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Gladiator
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 05/12/10 20:32
Messaggi: 12823
Residenza: Purtroppo o per fortuna Italia

MessaggioInviato: 09 Mag 2011 18:34    Oggetto: Rispondi citando

toto200 ha scritto:
(...)
Le due frasi estratte da ragionamenti più estesi potrebbero far nascere idee che, secondo me, sono sbagliate. Provo ad estremizzare per rendere chiaro ciò che voglio dire. Nel senso che vorrei evitare di considerare l'etica, la proattività, l'attaccamento all'azienda e così via, e focalizzarmi solo sul rispetto delle regole. Che, fra parentesi, sarebbe già tanto Smile

Secondo me, ciò che nella testa di ciascuno è "il cazzeggio" sul lavoro, non è assolutamente una marachella da nascondere da parte del cazzeggiante. Perchè dico ciò?
perchè se il mio capo mi dice che entro stasera io devo avere predisposto una presentazione fatta così e così, ed io a mezzogiorno l'ho finita, io potrei benissimo andare a pranzo e passare tutto il pomeriggio a cazzeggiare (donne nude, eBay, facebook, google news, ...).

E' il mio capo che si deve sentire, eventualmente, in fallo se qualcuno mi accusa di non essere produttivo per l'azienda. Perchè dico ciò?
perchè, quando ho accettato il compito che il mio capo mi ha affidato, lui ed io abbiamo stipulato un contratto: lui (cliente) mi garantiva di essere contento se entro le 17 aveva la presentazione fatta così e così, io (fornitore) mi impegnavo a fargli avere entro le 17 una presentazione fatta così e così.

Ora, entro le 17 lui aveva la sua presentazione, quindi io ho rispettato il contratto. Le regole, i patti e gli impegni assunti sono state onorati. Non capisco che cos'altro ci sia da recriminare se io vado su facebook: consumo i tasti del PC?

Se il mio capo invece avesse stipulato un patto con il suo cliente (il suo capo) nel quale si è impegnato a far fare a me tutto quello che posso fare (di utile per l'azienda, compatibilmente con i miei diritti) nelle 8 ore che io sono in azienda è lui che non ha rispettato i patti. Non io!!!

Se il mio capo mi dicesse: quando hai finito vieni da me che dobbiamo fare altro sarebbe un altro conto (ma in questo caso il contratto è diverso), altrimenti spero che non passi l'idea "tutti quelli che vanno su facebook al lavoro sono in fallo, stanno rubando lo stipendio, sono da punire".

Vorrei tentare di slegare l'idea del cazzeggio dall'idea del dipendente che ruba lo stipendio. E lo trasformerei in questo secondo assunto: "se uno non rispetta il contratto che lo impegna nei confronti del suo capo deve renderne conto".

Ma il cazzeggio (come ognuno di noi ce l'ha in testa) e la colpa dell'attore dello stesso non hanno semplicemente relazione.

Sto estremizzando, ovviamente. Nel senso che non esiste solo il bianco ed il nero. Ma estremizzando è più semplice capire di che si sta parlando.

Scendo dal pulpito Smile

In base alla mia esperienza lavorativa, che peraltro si avvicina molto ai trent'anni, francamente condivido assai poco le tue considerazioni.
Mi spiego meglio.

Qualche volto mi capita, ma non è la norma nel mio lavoro, che mi venga richiesto di terminare un dato lavoro entro una scadenza concordata, normalmente la richiesta è di consegnare il lavoro in un quinto del tempo necessario a farlo e, dopo abbondanti patteggiamenti, ci si accorda per la metà del tempo necessario e ci provo, il più delle volte ci vado vicino ma il tempo per il cazzeggio non mi rimane.

Nella maggior parte del mio tempo lavorativo mi dedico a progetti vari a lunga scadenza e a attività ordinario di vario tipo, tutte queste attività se ben svolte occupano interamente la mia giornata e ne avanza regolarmente per il giorno dopo - di lavoro e non di tempo - da sommare alle nuove attività ordinarie che si aggiungeranno.
Per fare un breve riassunto in una giornata lavorativa di 10 ore medie ho lavoro per, mediamente , 11 ore circa per cui, ribadisco, tempo di cazzeggio non me ne rimane, se non 5 minuti per un rapido sguardo alla mia mail personale durante la pausa pranzo.

Personalmente non credo di essere così scarso nella rapidità ed efficacia nello svolgere i compiti affidatimi, semmai ho potuto notare che, siccome sono ritenuto in gamba, il lavoro viene affidato a me piuttosto che ad un altro più lento o meno efficace.

Quindi, premesso che comprendo la tua necessità di estremizzare per ragioni di migliore comprensione, ma ritornando al mondo reale, delle due l'una o il capo di queste persone, come pure quelli di altri che si possono permettere cazzeggiamenti analoghi, sono dei completi sprovveduti e quindi hai ragione tu o peggio ancora sono conniventi, oppure, come invece credo io, questi dipendenti che occupano il loro tempo in attività non consone e non previste dal loro lavoro sottragono tempo ai compiti assegnati e pagati dal datore di lavoro.
Inoltre essendo così inefficaci determinano, in base alla mia esperienza riportata sopra, un sovraccarico degli elementi più affidabili della struttura provocando una inefficacia più spinta del servizio.

In definitiva sono sempre convinto che questi atteggiamenti debbano essere vigilati e opportunamente sanzionati.

Ovviamente questa è la mia opinione personale che, come ho detto, ho maturato in anni di lavore e in molte aziende diverse - tutte operanti nel settore privato (anche multinazionali), con varie sfumature ma sostanzialmente in modo simile.

Ora scendo dal pulpito anch'io. Smile

Ciao.
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toto200
Dio minore
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Registrato: 28/11/05 16:43
Messaggi: 664
Residenza: europa

MessaggioInviato: 10 Mag 2011 11:17    Oggetto: Rispondi citando

Gladiator ha scritto:
normalmente la richiesta è di consegnare il lavoro in un quinto del tempo necessario a farlo e, dopo abbondanti patteggiamenti, ci si accorda per la metà del tempo necessario

Concordo che:
1. questa sia la norma nella catena cliente-fornitore interna all'azienda;
2. sia la norma anche nei confronti del cliente esterno;
3. che il contratto venga stipulato senza il minimo riesame (verifica sia della presenza di requisiti necessari quantomeno al collaudo, sia della capacità del fornitore a soddisfarli) da parte del fornitore;
4. quando la scadenza si avvicina e tutti si rendono conto che (parte dei) requisiti non possono essere soddisfatti, oltre ad impoverire il prodotto decidendo che alcuni dei requisiti non saranno consegnati, le fasi operative di realizzazione dei superstiti vengono compresse ogni limite e quelle di verifica vengono sacrificate. A scapito della qualità attesa. E quindi della soddisfazione del cliente.

Anche alla luce di questi problemi, che si presentano puntualmente, la prassi è quella che tu hai riportato. Concordo.
E rari sono i capi che insegnano ai propri riporti ad evitare questi problemi misurando, stipulando contratti realistici, a non tirarsi giù le braghe nei confronti del cliente (interno od esterno che sia), cioè facendo tutto il possibile per cercare di fare contento il cliente attraverso la strada più semplice ed efficace: patti chiari, amicizia lunga.
La norma è che tutti sono manager, tutti hanno intuito, tutti conoscono la scorciatoia per arrivare al dunque, tutti sono convinti che quello che dicono loro è giusto perchè lo dicono loro. Gli altri non sono persone, ma solo scalini su cui salire per fare carriera.

Gladiator ha scritto:
il tempo per il cazzeggio non mi rimane.

Concordo anche su questo punto

Gladiator ha scritto:
Nella maggior parte del mio tempo lavorativo mi dedico a progetti vari a lunga scadenza e a attività ordinario di vario tipo, tutte queste attività se ben svolte occupano interamente la mia giornata e ne avanza regolarmente per il giorno dopo - di lavoro e non di tempo - da sommare alle nuove attività ordinarie che si aggiungeranno.
Per fare un breve riassunto in una giornata lavorativa di 10 ore medie ho lavoro per, mediamente , 11 ore circa per cui, ribadisco, tempo di cazzeggio non me ne rimane, se non 5 minuti per un rapido sguardo alla mia mail personale durante la pausa pranzo.

Non faccio fatica a crederti.

Gladiator ha scritto:
Personalmente non credo di essere così scarso nella rapidità ed efficacia nello svolgere i compiti affidatimi, semmai ho potuto notare che, siccome sono ritenuto in gamba, il lavoro viene affidato a me piuttosto che ad un altro più lento o meno efficace.

E questa è una gratificazione non da poco. In questo caso il cazzeggio degli altri ti assicura il lavoro, quindi dal letame nasce un fiore Smile

Gladiator ha scritto:
Quindi, premesso che comprendo la tua necessità di estremizzare per ragioni di migliore comprensione, ma ritornando al mondo reale, delle due l'una o il capo di queste persone, come pure quelli di altri che si possono permettere cazzeggiamenti analoghi, sono dei completi sprovveduti e quindi hai ragione tu

Semplicemente non hanno capito quali sono le cose che si chiedono ad un capo. Credono che il loro mestiere si esaurisca nel far filtrare ai loro riporti, senza aggiungere valore, ciò che il loro capo chiede ad essi. Sono semplicemente dei passacarte: valore aggiunto zero!
Non hanno capito che, compito principale di un capo, è insegnare a lavorare avendo in testa la soddisfazione del cliente. Ma, non avendo capacità, non possono insegnare niente.

Gladiator ha scritto:
oppure, come invece credo io, questi dipendenti che occupano il loro tempo in attività non consone e non previste dal loro lavoro sottragono tempo ai compiti assegnati e pagati dal datore di lavoro.

E vedi che sei addirittura arrivato a scriverlo, seppur senza volerlo, anche tu. Tra i dipendenti ed il datore di lavoro (che citi) c'è un capo (che dimentichi). Ed è questo capo che non sta facendo il suo mestiere di regolatore, che è inutile (e quindi dannoso). E' questo capo che non sta insegnando il mestiere, che non sta allineando la sua struttura sul cliente, che non controlla quello che succede, che se ne sbatte di ciò perchè solo lui ha capito che cos'è importante, che non fa crescere le proprie risorse attraverso il lavoro, l'orgoglio di partecipare ad un progetto che farà contenta della gente, la soddisfazione di essere utili a qualcun altro. E questo è il solo motivo per cui lui è lì ed è pagato più dei suoi riporti. E lui se ne fotte di tutti gli altri: clienti, capi e riporti. Per adoperare il tuo termine: cazzeggia.

Allora, se l'ultima foglia dell'organigramma cazzeggia (provocando un danno pari a 1), la colpa del cazzeggio del suo capo quanto volte 1 vale? 5? 10? 100?

Se io dico "i giudici sono dei bastardi" io faccio un danno alla società pari ad 1. Se lo dice un'istituzione (che, nella società, è uno dei miei capi) che mi deve insegnare con l'esempio il rispetto verso le istituzioni, che danno fa? quante volte 1 vale il danno che fa? quale delle due IDENTICHE affermazioni provoca più danno, e quindi è più grave?
Questo è più chiaro? è la stessa cosa ...

Quindi, se punisco il dipendente che cazzeggia (dato che gli ordini li prende dal suo capo, dovrebbe però essere il suo capo che si muove in tal senso. Non tu. Tu hai diritto, se sei - con rispetto - un camallo, solo al mugugno), il suo capo - che provoca più danno - dovrebbe essere punito più severamente. Possiamo parlarne ...

Gladiator ha scritto:
Inoltre essendo così inefficaci determinano, in base alla mia esperienza riportata sopra, un sovraccarico degli elementi più affidabili della struttura provocando una inefficacia più spinta del servizio.

Certo. Perchè tu devi lavorare per bilanciare i costi della struttura (affitto, gas, luce, acqua, telefono), del tuo salario, della quota parte del salario del dipendente mentre cazzeggia, e dell'intero salario del suo capo (e del capo del suo capo, e del capo ...) che cazzeggiano. E non capisco perchè te la prendi, innanzitutto e solamente, con quello che ha una colpa minima. Il pesce puzza dalla testa ...

Gladiator ha scritto:
In definitiva sono sempre convinto che questi atteggiamenti debbano essere vigilati e opportunamente sanzionati.

Anch'io: quelli dei capi, beninteso Smile

Gladiator ha scritto:
Ovviamente questa è la mia opinione personale che, come ho detto, ho maturato in anni di lavore e in molte aziende diverse - tutte operanti nel settore privato (anche multinazionali), con varie sfumature ma sostanzialmente in modo simile.

Non ho dubbi che sia la norma in molti ambienti lavorativi. Ma ciò non significa che sia il modo migliore di agire: un delitto non viene giustificato dal suo perpetrarsi.
Senza contare che abbiamo anche buoni esempi. Adriano Olivetti, tanto per andare sempre sul trito e ritrito, ha tirato su un'azienda invidiabile sotto questo punto di vista. Ma non voglio aprire un tema nuovo Smile
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madvero
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MessaggioInviato: 10 Mag 2011 23:50    Oggetto: Rispondi

io son più del parere di toto: il mansionario rispettato giustifica un po' di sano relax, che si tratti di un caffè e una sigaretta come della sgooglazzata momentanea.

a che ci sono, esplico meglio il mio concetto di cazzeggio:
Citazione:
avere una settimana di tempo per svolgere un lavoro che richiede due giorni massimo ivi incluse eventuali revisioni. passare una settimana in rete senza manco provare a capire quale sia il lavoro a cui dedicarsi, e a scadenza scaduta lamentarsi perchè si ha troppo da fare.


faccio un esempio pratico.
vado in posta: devo spedire una raccomandata e spedire due bollettini.
mi fanno comunque prendere due bigliettini.
ho 62 persone davanti.
il tabellone dei numeri non scatta, e le impiegate chiacchierano allegramente del più e del meno per cinque minuti buoni.
finchè non mi avvicino e bestemmio.
e giustamente loro mi fanno fare, per vendetta, la fila doppia.

quoto comunque il discorso che il mansionario pro capite, di questi tempi, richiederebbe 26 ore lavorative quotidiane per rispettare le scadenze.
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