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L'Europa contro il Cavaliere...
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bdoriano
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MessaggioInviato: 02 Set 2009 14:55    Oggetto: L'Europa contro il Cavaliere... Rispondi

Repubblica.it ha scritto:

I socialisti pressano Barroso, a caccia di consensi per la riconferma
Schulz ha intimato al leader della Unione di "reagire immediatamente e in prima persona"

"Un attacco al cuore dell'Europa"
l'ira di Bruxelles contro il Cavaliere


Un veto italiano potrebbe affossare il presidente uscente della Commissione Ue
dal nostro inviato ANDREA BONANNI

BRUXELLES - Credevano di esserci ormai abituati, in Europa, alle sparate di Berlusconi. E credevano anche che il fenomeno, per quanto sgradevole, potesse essere controllato e contenuto. E' dai tempi in cui, inaugurando la presidenza italiana dell'Unione, diede del "kapò" all'eurodeputato socialista tedesco Martin Schulz e dei "turisti della democrazia" agli altri europarlamentari, che da Bruxelles si guarda al leader della destra italiana con condiscendente disprezzo. E' dai tempi delle barzellette scollacciate sciorinate durante i vertici europei, delle battute fuori luogo come quella sulla presidentessa finlandese, delle corna in occasione della foto di famiglia: un maleducato, certo, ma tutto sommato inoffensivo nella sua volgare esuberanza.

Da ieri, però, anche l'Europa sta cominciando a ricredersi. E a intravedere quanto sia forte la carica eversiva che si nasconde dietro questi modi da avanspettacolo. Nessuno, in oltre mezzo secolo di vita dell'Unione, si era mai spinto a minacciare pubblicamente di bloccare il funzionamento delle istituzioni pur di togliere ai commissari europei il diritto di esprimersi sulle materie di loro competenza e, se del caso, di criticare i governi.

Berlusconi lo ha fatto, scambiando evidentemente la Commissione per uno dei tanti giornali che vorrebbe zittire a colpi di querele. Certo, nella storia europea si sono avute minacce di veto e anche lunghi periodi di paralisi dovuti ai "niet" di questo o quel governo. De Gaulle, con la politica della "sedia vuota", bloccò per mesi la macchina europea. Ma lo fece su una controversa questione di principio per difendere il diritto di veto della Francia.

Nessuno, finora, aveva mai evocato la minaccia di far saltare il tavolo comunitario pur di zittire le possibili critiche di Bruxelles al suo governo. "Nessun capo di governo aveva mai avuto la faccia tosta di chiedere pubblicamente le dimissioni di un commissario, anche perché non ha il potere di ottenerle. Tutta la costruzione europea si basa sull'indipendenza della Commissione dai governi nazionali. Un attacco all'autonomia della Commissione è un attacco al cuore stesso dell'Europa: credo che il premier italiano abbia scelto con cura il proprio bersaglio", osserva Martin Schulz, che dopo gli insulti ricevuti da Berlusconi (e magari anche grazie ad essi) è stato eletto a capo del gruppo socialista al Parlamento Europeo.

Di certo, la sortita del presidente del Consiglio è meno improvvisata di quanto le circostanze possano far pensare. Non è un caso che, anche se apparentemente innescata dalle dichiarazioni di Bruxelles sulla questione immigrazione, arrivi poche ore dopo che il portavoce di Barroso, interrogato sulle querele di Berlusconi contro i giornali europei, aveva ribadito quanto la Commissione tenesse alla libertà di espressione, "valore fondamentale dell'Unione". E non è certo un caso che l'attacco si manifesti in un momento in cui la Commissione è particolarmente debole e vulnerabile. Il suo presidente, Manuel Barroso, deve essere riconfermato dai governi e dal Parlamento europeo: un veto italiano potrebbe affossarlo. Berlusconi si è già vantato pubblicamente di averlo fatto eleggere la prima volta. Ora evidentemente vuole di nuovo umiliarlo di fronte a tutta l'opinione pubblica europea approfittando della scadenza del suo mandato.

Quella che si presenta adesso al presidente della Commissione è in effetti una "alternativa del diavolo". Se risponde a questo attacco senza precedenti contro l'indipendenza della Commissione, Barroso rischia la poltrona. Se tace, fa la figura del lacché di un governo screditato agli occhi di tutta l'Unione. E' per questo che i socialisti, sempre per bocca di Schulz, gli hanno intimato di "reagire immediatamente e in prima persona a questo inaudito attacco contro le istituzioni europee".

Le prime dichiarazioni del suo portavoce, Leitenberger, non sembrano però orientate in questo senso. Un anno fa, di fronte ad una ennesima sparata di Berlusconi, che già allora se la prendeva contro "le esternazioni" dei commissari, Barroso aveva risposto con durezza: "Siamo una istituzione indipendente, non il segretariato degli stati membri". Ma allora non doveva preoccuparsi della riconferma. Oggi è più vulnerabile. E Berlusconi ne approfitta.

In effetti, la rabbia del leader della destra italiana contro l'Europa, la sua indipendenza e le sue regole, non è nuova. Un anno fa aveva annunciato la sua volontà di "dare un drizzone" alle istituzioni. E ancora prima dell'estate era tornato più di una volta sull'argomento, pronosticando che "la nuova Commissione Ue non dovrà consentire ai singoli commissari di fare dichiarazioni pubbliche su quelle che sono le relazioni che devono avere con i governi".
Il livore che il presidente del Consiglio dimostra nei confronti dei commissari europei ricorda molto quello di cui fa sfoggio da tempo contro i magistrati italiani. Qualsiasi potere indipendente che sfugga al controllo della politica intesa come "dittatura della maggioranza" costituisce per Berlusconi un ostacolo insopportabile. E l'Europa, con le sue regole e i suoi principi, pone oggettivamente un limite al suo potere in Italia: una cosa che Berlusconi non sembra ormai disposto a tollerare.

Quella vecchia volpe di Silvio...
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