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pro-memoria nucleare
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paolodegregorio
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MessaggioInviato: 27 Giu 2008 13:19    Oggetto: pro-memoria nucleare Rispondi citando

- pro-memoria nucleare ?
a cura di Paolo De Gregorio, 25 giugno 2008

- 439 sono i reattori nucleari funzionanti nel mondo (104 USA, 59 Francia, 55 Giappone, 31 Russia)
- questa produzione copre il 6,4% di tutta la energia prodotta nel mondo, e il 15% dell?energia elettrica mondiale
- il fotovoltaico copre il 6,4 della produzione globale di elettricità (fonte European Photovoltaic Industry Association), cresce del 40% annuo
- nel 2006 l?eolico copriva l?1% della produzione globale, cresce del 25% annuo
- dal 1978 negli Usa e dal 1991 in Francia non sono state più costruite nuove centrali nucleari
- secondo AIEA (agenzia internazionale energia atomica) le riserve di uranio sono di 4,7 milioni di tonnellate e si trovano in Australia (28%), Kazakistan (18%) e Canada (12%)
- l?uranio andrà in esaurimento a consumo attuale, nel 2055, con nuove centrali molto prima. Il costo dal 2005 al 2008 si è quadruplicato (da 20 a 85 dollari)
- problema irrisolto: lo stoccaggio delle scorie. Solo gli USA hanno realizzato una soluzione, ma soltanto per lo stoccaggio delle scorie di 2° grado, mentre resta incerto il destino delle scorie di 3° grado (ad alta radioattività), che restano accantonate all?interno delle centrali
- nessuna persona onesta è in grado di definire il costo del kilowattora nucleare, perché al prezzo di costruzione della centrale, quelle di ultima generazione costano 4/5miliardi di dollari (fonte Rubbia), si deve aggiungere, dopo circa 40 anni di esercizio, il costo dello smantellamento e lo stoccaggio delle scorie, processo che costa più della costruzione della centrale nuova, a cui si deve aggiungere il costo della sorveglianza dei siti di stoccaggio per centinaia di anni
- per costruire la centrale Usa di Maine Yankee negli anni 60 sono stati spesi 231 milioni di dollari, recentemente ha finito il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati stanziati 635milioni di dollari (Ecoage.com)
- in Italia la cosa si complica. Nel 2006 (19 anni dopo la chiusura di tutte le centrali nucleari per il referendum) l?effettivo smantellamento aveva interessato solo il 6% delle strutture, mentre la maggior parte delle spese (che paghiamo noi in bolletta elettrica) è stata dedicata a mantenere in sicurezza l?esistente. La stima più recente, contenuta nel piano industriale della Sogin (la società costituita per risolvere il problema nucleare) è di circa 4,3 miliardi di Euro, la data di fine bonifica sarebbe il 2024, se nel frattempo fosse operativo il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi (che si tentò di fare a Scanzano, in Basilicata, ma fu bocciato dalla insurrezione popolare).
Per fermare per sempre il nucleare, basterebbe chiedere che i lavori iniziassero appena demolite le vecchie centrali e messe in sicurezza le scorie radioattive, anche perché, senza terminare questa operazione non si può stabilire con esattezza quanto ci costa un kilowatt creato col nucleare
- gli impegni internazionali presi dall?Italia di ridurre le emissioni dei gas-serra prevedono pesanti sanzioni se questi impegni non verranno onorati. Il fotovoltaico e il solare termodinamico hanno brevi tempi di realizzazione, mentre il lungo ciclo di costruzione del nucleare (15 anni) farebbe aumentare le spese per le multe che andrebbero conteggiate nel costo della scelta nucleare.

Qualche riflessione etica. E? immorale fare la scelta nucleare considerando che si lascia alla TERRA una eredità di inquinamento molto pericoloso per decine di migliaia di anni e che il ciclo del nucleare civile serve anche a quello militare e quindi questa tecnologia, se adottata massicciamente, aumenta i pericoli di proliferazione di armi atomiche.
E? stupido fare centrali costosissime che dipendono dall?uranio, che è in esaurimento, controllato da pochi, e significa passare dalla dipendenza dal petrolio a quella dall?uranio, mentre il sole è democratico e gratis e brilla su tutti gli uomini.
Nel deserto del Nevada è stato realizzato un impianto solare termodinamico del costo di 200 milioni di dollari, 64 megawatt di potenza, realizzato in 18 mesi. Questo tipo di centrali è realizzabile in quasi ogni parte del mondo, decentra la produzione di energia, porta lavoro e l?energia diffusamente sul territorio, non produce scorie e non ci sono pericoli per incidenti. E? in grado di produrre tutta l?energia di cui un paese ha bisogno, basta scegliere di finanziarle e costruirle.
Ma la caratteristica più importante della scelta solare è quella della microgenerazione diffusa sul territorio, dai tetti dei capannoni industriali a quelli delle case, alla costruzione di centrali termodinamiche non gigantesche legate e utili al territorio cittadino, senza monopoli né multinazionali a dettare legge sui prezzi, come accadrebbe sicuramente con il nucleare. Molto positiva è la scelta dell?ATM di Milano di alimentare la linea 1 della metropolitana con pannelli fotovoltaici installati sui tetti del deposito di Precotto.
La lobby del nucleare è legata agli Usa, che probabilmente ci venderebbero i reattori Westinghuose chiavi in mano, e ai paesi produttori di uranio.
Sono tali e tanti i pericoli e le assurdità del nucleare che i suoi sostenitori hanno senza altro un profilo cinico e criminale, ben sapendo che la tecnologia solare può produrre la stessa quantità di energia a parità di denaro investito (smantellamento compreso) e non lascia eredità radioattive alla nostra terra.
Paolo De Gregorio
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MessaggioInviato: 27 Giu 2008 22:07    Oggetto: Rispondi citando

Mi permetto di aggiungere che, per il caso specifico dell'Italia, il fato che buona parte del nostro territorio sia a rischio sismico non facilita certo le cose... (vedi "Siti impossibili", di Virginio Bettini, uscito al più tardi nei primissimi anni '80, forse prima ancora, tuttora valido, visto che la struttura del suolo italiano non cambierà per millenni almeno...)

NOTA: rileggendo mi sono accorta di aver scritto fato invece di fatto. Però lo lascio, in fondo ci sta bene lo stesso!
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MessaggioInviato: 28 Giu 2008 11:24    Oggetto: Rispondi citando

Paolo, come mai un nuovo post? Avevamo avviato una interessante discussione in quello precedente, peccato non continuarla! Facendo così uno che legge qui per la prima volta ha l'impressione che il tuo atteggiamento sia più di propaganda che di discussione.
Citazione:
- secondo AIEA (agenzia internazionale energia atomica) le riserve di uranio sono di 4,7 milioni di tonnellate e si trovano in Australia (28%), Kazakistan (18%) e Canada (12%)
- l?uranio andrà in esaurimento a consumo attuale, nel 2055, con nuove centrali molto prima. Il costo dal 2005 al 2008 si è quadruplicato (da 20 a 85 dollari)

Mi sono procurato il Sole 24h cartaceo che citavi nel post precedente e non c'è nulla sulle scorte di uranio. Forse era in un box laterale? (Io ho solamente il testo principale).
In ogni caso, mi ripeto: QUESTE SONO LE SCORTE ESTRAIBILI CON LA TECNOLOGIA ATTUALMENTE UTILIZZATA. Hanno DIMOSTRATO che è possibile estrarre Uranio dall'acqua di mare a un prezzo comparabile con il prezzo attuale dell'Uranio, il che rende le scorte PRATICAMENTE INESAURIBILI.
Per il prezzo (a parte che non sono dollari ma dollari per libbra): la ragione del quadruplicamento è l'aumento del petrolio, di cui l'uranio è un parziale sostituto (dico parziale perché le automobili nucleari sfortunatamente non esistono), non certo perché l'uranio scarseggia.
Citazione:
- per costruire la centrale Usa di Maine Yankee negli anni 60 sono stati spesi 231 milioni di dollari, recentemente ha finito il suo ciclo produttivo e per smantellarla sono stati stanziati 635milioni di dollari (Ecoage.com)

Ottimo esempio. La centrale nella sua storia ha prodotto in tutto 119,000 GWh. Supponendo che il costo di combustibile ed esercizio per i 25 anni sia stato pari al triplo del costo della costruzione (che è assurdo, sto esagerando ma di tanto tanto tanto, sto dicendo dicendo un numero assurdamente grande) e di non fare correzioni di tipo finanziario per il costo di smantellamento (che in realtà andrebbe diminuito nel calcolo del bilancio perché avviene svariati anni dopo che la centrale è stata attiva, ma anche qui voglio stare alto alto alto, voglio esagerare proprio), risulta un costo al MWh di 13 Euro, ossia ridicolo per la situazione odierna, ragionevolmente conveniente con i prezzi di quel periodo. Grazie per aver citato una centrale nucleare che dimostra che E' POSSIBILE calcolare il costo totale del MWh nucleare e soprattutto che CONVIENE, specialmente oggi.
Citazione:
Il fotovoltaico e il solare termodinamico hanno brevi tempi di realizzazione, mentre il lungo ciclo di costruzione del nucleare (15 anni) farebbe aumentare le spese per le multe che andrebbero conteggiate nel costo della scelta nucleare.

Impianti del genere sono degli sputacchi energetici. Poche decine di MW. Per risolvere il problema energetico ci vuole ben altro. Facciamoli, per carità, investiamoci, soprattutto nella ricerca sperabilmente, ma non basta. Senza contare che LA COSTRUZIONE DI UN PANNELLO FOTOVOLTAICO RICHIEDE UN'ENERGIA PARI A QUELLA CHE IL PANNELLO EROGHERA' NEI PRIMI 10-15 ANNI DI VITA (se tenuto bene, se no anche mooooolto di più). Quindi, negli anni che servono per fare una centrale nucleare, il contributo di un pannello fotovoltaico è negativo o nullo, quindi le multe si pagano lo stesso.
Citazione:
E? immorale fare la scelta nucleare considerando che si lascia alla TERRA una eredità di inquinamento molto pericoloso per decine di migliaia di anni e che il ciclo del nucleare civile serve anche a quello militare e quindi questa tecnologia, se adottata massicciamente, aumenta i pericoli di proliferazione di armi atomiche.

Preferisci polveri, CO2, NOx e compagnia bella in volumi miliardi di volte maggiori delle scorie?
E poi tra qualche tempo si spera che saranno pronti gli ADS, reattori che bruciano le scorie trasformandole in prodotti meno pericolosi.
Citazione:
Nel deserto del Nevada è stato realizzato un impianto solare termodinamico del costo di 200 milioni di dollari, 64 megawatt di potenza, realizzato in 18 mesi. Questo tipo di centrali è realizzabile in quasi ogni parte del mondo, decentra la produzione di energia, porta lavoro e l?energia diffusamente sul territorio, non produce scorie e non ci sono pericoli per incidenti. E? in grado di produrre tutta l?energia di cui un paese ha bisogno, basta scegliere di finanziarle e costruirle.

Altro ottimo esempio: con un costo paragonabile a quello della centrale nucleare da circa 1000 MW che tu stesso citi poche righe sopra hanno fatto un impianto che definire sputacchio energetico è generoso. 64 MW secondo te risolve il problema energetico? E' pocket money, speso per lavarsi l'immagine e abbindolare gli ambientalisti e mi sembra di capire che funziona. Senza contare che, come noto, in Italia c'è lo stesso sole del deserto del Nevada.
Citazione:
paesi produttori di uranio.

L'Italia potrebbe filtrare il mare e farselo da sé.
Citazione:
e non lascia eredità radioattive alla nostra terra.

A parte pannelli di silicio da buttare e un sacco di gente intossicata di silicosi, non lascia eredità.
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bdoriano
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MessaggioInviato: 28 Giu 2008 12:49    Oggetto: Rispondi citando

Da Wikipedia

sul silicio
Citazione:
Il silicio è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo Si e come numero atomico il 14. Un metalloide tetravalente, il Silicio è meno reattivo del suo analogo chimico, il carbonio. È il secondo elemento per abbondanza nella crosta terrestre dopo l'ossigeno, componendone il 25,7% del peso. Si trova in argilla, feldspato, granito, quarzo e sabbia, principalmente in forma di biossido di silicio, silicati e alluminosilicati (composti contenenti silicio, ossigeno e metalli). Il silicio è il componente principale di vetro, cemento, semiconduttori, ceramica e silicone.

Precauzioni
Una seria malattia dei polmoni chiamata silicosi è molto frequente tra i minatori, i tagliatori di pietre e altri lavoratori che sono impegnati in lavori dove polvere di silicio viene inalata in grandi quantità.


sull'uranio
Citazione:
L'uranio è l'elemento chimico di numero atomico 92. Il suo simbolo è U.

È un metallo bianco-argenteo, tossico e radioattivo; appartiene alla serie degli attinidi ed il suo isotopo 235U trova impiego come combustibile nei reattori nucleari e nella realizzazione di armi nucleari.

Tracce di uranio sono presenti ovunque: nelle rocce, nel suolo, nelle acque, persino negli organismi viventi.

Precauzioni
Tutti i composti e gli isotopi dell'uranio sono tossici e radioattivi ad un livello potenzialmente letale.

A dosi non letali, la tossicità chimica dell'uranio può comunque produrre danni all'organismo: inalato in genere sotto forma di ossido (altamente solubile), l'uranio si discioglie nei liquidi delle mucose polmonari, ed entra rapidamente nel sangue. Nonostante gran parte dell'uranio assorbito venga espulso con le urine, la parte che non viene eliminata si accumula nelle ossa e soprattutto nei reni; le conseguenze di questo accumulo producono effetti tipici dell'avvelenamento da metalli pesanti: dermatiti, gravi degenerazioni dei reni, necrosi delle arterie.

I danni da radiazione sono permanenti; l'uranio fissato nelle ossa e nei vari organi attraversati irraggia le cellule circostanti, con effetti particolarmente gravi sul midollo osseo. Inoltre le particelle inalate che non finiscono nel sangue possono restare nelle vie respiratorie per lungo tempo.

L'uranio non viene assorbito attraverso la pelle; le particelle alfa che emette non sono in grado di attraversare la pelle, ciò rende l'uranio esterno al corpo molto meno pericoloso di quello inalato o ingerito.

Una persona può esporsi all'uranio sia inalandone le polveri nell'aria che ingerendolo con il cibo e con l'acqua; si calcola che l'assunzione media quotidiana di uranio sia compresa tra 0,7 e 1,1 microgrammi.

Persone che vivono in aree vicine a poligoni nucleari o a miniere che ne lavorano i minerali possono essere esposte a livelli di radioattività più elevati per via della produzione di polveri sottili e radon che vengono trasportati dai venti nelle zone circostanti.

Per la stessa ragione, senza un'adeguata ventilazione i lavoratori delle miniere sono esposti ad un elevato rischio di contrarre il cancro o altre malattie polmonari. Anche le acque usate dalle miniere per il trattamento del minerale possono diventare veicolo di contaminazione per le aree vicine. Ricerche condotte nel 2005 dall'Arizona Cancer Center su sollecitazione della Nazione Navajo, in cui sono ubicate alcune miniere di uranio, hanno scoperto capacità mutagene di questo elemento, che è in grado di penetrare nel nucleo cellulare e legarsi chimicamente al DNA, alterandolo e provocando errori nella produzione delle proteine, e portare le cellule in stato precanceroso.

Gli edifici costruiti su depositi di uranio (siano essi giacimenti o depositi di scorie) rischiano una elevata esposizione al radon che da essi si libera.

L'uranio metallico, finemente suddiviso, può incendiarsi spontaneamente.
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ZapoTeX
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MessaggioInviato: 28 Giu 2008 13:25    Oggetto: Rispondi citando

Grazie mille bdoriano per le informazioni riportate in maniera oggettiva sui due materiali. Ho in mente un calcolo che vorrei fare grazie ai dati che hai postato tu. Ora sono di corsa, ma spero entro lunedì.

Ciao!
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splarz
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MessaggioInviato: 29 Giu 2008 10:55    Oggetto: Rispondi citando

guarda ZapoTex, ho cercato informazioni su quella che hai sparato più grossa di tutte:
http://aspoitalia.blogspot.com/2007/12/si-pu-estrarre-uranio-dallacqua-di-mare.html
in particolare leggere l'ultima frase:
Citazione:
In questo senso, è un segno di grande faciloneria ignorare il problema della scarsità di scorte minerali di uranio sulla base del discorso che "tanto lo possiamo estrarre dal mare".


così, per puntualizzare a caso, bruciare scorie radioattive non è proprio una genialata (tanto per cominciare, consumano energia), non ho capito cosa c'entrano il fotovoltaico o gli impianti a concentrazione solare con le polveri e quant'altro, il silicio è estratto con precauzioni migliori per la salute rispetto ai minatori di un tempo.
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Ermengarda Categna
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MessaggioInviato: 29 Giu 2008 15:38    Oggetto: Rispondi citando

Un'ultima noticilla sulle scorie. A Sellerfield, in UK, c'era (forse é tutt'ora in attività, le mie notizie risalgono agli anni '80) un imponente centro di ritrattamento delle scorie. Non so esattamente che cosa se ne facesse. Quel che so di certo é che, nel periodo in cui ho abitato in Inghilterra ('88-'90), si parlava diffusamente sui media dell'anomala incidenza di leucemie e altre forme degenerative nei bambini di quella zona, molto superiori alla media epidemiologica nazionale britannica.

Direi che é un elemento che deve farci considerare con molta cutela la scelta nucleare.
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ZapoTeX
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MessaggioInviato: 29 Giu 2008 21:54    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Splarz ed Ermengarda,

grazie dell'interessantissimo articolo e delle considerazioni che avete riportato. Con ordine:

L'articolo linkato, che merita molte considerazioni, confronti e calcoli, visto che fornisce molti dati. MI riprometto di farlo al più presto. Per il momento mi limito a commentare la fonte: l'ASPO International ha 25 membri, non un milione. Solo due di questi membri sono Italiani, quindi parlare di ASPO Italia mi sembra una definizione altisonante per dire "Tizio e Caio". Inoltre il loro sito web link ha due link Presentazione grafica sull'esaurimento delle riserve petrolifere e Portale dell'Associazione ASPO Italia, che, come vedete, sono in realtà links a un sito di barzellette e ad un sito che tratta di web design.

Spero mi perdonerai se non prendo per oro colato quello che scrivono nel loro blog, ma lo prendo come spunto per documentarmi meglio su un tema su cui finora avevo solo informazioni che davano credito alla possibilità di estrazione.

Per il resto:

Bruciare scorie non consuma energia, ma ne produce. Gli ADS sono reattori "subcritici" ovverosia la quantità di materiale fissile presente nel "combustibile usato" che li alimenta è appena appena inferiore a quella che basterebbe per innescare ed autoalimentare la reazione, ma comunque sufficiente per produrre più energia di quella dell'acceleratore di particelle usato per dargli "quella scintilla in più" di cui i reattori che vanno a combustibile nuovo non hanno bisogno.
In altre parole, anche in sistemi che hanno come scopo principale il bruciare le scorie e non la produzione di energia in modo efficiente, l'aumento del costo del MWh è inferiore al 30% (sapevo il 30%, ma qui dice che è meno)

Per il fotovoltaico e le polveri e le multe, stavo rispondendo a Paolo De Gregorio, se leggi i pezzi di post (suo e mio) uno dietro l'altro si capisce.

Per il rispetto dei minatori nelle miniere: verissimo, ma quello che vale per il Silicio vale anche per l'Uranio. E, come dicevo venerdì, ho fatto il calcoletto con i dati postati da Bdoriano (più degli altri). Ho calcolato la tossicità totale del materiale necessario per produrre 1 MWh, nel caso si utilizzi un pannello fotovoltaico di Silicio e nel caso si utilizzi combustibile nucleare.

Silicio:
Tra wafer e vetro, lo spessore equivalente di Silicio è circa 2mm. L'efficienza dei pannelli oggi in vendita (ad esempio questo qui) è di circa 150 W/m. Considerando una vita di 30 anni e che la potenza sia in media 20% di quella di picco (numero utilizzato solitamente per questi calcoli, che considerando che di notte non lavora è ragionevole), risulta che per fare un MWh ci vogliono 0.59 Kg di Silicio. Il Silicio si trova in forma di SiO2. La dose letale per la SiO2 è di 3160 per Kg di peso corporeo, quindi circa un etto di Silicio (non di Silice, di Silicio puro) per persona. QUesto vuol dire che, se tutto il Silicio per fare un MWh fosse inalato ci sarebbero circa 5 morti.

Uranio:
il bruciamento dell'Uranio in un PWR ad Uranio arricchito è di circa 34000 MWday/tonU235, che vuol dire che per fare un MWh servono 0.17 Kg di Uranio naturale.
L'Uranio naturale si trova in forma principalmente di ossidi poco solubili in acqua, per i quali la dose letale è di circa 5g di Uranio per persona (come per il silicio si sta parlando di intossicazione acuta; il dato che riporto è confermato da altri studi che hanno fatto esperimenti con acetato di uranile sui topi e hanno visto che la dose letale a 21 giorni era anche più alta di quella che riporto), quindi per fare un MWh con il nucleare ci sono 34 morti.

Ora, il calcolo che ho fatto si riferisce al caso in cui TUTTO il silicio e tutto l'uranio fossero inalati. I due numeri sono paragonabili e sembra che il silicio sia avorito, ma se pensate che il silicio sta sui tetti a prendere vento mentre l'uranio sta chiuso e controllatissimo in edifici di acciaio o cemento armato spesso un metro, capite che forse forse le morti per inalazione di Silicio sono di più.

Ermengarda: sarà anche vero, ma l'incidenza di malattie sale anche a Napoli perché bruciano i rifiuti, sale quando un deposito di pneumatici non è raffreddato adeguatamente d'estate, sale vicino ai tralicci dell'alta tensione e ai ripetitori di radio vaticana (perlomeno secondo Strisia la Notizia). Quello che voglio dire è: se si fanno le cose MALE, ci sono conseguenze, sia che questa cosa sia un impianto nucleare o un altra cosa apparentemente innocua. A Sellafield c'è stato un incidente nel 1957. E' come dire: nel Seveso c'è la diossina, quindi sospendiamo tutte le aziende chimiche. Nel Seveso c'è la diossina perché anni fa l'ICMESA ha combinato un casino, proprio come a Sellafield c'è una piccola contaminazione radioattiva perché le "Windscale piles" nel 1957 sono andate a fuoco.

Mi riprometto di leggere con calma il link postato da Splarz, per il quale lo ringrazio, e fare qualche confronto e conto. Splarz, se hai altre cose da dire, ti prego di dirle e non di commentare solo "la più grossa".

A presto!
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MessaggioInviato: 30 Giu 2008 17:18    Oggetto: Rispondi citando

ZapoTeX ha scritto:
...Inoltre il loro sito web link ha due link Presentazione grafica sull'esaurimento delle riserve petrolifere e Portale dell'Associazione ASPO Italia, che, come vedete, sono in realtà links a un sito di barzellette e ad un sito che tratta di web design.
ROTFL!

Ma voglio spezzare una lancia sulle corna dell'ASPO: a suo tempo si erano spesi contro la semi-bufala dell'auto ad aria compressa:
Citazione:
Possiamo dunque scartare senza problemi l’ipotesi che il fatto che oggi non possiamo comprare la Eolo da un concessionario sia dovuto a un complotto. Se così fosse, bisognerebbe spiegare come mai i cospiratori non si siano preoccupati di affossare anche la tecnologia delle macchine a batteria. E’ assai più probabile che i promotori della Eolo si trovino effettivamente in difficoltà a sviluppare una vettura veramente pratica e utilizzabile.
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MessaggioInviato: 30 Giu 2008 19:06    Oggetto: Rispondi citando

@Zapo:
forse è ora di smetterla di parlare di energia in base a meri calcoli economici.
Questo atteggiamento forse va bene per oggi, in questa economia di mercato che non considera altro che il bilancio economico e le rendite delle azioni.
Non lo so se il minerale di uranio sia scarso o meno, leggo notizie contrastanti e non so a chi credere. So una cosa, però: l'uranio è una fonte esauribile, quindi fra tot anni saremo punto e a capo, senza considerare il problema delle scorie (non riusciamo a trovare UN sito nazionale...). Anche se il prezzo del petrolio oggi non mi sembra legato alla sua scarsità ma a fattori puramente speculativi.
Il silicio inquina, non rende come altre fonti? Ok, ma oggi possiamo autoprodurci l'energia elettrica non inquinando nell'immediato (nel senso che non si bruciano nè si trasformano sostanze); e questa produzione è completamente slegata dal mercato (anche se ci sono ancora lacci e lacciuoli, produzione, rivendita, sconti sulle bollette, ecc...).
Questo secondo me è importantissimo. Non vi siete chiesti come mai la produzione di energia è rimasta un monopolio per tutti questi anni?
Io sono sempre un po' sospettoso e credo che fosse fatto apposta: se non posso produrmi l'energia sarò sempre dipendente da qualcuno.
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MessaggioInviato: 30 Giu 2008 19:19    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Mi riprometto di leggere con calma il link postato da Splarz, per il quale lo ringrazio, e fare qualche confronto e conto. Splarz, se hai altre cose da dire, ti prego di dirle e non di commentare solo "la più grossa".

hai ragione, e ti chiedo scusa.

al di là dei link giocosi di home page mi pareva un articolo serio fin dalla prima riga, equilibrato nell'analisi (infatti, sebbene abbia sottolineato una sola frase, l'articolo non vuole buttare all'aria l'idea dell'estrazione marina), e ci sta pure la bibliografia.
il punto è che, ora come ora, non mi sembra una tecnologia neanche lontanamente utilizzabile.

Citazione:
Ora, il calcolo che ho fatto si riferisce al caso in cui TUTTO il silicio e tutto l'uranio fossero inalati. I due numeri sono paragonabili e sembra che il silicio sia avorito, ma se pensate che il silicio sta sui tetti a prendere vento mentre l'uranio sta chiuso e controllatissimo in edifici di acciaio o cemento armato spesso un metro, capite che forse forse le morti per inalazione di Silicio sono di più.

ma così parliamo del sesso degli angeli: bisogna calcolare la quantità di silicio "erosa" dal vento e la concentrazione critica nell'aria, senza contare che, sebbene l'uranio sta bello chiuso, non mi pare che la quantità di radiazioni nell'intorno delle centrali sia paragonabile a quella di zone senza centrali (ma potrei sbagliarmi).

Citazione:
Bruciare scorie non consuma energia, ma ne produce. Gli ADS sono reattori "subcritici" ovverosia la quantità di materiale fissile presente nel "combustibile usato" che li alimenta è appena appena inferiore a quella che basterebbe per innescare ed autoalimentare la reazione, ma comunque sufficiente per produrre più energia di quella dell'acceleratore di particelle usato per dargli "quella scintilla in più" di cui i reattori che vanno a combustibile nuovo non hanno bisogno.
In altre parole, anche in sistemi che hanno come scopo principale il bruciare le scorie e non la produzione di energia in modo efficiente, l'aumento del costo del MWh è inferiore al 30% (sapevo il 30%, ma qui dice che è meno)

qui non capisco: se bruciare produce energia, come fa il costo al MWh a salire?
spero non sia come la storia degli inceneritori, sennò siam messi male.
C'è da aggiungere che non so cosa esce da quegli inceneritori: se funzionano come "i termovalorizzatori" ci riempiamo di robaccia (perchè le nanopolveri vengono prodotte e fanno male, e per capirlo sono sufficienti basilari nozioni di citologia).
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MessaggioInviato: 30 Giu 2008 21:44    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
hai ragione, e ti chiedo scusa.

Niente di cui scusarsi! Parlare con persone con idee diverse dalle mie è una delle cose che mi dà più gusto e sono contento di poterlo fare con te. Mi scuso io se ho usato un tono forse troppo acido!
Citazione:
ma così parliamo del sesso degli angeli: bisogna calcolare la quantità di silicio "erosa" dal vento e la concentrazione critica nell'aria, senza contare che, sebbene l'uranio sta bello chiuso, non mi pare che la quantità di radiazioni nell'intorno delle centrali sia paragonabile a quella di zone senza centrali (ma potrei sbagliarmi).

Bisognerebbe vedere caso per caso. Se la centrale funziona bene, emette meno radioattività di una centrale a carbone (nel carbone ci sono tracce di minerali radioattivi, che vanno a finire nei fumi). Se non funziona bene, bisogna vedere quanto più alte. Non dimentichiamoci che la radioattività è intorno a noi. Hai provato a fare una gita sulle prealpi sopra Como, Lecco, Erba, etc...? Portati dietro un rivelatore a scintillatore, vedrai che le rocce sono piene di Uranio naturale.
Se attorno ad una centrale nucleare il livello è 30% di più del fondo ambientale, va bene così, 30% è niente, mezza radiografia l'anno. Tra l'altro l'Italia è uno dei paesi con il fondo ambientale più basso. Sulle bellissime spiagge di Copacabana c'è un livello di radioattività decine di volte più elevato che a Milano (tanto per fare un esempio dove so bene quale è il valore). Per arrivare a quei livelli la centrale dovrebbe essere decisamente fuorilegge.
Citazione:
qui non capisco: se bruciare produce energia, come fa il costo al MWh a salire?

Perché rispetto ad un reattore nucleare normale, dove tutta l'energia elettrica prodotta è disponibile per il consumo, qui invece parte dell'energia elettrica serve per alimentare l'acceleratore che "spalla" (come dire frantuma) i nuclei di scorie. Quindi il costo della baracca va spalmato su meno elettricità, quindi per ogni MWh il costo è maggiore.
Citazione:
forse è ora di smetterla di parlare di energia in base a meri calcoli economici.

Io penso che il calcolo economico sia una buona approssimazione di tutto il resto. Se un MWh di solare costa di più di un MWh di petrolifero, vuole dire che richiede più lavorazioni, più materiali, più processi, etc... Inoltre, alla fine, tutta la grana finisce nelle tasche di chi ha prodotto le due forme di energia: gente con una casa, un'auto, etc... Più euro utilizzati, più persone, più auto, più case.
Io non sarei così sicuro che un MWh di solare inquina meno di un MWh fatto con il petrolio. Sarò cinico, sarò stroncatore delle novità, però... Alla fine l'efficienza economica molto spesso implica efficienza complessiva ed in particolare energetica.
Citazione:
oggi possiamo autoprodurci l'energia elettrica non inquinando nell'immediato

Se fossi così sarei d'accordissimo. Ma un impianto va costruito. Gli specchi e i moduli fotovoltaici costano e richiedono energia per essere costruiti. Energia che viene ripagata solo dopo diversi anni di utilizzo. In altre parole, se oggi costruiamo moduli fotovoltaici il contributo che avremo dato al bilancio energetico del paese sarà negativo. Anno dopo anno il pannello inizierà a produrre energia e dopo un po' (c'è chi dice 2, chi dice 20, io ho fatto due conti e guardato un po' di fonti diverse e il dato più credibile mi è sembrato circa 10 anni) il bilancio inizierà ad essere positivo.
Il futuro è la ricerca. Io spero che tra 50 anni ci saranno pannelli di polimero con costi (energetici ed economici) di produzioni irrisori e potremo dire addio a tutte le altre fonti di energia, ma per il momento non è così e con il combustibile fossile non ci arriviamo a 50 anni.

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MessaggioInviato: 30 Giu 2008 22:20    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Perché rispetto ad un reattore nucleare normale, dove tutta l'energia elettrica prodotta è disponibile per il consumo, qui invece parte dell'energia elettrica serve per alimentare l'acceleratore che "spalla" (come dire frantuma) i nuclei di scorie. Quindi il costo della baracca va spalmato su meno elettricità, quindi per ogni MWh il costo è maggiore.

avevo capito male: mi ero fatto l'idea che tutta la baracca lavorasse in passivo.

Citazione:
Portati dietro un rivelatore a scintillatore, vedrai che le rocce sono piene di Uranio naturale.

ma è ovvio, proprio per questo mi chiedevo quanta radioattività c'è attorno ad una centrale nucleare. ma non ho conti alla mano quindi rischierei di parlare del sesso degli angeli pure io Wink

Mettiamo caso che il nucleare sia davvero più conveniente: le scorie dove le mettiamo? 'sti reattori cosa producono?
Davvero sarebbe meno intelligente puntare sulla ricerca del solare e passare gradualmente a questa? tanto quindici anni ci mettiamo a costruirle, fra 15 'sti pannelli staranno messi un po' meglio no? insomma, se Rubbia se ne va in España a far ricerca un motivo ci sarà, o no?

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amhara
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MessaggioInviato: 01 Lug 2008 13:58    Oggetto: Rispondi citando

ringrazio tantissimo Zapotex per la mole impressionante di dati e anche per i calcoli che ha fatto (ammetto di nn averli verificati, la matematica non è esattamente il mio forte).

premettendo che io sono essenzialmente favorevole, come già ti dissi, al nucleare, ma NON in italia, dico che i difetti del tuo ragionamento sono essenzialmente 2:
1) i 0,59 kg di silicio puro necessari a produrre un megawatt sono praticamente 0. perchè il silicio è ubiquitario, e come qualcuno faceva notare, rappresenta il 28% della crosta terrestre. in altre parole, il silicio è infinito, mentre l'uranio no. i 0,17 kg di uranio necessari per fare un megawatt invece sono proprio tanti, considerando la quantità di uranio estraibile con le tecnologie presenti. inoltre il silicio NON SI CONSUMA mentre produce energia, è solo un catalizzatore, mentre l'uranio non solo si consuma, si trasforma in prodotti pericolosi.
2) i rischi sanitari connessi all'uso dei due metalli sono ben diversi, e ti spiego subito perchè. come hai detto tu, le cifre che hai riportato si riferiscono ad una "intossicazione acuta", che significa che in un lasso di tempo molto limitato tu sei entrato in contatto diretto con il determinato agente patogeno. questo implica che io per intossicarmi di silicio dovrei ingerire,inalare,toccare CONTEMPORANEAMENTE la bellezza di 3160*70 (visto che io peso 70 kg) di Si (pura al 100%), il che mi sembra francamente improbabile. ben più probabile mi sembra invece riuscire ad inalare 5 g di uranio. come sappiamo però l'uranio è chiuso in un sarcofago di milioni di tonnellate di cemento, perciò sarebbe difficile intossicarsi di uranio.
allora dobbiamo escludere sia la possibilità di avere intossicazioni acute sia con l'uranio che col silicio.
detto questo, analizziamo invece la possibilità di avere contatti di modesta entità ma di lunga durata con i 2 agenti:
silicio: premesso che non sono a conoscenza di studi che dimostrino l'aumento di incidenza di silicosi in zone con forte presenza di pannelli fotovoltaici, posso dire comunque che la silicosi era endemica tra i minatori poichè inspiravano grosse quantità di minerali, nell'ordine di 10 g pro die all'interno delle miniere.. e che comunque la silicosi, ovvero una fibrosi polmonare dovuta ad una infiammazione cronica da inalazione di sostanze non metabolizzabili, insorge dopo molti anni di esposizione, non certo dopo pochi attimi. mi permetto quindi di ipotizzare che se anche ci fosse un pannello fotovoltaico su ogni casa di questo paese, non ci sarebbero rischi valutabili per la salute delle persone.
l'uranio e altri metalli radioattivi, invece, producono una quantità di danni che fanno venire i brividi solo a pensarci. premetto che l'attività in bequerel di elemento radioattivo NON corrisponde ai danni effettivamente dati all'organismo vivente, che si misura infatti in Sievert, ovvero Dose Assorbita Equivalente che tiene conto dell'attività ma anche del tipo di radiazioni emesse (ionizzanti, eccitanti, alfa,beta,gamma ecc). ometto di scrivere cosa succede in un individuo con sindrome da radiazione acuta, invece una lenta e continuata esposizione a radiazione provoca danni gravi a TUTTI i tessuti, compreso l'epitelio germinale.. ciò che vuol dire che le mutazioni provocate dall'esposizione alle radiazioni si propagano anche ai figli e ai figli dei figli e via dicendo.

dal punto di vista sanitario è senz'altro più sicuro il solare, fidati. poi come efficienza energetica sarà meglio il nucleare, ma quello è un altro discorso, visto che nn capisco perchè continui a parlare di fantastiche tecnologie per il nucleare tipo impianti DAC, IV generazione, estrazione di uranio dal mare e non invece delle possibilità che le nuove tecnologie offrono per il miglioramento dell'efficienza delle centrali a energia rinnovabile.
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MessaggioInviato: 01 Lug 2008 15:49    Oggetto: Rispondi citando

ciao a tutti,
vedo che il confronto è interessante e mi voglio scusare per aver aperto una nuova discussione sull'argomento. Temevo che l'argomento venisse accantonato mentre ritengo che va tenuto ben presente.
Grazie a tutti
paolo
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dr.K
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MessaggioInviato: 01 Lug 2008 16:03    Oggetto: Rispondi citando

ZapoTeX ha scritto:

Io penso che il calcolo economico sia una buona approssimazione di tutto il resto. Se un MWh di solare costa di più di un MWh di petrolifero, vuole dire che richiede più lavorazioni, più materiali, più processi, etc... Inoltre, alla fine, tutta la grana finisce nelle tasche di chi ha prodotto le due forme di energia: gente con una casa, un'auto, etc... Più euro utilizzati, più persone, più auto, più case.


Io credo di no, altrimenti la "forza motrice" principale sarebbero ancora gli schiavi. E a furia di "convenienze" il pianeta non è messo molto bene...
Oggi il prezzo del petrolio non è legato alla sua estrazione o a quanto ce ne sia a disposizione, ma a speculazioni di mercato; quindi i calcoli non dimostrano proprio nulla.

Siamo così sicuri che il nucleare sia conveniente? L'intervento di Rubbia ad Annozero (e soprattutto la confusione dei politici in materia) mi sembra che abbia chiarito il contesto in cui il nucleare possa diventare un'alternativa vera.

Citazione:
Io non sarei così sicuro che un MWh di solare inquina meno di un MWh fatto con il petrolio. Sarò cinico, sarò stroncatore delle novità, però... Alla fine l'efficienza economica molto spesso implica efficienza complessiva ed in particolare energetica.


Stai dimenticando quanto inquina il petrolio durante la sua estrazione, raffinazione, trasporto ed uso. Il pannello non produce nessuna scoria mentre "lavora". Inoltre sarà ben difficile fare una guerra per appropriarsi dei raggi solari...

Citazione:
Citazione:
oggi possiamo autoprodurci l'energia elettrica non inquinando nell'immediato

Se fossi così sarei d'accordissimo. Ma un impianto va costruito. Gli specchi e i moduli fotovoltaici costano e richiedono energia per essere costruiti. Energia che viene ripagata solo dopo diversi anni di utilizzo. In altre parole, se oggi costruiamo moduli fotovoltaici il contributo che avremo dato al bilancio energetico del paese sarà negativo. Anno dopo anno il pannello inizierà a produrre energia e dopo un po' (c'è chi dice 2, chi dice 20, io ho fatto due conti e guardato un po' di fonti diverse e il dato più credibile mi è sembrato circa 10 anni) il bilancio inizierà ad essere positivo.
Il futuro è la ricerca. Io spero che tra 50 anni ci saranno pannelli di polimero con costi (energetici ed economici) di produzioni irrisori e potremo dire addio a tutte le altre fonti di energia, ma per il momento non è così e con il combustibile fossile non ci arriviamo a 50 anni.
Ciao!

Il pannello lo compro da un'azienda che non produce energia, quindi sono non sono dipendente dall'Eni, dall'Agip, dalla Shell, ecc...

Ciao!
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MessaggioInviato: 01 Lug 2008 20:09    Oggetto: Rispondi citando

come scrive dr.k:
"Stai dimenticando quanto inquina il petrolio durante la sua estrazione, raffinazione, trasporto ed uso. Il pannello non produce nessuna scoria mentre "lavora". Inoltre sarà ben difficile fare una guerra per appropriarsi dei raggi solari... "

verissimo.. solo l'estrazione deturpa l'ambiente in una maniera scandalosa, non so se ultimamente sei stato in val d'agri in basilicata a vedere che cosa si è combinato per estrarre 4 barili di petrolio l'anno. figurati in Alaska! se poi passi dalla val d'agri, tanto vale che ti fai un viaggetto fino a Taranto, all'AGIP petroli.. che schifo!
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MessaggioInviato: 02 Lug 2008 10:22    Oggetto: Rispondi citando

@ zapotex:
non riuscirai mai a convincermi che il nucleare sia abbordabile, come già riportato l'uranio estraibile è limitato, anche quello nelle acque, in tracce, avrà un costo di estrazione. Senza dimenticarci poi delle scorie nucleari e del relativo stoccaggio, che ovviamente, tutti voi sostenitori del nucleare, sareste disposti ad avere vicino casa giusto?
tanto non c'è nessun pericolo... mi pare funzioni così anche con gli inceneritori.

Strano che il signor Rubbia stia facendo soldi in Spagna (ma va, proprio li...) con il solare termodinamico che l'Italia non ha voluto ( e di cui ovviamente tutti ignorano l'esistenza, grazie ai tg)

Strano che fanno risolvere la situazione dei rifiuti a chi la creata...

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MessaggioInviato: 04 Lug 2008 19:03    Oggetto: Intervista a Rubbia (prima che Scajola annunciasse il ritorn Rispondi citando

Riporto qui il testo di una email che mi è appena arrivata.
Citazione:
Intervista a Rubbia (prima che Scajola annunciasse il ritorno al nucleare..)

"Né petrolio né carbone soltanto il sole può darci energia" (30 marzo 2008)

GINEVRA - Petrolio alle stelle? Voglia di nucleare? Ritorno al carbone? Fonti rinnovabili? Andiamo a lezione di Energia da un docente d'eccezione come Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica: a Ginevra, dove ha sede il Cern, l'Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Qui, a cavallo della frontiera franco-svizzera, nel più grande laboratorio del mondo, il professore s'è ritirato a studiare e lavorare, dopo l'indegna estromissione dalla presidenza dell'Enea, il nostro ente nazionale per l'energia avviluppato dalle pastoie della burocrazia e della politica romana.

Da qualche mese, Rubbia è stato nominato presidente di una task-force per la promozione e la diffusione delle nuove fonti rinnovabili, "con particolare riferimento - come si legge nel decreto del ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio - al solare termodinamico a concentrazione". Un progetto affascinante, a cui il premio Nobel si è dedicato intensamente in questi ultimi anni, che si richiama agli specchi ustori di Archimede per catturare l'energia infinita del sole, come lo specchio concavo usato tuttora per accendere la fiaccola olimpica. E proprio mentre parliamo, arriva da Roma la notizia che il governo uscente, su iniziativa dello stesso ministro dell'Ambiente e d'intesa con quello dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, ha approvato in extremis un piano nazionale per avviare anche in Italia questa rivoluzione energetica.

Prima di rispondere alle domande dell'intervistatore, da buon maestro Rubbia inizia la sua lezione con un prologo introduttivo. E mette subito le carte in tavola, con tanto di dati, grafici e tabelle.

Il primo documento che il professore squaderna preoccupato sul tavolo è un rapporto dell'Energy Watch Group, istituito da un gruppo di parlamentari tedeschi con la partecipazione di scienziati ed economisti, come osservatori indipendenti. Contiene un confronto impietoso con le previsioni elaborate finora dagli esperti della IEA, l'Agenzia internazionale per l'energia. Un "outlook", come si dice in gergo, sull'andamento del prezzo del petrolio e sulla produzione di energia a livello mondiale. Balzano agli occhi i clamorosi scostamenti tra ciò che era stato previsto e la realtà.

Dalla fine degli anni Novanta a oggi, la forbice tra l'outlook della IEA e l'effettiva dinamica del prezzo del petrolio è andata sempre più allargandosi, nonostante tutte le correzioni apportate dall'Agenzia nel corso del tempo. In pratica, dal 2000 in poi, l'oro nero s'è impennato fino a sfondare la quota di cento dollari al barile, mentre sulla carta le previsioni al 2030 continuavano imperterrite a salire progressivamente di circa dieci dollari di anno in anno. "Il messaggio dell'Agenzia - si legge a pagina 71 del rapporto tedesco - lancia un falso segnale agli uomini politici, all'industria e ai consumatori, senza dimenticare i mass media".

Analogo discorso per la produzione mondiale di petrolio. Mentre la IEA prevede che questa possa continuare a crescere da qui al 2025, lo scenario dell'Energy Watch Group annuncia invece un calo in tutte le aree del pianeta: in totale, 40 milioni di barili contro i 120 pronosticati dall'Agenzia. E anche qui, "i risultati per lo scenario peggiore - scrivono i tedeschi - sono molto vicini ai risultati dell'EWG: al momento, guardando allo sviluppo attuale, sembra che questi siano i più realistici". C'è stata, insomma, una ingannevole sottovalutazione dell'andamento del prezzo e c'è una sopravvalutazione altrettanto insidiosa della capacità produttiva.

Passiamo all'uranio, il combustibile per l'energia nucleare. In un altro studio specifico elaborato dall'Energy Watch Group, si documenta che fino all'epoca della "guerra fredda" la domanda e la produzione sono salite in parallelo, per effetto delle riserve accumulate a scopi militari. Dal '90 in poi, invece, la domanda ha continuato a crescere mentre ora la produzione tende a calare per mancanza di materia prima. Anche in questo caso, come dimostra un grafico riassuntivo, le previsioni della IEA sulla produzione di energia nucleare si sono fortemente discostate dalla realtà.

Che cosa significa tutto questo, professor Rubbia? Qual è, dunque, la sua visione sul futuro dell'energia?

"Significa che non solo il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l'uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni, come del resto anche l'oro, il platino o il rame. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra".

Eppure, dagli Stati Uniti all'Europa e ancora più nei Paesi emergenti, c'è una gran voglia di nucleare. Anzi, una corsa al nucleare. Secondo lei, sbagliano tutti?

"Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie".

Ma non si parla ormai di "nucleare sicuro"? Quale è la sua opinione in proposito?

"Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo".

In che cosa consiste?

"Nella possibilità di usare il torio, un elemento largamente disponibile in natura, per alimentare un amplificatore nucleare. Si tratta di un acceleratore, un reattore non critico, che non provoca cioè reazioni a catena. Non produce plutonio. E dal torio, le assicuro, non si tira fuori una bomba. In questo modo, si taglia definitivamente il cordone fra il nucleare militare e quello civile".

Lei sarebbe in grado di progettare un impianto di questo tipo?

"E' già stato fatto e la tecnologia sperimentata con successo su piccola scala. Un prototipo da 500 milioni di euro servirebbe per bruciare le scorie nucleari ad alta attività del nostro Paese, producendo allo stesso tempo una discreta quantità di energia".

Ora c'è anche il cosiddetto "carbone pulito". La Gran Bretagna di Gordon Brown ha riaperto le sue miniere e negli Usa anche Hillary Clinton s'è detta favorevole...

"Questo mi ricorda la storia della botte piena e della moglie ubriaca. Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell'umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l'anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso".

E allora, professor Rubbia, escluso il petrolio, escluso l'uranio ed escluso il carbone, quale può essere a suo avviso l'alternativa?

"Guardi questa foto: è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell'elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità".

Ma noi, in Italia e in Europa, non abbiamo i deserti...

"E che vuol dire? Noi possiamo sviluppare la tecnologia e costruire impianti di questo genere nelle nostre regioni meridionali o magari in Africa, per trasportare poi l'energia nel nostro Paese. Anche gli antichi romani dicevano che l'uva arrivava da Cartagine. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma".

Il sole, però, non c'è sempre e invece l'energia occorre di giorno e di notte, d'estate e d'inverno.

"D'accordo. E infatti, i nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l'energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l'acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente".

Se è così semplice, perché allora non si fa?

"Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com'è accaduto del resto per il computer vent'anni fa".

Sinceramente, non so dove si sia svolta l'intervista e quale rivista l'abbia stampata.
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MessaggioInviato: 04 Lug 2008 19:33    Oggetto: Rispondi

già...strano senza la fonte..
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