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Una questione etica
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 12:26    Oggetto: Una questione etica Rispondi citando

Poco tempo fa, stavo discutendo con un amico su un problema che, penso, sia vecchio come il mondo:

Quando si vede una moglie/fidanzata/compagna di un amico che lo tradisce
[naturalmente l'argomento è reversibile al femminile: marito/fidanzato/compagno].

Cosa è più etico?

- prendere da parte la persona e metterla al corrente che se non dice la verità, si provvederà di persona ad avvisare il "malcapitato/a".

- Andare direttamente dall'interessato/a e avvisarlo/a.

- Non fare niente, nemmeno la più piccola allusione, per non incrinare la felicità che i due esprimono, almeno in pubblico.


Personalmente ho notato una preponderanza per la seconda ipotesi, fra persone dello stesso genere:
"Senti, amico/a mio/a, devo dirti una cosa che non ti farà piacere...".

In numero minore quelli che optano per la prima ipotesi.

Quasi nessuno per la terza, con la motivazione: "se succedesse a me, vorrei saperlo da chi mi fido".


Voi che ne pensate?


L'ultima modifica di GrayWolf il 17 Mar 2008 03:50, modificato 2 volte
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Proserpina
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 13:01    Oggetto: Re: UNA QUESTIONE ETICA Rispondi citando

E' etico farsi gli affari propri.
Scusa se non mi dilungo ora..ma tornerò.
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solaria
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 13:03    Oggetto: Rispondi citando

Quoto Proserpina, non ci si dovrebbe mai intromettere nelle dinamiche di coppia altrui.
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Cybion
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 14:54    Oggetto: Rispondi citando

Recitava un antico adagio: "Tra moglie e marito, non mettere il dito".

Come al solito, le parole della saggezza popolare hanno un valore molto più profondo di quel che spesso si attribuisce loro.

Che senso avrebbe inserire quel dito - rappresentabile benissimo come biforcuta lingua di serpente - nelle dinamiche di una coppia a noi almeno in parte sconosciute, in quanto osservatori esterni?

Alla base di tutto c'è, a mio avviso, il rispetto per la Libertà.
In definitiva, il rispetto per le scelte di ognuno.

Chi tradisce, ha fatto una scelta: certo, più o meno discutibile, ma chi ci dà il diritto di porci in posizione giudicante?

E chi viene tradito, lo sa.
Smettiamola di raccontarci favole, in cui la protagonista passa anni in cui vive nell'ingenua illusione della felicità di coppia mentre il compagno - ennesimo rappresentante della categoria dei bastardi - l'ha biecamente (e continuativamente) tradita.
Sono solo stereotipi ingenerati dalle barricate che i generi hanno l'un l'altro opposto.

Ma le persone - quelle reali e non quelle in pellicola, rappresentate nell'ennesima soap-opera - non vivono di stereotipi.
La realtà, più o meno accettabile che sia, è al nostro fianco, e non possiamo ignorarla. Si può fingere di farlo.
Anche questa, altro non è che una scelta.

Ogni scelta, in quanto tale, va rispettata.

Pur-troppo spesso, a inserirsi nelle sunnominate dinamiche di coppia, altro non è che lo spirito "di gruppo" (e mi vien quasi da dire "di casta").

Se è l'uomo a venir tradito da quella che automaticamente assume il ruolo della donna di facili costumi (tanto per usare un gentile eufemismo), a intervenire prontamente altri non sono che gli amici, gli stessi che, quando è lui a concedersi "un'avventura", sono pronti a incoronarlo come "re del materasso".

Non diversamente avviene, invertendo i ruoli. Se è la donna a tradire, immediata è la comprensione delle amiche (perché poverina, è tutta colpa di lui che "non la guarda neanche") che subito si scagliano in attacco del malcapitato traditore, rappresentante della sempre più estesa categoria dei maschi bastardi.

Certo, non intervenire può apparire una scelta di comodo, della serie: "io mi faccio gli affari miei così tu ti fai i tuoi".
Spesso, mi appare come una scelta dettata dalla consecutiva della precedente frase.
Perché non sempre, la "delazione" è a nostro favore. Dipende dal gioco delle parti e dal ruolo che in esso si è finiti per assumere.

Poi, arriva il giorno in cui chi ha sempre "predicato" come etico il farsi gli affari propri, cade suo malgrado in questo gioco, e assume - malgré-lui - la parte del tradito.
Il vortice dei ruoli a questo punto diventa inarrestabile, e chi non ha parlato diventa a sua volta un traditore, magari addirittura colluso con il traditore maior.

Chissà come mai, il metro di comportamento che utilizziamo con gli altri non è mai lo stesso che "pretendiamo" si applichi a noi stessi.

p.s.
una pleonastica precisazione: ovunque io abbia parlato al maschile, il discorso si applica anche al femminile, e vice-versa.
Perché il discorso va ben al di là della distinzione di genere.
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 15:49    Oggetto: Rispondi citando

Proserpina ha scritto:
E' etico farsi gli affari propri.

no, non lo é..etico intendo.
Anche se ammetto che possa avere mille ragioni valide.

Perchè ci sono altre situazioni in cui si interviene.
Si interviene quando si vede una lite tra sconosciuti e ci si avvede che uno dei due è pià debole o in difficoltà.
Si interviene come testimoni in caso di incidente
Si interviene se si assiste a un danno provocato da qualcuno che poi vuole andarsene facendo finta di nulla.

Si interviene, eticamente intendo.
Perché poi si può decidere di non intervenire per mille ragioni anche valide magari.
O al contrario di intervenire per altre ragioni valide che non sono quelle dell'etica (che so, il banale obbligo di legge ad esempio)
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 15:51    Oggetto: Rispondi citando

Cybion ha scritto:
E chi viene tradito, lo sa.

spesso si, ma spesso anche no.
Non dico quei casi di storie che vanno avanti per anni e anni all?insaputa del partner.
Ma situazioni brevi, casuali, in contesti particolari non è detto che vengano immediatamente comprese.
Conosco persone che del tradimento e del vivere tra le menzogne han fatto arte.
Non son mica cattive persone o chissà cosa. Semplicemente hanno adottato quel tipo di scelta.
Tanto se la controparte non sa, non soffre. Dunque non è mica un gran problema


Cybion ha scritto:
Purtroppo spesso, a inserirsi nelle sunnominate dinamiche di coppia, altro non è che lo spirito "di gruppo" (e mi vien quasi da dire "di casta").

Se è l'uomo a venir tradito da quella che automaticamente assume il ruolo della donna di facili costumi (tanto per usare un gentile eufemismo), a intervenire prontamente altri non sono che gli amici, gli stessi che, quando è lui a concedersi "un'avventura", sono pronti a incoronarlo come "re del materasso".

Non diversamente avviene, invertendo i ruoli. Se è la donna a tradire, immediata è la comprensione delle amiche (perché poverina, è tutta colpa di lui che "non la guarda neanche") che subito si scagliano in attacco del malcapitato traditore, rappresentante della sempre più estesa categoria dei maschi bastardi.

vero, un classico agire del "gruppo di appartenenza" che tende a coprire, comprendere e giustificare.


Cybion ha scritto:
Certo, non intervenire può apparire una scelta di comodo, della serie: "io mi faccio gli affari miei così tu ti fai i tuoi".
Spesso, mi appare come una scelta dettata dalla consecutiva della precedente frase.
Perché non sempre, la "delazione" è a nostro favore. Dipende dal gioco delle parti e dal ruolo che in esso si è finiti per assumere.

Certo che non sempre risulterà a ?nostro favore?.
Ma nel caso di decida di parlare, non si va certo a soppesare il ritorno che si avrà.
Si sta scegliendo tra un comportamento ?giusto? o ?sbagliato? secondo coscienza.

Cybion ha scritto:
Poi, arriva il giorno in cui chi ha sempre "predicato" come etico il farsi gli affari propri, cade suo malgrado in questo gioco, e assume - malgré-lui - la parte del tradito.
Il vortice dei ruoli a questo punto diventa inarrestabile, e chi non ha parlato diventa a sua volta un traditore, magari addirittura colluso con il traditore maior.

..appunto




Cybion ha scritto:
Chissà come mai, il metro di comportamento che utilizziamo con gli altri non è mai lo stesso che "pretendiamo" si applichi a noi stessi.

non posso autogiudicarmi, sarei supponente.
Ma ritengo che proprio il trattare gli altri come vorrei essere trattato io sia uno dei miei punti chiave.
Che non è detto sia sempre un bene anche questo, soprattutto quando si è molto intransigenti su alcuni di questi punti chiave Wink
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 16:22    Oggetto: Rispondi citando

Cybion ha scritto:
Alla base di tutto c'è, a mio avviso, il rispetto per la Libertà.
In definitiva, il rispetto per le scelte di ognuno.

Chi tradisce, ha fatto una scelta: certo, più o meno discutibile, ma chi ci dà il diritto di porci in posizione giudicante?

Ognuno di noi è diverso, fa scelte diverse, tiene comportamenti diversi.
E in base a questi può dare legittime risposte diverse.

Io, come ho spiegato altrove, chiedo e pretendo correttezza dalla controparte (amore, amicizia, ?), che vale a dire almeno onestà nel parlare.
Il che significa che tradire e mantenere nascosto è per me imperdonabile, più del tradimento medesimo.
Analogamente - ne sono assolutamente sicuro- mai tradirei.
Badate che non lo dico a riprova della mia bravura.
E' un semplice dato di fatto. Nel momento in cui volessi farlo, ovvero mi interessasse una altra persona, lo direi apertamente. Quindi potrei comunque passare (ma anche essere) un perfetto stronzetto che fa soffrire una cara ragazza.
E' semplice trasparenza e correttezza delle proprie azioni.
Perché spesso, nel caso particolare del tradimento, la scelta di non parlare è una scelta di semplice comodo.
(poi ok, le variabili sono molteplici, ci si potrebbe allargare in maniera notevole, con argomentazioni varie e comprensibili?ma io penso anche alla persona con nessun impegno ?dunque niente figli, niente matrimonio, niente vincoli seri- che dunque potrebbe facilmente parlare, lasciare e fare la sua scelta che invece ?tradisce??)

Per rispondere alla domanda iniziale...credo dipenda.
Perché se è vero che io vorrei saperlo (dunque me lo si dovrebbe dire e i miei amici lo sanno per averne parlato apertamente e schiettamente..) e automaticamente sarei portato a intervenire, è naturale che ciò non valga per tutti i casi.
Perché naturalmente le sfumature sono tante e diverse ogni volta dal momento che nel quotidiano non c?è solo il bianco e nero (posso applicarlo su me stesso ma non pretendere di applicarlo agli altri, alla quotidianità che è fatta di sfumature, compromessi, valutazioni?)

Direi comunque che dipende dal rapporto che ci lega a queste persone.
Legati in modo particolare solo a una delle due? Vien più facile parlare.
Legati a entrambe? Certo significa comunque, anche nel migliore dei casi, rovinare una delle due ma sulla carta sono per parlare prima a chi tradisce.
Legati poco a entrambi? Ovvio che viene facile non impicciarsi.

Quando gli affari loro possono essere anche affari nostri?
Non c'è, temo, una regola unica da seguire, sarebbe troppo facile.

E qualunque cosa si faccia, a posteriori, se si saprà che noi sapevamo, potrà capitare di trovarsi nella condizione di aver sbagliato comunque.
A tacere se siamo stati zitti, a parlare se abbiamo parlato.

Per esperienza vissuta, cioè per averlo già fatto, credo proprio che (ri)parlerei. Agendo anche secondo la casistica indicata sopra, con un po' di buon senso.
Far finta di nulla non mi piace, non lo trovo oggettivamente responsabile e nemmeno segno di amicizia vera, se di tale sentimento si sta parlando.
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 17:22    Oggetto: Rispondi citando

..Era primavera..a casa di amici in collina.
Vedo passeggiare una giovane donna..è radiosa. L'avevo incontrata altre volte in paese ma mai con quel bagliore negli occhi.

La osservo affascinata....l'incarnazione della fioritura.
Arriva un auto..il finestrino si abbassa e incredibilmente lei riesce a creare altra nuova luce attorno..le espode un sorriso che scalda anche il mio cuore ancora intorpidito dall'inverno...

Una voce lontana:"Sono amanti. Quella t...a lo incotra qui parecchie volte la settimana." Grigio nella mia anima....mi giro..osservo l'uomo, quasi ragazzo che mi parla, marito di una mia amica. Non riesco a commentare e trovo uno scusa per andare a casa.

Qualche mese dopo la incontro nella piazza del paese...Sta andando a messa col marito. Sembra invecchiata di mille anni. Qualcuno mi dice che il marito è stato avvisato e li ha colti sul fatto.

.... lei aspetta un bimbo, i bimbi si sa, leniscono le ferite e sono surragati dell'amore sensuale.


Era un giorno di primavera e una giovane donna per un attimo mi ha scaldato il cuore.
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Emmett Brown
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 19:49    Oggetto: Rispondi citando

Proserpina ha scritto:
...Era un giorno di primavera e una giovane donna per un attimo mi ha scaldato il cuore.


Il tuo cuore s'è scaldato; altri cuori hanno secreto gelo, veleno, stupidità, malvagità, dolore. C'è cuore e cuore.
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 21:10    Oggetto: Rispondi citando

Emmett Brown ha scritto:

altri cuori hanno secreto gelo, veleno, stupidità, malvagità, dolore. C'è cuore e cuore.


..quando questo accade...è solo l'ombra che si fa sentire..ciò che più ci inquieta è ciò che spesso vorremmo vivere....
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 22:31    Oggetto: Rispondi citando

Anche se li considero maestri, non perseguo gl'insegnamenti di Catone né di Dracone...


@EmmetBrown e Proserpina
Attenzione state "scivolando" fuori argomento, se volete continuare posso aprire un thread apposito...
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 22:37    Oggetto: Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:
Anche se li considero maestri, non perseguo gl'insegnamenti di Catone né di Dracone...


@EmmetBrown e Proserpina
Attenzione state "scivolando" fuori argomento, se volete continuare posso aprire un thread apposito...


...credi davvero?...a me sembra che il cuore dell'argomento sia invece questo....tu l'hai intitolato questione etica....cosa ci fa definire etico il gesto di riferire di aver visto un tradimento e perchè il tradimento ci turba ( se proprio insisti a volerlo chiamare così)....

Lupo...sii davvero tale...restiamo qui e andiamo nel profondo della questione....Non siamo per nulla OT.
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 22:42    Oggetto: Rispondi citando

Proserpina ha scritto:
....

Lupo...sii davvero tale...restiamo qui e andiamo nel profondo della questione....Non siamo per nulla OT.


Siete "sul bordo": una cosa è la questione etica un'altra sono le considerazioni su cuori infranti, crudeli, caldi e quant'altro...
Le vostre divagazioni starebbero meglio nel thread "C'è cuore e cuore"
[ancora da aprire...]

Io stesso in questo momento sono OT e non ho nessun problema a splittarmi...
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 22:53    Oggetto: Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:
Proserpina ha scritto:
....

Lupo...sii davvero tale...restiamo qui e andiamo nel profondo della questione....Non siamo per nulla OT.


Siete "sul bordo": una cosa è la questione etica un'altra sono le considerazioni su cuori infranti, crudeli, caldi e quant'altro...
Le vostre divagazioni starebbero meglio nel thread "C'è cuore e cuore"
[ancora da aprire...]

Io stesso in questo momento sono OT e non ho nessun problema a splittarmi...


Hai letto bene Wolf?Io ho parlato di ombra...non di cuori infranti..sai un mod ...vai a fondo quando leggi..
Per favore..non farti prendere dalla sindrome dell'OT che anch'io ho...Mi è appena stato detto di non esagerare con il dilemma sono o non sono OT...

Ascolta: tu la poni come una questione etica...ma a mio avviso non lo è.
Se mi apri un 3d come quello che hai detto manco ci scrivo.
Questo tema mi sta molto a cuore e per questo sono tornata a postare.

Ti rigiro la domanda: è etico pensare di sapere cosa vive una persona che sceglie "tradire" (come odio questa parola...non si tradisce che se stessi..)? Cosa ci spinge a giudicare questo gesto che in sè è sempre un gesto carico di intensità e vitalità? Cosa ci inquieta in realtà? Cosa ci fa venire l'irrefrenabile voglia di riferire al parner?
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 23:04    Oggetto: Rispondi citando

Proserpina ha scritto:
...
Ti rigiro la domanda: è etico pensare di sapere cosa vive una persona che sceglie "tradire" (come odio questa parola...non si tradisce che se stessi..)? Cosa ci spinge a giudicare questo gesto che in sè è sempre un gesto carico di intensità e vitalità? Cosa ci inquieta in realtà? Cosa ci fa venire l'irrefrenabile voglia di riferire al parner?


La domanda e i suoi limiti mi sembravano abbastanza chiari:

non riguardavano cosa si prova a tradire, come se la vive una persona che tradisce, bensì come pensate sia etico comportarsi in una situazione come quella descritta.

L'argomento che vuoi introdurre esula dall'oggetto del thread.
Ecco perché mi sembra corretto aprire un'altra discussione che forse ha più valenza di questa.
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MessaggioInviato: 16 Mar 2008 23:53    Oggetto: Rispondi citando

Lo davo per sottinteso dato ciò che ho scritto, ma lo dico più chiaramente: trovo che riferire a qualcuno che il suo compagno/a intrattiene rapporti con terzi (evito appositamente la spropositata parola 'tradire') sia un'infamia e un comportamento spesso dettato dalle più basse pulsioni.

proserpina ha scritto:
1) è etico pensare di sapere cosa vive una persona che sceglie di "tradire" (come odio questa parola...non si tradisce che se stessi..)?
2) Cosa ci spinge a giudicare questo gesto che in sè è sempre un gesto carico di intensità e vitalità?
3) Cosa ci inquieta in realtà?
4) Cosa ci fa venire l'irrefrenabile voglia di riferire al partner?


1) Troverei molto supponente il pensarlo.
2) L'invidia per l'altrui felicità, o peggio.
3) Il constatare che un comportamento che ci hanno insegnato essere deprecabile è in realtà naturale e fonte di gioia e benessere.
4) La cattiveria, presumo.

Per rispondere alla domanda precisa di graywolf "come pensate sia etico comportarsi in una situazione come quella descritta": la mia etica mi suggerisce di custodire (gioiosamente) certe informazioni senza riferirle ad alcuno.
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MessaggioInviato: 17 Mar 2008 01:25    Oggetto: Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:
L'argomento che vuoi introdurre esula dall'oggetto del thread.
Ecco perché mi sembra corretto aprire un'altra discussione che forse ha più valenza di questa.


...va bene... Wink
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MessaggioInviato: 17 Mar 2008 02:22    Oggetto: Rispondi citando

Si presuppone che io sia amico di entrambi: il tradito ed il traditore!
Mi è già successo e ci si sente molto a disagio, ci si sente complici nel tradire l'amico.
Insieme ad altri amici, abbiamo preso il traditore e gli abbiamo chiesto il perché di quel gesto.
Ne abbiamo valutato le ragioni, non ci siamo erti a giudice, ma abbiamo fatto capire l'importanza i essere sinceri con l'altro, il disagio creato a chi sapeva della situazione e che per ovvi motivi non si sentiva più a proprio agio ne con l'uno e ne con l'altro.
Non facendo mancare il nostro supporto ed affetto, abbiamo spinto al chiarimento gli amici, che dopo qualche mese sono ritornati insieme ed oggi sono felicemente sposati!
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MessaggioInviato: 17 Mar 2008 11:14    Oggetto: Re: Una questione etica Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:
Quando si vede una moglie/fidanzata/compagna di un amico che lo tradisce

Cosa è più etico?

- prendere da parte la persona e metterla al corrente che se non dice la verità, si provvederà di persona ad avvisare il "malcapitato/a".

- Andare direttamente dall'interessato/a e avvisarlo/a.
Queste sono etiche.

GrayWolf ha scritto:
- Non fare niente, nemmeno la più piccola allusione, per non incrinare la felicità che i due esprimono, almeno in pubblico.
Questo magari non e' etico, ma e' la scelta dell'uomo saggio.
Notoriamente, l'ambasciator porta pene anzicheno'.

Dal che se ne deduce che l'uomo eticamente saggio fa in modo di non sapere nulla di tali faccende.
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amhara
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MessaggioInviato: 17 Mar 2008 13:48    Oggetto: Rispondi

io non penso si debba dire questo è etico e questo non lo è.
mi sembra banale dire che dipende dalla situazione, ma come al solito (visto che parliamo di etica) riferirsi al buon protagora non fa male.
Il bene e il male dipendono dalla situazione e anche dalla persona.
Io che dico al mio amico\a che viene tradito sto facendo del bene perchè sto svelando la menzogna del compagno\a, ma al tempo stesso sapere queste cose farà molto molto male all'amico\a.. senza contare che potrebbe anche non credervi (cosa che a me è già successa) dicendo che parliamo male del partner solo perchè sta antipatico\a o perchè è chiacchierato\a.

in questi casi andrebbero valutati (con il beneficio della ragione, visto che noi non siamo direttamente coinvolti) i seguenti fatti:
-quanto siamo amici del tradito\a?
-quanto siamo amici del traditore\traditrice?
-valutare le conseguenze del gesto.

le quali possono ovviamente compromettere gravemente i nostri rapporti con il tradito o con il traditore o con entrambi in vario grado..

Mi pare che l'etica c'entri poco.
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