guardianodelfaro Dio minore
Registrato: 20/02/08 06:42 Messaggi: 987 Residenza: Milano, con vista sul mare
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Inviato: 19 Mag 2008 15:21 Oggetto: |
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Sono d'accordo con Zapotex, mi sembra assurdo chiudere la porta e lasciare aperte tutte le finestre!
Mi sembra assurdo che Google Friend Connect venga osteggiato solo ora da Facebook.
Al progetto OpenId hanno aderito Google, Yahoo, Microsoft, Sun, Verisign, AOL, MySpace, Facebook, Twitter, del.icio.us, Technorati, YouTube e Flickr.
Al progetto Open Social invece hanno aderito Engage.com, Friendster, hi5, Hyves, imeem, LinkedIn, MySpace, Ning, Oracle, Orkut, Plaxo, Salesforce.com, Six Apart, Tianji, Viadeo e XING, ma non Facebook che intende proseguire con la propria tecnologia proprietaria.
Forse chi in un primo momento ha aderito ad un progetto di interoperabilità si rende conto solo ora delle implicazioni che vi stanno dietro?
Solo ora Facebook diventa geloso della propria community che, va ricordato, è la più importante del mondo?
Va ricordato anche che Microsoft 6/7 mesi fa è subentrato come azionista di minoranza in Facebook per la sciocchezza di 240 milioni di dollari, e da allora pubblica su Facebook i propri banner pubblicitari.
Quell'accordo già allora fu interpretato come il promo passo per una futura acquisizione di Facebook, soprattutto ora che Microsoft ha ricevuto il 2 di picche da Yahoo!.
Ma a chi giova questa interoperabilità?
Agli utenti? Sicuramente, vuoi mettere la comodità di avere un solo account per gestire tutte le piattaforme (io personalmente sono iscritto ad una infinità di piattaforme e non sempre riesco a conservare lo stesso account in fase di registrazione in quanto magari è già stato utilizzato da qualcun altro).
Inoltre il passaggio da una piattaforma all'altra avverrebbe in modo automatico, ed in futuro magari potrebbe essere addirittura integrato (sfruttando le API).
Alle società che fanno rilevazioni? Anche qui rispondo di si.
La misurazione degli accessi è uno dei punti di forza delle applicazioni tipiche del web 2.0, ma i criteri per profilare utenti ed accessi, per quanto sofisticati, attualmente danno una situazione non proprio corrispondente alla realtà. Al di là delle convenzioni utilizzate per identificare i cosiddetti "utenti unici", è evidente che se io sono contemporaneamente su 2 piattaforme con 2 account diversi, verrò rilevato 2 volte ai fini del conteggio della penetrazione del web in Italia.
Ai motori di ricerca? Certamente, immaginiamo lo scenario di una navigazione tipo su questi siti, così come avviene ora.
Io sono un utente che deve cercare delle informazioni sul web; mi autentico quindi sul mio account iGoogle ed accedo al motore di ricerca.
Da questo momento in avanti sono tracciato come pincopallino@gmail.com.
Trovo quello che mi interessa, ad esempio un video; il motore mi porta su YouTube.
Il video mi piace e voglio aggiungerlo ai miei preferiti: posso riusare lo stesso account iGoogle ma devo autenticarmi nuovamente.
Non contento, voglio condividerlo con alcuni miei contatti su Facebook o Twitter: devo autenticarmi nuovamente, stavolta con un nuovo account specifico per il servizio scelto, venendo tracciato come nuovo utente.
L'esempio potrebbe continuare, visto che statisticamente nell'arco della giornata saltiamo in continuazione da un servizio ad un altro e da una community ad un'altra.
Per chi analizza il comportamento degli internauti, cioè i motori di ricerca, Nielsen//NetRatings, Alexa, Doubleclick, ma anche per chi come le concessionarie di pubblicità lo sfrutterà a fini commerciali, questo comporta che:
a) il numero degli utenti autenticati è maggiore di quello reale.
b) si perde il legame tra i vari sub-comportamenti e con esso la possibilità di avere un profilo utente molto ma molto più dettagliato. |
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