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D'Alema: il partito fa il partito, la banca la banca
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Autore Messaggio
paolodegregorio
Dio minore
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Registrato: 13/07/07 12:00
Messaggi: 979

MessaggioInviato: 25 Gen 2013 13:29    Oggetto: D'Alema: il partito fa il partito, la banca la banca Rispondi citando

- D’Alema: il partito fa il partito, la banca la banca -
di Paolo De Gregorio, 25 gennaio 2013

Con questa perentoria affermazione, studiata come spot televisivo, il vero segretario del PD, Massimo D’Alema, offre la sua faccia di bronzo per minimizzare e limitare i danni a proposito delle operazioni spregiudicate fatte dai dirigenti del Monte dei Paschi di Siena, che, come tutti sanno, è una banca in cui siedono persone di fiducia del PD al corrente di ogni operazione, dove l’intreccio tra politica, finanza e affari è una realtà indissolubile, tanto che, casualmente, sono arrivati nel bilancio del PD senese 638mila euro dal predetto istituto,

Il conclamato abbraccio con la politica, malgrado le indecenti smentite, sembra non portare fortuna alle banche, come ci ricorda la vicenda Consorte-Unipol-BNL, esempio lampante di come il partito (PD) non fa solo il partito e con la scalata alla BNL c’entrava, eccome, vicenda poi finita in Tribunale, con il fallimento dell’obiettivo e la BNL finita alla francese Paribas.
Se il PD facesse solo il partito sarebbe un bene per tutti. Si dovrebbe occupare della realtà del territorio e, per avere il diritto di definirsi di sinistra, pensare in primo luogo ai disoccupati, al dramma dell’inquinamento ambientale, alla gestione dei rifiuti, al dissesto idrogeologico del territorio, a votare contro l’acquisto di bombardieri e sommergibili, e lasciare le banche a fare le porcherie che normalmente fanno.

E’ insopportabile che i politici continuino ad insultare gli elettori mentendo spudoratamente su tutto: Berlusconi, al solo scopo di ritagliarsi il ruolo di capo della destra, si inventa che l’Italia è minacciata da una sinistra comunista giustizialista e manettara, che mette solo tasse e vuole la patrimoniale. B prende per il culo i suoi elettori, perchè quello di Bersani è un partito di centro che, durante il governo Monti, ha votato insieme al PDL tutti i provvedimenti antipopolari. Partito che è pronto, dopo le elezioni, ad allearsi con Monti per continuare nella stessa politica liberista e centrista.
Oggi in Italia la destra c’è, il centro pure, manca la sinistra, speriamo che gli elettori del PD se ne accorgano e provvedano a cambiare voto.
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paolodegregorio
Dio minore
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Messaggi: 979

MessaggioInviato: 27 Gen 2013 16:58    Oggetto: Rispondi

- Bersani: se ci accusate vi sbraniamo -
di Paolo De Gregorio, 27 gennaio 2013

Questa ultima uscita del segretario di D’Alema ci rivela un finto agnello che si fa lupo. Mutazione inquietante di chi ha costruito un personaggio, per abbindolare l’elettorato moderato e cattolico di centro, dialogante e rassicurante, che ridiventa il rancoroso e violento Peppone emiliano che sbotta dopo avere per anni cercato di nascondere la sua vera indole e natura.
Comunque diamo un consiglio a Bersani: si affili per bene artigli e denti, perché le accuse piovono da tutte le parti, sono argomentate e circostanziate, e stanno indagando le Procure di Siena e Milano sul malloppo costituito dal plusvalore pagato nominalmente al Banco Santander per acquisire al Monte dei Paschi la Banca Antonveneta.
E non dovrebbe andare bene nemmeno a Monti che si è affrettato ad elargire 3,8 miliardi di Monti Bond senza preoccuparsi di scoprire il marcio dietro l’operazione Antonveneta.

L’intreccio tra politica e banche è da tempo dimostrato. Esso altera profondamente la nostra democrazia, il potere delle banche appare in questa fase come un super-potere capace di zittire la politica, capace di comprarla, che può essere limitato solo da un diverso ruolo della Banca d’Italia, che agisca da banca pubblica, con normali sportelli in tutta Italia, prestando soldi senza fini speculativi, creando così un forte effetto di calmiere sul mercato.
E’ il contrappeso che manca al sistema bancario italiano, tutto privato e speculativo, insieme ad un insufficiente sistema di controllo e di vigilanza su tutte le attività finanziarie.
Paolo De Gregorio
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