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tu quoque, Vendola!
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Autore Messaggio
paolodegregorio
Dio minore
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Registrato: 13/07/07 12:00
Messaggi: 979

MessaggioInviato: 30 Apr 2010 16:04    Oggetto: tu quoque, Vendola! Rispondi citando

- tu quoque, Vendola! -
di Paolo De Gregorio, 30 aprile 2010

Il governatore della Puglia, alternativissimo, dall’eloquio retorico ed ottocentesco, che parla di “nuovo vocabolario per la politica” e di “una nuova narrazione del sociale”, anche se alla fine dei suoi discorsi ci si ritrova con un po’ di mal di testa, non esce, nemmeno lui, dall’angusto recinto in cui è confinata la sinistra istituzionale e in fondo auspica anche lui una ripresa economica di cui non suggerisce un protagonista diverso dal capitalismo.
Gli operai al nord votano Lega perché leghisti sono i padroni, leghisti vi sono nelle banche, e se tu non proponi un modo alternativo di produrre è meglio che questo sistema continui con il potere politico da affiancare a quello dei padroni e delle banche.

Il passo in più, oltre, che Vendola non fa, è quello di promuovere, nel quadro del suo piano (giustissimo) di solarizzazione della regione, anche un nuovo modo di produrre, che non contempli i vecchi appalti e subappalti, che vanno sempre a finire in mani poco pulite, stabilendo (ad es. del fotovoltaico) che tutta la filiera, dalla produzione dei pannelli fino alla loro installazione, sia affidata a cooperative sociali da costituire sul territorio, che assorbano i disoccupati, e questi ultimi vengano inviati per le specializzazioni, ad esempio a Bolzano, dove sono all’avanguardia in questa materia.
Questo significa incrinare l’egemonia capitalista, se l’ente locale e i lavoratori si parlano, fanno progetti, acquisiscono competenze, sono seri, arrivano alla fiducia e alla efficienza, senza padroni, è qui il nuovo, ma Vendola non si spinge fin qui.

Eppure la cosa è di una chiarezza cristallina, se tu “sinistra” (per ora sparita) hai rinunciato alla rivoluzione, accetti il gioco (oggi teatrino) democratico, l’unico contropotere che puoi avere è quello di sostituire il lavoro salariato con iniziative di feroce concorrenza, di tipo cooperativo, che sottraggano quanto più mercato possibile.
Se la Lega delle Coop, invece di abbandonare il progetto dei suoi padri fondatori, avesse continuato sul territorio, con l’aiuto delle sue finanziarie, a strappare pezzi di economia alla gestione capitalista, soprattutto con milioni di piccole e medie aziende, invece di fare ipermercati e giochi di potere, ci ritroveremmo non con la cultura leghista, ma con l’orgoglio di avere una parte consistente della classe operaia pensante, che partecipa, che non teme il licenziamento, che autogestisce il proprio futuro, che fa funzionare il cervello, invece di obbedire e accettare ambienti di lavoro rischiosi, per il profitto di pochi.

La estremizzazione di questa teoria può facilmente essere portata sul terreno della concretezza,basta pensare al lavoro salariato dei padroni degli aranceti di Rosarno, che godono di una immigrazione di schiavi lasciandoli in condizioni subumane, le loro logiche sono chiare. Altrettanto chiare sono le cooperative di Don Ciotti, che dai terreni sequestrati ai mafiosi producono il ben di dio, collaborando tra loro, senza padroni, vendendo direttamente ciò che producono.

Caro Vendola, la nuova cultura di cui abbiamo bisogno non viene dai libri, ma da una società che non è più divisa tra chi comanda e chi obbedisce, dove le persone incominciano a praticare quella virtù, oggi quasi sconosciuta, di collaborare tra di loro, di sostenersi a vicenda, di godere della sicurezza del posto di lavoro e di serenità, di potersi dividere i frutti economici del proprio lavoro senza mantenere parassiti o caporali.
Qualunque strategia di una nuova sinistra che prescinda dal rifiuto della schiavitù del lavoro salariato non avrà futuro.
Paolo De Gregorio
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paolodegregorio
Dio minore
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Registrato: 13/07/07 12:00
Messaggi: 979

MessaggioInviato: 08 Ago 2010 17:11    Oggetto: Rispondi citando

- la Chiesa non fa politica -
di Paolo De Gregorio, 8 agosto 2010

Il vescovo di Otranto (Puglia) apre la sua personale campagna elettorale contro la possibile emersione politica del personaggio Nichi Vendola, dichiarando urbi et orbi: “non darei la comunione a Vendola perché ostenta la sua condizione perversa e malata di omosessuale praticante”.
L’arzillo prelato deve conoscere bene gli omosessuali, visto che nella sua vita ecclesiastica ne avrà certamente incontrati molti, ma è talmente ignorante da scambiarli per i pedofili (anche essi molto numerosi fra i preti), quelli sì personaggi perversi e malati.
Nella omosessualità non vi è nulla di perverso, è una condizione naturale che si manifesta nelle persone, con origini ormonali o psicologiche, in età molto precoce. Non è dunque il punto di arrivo di una vita viziosa o dissoluta, ma una indole che andrebbe tranquillamente accettata e non repressa in alcun modo.

E’ perversa e malata invece la pedofilia, che viene praticata da soggetti adulti e, nel caso dei preti, è diffusa in quanto sono dei soggetti sessuofobici, a cui viene a mancare una sessualità naturale, a causa di quelle sadiche regole del celibato e della castità, e la cui emersione nella Chiesa è nascosta e coperta da una omertà simile a quella mafiosa.
Da che pulpito viene la predica! Un ignorante sessuofobico che milita in una organizzazione piena di perversi veri, fa la morale al laico governatore della Puglia, parlando al basso ventre di quel popolo becero e ignorante, che la Chiesa controlla, e a cui sta chiedendo di non votarlo in nessun caso.

Anche se le elezioni non sono dietro l’angolo, il vescovo si porta avanti col lavoro, per cui è lautamente ricompensato dalle classi dominanti, con quell’8 per mille, che è un regalo che vale un miliardo di euro l’anno per il Vaticano, soldi sottratti ai servizi per i cittadini.
La Chiesa fa politica, lo fa in modo subdolo e sporco, e il suo peso è decisivo per far vincere le elezioni alle destre.
E’ una anomalia tutta italiana, della nostra democrazia, e il suo potere si fonda sul denaro pubblico e sulla grassa ignoranza in cui mantiene le sue pecorelle, insegnando loro che l’omosessualità è una malattia.

Caro Vincenzo Franco, vescovo emerito di Otranto, come è che ti sei dimenticato di dire due paroline di critica al governo del cattolico Berlusconi, che ha votato contro la messa al bando delle “cluster bombs”, quegli ordigni a frammentazione che, disseminando mine colorate, per anni uccidono e mutilano soprattutto bambini??
Te lo dico io il perché, perché non hai etica, sei un ignorante politicante al soldo di chi ha denaro e potere.
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Ermengarda Categna
Dio maturo
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MessaggioInviato: 08 Ago 2010 22:29    Oggetto: Rispondi

Mi permetto di dissentire su un punto. Gli operai del nord non votano lega per un ragionamento razionale come quello esposto qui sopra. Purtroppo, in buona parte votano lega perché il messaggio più diffuso e più immediatamente recepibile parla di tasse del nord che restano al nord, di mantenimento delle tradizioni culturali locali contrapposte alle nuove ondate di immigrati, quelli che "non sono come noi" [si notino, per favore, le virgolette. Riferisco ma NON condivido], pretendono di fare come se fossero a casa loro, non ci fanno fare l'albero di natale (e naturalmente non vogliono il Crocefisso in classe: non é solo un sentimento islamico, ma comunque é er definizione una loro esigenza).

In sintesi, la lega ha sdoganato i sentimenti meno nobili di intere fasce di popolazione che, diversamente, dovrebbe vergognarsi se ci fanno schifo i... [al posto dei puntini, inserire la minoranza che si preferisce; tanto uno che non voglia selettivamente proprio quella lo troviamo], che non vuole che i soldi delle sue tasse vadano a Roma (ladrona) o al sud, che gli immigrati ci rubano il lavoro e ci passano davanti in graduatoria, o ci hanno gli aiuti (dura da mandare giù, se si é disoccupati o parenti di disoccupati e un nordafricano piuttosto che slavo o orientale ci passa davanti e ottiene un lavoro: e siamo in tempi di crisi e coperte corte). Ora, grazie alla sapiente politica della lega, si é autorizzati a provare ed esprimere, anche materilmente se se ne ha l'occaione, questi sentimenti senza doversi né scusare, né sentire in alcun modo in colpa per que che di razzista e meschino che c'é in chi distingue tra i miei e gli altri e fa questioni sulla solidarietà
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