidio chessò, l'abito
talare o il velo. Se tu vieti, perché il tuo fastidio conta, la super duper
minigonna perché io non posso vietare l'abito talare e il velo? Mi dici che
la maggior parte della popolazione li accetta? Bene, la maggior parte della
popolazione accetta le minigonne... Mi dici che il velo è nato molto tempo
fa? E allora? Anche i roghi delle streghe, l'inquisizione, la guerra, il furto
ecc sono nati tanto tempo fa, ben prima del velo, allora dobbiamo tollerarli
solo perché sono "secolarizzati"?

Io provo *fastidio* ogni volta che sento una donna fare discorsi del tipo
"sono donna quindi questo non lo posso certo fare" o un uomo "questo è un
lavoro da donne" ecc, non sono daccordo e credimi lo trovo *parecchio*
fastidioso, però non sono daccordo ad imporre le quote rosa: è la società ed
il singolo che devono evolvere. Se un cittadino ritiene che la donna "faccia
carriera" noleggiando il suo corpo e che un uomo debba farsi il mazzo fuori
casa per avere il "diritto di noleggio" non è la legge che deve intromettersi
se le parti sono consenzienti, è la scuola, la cultura in generale che devono
lavorare.

Sul cambiamento se scrivi che sai che qualcuno vuol violare le regole, con una
connotazione quindi negativa allora consideri il cambiamento negativo: come ti
troveresti nella società chessò dei primi del '900 senza andare troppo
indietro?

Perché una parte deve rimetterci sul vestiario? Posso capire che la società
imponga per funzionare cose come il riscaldamento in casa, una dimora con un
indirizzo di residenza che garantisca un minimo tipo di prestazioni, certe
dotazioni sulle auto (triangolo, gomme da neve ecc), una patente per poter
certificare che sai guidare (in teoria); tutte cose giustificate da necessità
pratiche perché se ti crolla la casa sulla testa o tappi la strada è un
problema per la società. Se inquini è un problema per la società, se rubi
idem. Se vai in giro nudo piuttosto che con un'armatura completa medioevale
che danni fai?

Quel povero Giudice IMO ha *forzato la mano* basandosi sulla normativa
esistente, concepita per una società diversa da quella odierna per di
più, ma mai aggiornata proprio per la presenza di soggetti ed interessi
religiosi che spingono per la mortificazione del corpo. Le sentenze per
come è organizzata la società si accettano, ma non sono definitive, si può
arrivare sino a Strasburgo e non so che risultati si otterrebbero nel caso.
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francescodue
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MessaggioInviato: 14 Dic 2012 10:44    Oggetto: Rispondi citando

A proposito dei giudici, questi hanno l'obbligo di applicare la legge così come è. In qualche/molti casi cercano di adattarla alle mutate condizioni, ma se la legge stabilisce una cosa, anche palesemente assurda, devono applicarla.
A proposito delle religioni: il problema delle religioni monoteiste è stato quello di dover/voler svolgere anche una funzione politica.
Nell'impero romano ogni religione era accettata, fuorché quelle che creavano disturbo alla società in generale.
Per quanto riguarda l'intelligenza dei bipedi, senza offesa per i polli (bipedi anch'essi): è vero che singolarmente possono essere molto intelligenti, ma quando li raggruppi l'intelligenza viene meno. Prevale l'istinto del branco, come molti studi hanno dimostrato.
E per gestire il branco occorre qualcosa di molto forte, oppure brutale.
Perché la forza è un concetto universale in quanto istintivo: tutti la capiscono.
Anche se molti non la approvano (a meno che non siano nel branco).
La libertà che finisce dove comincia il prossimo è un bel concetto, ma non definisce il prossimo.
Quindi, tornando al punto di partenza, girare nudi può non dare fastidio a me, ma a qualcun altro si, quindi si dovrebbe recepire che il prossimo ne resterebbe danneggiato e in qualche modo autolimitarsi. Per questo si gira più o meno vestiti.
Il periodo attuale è critico da questo punto perché i cambiamenti sono troppo veloci, guardiamo la tecnologia come corre, e molti non riescono a stare al passo.
Anche in questo caso bisognerebbe armarsi di pazienza e sopportare.
Voler imporre un cambiamento è comunque una violenza e non si sa mai cosa si potrebbe ottenere.
Guardiamo la famosa primavera araba: mi pare che la situazione non sia migliorata da prima e in qualche caso è molto peggiorata.
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Zievatron
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MessaggioInviato: 14 Dic 2012 14:57    Oggetto: Rispondi citando

spacexplorer ha scritto:
Io non allontano il confine ...

Ti credo che non vuoi farlo. La mia impressione è che finisci con il farlo.
Presumibilmente, a causa di una fissazione con i condizionamenti religiosi ed affini.
Incorri nel trasformare il mio discorso in altro e nel tirar fuori paragoni che calzeranno per te, ma che per me sono cavoli a merenda.

Io non ho mai preso le parti di un costume contro un altro costume, ma non vivo neanche in un mondo chimerico dove tutti i costumi si mescolano tranquillamente tra di loro con la soddisfazione di tutti. Che sia omologato ad un singolo costume, o che sia omologato ad un frullato di costumi, il mondo omologato mi rappresenta comunque l'irrealizzabile ideale del male.

Io cerco di ricordare sempre, innanzitutto, che l'universo è imparziale, poi se devo parteggiare, ovviamente, parteggio per quello che, secondo il mio discernere, è il mio "lato" dell'universo. Il difficile è descrivere queste grandi parti, perchè le parole, purtroppo, non posseggono il dono dell'univocità e si possono sempre intendere diversamente. Poi è comunque difficile descrivere quello che, per non importa quale motivo, non viene visto dall'altro.
Divisione, violazione e frullati, sono ricercati dall'altro lato e pesano al mio, come separazione e relazioni armoniche sono ricercate dal mio lato e pesano all'altro.
Dal punto di vista dell'altro lato è facile che questi lati non esistano neanche. Sono discernimenti trasversali.

Divieti e sanzioni non sono riducibili ad una questione di giudici in tribunale, sono possibili anche senza e possono diventare anche loro una forma di violazione. Anzi, quando sono gestiti dall'altro lato, è inevitabile che accada. Ma la loro natura generale, la ragion d'essere di divieti e sanzioni sta nel rispondere alle violazioni, perchè i violatori ci sono sempre e ci proveranno sempre.
La violazione perfetta, quella che dà massima soddisfazione al violatore, è la violazione che è sensibile, ovvero l'altro/la scietà presente ne è violata, ma non fa scattare risposte significative, "tollera" (che sta per "subisce"). Ovvero, la violazione è attuabile impunemente.
Anche un governo può violare una nazione e questa subisce, limitandosi a piangerci un po' sopra, perchè incapace di rispondere. Che se fosse capace di rispondere sarebbero acidi, amari e lapposi per i violatori. I quali, ovviamente, si riterrebbero violati loro.

Il fatto che se non esistesse nessuna violazione non potrebbe esserci nessun cambiamento la trovo un'osservazione veramente banale e semi-falsa.
Se non esistessero gli elettroni, non potrebbe esistere l'universo. Ma circoscrittamente ad un nucleo atomico, non ci sono elettroni.
I comportamenti di violazione esistono, è un dato di fatto, e sono differenti i modi di rapportarsi alle differenti violazioni secondo le differenti persone e le differenti situazioni.
Ma circoscrittamente ad una ipotetica società (tanto per assurdo), nella quale per chissà quale inspiegabile miracolo non ci fosse nessun violatore e non si producesse nessun comportamento di violazione neanche per sbaglio, ma fossero tutti rispettosi ognuno di ogni altro e della società, l'evoluzione, e quindi il cambiamento, resterebbero sempre possibili. Il cambiamento può essere anche una esigenza vissuta dal gruppo sociale in questione, il quale si sta evolvendo pacificamente veso la sua maturazione ultima, poi resta stabile finchè può ed infine si estingue, oppure si scioglie generando nuovi differenti gruppi. Come ho già detto, però, questa è una ipotesi per assurdo, perchè i violatori e le violazioni ci sono.
La violazione è necessità creata dai violatori anche per gli altri e non del cambiamento in sè stesso, qualunque e comunque esso sia.

NOTA: Non dimentichiamo che sto usando la parola "violatori" per indicare quelli che la violazione la ricercano per sè stessa. Anche se, il più delle volte, non sono consapevoli di questo dettaglio.

Comunque, direi che ci stiamo rincorrendo inutilmente, perchè le nostre posizioni mi sembra che siano tanto simmetriche quanto solide. Così finiamo con il cadere in una sterile polemica.
Posso solo farti gli auguri per il tuo frullato di tutti i costumi.
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Zievatron
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MessaggioInviato: 14 Dic 2012 15:12    Oggetto: Rispondi citando

francescodue ha scritto:
... La libertà che finisce dove comincia il prossimo è un bel concetto, ma non definisce il prossimo...


Infatti, non dà la benchè minima indicazione su dove-come porre un giusto confine, lasciando tutto alla presunta intelligenza bipede. Wink
Come se non si sapesse che dacchè bipedi sgambettano al mondo hanno sempre litigato tanto per questioni, appunto, di confine.
Anche i pinguini, nel loro piccolo, litigano per affermare la proprietà di una buchetta nel terreno.
Che gli uomini siano discesi dai pinguini?! Shocked
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MessaggioInviato: 14 Dic 2012 20:22    Oggetto: Rispondi citando

@francescodue
La legge è sempre *molto* interpretabile, se fosse semplicemente da applicare
un computer sarebbe il giudice migliore. Un giudice qui ha interpretato così
lo spirito del legislatore, vi sono ancora molti gradi di giudizio e di senso
comune. I partigiani erano criminali ai tempi del fascio, oggi sono eroi e/o
martiri per gran parte della società. Si chiama evoluzione, l'uomo fa qualcosa
vede che non va e talvolta la corregge...

Sull'intelligenza dei singoli e delle masse sono daccordo ma è irrilevante: se
qualcuno rutta in pubblico, si pulisce il naso con le dita, non da strada, si
veste come gli pare ecc non arreca un danno materiale, provoca solo fastidio,
un certo malessere sociale che i singoli coinvolti si devono gestire in quanto
parte della società. Essere parte di una società vuol dire anche questo, come
vuol dire dare una mano ad un'anziana/o se è in difficoltà, usare un ascensore,
farsi da mangiare, salutare quando è il caso ecc.

I singoli non sono automi, sono esseri viventi senzienti con diritti e doveri,
devono gestirsi in autonomia per cose simili come è il caso che si sappiano
far da mangiare senza bisogno del cuoco, sappiano cambiare una lampadina, una
guarnizione di un rubinetto non a miscelatore, sappiano cambiare una gomma
della loro vettura, ecc questa capacità di gestione fa parte della vita
quotidiana. Se qualcuno ha dei problemi alla vista di un paio di slip è
affar suo come è affar mio quando io vedo un velo od un abito talare e mi
secco, non c'è nessun bisogno di una legge, il maggiorenne è tale, non è un
bambino che lo stato deve sorvegliare e punire.

@Zievatron
Fai un lungo discorso (bé sei cmq più sintetico di me Sad ) ed insisti sul
minestrone ma non leggo alcuna conclusione. Quale danno viene arrecato alla
società se qualcuno gira cogli slip in mostra piuttosto che vestito da
bombolone alla crema?

Il principio che sostieni, anche se glissi su ciò, implica che nel passato chi
metteva gonne al ginocchio violava la stessa legge ed era giusto punire perché
sennò ti ritrovi un minestrone di gonne al ginocchio e gonne lunghe; chi
metteva i collant, come chi dava ai bambini i pantaloni lunghi, chi faceva
votare le donne, chi protestava per avere un lavoro più equo, chi si ribellava
all'oppressione fascista che era lo Stato costituito, chi andava contro la
Chiesa di Roma ecc. Tutti soggetti da sanzionare per il bene della società,
quale esso sia non lo capisco. Andando oltre sempre sulla stessa linea ti
faccio un esempio: in UK ed USA è vietato il sesso ai minori di una
certa età, non tra adulto e minore, è vietato il sesso. Se una coppietta di
14 anni ha le sue prime esperienze commette un reato. In genere non importa
molto a nessuno ma la legge ancora c'è. Qual'è il danno arrecato che
giustifica la sanzione? Anche qui è un problema se iniziano ad avere rapporti
chessò prima del matrimonio e magari passano più tempo insieme che da soli su
youporn&c e magari quando arrivano ad una relazione seria san gestirsi meglio?
Se un giudice si sveglia e condanna una coppietta perché minore cosa fai sei
coerente e dici che va bene così? In Irlanda è vietato l'aborto "se non
per fondate ragioni", poco tempo fa è morta una donna al settimo mese perché
i medici sostenevano che non avesse fondate ragioni per abortire. Lei è al
cimitero, loro non sono in galera, anzi continuano a lavorare nonostante la
denuncia della madre. Sono queste le leggi che vuoi? Perché il principio è lo
stesso. In Francia, Danimarca, Norvegia, Olanda ed altri paesi meno gretti ed
incivili (opinione personale) gli stessi medici in quest'ultimo caso a
seguito della denuncia oggi sarebbero accusati di concorso in omicidio
volontario più altri reati penali, a chi daresti ragione se fossi il giudice?
Il principio è lo stesso.

Tu quel che proponi è una dittatura. Una legge che imponga il mantenimento
dello status quo. Io dico che una civiltà avanzata deve imporre solo limiti
eventualmente sanzionando ciò che causa danni materiali dimostrabili, non che
sanzioni un eventuale cambiamento/evoluzione della vita sociale. La differenza
è questa, non c'è minestrone. C'è solo libertà laica vs ipocrisia religiosa
classica che nella pratica stando alla storia ha sempre e solo generato
malesseri e violenze.
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Zievatron
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MessaggioInviato: 15 Dic 2012 01:40    Oggetto: Rispondi citando

@ spacexplorer
Vedo che è proprio inutile. Persisti sistematicamente nel trasformare quello che dico in altro con profusione di false implicazioni e di paragoni cavolo a merenda.
Implica questo, implica quello, è come questo, è come quest'altro.
No, no e no.

Io non ho sotenuto nessuna forma di dittatura, nè di status-quo, nè ho contestato l'evoluzione.
Io ho solo riconosciuto la relazione di guerra tra le innumerevoli parti (per me sottoparti) che devono per forza farsi la guerra. In questo caso, guerra di costumae. Ma che sia di costume, di religione, d'ideologia politica o di che altro, si tratta sempre della stessa sostanza. E' quel "cambiare tanto" per non cambiare niente veramente. Mai sentito dire: "Più si cambia e più tutto resta come prima."?

E' il comportamento dell'umanità prevalente che vive da millenni in un continuo dividersi, aggredirsi, rimescolarsi e poi daccapo ed attua la sua evoluzione in questo modo. Infatti, l'evoluzione è un cammino, il quale attraversa certamente fasi diverse, ma mica deve cambiare strada per esserci.
Ed ho riconosciuto come su questa Via si sprechi il trucco di appellarsi ad ideali di libertà e di giustizia per tutti, quando si sta solo partecipando, magari inconsapevolmente, alla solita lotta, che per me è disgustosa.

Nel caso particolare, abbiamo un aggressore di costume ed un difensore di costume.
Perchè mai, l'aggressore di costume dovrebbe essere visto come un eroe ed il difensore come un tiranno?
Perchè una persona di costume nudista deve andare a praticare il suo costume in mezzo a persone di costume copertista? (scusate il neologismo)
(Lo stesso può valere anche al contrario, oppure tra questi ed un costume doppio: copertonudista)
E' in atto una oppressione dei nudisti, ovvero una negazione della possibilità dei nudisti di avere spazio per il loro costume, e questi hanno risposto con una manifestazione di protesta? In un caso del genere, sarebbero degli oppressi che stanno cercando di rivendicare un diritto che gli viene negato. Tralasciamo la questione supplementare dei modi possibili di rivendicare un diritto negato, che sarebbe solo una inutile complicazione.
Il punto è che non è affatto questo il caso.
E' solo il caso di una che andava a passeggio esibendo le sue parti intime in una società di costume copertista (non copertonudista) per cui il giudice ha riconosciuto una vilazione, cioè che l'imputata ha esagerato e che il suo esibizionismo era fuori luogo e l'ha multata. Aggressore di costume e difensore di costume. Nulla di più, nulla di meno, nulla di diverso.

L'unica ragione per vederli eroe e tiranno è quella lotta tra mille estremismi, che per me è sempre solo estremismo, ed i commenti che ho letto ed a cui ho iniziato a rispondere mi rappresentano appunto questa vecchia lotta basata sulla pretesa dell'unica alternativa giusta, in questo caso un costume copertonudista, che va affermato a discapito degli altri. O almeno di uno, perchè, per adesso, i nudisti non sono abbastanza numerosi ed importanti e non hanno ancora abbastanza bigotti nudisti a disposizione e loro colpiti. Più avanti, forse, sarà lo stesso ed anche loro si beccheranno le analoghe carrettate di propaganda. Per adesso, incominciano a farsi sentire i bigotti copertonudisti che devono "stabilire l'equilibrio", possibilmente "surclassare", i bigotti copertisti.

Io non mi posso riconoscere in nessuna di queste sottoparti in lotta perenne tra loro e questo mi pone, automaticamente, in una seconda meta-parte e quindi in una lotta trasversale, alla quale sono costretto dalla prima meta-parte.
Non la condanno mica! Sarebbe incongruo. Ma ne sono oppresso e devo pur protestare, devo contestarla.
Soprattutto, devo contestare l'idea che sia necessario continuare con queste lotte per avere l'evoluzione. Questa particolare evoluzione procede ancora in questa maniera, ma l'evoluzione in generale non ne necessita. Se anche prevalesse enormemente la mia meta-parte (in una Terra parallela), l'evoluzione non sparirebbe, ma procederebbe in modo diverso, molto meno turbolento.
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MessaggioInviato: 15 Dic 2012 20:50    Oggetto: Rispondi citando

@Zievatron
Tu continui a vedere il vestirsi cogli slip più o meno visibili come un
attacco allo status quo, un'azione di protesta contro l'ordine sociale ecc
io sostengo che la ragazza dell'articolo abbia deciso il suo abbigliamento
per far colpo su un ragazzo, perché così le piaceva non certo per demolire
un "ordine sociale" di alcun genere. Sostengo che ognuno abbia il diritto di
vestirsi come desidera posto che non arrechi danni materiali alla società.

Purtroppo l'educazione religiosa è molto radicata in chi l'ha subita arrivando
al punto di non riuscire a comprendere che il mondo è diverso da quello che
vuole e dipinge la propria religione. Ti porto un altro esempio: in Francia
c'è stata poco tempo fa una manifestazione degli estremisti cattolici contro
la proposta di legalizzazione dei matrimoni gay, vi è stata anche una serie
di contromanifestazioni, tra cui una piccola gag di un gruppo femminista
ucraino, le Femen. Le attiviste si son vestite da "suore sexy" con dei
siringoni finti pieni di sperma finto: sono state aggredite, pestate ed
inseguite al punto che la Gendarmerie ha dovuto *confinare* *tutti* i
manifestanti cattolici a suon di manganelli ed idranti. Nelle interviste
successive ai cattolici *nessuno* ha preso le distanze da quelli che han
organizzato il pestaggio, i toni erano "qui è in pericolo la famiglia! La
base della nostra società! Quelle pazze scostumate sono un pericolo!" ecc
nessuno di loro si rendeva conto che se un paio di gay o lesbiche si sposano
mica impediscono agli altri di sposarsi, sorvoliamo poi sull'ipocrisia di
agire con violenza fisica e verbale quando si dice di credere nel perdono
si dice di porgere l'altra guancia ecc.

'Somma tu dici che i nudisti, chi ama i vestiti sexy, i metallari ecc sono
in lotta contro "la maggioranza" che rappresenta "la Società®" ecc. non ti
riesci a rendere conto che magari *alcuni* lo vivono come una lotta essendo
*oppressi* dalla "tua" maggioranza ma i più sono *del tutto indifferenti*
alla cosa, semplicemente si fan gli affari loro. È naturale del resto che
chi vive una certa "morale" cattolica si senta "attaccato", il cattolicesimo
come tutte le religioni monoteiste non ammette il diverso ed essendo sempre
più in minoranza si sente emarginato. Il fatto è che la società democratica
non vieta al cattolico di essere tale, gli vieta alpiù di imporre il suo
modo di vivere ad altri.

La violenza che nasce dalle culture religiose è spaventosa solo che i loro
credenti non se ne rendono conto perché per loro è normale. È normale che
una donna muoia o stia male o si rovini la vita (e la rovini al nacituro)
per "tutelare la vita", quella che non c'è e che serve a mantenere la casta
ecclesiale; è normale che qualcuno si ribelli ai matrimoni gay perché questi
che nulla tolgono agli altri solo per il fatto di esistere mettono in
discussione un dogma della chiesa; è normale educare alla religione col
catechismo sin da bambini perché altrimenti religiosi non lo diventerebbero;
è normale volere crocefissi in luoghi pubblici "perché è un messaggio di pace"
del resto tutti sanno che un essere vivente inchiodato vivo rappresenta la
pace... È un peccato il sesso prima del matrimonio, chissà cosa cambia quando
lo fai dopo, il matrimonio è sacro anche se con l'annullamento lo puoi fare
n volte, basta pagare ecc.

Chi attacca, non rispetta ecc e chi è attaccato?
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MessaggioInviato: 16 Dic 2012 00:14    Oggetto: Rispondi citando

Zievatron ha scritto:
@ spacexplorer
Vedo che è proprio inutile. Persisti sistematicamente nel trasformare quello che dico in altro con profusione di false implicazioni e di paragoni cavolo a merenda.
Implica questo, implica quello, è come questo, è come quest'altro. ... .


Purtroppo, non resta altro.

Io mi sento oppresso da sinistra, da destra, da centro, dai libertari, dai religiosi, dagli anti-religiosi e da non so quanti altri.
Se non capisco io l'oppressione, non la può capire nessuno al mondo.
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MessaggioInviato: 16 Dic 2012 17:58    Oggetto: Rispondi citando

Vabbhè, dai. Proviamo ancora. Rinunciare a capirsi è una sconfitta.

spacexplorer ha scritto:
@Zievatron
Tu continui a vedere il vestirsi cogli slip più o meno visibili come un
attacco allo status quo, un'azione di protesta contro l'ordine sociale ecc
io sostengo che la ragazza dell'articolo abbia deciso il suo abbigliamento
per far colpo su un ragazzo, perché così le piaceva non certo per demolire
un "ordine sociale" di alcun genere. Sostengo che ognuno abbia il diritto di
vestirsi come desidera posto che non arrechi danni materiali alla società.

No. Io non ho attribuito a quella ragazza una volontà malevola verso nessuno. Come potrei fare per sapere se quella particolare persona in quella occasione ha agito con un intento malevolo?
Come minimo, dovrei conoscere bene sia la persona, sia la situazione specifica. Eppure, non c'è mai garanzia di valutazione infallibile.
Non mi fare tanto sciocco.

Se vai su una spiaggia balneabile, è ovvio che vi troverai gente in abbigliamento ridottissimo, o anche del tutto nuda (sperando che ciò avvenga secondo differenti spiagge, in modo da accontentare tutti). Nessuno ti ha imposto di andare su una spiaggia balneabile, è stata una tua scelta. E se sono disponibili spiagge con regole diverse dove:
- è di rigore il costume da bagno
- è di rigore il nudo integrale
- è a scelta se indossare qualcosa o stare completamente nudi
Sei tu che scegli su quale spiaggia andare. Nessuno ti impone quale, ma se non ti viene imposto di rispettare la regola della spiaggia, è impossibile mantenere la separazione delle tre spiagge. Se poi su una delle tre spiagge non ci va più nessuno, perchè a nessuno interessa più una spiaggia con quella regola, allora abbiamo a che fare con un cambiamento spontaneo e non forzato.
Il modello delle tre spiagge con regola diversa è molto buono per rappresentare la vera libertà di costume che finisce dove inizia la libertà di costume degli altri.
La società che è quì ed ora altro non è che una spiaggia balneabile con la sua regola in mezzo ad innumerevoli spiagge balneabili.
La ragazza che va in giro per le civiche vie nuda, o anche in tanga, senza che ciò sia in regola di costume per la società di quell'area, e non per causa di emergenza, ma per sua scelta, sta violando proprio quel principio di equilibrio delle libertà. Questo non perchè il suo esibirsi sia in sè sbagliato, ma perchè lo sta imponendo arbitrariamente a terzi. Quale diritto ha di esibirsi arbitrariamente a terzi?
Quello che le si vuol vietare non è il suo costume in assoluto, ma solo di imporlo a terzi.
Se poi si vuole cambiare la particolare società che è presente quì ed ora, da dove viene il diritto di cambiarla? Perchè la società che è quì ed ora non ha diritto di esserci? Solo perchè a me non piace? Perchè a me risulta scomoda? Perchè dove sono io deve esserci la società come la preferisco io, a prescindere da come la preferiscono gli altri che sono anche loro quì ed ora?
Siccome io non mi riconosco nella società che è quì ed ora, questa è indegna di esserci ed io ho tutto il diritto di adoperarmi (consapevolmente o meno) per lederla, per destabilizzarla, fino a demolire la sua identità pre-esistente ed instaurare la società che piace a me?
Il "diritto di violare" è in sfacciata antitesi all'ideale dell'equilibrio delle libertà che è invece ricerca del limite equo al fine di non produrre violazioni, o, più esattamente, di produrne meno che è possibile.
Individuare il limite equo è difficile, certamente, ed è ancora più difficile farlo rispettare. Viceversa è molto facile sovrastimare le esigenze e diritti di alcuni e sottostimare quelle di altri. In mezzo ci stanno anche le persone alle quali non gliene importa un fico secco dell'equilibrio delle libertà.
Tornando a nudi e vestiti, chiedo ancora, perchè l'avevo già fatto, quì ed ora viviamo in una società che esclude la possibilità di praticare il costume nudista in assoluto? Ammesso che il costume nudista sia trattato in modo indegno, viviamo in una società che non consente processi pacifici di contestazione e revisione?
Ammesso che sia così, la lotta degli onesti, delle persone di sentimento etico, che vogliono il rispetto delle diverse esigenze e sensibilità può avvenire solo se coinvolge molte persone tra gli interessati ad ognuna delle diverse regole per avere le tre spiagge (processi di separazione, pacifici all'interno di questa parte composita), in contrapposizione a quelli che cercano di affermare una sola regola come l'unica giusta e degna, mentre le altre non lo sono (divisione e lotta eterna tra un maggior numero di parti).

La cosa più assurda di tutte, che ritorna regolarmente nei tuoi post e che io ho omesso fina ad ora di replicare, proprio perchè la trovo allucinante al punto da esserne spiazzato, è la pretesa che debba esserci un danno materiale evidente, altrimenti è tutto lecito.
Se non è questo un principio di diritto di violenza negata, quale potrebbe esserlo?
Il diritto di seviziare qualcuno per gioco? Neanche, perchè quello sarebbe un diritto esplicito di violenza.
Una società presente in un dato luogo-momento è un organismo che coinvolge individui fisici, territorio e risorse. Ma come un singolo individuo può essere danneggiato nella sua vita senza che lo si colpisca nel corpo o negli averi, lo stesso vale per una società.
Poi non si capisce perchè la questione del danno materiale valga a senso unico. Perchè la regola sociale non occorre che mi causi danno materiale per essere condannata?
I danni "impalpabili", perchè di tipo simbolico, emozionale, psicosociale, morale, o con quale altra parola li si voglia chiamare, che individui e società subiscono tendono normalmente a tradursi anche in danni materiali, benchè spesso ciò non è nè evidente, nè immediato. Tanto che, sia un individuo che una società, è possibile che vengano uccisi senza mai colpirli direttamente nel corpo o negli averi.
Dunque, ti invito a riservare la domanda "Dov'è il danno materiale?" alle occasioni in cui qualcuno sta contestando appunto un danno materiale. Diversamente, per me, per quanto spiegato sopra, ci fai una figura da tonto o da finto tonto. Il danno materiale evidente non può essere l'unico criterio per definire se c'è violazione o rispetto.

Citazione:
Purtroppo l'educazione religiosa è molto radicata in chi l'ha subita ...

Chi ha "subito" l'educazione religiosa, spesso, lo si trova tra i più anti-religiosi. E' un religioso alla rovescia che ha la sua visione del mondo deformata dal trauma dell'educazione religiosa, ma non riesce a rendersene conto.
Tutta la storia dell'umanità è segnata da traumi profondissimi che condizionano porzioni diverse di umanità in molti modi differenti, attraverso generazioni, ed ancora non se ne vede una risoluzione.
Questo non era in discussione e, soprattutto, non giustifica niente da nessuna parte.
Tutti siamo "diversi", non esiste la categoria specifica di quelli che sono loro "i diversi".
Se tu sei diverso da me, significa che io sono diverso da te ed è facile che se tu ti senti oppresso da me, io mi senta oppresso da te.
Ma perchè gli oppressi si devono regolarmente trasformare in nuovi oppressori che devono produrre nuovi oppressi? Che poi alla fine si è sempre gli stessi.
E' difficile rendersi conto che, a questo mondo, i soli a non sentirsi oppressi sono quelli che hanno lo stomaco foderato di acciaio sopraforderato di pelliccia e che si ciucciano allegramente il mondo alla faccia di quelli che si sentono oppressi?
E' così facile dimenticarsi il detto "dividi et impera"?

A chi è che interessa la spiaggia "unica ed indivisibile", cercando di dargli le giuste regole?
Alle persone di sentimento etico e, quindi, ben disposte a cercare soluzioni per sviluppare e mantenere un equilibrio delle libertà, perchè, per sentimento sincero, non vogliono ledere nessuno a nessun livello, nè come singoli individui, nè come società (gruppi socio-culturali)?
Oppure a chi, consapevolmente o meno, preferisce praticare il dividi et impera, perchè così gli va meglio, o si illude che gli possa andare meglio?
La mia personale risposta direi che è già molto ben espressa.
Il sentimento etico è portatore di processi di separazione, almeno civili se non proprio amichevoli, con scambi armonici che cercano di mantenere una equa separazione, la ricerca del confine equo, della libertà bilanciata con la libertà altrui. Le tre spiagge, o anche 300 tipi di spiagge diverse per migliaia di esempalri sparsi nel mondo. Questo è anche portatore della possibilità di smaltire, nel tempo, la massima parte dell'oppressione e dei traumi provocati agli individui ed ai gruppi.
Il sentimento abgressor è portatore di processi di divisione/lotta/rimescolamento con tentativi ripetuti di stabilire delle regole valide su scala troppo grande, anche sinceri, ma destinati sempre a fallire perchè inseguono una qualche chimera. Questo è anche portatore di maggiore oppressione e traumi che imprigionano individui e gruppi, rendendoli più "captivus".

Io mi pongo nei panni di un osservatore extraterrestre incaricato di monitorare l'homo-sapiens, per vedere se/quando è maturo per il "primo-contatto" con una federazione interstellare molto pacifica, e quello che vedo è un vero disastro.
Il cannibalismo delle società e culture umane è imperante. Dividersi (formazione di schieramenti in conflitto), attaccarsi, rimescolarsi (sopraffarsi, mangiarsi) per poi ricominciare di nuovo, costituisce il normale iter evolutivo dell'homo-sapiens. Il mio rapporto alla federazione interstellare può avere una sola conclusione:
Girare al Largo!!! Tenere in rigorosa quarantena il sistema solare!!! Sistema infetto, pericolosissimo!!!

E poi ci sono gli illusi che credono che presto gli extraterrestri si riveleranno a noi.
Potrebbero farlo solo se fossero degli stronzi di conquistatori. Rolling Eyes

Vabbhè, anche se fossero sicuri di poter rimediare senza pericolo per loro. Ma nella mia battuta questo era implicitamente dichiarato impossibile. Wink
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MessaggioInviato: 16 Dic 2012 21:15    Oggetto: Rispondi citando

@Zievatron
La ragazza in oggetto ritengo faccia parte della società (non sono a
conoscenza di invasioni aliene recenti...) e come tale ha i tuoi stessi
diritti. Gli spazi pubblici sono suoi come tuoi come miei e di ogni altro
cittadino, le sue idee come le tue idee fan parte della società, non sono
La Società. Lei ha il diritto di girare vestita come le pare come tu hai
il diritto di lamentarti. La società nel suo insieme NON HA il diritto di
imporre ad un privato cittadino un certo costume se questo non provoca
danni o rischi materiali e non è lesa dalle scelte di vestiario di un
cittadino. Tu vedi lei come elemento di disturbo e tutti gli altri come
persone "normali" disturbate: chi ti dice che sia così? Chi ti dice che
tutti i cittadini provino lo stesso tuo fastidio? Con quale diritto vuoi
sanzionare il suo vestiario in pubblico?

Le spiagge sono un compromesso praticato da alcuni, chi per lucro chi per
gusto per venire incontro ai vari gusti della popolazione, tale compromesso
non si può applicare per strada semplicemente perché la strada non è un punto
d'arrivo ma di transito. Nelle stesse spiagge sino a uno o due decenni fa
andare a seno nudo era "malvisto", oggi nessuno ci fa caso (salvo occhiate
interessate o invidiose); 50-60 anni fa andare con un costume due pezzi era
immorale ecc. La società si evolve, con che diritto tu vuoi bloccare ciò?
Chi ti dice che questa evoluzione leda la società odierna e demolisca la sua
identità? La società non è solo quella parte cattolica che si sente lesa ed
ogni giorno di più "in minoranza", la società non è quella parte di cittadini
che credono nella famiglia basata sul matrimonio e in una od un'altra
religione, anche loro fan parte della società ma non sono La Società nel suo
complesso.

Poiché almeno formalmente siamo in una società libera abbiamo diritto tutti
a vestirci come ci pare, i paletti van messi solo ove si possa verificare un
danno materiale: le infradito alla guida poiché possono portare alla perdita
di controllo della vettura in certe condizioni non sono ammesse; il volto
coperto quando non necessario (protezione in moto, da polveri al lavoro ecc)
non è ammesso perché può essere facilmente usato a fini illeciti, sono delle
libertà che tutti ci togliamo nell'interesse collettivo. Le mutande in vista
non vedo che interesse collettivo rappresentino.

Circa le reazioni all'educazione religiosa concordo, alcuni che l'han subita
sono diventati fortemente antireligiosi (es. noto Odifreddi) come altri son
diventati criminali (gli Ustascia, le SS "Gott mit uns" ecc) come molti né
son rimasti schiavi, io personalmente non l'ho mai subita e conosco altri che
avendola subita son evoluti molto diversamente. Noto però più "in topic" come
chi si schiera contro le minigonne, contro l'allattamento in pubblico, contro
i bikini ecc provenga mediamente da specifiche aree geografiche caratterizzate
sempre in media da livelli religiosi, di benessere, di cultura specifici:
giusto oggi è uscito sul fatto una cartina dei medici "obiettori di
coscienza" [1] http://goo.gl/fxBAB noto altresì come da paese a paese cambino
le opinioni a tema: più un paese è sviluppato meno si pone simili problemi,
più è arretrato più se li pone arrivando ai divieti, alle multe ed agli estremi
anche all'azione fisica contro "gli immorali".

[1]
Che avendo prestato il Giuramento di Ippocrate dovrebbero avere il titolo di
studio stracciato e perdere ogni diritto ad esercitare la professione.
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MessaggioInviato: 17 Dic 2012 01:04    Oggetto: Rispondi citando

ma non dicevano: "più pilu pe tutti"?
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MessaggioInviato: 17 Dic 2012 03:23    Oggetto: Rispondi citando

spacexplorer ha scritto:
...La ragazza in oggetto ritengo faccia parte della società ... e come tale ha i tuoi stessi diritti. ...

Mica l'ho messa fuori dalla società!

Citazione:
... Tu vedi lei come elemento di disturbo e tutti gli altri come
persone "normali" disturbate: chi ti dice che sia così? Chi ti dice che
tutti i cittadini provino lo stesso tuo fastidio? ...

Questo è un tuo pregiudizio. A me sembra che sei tu a vedere persone "normali" e non normali. Io vedo solo varietà e nella varietà vedo delle tipicità. Sempre relativamente al quì ed ora. Nella fattispece, l'andare in giro vestiti è comportamento etremamente tipico, l'andare in giro nudi è un'eccezione.
Poi non vedo perchè mai devo essere necessariamente io a provare fastidio per il suo non-vestiario, meno ancora perchè dovrebbero provarlo "tutti" i cittadini, o anche una "massima parte" dei cittadini.

Io cerco solo l'equilibrio dei diritti. Mi dà fastidio l'imposizione della scelta di uno a terzi. Ancora di più mi dà fastidio la pretesa che debba lasciarsi la questione "ad abgressor" e che se non c'è "danno materiale" non c'è niente di cui tener conto. Neanche la persona che preferisce andare in giro nuda subisce un "danno materiale" se invece va in giro vestita. Eppure, io non ritengo "indegna" la sua preferenza. Tu invece, a quanto pare, ritieni "indegno" della minima considerazione il fastidio che può produrre ad una parte dei cittadini, forse, perchè ritieni che quei cittadini siano in qualche modo inferiori, quindi non degni di considerazione. Se si lamentano si possono attaccare come liberticidi e varie altre invettive omaggio, se tacciono, sono vili, o incapaci, e non degni per questo. (Poi, si sa, con un processo sistematico, restano sempre più condizionati a tacere e solo pochi hanno ancora la faccia di lamentarsi. poi ancora si ha il ricambio generazionale della popolazione, poi ancora ci sarà altro intorno a cui fare lo stesso gioco oppressivo, ma chi se ne frega. Anzi, è così che è bello e giusto evolvere.)
Continui a pensare al vestirsi/non vestirsi di una persona in pubblico come ad una scelta strettamente personale, ovvero di relazione tra sè e sè, invece che di relazione con gli altri. Io invece ti sto ripetendo fin dall'inizio che si tratta di una scelta di relazione con gli altri. Se tu ti presenti vestito in pubblico, tu stai imponendo indiscriminatamente a terzi la tua presenza vestita, infischiandotene se agli altri questo può dare fastidio. Questo perchè a te importa solo del tuo desiderio di apparire agli altri vestito e degli altri, come già detto, te ne infischi. Ma impara ad andare in giro nudo! (In mezzo alla gente vestita, eh!) Razz

Io mi sforzo di cercare un equilibrio tra le diverse scelte di presentarsi in pubblico da vestiti/nudi cercando di "considerare" le diverse sensibilità, e tu invece ne fai palesemente una guerra di religione, con le sensibilità "giuste" che vanno considerate a priori, indipendentemente dal fatto che la regola posta non causi alcun danno materiale, e le sensibilità "sbagliate" che, a priori, non sono degne di essere considerate perchè tanto non si provocano danni materiali a non considerale.
A quanto pare, per te la società giusta può essere una sola, e non ci sono alternative, non devono esserci altre identità socio-culturali. La varietà socio-culturale non è un valore, anzi, è un bene smantellarla, basta che per farlo non si usino violenze tali da provocare danni materiali evidenti.
Sono arcisicuro che non ti rendi conto che stai facendo una guerra di religione, di una religione negata, ma sempre religione.
Sei ossessionato dai condizionamenti religiosi.
Qualunque sensibilità diversa che ti richiami in qualche modo il fantasma del condizionamento religioso è automaticamente un prodotto di condizionamento religioso che altrimenti non potrebbe esistere e dev'essere debellata in quanto sensibilità indegna.
Dopotutto, cosa ci vuole? Basta un forte condizionamento mediatico!

Io di religioni non me ne intendo molto, perchè non le ho mai avute in benchè minima simpatia e mi ci sono incazzato parecchio, anche se, lo ammetto, un prete non ho mai provato a mangiarlo, non potrei digerirlo, perciò potrei anche sbagliarmi, ma quella bella cosa che è l'allattamento in pubblico è stato sempre praticato da donne religiosissime, anche e soprattutto di aree sfavorite, (fin quì posso testimoniarlo personalmente) e le religioni tradizionali non hanno mai avuto niente da ridire in proposito. Anzi, adesso che mi hai stimolato la memoria, mi pare di aver persino visto qualche volta, da bambino (sai, nell'800 o giù di lì, quando ancora le minigonne non si usavano, ma io ero abbastanza piccolo da poter guardare da sotto lo stesso, alla faccia di quelli più grandi), donne allattare in chiesa, ascoltando la messa. A meno che non sia solo un mio sogno di appassionato di tette allattanti. Laughing Laughing Laughing
Probabilmente, si deve essere diffusa qualche nuova religione di cui io non so niente.
Surprised
Non sarà mica la religione dei produttori di latte in polvere? Con preti in camice bianco, stile medico, o laboratorio scientifico? Wink
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MessaggioInviato: 17 Dic 2012 08:43    Oggetto: Rispondi citando

@Zievatron
Lei non era nuda, era vestita, secondo i suoi gusti. Sono daccordo che come
ti vesti lo vedono o "subiscono" anche gli altri, non per questo voglio una
legge che imponga come devo o non devo vestirmi, i paletti legali si pongono
quando sono necessari ad evitare danni materiali o rischi materiali, i gusti
personali o della maggioranza sono gusti non sono da normare né è possibile
farlo.

Io ritengo indegno fare una norma che vieti il "fastidio" ad una parte (non
so quanto consistente) dei cittadini, come ritengo un egualmente inviolabile
diritto che gli infastiditi protestino e portino le loro ragioni. Se proprio
vogliamo portare la cosa sul legale allora che gli infastiditi propongano un
referendum a tema: vuoi vietare le minigonne? Vuoi vietare i top? Vuoi vietare
l'eventuale visione di parti di biancheria intima in pubblico? Poi si vedrà il
risultato; già ti premetto che l'esposizione di biancheria intima comprende
le spalline del reggiseno, gli slip visibili secondo come sei vestito quando
ti chini o ti "allunghi" a prendere/posare un oggetto ecc.

Cercare un equilibrio non è sanzionare un comportamento che provoca fastidio
in alcuni, è dittatura, è una violazione delle libertà personali ed in ultimo
è una catalizzatore di comportamenti estremi di protesta. La legge è una
extrema ratio, si vieta qualcosa solo quando non se ne può fare a meno per
la sicurezza fisica/economica/materiale della società, non si fanno leggi per
ogni cosa semplicemente perché:
* non sarebbero gestibili, il mondo è vario
* non sarebbero applicabili
* non otterrebbero lo scopo voluto
Ti cito il proibizionismo che ottenne l'aumento esponenziale dell'alcool
clandestino giusto come esempio.

E si, in un passato abbastanza lontano mostrare in certi casi il proprio corpo
non era nulla di anomalo, nell'antica Grecia si faceva ginnastica nudi, c'erano
un bel po' di spettacoli pubblici nudi, sia femminili che maschili, all'epoca
la religione dominante era politeista. Al contrario nel medioevo, era di
dominio di una grande religione monoteista ci fu gente che dipinse foglie di
fico sui genitali d'una venere ritratta... Da un paio d'anni, in paesi aventi
una maggioranza di popolazione religiosa e monoteista tornano di quando in
quando proteste contro chi al ristorante o in una sala d'attesa allatta.
Non dubito che possano anche entrarci i produttori di latte in polvere, gli
stessi che negli ospedali fanno lobbismo contro l'allattamento invitando a
*millantare* inesistenti problemi della madre ed invitare alla
somministrazione di ormoni che inibiscano la montata lattea. Non vedo però
multinazionali delle super-minigonne...
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MessaggioInviato: 17 Dic 2012 09:28    Oggetto: Rispondi citando

Haldamir ha scritto:


Le ragazze/donne, poi, "sembrano" delle tr*** con quegli "abiti" ultra-succinti!

Già .. e il vero problema è che le sembrano ..
Citazione:
Poi se le violentano si stupiscono pure!

Vero .. si stupiscono pure .. roba da matti!
Che poi, per evitare il problema dello stupore, basterebbe ucciderle subito dopo lo stupro
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MessaggioInviato: 18 Dic 2012 01:01    Oggetto: Rispondi

spacexplorer ha scritto:
... Sono daccordo che come
ti vesti lo vedono o "subiscono" anche gli altri, non per questo voglio una
legge che imponga come devo o non devo vestirmi, i paletti legali si pongono
quando sono necessari ad evitare danni materiali o rischi materiali...

Ribadisci un principio di nessun limite (a come vestirsi/non vestirsi per vie e luoghi pubblici generici), come unica alternativa a limiti troppo ristretti.
Giustifichi la scelta di nessun limite con l'idea che il limite giusto è già nell'evitare quelli che chiami danni e rischi materiali, come se i danni di altro tipo non avessero alcuna influenza sulla vita delle persone e non si traducessero comunque in danni materiali.
Questo significa che tutto ciò che non produce direttamente un danno materiale evidente è libero, quindi si ha una legge della giungla che premia chi è abile a violare e non farsi violare e penalizza chi è meno abile in questo processo. E' solo uno spostare, o contenere, il principio di relazione senza lealtà e senza mediazione dei conflitti entro i limiti di quei danni definiti, ma sempre facendo salvo il principio fondamentale che resta quello della relazione senza lealtà e senza mediazione dei conflitti.
E' una scelta più che possibile, visto che resta nel mondo il principio fondamentale più praticato e che tra una guerra civile armata ed una guerra civile disarmata, i più preferiscono decisamente la seconda (finchè non porta alla prima). L'umanità è prevalentemente così, dunque perchè mai dovrebbe decidere di cambiarsi? Dovrebbe soffocare una sua spinta fondamentale, autopprimersi? Una cosa decisamente innaturale. Solo agli estremi... Chissà?
Già l'antico diritto romano recitava che la legge serve ad evitare che i cittadini vengano alle armi tra di loro.Tralasciando sia la modesta efficacia, sia l'importanza delle guerre di espansione per scaricare fuori la tensione dei conflitti interni (o era l'inverso?). Se lo si deve intendere solo alla lettera, è proprio quello. La legge come ultima ratio per fermare il colpo materiale.

Per quel che mi riguarda, la parte abgressor dell'umanità, ha tutto il diritto di espletare la sua spinta come preferisce. I più rozzi lo facciano pure rozzamente, i più raffinati lo facciano pure finemente, e così via. Finchè lo fanno tra di loro senza coinvolgere gli altri.
Solo che non è questa la scelta etica, quella della libertà che finisce dove inizia quella del prossimo. Perciò è implicito che non si fermeranno mai a farlo solo tra di loro, ma cercheranno sempre di coinvolgere tutti, perchè la torta non sia mai divisa ed i commensali mai separati.

Diversamente, tra persone etiche, le quali non vogliono violarsi in "nessun modo", ma rispettarsi a vicenda ed essere leali tra loro, ci si appella alla legge come servizio di assistenza alla mediazione dei conflitti, sì come ultima ratio, ma non solo davati al danno materiale, bensì davanti al danno relazionale costituito dal confflitto stesso se non si riesce a risolverlo in modo spontaneo, cioè senza dover ricorrere ad un servizio di assistenza.
Il fine della legge, nell'ottica etica, non è di "proibire" a te e al tuo vicino di "venire alle armi tra di voi", letteralmente parlando. Il che significherebbe a dispetto della tensione del conflitto. Il fine è di minimizzare i conflitti in quanto nocivi di per sè. Cioè, minimizzare le tensioni ed i danni di qualunque tipo, cercare soluzioni che comportino il minore sacrificio globale dei diritti/libertà per le persone coinvolte nel conflitto. Diritti e libertà che non si possono fermare ai beni materiali ed al corpo.
Se tu ed il tuo vicino vi trovate in conflitto, ma la legge dice solo che è vietato compiere azioni che vi causino danni materiali, dopodichè vi lascia soli, o siete capaci da soli di trovare lì per lì un buon accomodamento, oppure siete spinti in una guerra senz'armi.
Il principio "ad abgressor" di cui prima. Il che va benissimo, per chi così è, così si trova bene. Per gli altri è una merda.
Viceversa, se tu ed il tuo vicino, pur volendovi bene, siete in conflitto e non ne venite a capo da voi, ma disponete di una legge-mediatore dei conflitti, potete ricorrere a questa, mettervi l'animo in pace e restare amici. Anche in questo caso, suppongo, per gli altri è una merda.
Inutile dire che, mescolando le due cose, vengono merde miste.

Citazione:
... Io ritengo indegno fare una norma che vieti il "fastidio" ad una parte (non
so quanto consistente) dei cittadini, come ritengo un egualmente inviolabile
diritto che gli infastiditi protestino e portino le loro ragioni. ...

E a che scopo, se tanto, a priori, non devono essere prese in considerazione?
A parte questo, ho l'impressione che tu continui a pensare strettamente al particolare fastidio che può provare una persona moralista, che per me, invece, è solo un in più.
Cioè, la persona moralista circa i modi di vestirsi/non vestirsi ne condanna alcune alternative ritenendole immorali e le percepisce con un particolare fatidio. Ma questa è una cosa diversa e che si aggiunge (in questo senso è in più) alla questione delle scelte diverse che coinvolgono gli altri. Non solo, ma la diversità delle ragioni dei moralisti e dei non-moralisti di scelta formale uguale costituiscono tra questi un conflitto naturale che non ha soluzione. Questo perchè per i moralisti il costume diverso, ad esempio andarsene in giro con l'uccello nascosto sotto i pantaloni, è sbagliato in sè stesso, è immorale, quì ed ora come in ogni luogo ed in ogni tempo, perciò la loro tendenza è ad avversarlo comunque ed ovunque. Se non si scontrassero con ragioni di forza maggiore, farebbero la legge mondiale che impone a tutti gli uomini di tutto il mondo di andare sempre in giro con l'uccello allegramente sbandierato all'aria fuori dai pantaloni.

Viceversa, quelli che si riconoscono pienamente in un dato costume, ma non sono moralisti, non è che per il fatto di non essere moralisti debbano essere del tutto indifferenti a come si vestono/non vestono le persone intorno a loro. Lo saranno alcuni, altri no. Perchè si tratta di una scelta di tipo relazionale che ha la sua importanza, perchè corrispnde ad un bisogno psico-sociale. Per il non-moralista i due costumi uccello nascosto/esposto sono di per sè parimenti degni di esistere, anche se l'altro costume può risultare sgradito, in conflitto con i propri bisogni psico-sociali. Contrariamente al moralista, il non-moralista è pronto a difendere il diritto di esistere dell'altro costume, anche se non lo gradisce affatto intorno a sè.
Quindi, i moralisti di diversa scelta (compresi i moralisti dell'indifferenza) sono in insanabile conflitto tra loro quanto con i simili formali. Restano sempre in conflitto, divisi. I non-moralisti di qualunque alternativa di costume (conpresi i non-moralisti indifferenti) sono degli alleati naturali che tendono ad avere tra loro processi di separazione per reciproco rispetto ed a restare uniti, spartendosi la torta.

Nella logica del minore sacrificio, è la persona del costume che, in loco, è eccezione quella a cui dovrebbe spettare di astenersi dal suo costume nelle vie e luoghi pubblici del luogo per non imporlo a molti. In base a quante sono, le persone interessate al costume eccezione, potranno avere spazi adeguati per praticare la loro scelta fino alla situazione opposta in altri luoghi o epoche. Nel caso particolare dei nudisti (parziali o integrali), va considerato anche che, in genere, sono interessati prevalentemente ad un nudismo occasionle e non stabile. A maggior ragione è logico che spetti a loro di osservare il costume di vestirsi al di fuori di spazi appropriati.
Ora non è che io pretenda di sviluppare una qualche mia proposta normativa, non equivochiamo, è solo esemplificativo. Quello che voglio dire è che le soluzioni bilanciate non vengono da una parte con il cartello al collo "quelli giusti siamo noi". Vengono dalle parti di diversa esigenza/orientamento che vogliono rispettarsi, considerare le proprie diverse esigenze e cercare una soluzione bilanciata. Non sarà mai perfetta, non sarà buona da applicare a tutte le situazioni, ma ci provano e ci riprovano.

Citazione:
... Se proprio vogliamo portare la cosa sul legale allora che gli infastiditi propongano un referendum a tema: vuoi vietare...

Questa è proprio incongrua.
Il giudice dell'articolo in oggetto a questa discussione infinita allora da dove l'ha presa la legge che ha applicato?
Mica se l'è inventata lui apposta, a suo capriccio!
Quel giudice ha solo esaminato i dati della situazione presentatagli (della quale non gliene poteva imporare di meno) ed ha applicato la legge che ha trovato da applicare.
Mi spieghi perchè mai sarebbero gli "infastiditi" dal quasi-nudo a dover chiedere un referendum?
Se quella legge è obsoleta (potrebbe anche esserlo, io non ho mai detto che sia fatta bene ed attuale, non lo so) che venisse abrogata o rifatta diversamente. A chiederlo mi pare che dovrebbero essere gli "infastiditi" da quella legge.

Citazione:
... Cercare un equilibrio non è sanzionare un comportamento che provoca fastidio
in alcuni, è dittatura, è una violazione delle libertà personali ...

No. Questa è la tipica espressione da estremista frustrato che accusa di dittatura facilmente anche chi sta cercando veramente equilibrio. La dittatura la faranno gli estremisti.

Citazione:
... ed in ultimo è una catalizzatore di comportamenti estremi di protesta. La legge è una extrema ratio, si vieta qualcosa solo quando non se ne può fare a meno per
la sicurezza fisica/economica/materiale della società,...

Adesso neanche più delle persone, solo della società? Forse ti sei distratto.
La non regolamentazione di un ambito sensibile (= in cui si possono produrre tensioni conflittuali) è libertà di violenza, anche se solo sottile. Come fai a credere che la libertà di togliere agli altri la loro libertà, purchè senza colpirli materialmente, non monti malcontenti?
Quello che ottieni con la non regolamentazione è sempre un ambito lasciato alla legge della giungla. I conflitti montano e portano anche alle azioni violente, le quali sono compiute da persone che stanno cedendo ad una tensione che è stata alimentata almeno "anche" da violazioni che la legge, come tu la descrivi, ha deciso di ignorare per non limitare delle libertà personali che si traducono nella libertà di violarne altre. Dunque, i veri violenti, quelli che sono abili a sfruttare la non regolamentazione per far valere i propri diritti/libertà di più di quella del loro prossimo sono in regola, mentre quelli che non riescono a contenere la prepotenza di questi sono sanzionabili. La legge punisce chi non contiene la legittima prepotenza altrui. Spesso e volentieri i poveretti che si trovano in queste condizioni vengono manipolati ed usati da altri, di solito dai peggiori.

Citazione:
... non si fanno leggi per ogni cosa semplicemente perché:
* non sarebbero gestibili, il mondo è vario
* non sarebbero applicabili
* non otterrebbero lo scopo voluto...

Questo non è affatto in questione. Io ho forse parlato di fare leggi per ogni cosa?
Se c'è un ambito controverso, sensibile, bisognerà pure buttarci un occhio, altrimenti cadiamo in una negligenza pericolosa.
Per il resto, il problema è "solo" che le leggi vengono fatte male. La soluzione è cercare di farle meglio. Che poi, con la gente che arriva in parlamento, questo sia utopico è un'altra questione.
Chi ha sviluppato un problema nevrotico con le regole in quanto regole, è portato facilmente ad idealizzare la loro assenza, o riduzione all'osso, ma:
La libertà non è l'assenza di regole da osservare, bensì il prodotto di regole studiate bene.

Citazione:
... Ti cito il proibizionismo che ottenne l'aumento esponenziale dell'alcool
clandestino giusto come esempio.

Appunto, questo è solo un esempio storico di legge studiata male.

Citazione:
... E si, in un passato abbastanza lontano mostrare in certi casi il proprio corpo
non era nulla di anomalo, nell'antica Grecia ...

Perchè mai andare tanto lontano? Ed il nudismo di oggi? Sia quello parziale che quello integrale. Mica sono banditi! Si solleva solo una questione di appropriatezza di contesto allo scopo di tener conto dei molti che non sono nudisti (almeno non interessati a vivere il nudismo in quel contesto) e che sarebbe ingiusto non considerare.
Se ci sono regole fatte male, come già detto, significa che bisogna ragionarci sopra serenamente inter-parti e soprattutto ex-parti per migliorarle.
Nulla vieta, mi pare, ad una associazione di nudisti di farsi persino una città dedicata, dove la eventuale presenza di abbigliati resta a loro discrezione. La difficoltà, suppongo, sarà più che altro di carattere prtico. Perchè i nudisti interessati ad un nudismo stabile invece che occasionale, forse, scarseggiano di massa critica per un progetto del genere.

In ogni caso, regole auree non ne esistono, il mondo non può essere cambiato e ci saranno sempre un sacco di problemi da affrontare.
Quello che possiamo fare è solo:
1. Accettarlo com'è. Perchè non ce n'è un altro.
2. Imparare a capirlo.
3. Imparare a viverci.
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