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Scegliere la Vita
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Cybion
Dio maturo
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MessaggioInviato: 02 Mar 2008 16:59    Oggetto: Scegliere la Vita Rispondi citando

Scegliete la vita. Scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxi televisore del ca**o. Scegliete lavatrice, macchina, lettori cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita. Scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valigie in tinta. Scegliete un salotto con tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del ca**o, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina. Scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio, ridotti a motivo d'imbarazzo per gli str***etti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi. Scegliete un futuro, scegliete la vita...
Ma perchè dovrei fare una scelta così?

(da Trainspotting, 1996)

Utilizzo una frase del film Trainspotting per introdurre un argomento sul quale in qualche modo ha contribuito a istigare la riflessione il nostro Amico Daniel.

Scegliere la vita. Ma quale vita?
Quella descritta con violenza verbale nel brano citato, che non è altro se non il modello "impostoci" dalla società, in cui gli unici modelli di riferimento sono l'arricchimento personale per il conseguimento di beni materiali che diventano indicatori di stato sociale, in una perenne e mai completamente risolta aspirazione e conseguente insoddisfazione?
Quella in cui, per evocare Fromm, ciò che conta è avere e non essere?

E se si facesse una scelta di tipo diverso?
Proprio per questo ho "chiamato in causa" Danielix, per la sua scelta di vivere in barca a vela, con un ritmo contrario a qualsiasi corrente che fluisca nel fiume della nostra società.

Ma quanto ci è davvero possibile fare una scelta del genere?

Io sono riuscita a raggiungere uno stile intermedio e già mi sento "fortunata", anche se al di là di qualsiasi evento casuale e fortuito si è trattato di una scelta fortemente voluta.

Certo, non vivo in una barca né raminga su un camper.
Anche se a volte mi piacerebbe esserlo davvero, vagabonda senza fissa dimora.

Vivo in un luogo che sembra essere al di fuori del tempo, lo scorrere di un fiume sui ciottoli mi carezza l'udito e spesso il passo antico di cavalli mi immerge in un'atmosfera di secoli fa.
Gli abitanti del paese non si limitano a sfiorarsi con sguardi sfuggenti, ma pur senza conoscersi il saluto e il reciproco aiuto sono ancora all'ordine del giorno, mentre lo scambio di oggetti e favori è l'unica moneta ivi coniata.
La descrizione sembra molto romantica e sognante, e in effetti in parte lo è. Ma si tratta di un luogo che esiste davvero e ogni volta che vi faccio ritorno, a sera, mi sembra di entrare in una sorta di "terra di mezzo", un luogo dove l'humanitas ancora non è stata costretta a soccombere di fronte alle armate della "follia" che sembra sempre più dilagare nella nostra società.

Purtroppo - ma anche per fortuna - non possiamo prescindere dal mondo in cui viviamo e dalle tendenze in esso avanzanti.

Ma forse il "problema" non sta tanto nel "cosa" scegliere quanto nello scegliere tout-court: adeguarsi al modello imperante è in fondo una non-scelta, un lasciarsi trascinare dalla corrrente senza guardare dove essa ci porta.
Scegliendo, a volte occorre opporsi alla corrente, alla sua forza, e giunti a sera i muscoli fanno male e la strada percorsa sembra così poca cosa...
Eppure, forse ne vale davvero la pena.

Questo il punto.
Ora a voi, l'andare a capo.
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ioSOLOio
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MessaggioInviato: 02 Mar 2008 17:55    Oggetto: Re: Scegliere la vita Rispondi citando

Cybion ha scritto:
Scegliere la vita. Ma quale vita?
[...]

E se si facesse una scelta di tipo diverso?
[...]

Ma quanto ci è davvero possibile fare una scelta del genere?

ovviamente, se la scelta del lavoro non è sempre completamente possibile (per le nostre capacità, per il contesto relazionale in cui si vive, ecc.) per il modo di vivere si può scegliere molto invece.

Ovviamente una scelta molto particolare ed estrema (che so vivere come gli Amish piuttosto che lontano e indipendenti in maniera assoluta su una barca..) ha un costo molto alto, a volte meramente economico, altre volte di principio che non tutti sono in grado di sostenere.

Ma senza arrivare agli estremi, credo che si possa scegliere.
In base al proprio carattere.

Conosco gente che vive nel 2008, che utilizza il web e la tecnologia ma che non vuole il cellulare rompiballe. Che viaggia per il mondo ma che non ha l'auto o la patente. Che mangia con gusto ma sceglie ciò che mangia con una certa cura. Che è aggiornato sulle notizie ma non utilizza la tv.
Ecc.ecc.

Sono solo esempi.
In fondo certe scelte sono alla portata di ciascuno di noi.





Cybion ha scritto:
Purtroppo - ma anche per fortuna - non possiamo prescindere dal mondo in cui viviamo e dalle tendenze in esso avanzanti.

ci mancherebbe. Non considerare il mondo attuale non solo non è possibile, ma sarebbe anche poco accorto.



Cybion ha scritto:
Scegliendo, a volte occorre opporsi alla corrente, alla sua forza, e giunti a sera i muscoli fanno male e la strada percorsa sembra così poca cosa...

ma sai...se ti estrapoli dal contesto della corrente, la strada non diventa più tanta o poco se non in relazione a ciò che ritieni tu di dover fare.
Il metro di paragone non sarà più ovviamente l'edonismo o gli status tipici della società.
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Cybion
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MessaggioInviato: 03 Mar 2008 12:08    Oggetto: Re: Scegliere la vita Rispondi citando

ioSOLOio ha scritto:

Conosco gente che vive nel 2008, che utilizza il web e la tecnologia ma che non vuole il cellulare rompiballe. Che viaggia per il mondo ma che non ha l'auto o la patente. Che mangia con gusto ma sceglie ciò che mangia con una certa cura. Che è aggiornato sulle notizie ma non utilizza la tv.
Ecc.ecc.

Sono solo esempi.
In fondo certe scelte sono alla portata di ciascuno di noi.


Infatti, tra quelle persone che mi citi a esempio, almeno in parte rientro anch'io: ho scelto di non avere la tv, nonostante abbia la patente non voglio l'auto, del cellulare faccio l'uso minimo e indispensabile (decidendo se e quando tenerlo spento o acceso, e se e quando rispondere: non intendo essere "schiava" della raggiungibilità perenne).

Come tu saggiamente dici, sono scelte alla portata di ciascuno di noi.

Ciò che mi stupisce e che mi ha portato a lanciare il sasso di questi interrogativi è il fatti che spesso, confrontandomi con altre persone, nelle loro parole sento perplessità e dubbi, nei loro occhi vedo il pensiero inespresso che io sia un po' "stramba".

Eppure, appunto: non ho scelto nulla di particolarmente strano, non faccio nulla di straordinario, sono una persona "normalissima".

Ciononostante, finisco per essere una "fuori dagli schemi".
Non che la cosa mi dia fastidio, tutt'altro.

Ciò che mi colpisce è però che le stesse persone che considerano "strano" chi fa scelte come le mie - per non parlare di altre ancor più estreme come l'esempio del già citato Danielix (che io a volte affettuosamente invidio) - al contempo si lamentano della società in cui vivono.
Lamentarsi e non far nulla per cambiare almeno ciò che riguarda se stessi, che senso ha?

Come se lamentarsi fosse solo un esercizio di stile mentre l'accettazione dell'edonismo (come tu giustamente lo chiami) fosse così radicata nel profondo che qualsiasi scelta "differente" diventa un miraggio irraggiungibile e, in fondo, neanche voluto.
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Proserpina
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MessaggioInviato: 03 Mar 2008 14:28    Oggetto: Rispondi citando

..il paesino bucolico io lo considero una gabbia Cybion...ci sono cresciuta e ci vivo e un'aggressività latente e strisciante serpeggia fra le pieghe dei saluti discerti e degli sguardi pudici.

Trovo la tecnologia estrememente interessante per accorciare distanze e permettere relazioni una volta impossibili: di cellulare e pc faccio ampio uso...viva l'ascuigatrice quando hai due figli....la tv non è un demone se ne fai un uso saggio...

Scusa ma la tua descrizione mi sembra un po idealizzata mentre in realtà è grazie alla tecnologia che io e te ci possiamo confrontare.

E se il nostro Daniel anche se va in barca a vela è qui con noi segno che c'è altro da trovare e da scopire, nuovi viaggi POSSONO REALIZZARSI ANCHE ATTRAVERSO COMUNCAZIONI TELEMATICHE.

Non è questione di scelte radicali ma di stati dell'essere....non ho avuto la tv per 14 anni..mangiato biologico per parecchio....boicottato e cercato coerenza e...ho scoperto che mi stavo irrigidedo e vedevo gli altri diversi..e invece..siamo...tutti sulla stessa barca..noi e loro..non esiste...è solo un'illusione ...talvolta presuntuosa...
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MessaggioInviato: 03 Mar 2008 15:46    Oggetto: Re: Scegliere la vita Rispondi citando

Cybion ha scritto:
Ma forse il "problema" non sta tanto nel "cosa" scegliere quanto nello scegliere tout-court: adeguarsi al modello imperante è in fondo una non-scelta, un lasciarsi trascinare dalla corrrente senza guardare dove essa ci porta.
Scegliendo, a volte occorre opporsi alla corrente, alla sua forza, e giunti a sera i muscoli fanno male e la strada percorsa sembra così poca cosa...
Eppure, forse ne vale davvero la pena.

Intanto concludo la tua citazione di Trainspotting
Citazione:
Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?
Perche' anche quella dopotutto e' una scelta, quella di rifiutare tutto.
E questo a sua volta (urgh!) perche' il tuo "caso" lo vedo come un esempio di rifiuto piu' che di scelta: rifiuti i vantaggi della citta' per non subirne gli inevitabili svantaggi.
Se la vedi da questo punto di vista capisci anche perche' decidere di vivere in un paesino, o su una barca, o senza cellulare, auto etc. appaia, ai piu', strano.
Perche' uno dovrebbe rinunciare alle comodita' e complicarsi la vita, potendo evitarlo?
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Cybion
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MessaggioInviato: 03 Mar 2008 16:14    Oggetto: Rispondi citando

Proserpina ha scritto:
..il paesino bucolico io lo considero una gabbia Cybion...ci sono cresciuta e ci vivo e un'aggressività latente e strisciante serpeggia fra le pieghe dei saluti discerti e degli sguardi pudici.


Le uniche gabbie sono quelle che ci costruiamo intorno e il più delle volte sono dentro di noi, pareti che si radicano sempre più impedendo qualsiasi "evasione".
Ma sono ingannatrici in quanto invisibili.

Nel corso della vita ho vagabondato.
Non sono nata in un paesino bucolico, ma in un paesino di periferia, schiacciato tra le aspirazioni della vicina cittadina (tutt'altro che una metropoli) e una insensata corsa all'arricchimento.
Ovviamente, l'ho considerato una gabbia.
Dalla quale sono fuggita.

Ho trascorso anni in una cittadina in cui anche i mattoni ricoperti di antiche muffe dei più oscuri vicoli trasudavano cultura (oltre alla più che ovvia umidità).
Ancora una volta, ho sentito la gabbia intorno a me.
Di nuovo, il mio passo è divenuto errante.

Mi sono fermata in una grande metropoli, amandola profondamente nonostante i suoi se e i suoi ma, imparando a esplorarne ogni anfratto, a scoprire ricchezze sconosciute, ad andare al di là di ciò che vedevo.
Ne ho frequentato i luoghi dove fare cultura è quotidinità e mi sono spinta fino alle più oscure zone di periferia, ho visto esseri umani sopravvivere dove neanche l'erba riusciva più a crescere, dove era arrivato il cemento ma non qualcosa che a noi sembra scontato come l'illuminazione elettrica.

E intanto, conoscevo.
Vedevo l'umanità e il suo contrario.
Al contempo, imparavo a vedere me stessa.
Esplorando il mondo, scoprivo continenti sconosciuti dentro di me.

Per un periodo, sono tornata al luogo della mia nascita (alla piccola città, bastardo posto, per prendere a prestito le parole di Guccini).
Sono tornata con la paura di rientrare in una gabbia antica.
Ma quando mi sono trovata là, ho capito.
Ho capito che quella gabbia non era il luogo ad averla costruita intorno a me, ma ero stata proprio io a erigerla dentro di me, mattoncino dopo mattoncino.
Non solo. Ho scoperto che quella gabbia aveva una porticina, e la chiave non era nascosta su un'isola sperduta come nei migliori racconti di avventura.
Quella chiave, era nelle mie tasche.
Esitando e con la mano un po' tremante, ho aperto quella serratura e sono uscita, affacciandomi nei territori della mia interiorità.
Ho rivisto le figure inquietanti che mi sembrava sorvegliassero da fuori la mia prigione, è bastato un gesto della mano per mandarle via.

Se viviamo confinati tra limiti e barriere, soltanto noi ne siamo "responsabili".
Gli sguardi pudici nella loro ipocrisia, li ho ritrovati ovunque.
E ho continuato a ritrovarli finché ne sono stata prigioniera.
Ho continuato a ritrovarli, perché non ero libera di cercare altro, in quelle stesse persone. Perché non altro che quelli, mi aspettavo.

La vera libertà è saper guardare oltre ai sorrisi di circostanza, a guardare negli occhi degli altri e leggervi ciò che non ci diranno mai, percepirne solitudini e paure, ascoltare racconti di vite celati dietro il cenno di una mano.

Ora vivo in quello che tu hai definito un paesino bucolico.
Per prima ho definito romantica e sognante la descrizione che ne ho fatto.
Non è un luogo fuori dal mondo, ma dentro di esso. E di esso vi è arrivato tutto. Nel bene e nel male.
Vi sono giunta quasi per caso. Non l'ho scelto a priori come mia dimora.
Ma vi sono giunta libera.
Libera di vedere.
Libera di sorridere.
Libera di accogliere la luce di un sorriso nei volti altrui.
Libera di ascoltare chi mi vive accanto, portatore sano di "vizi e virtù", come ogni essere umano. Come me.

Proserpina ha scritto:
Trovo la tecnologia estrememente interessante per accorciare distanze e permettere relazioni una volta impossibili: di cellulare e pc faccio ampio uso...viva l'ascuigatrice quando hai due figli....la tv non è un demone se ne fai un uso saggio...
[...]
E se il nostro Daniel anche se va in barca a vela è qui con noi segno che c'è altro da trovare e da scopire, nuovi viaggi POSSONO REALIZZARSI ANCHE ATTRAVERSO COMUNCAZIONI TELEMATICHE.


Il mio è tutt'altro che un anatema anti-tecnologico.
Altrimenti non sarei qui a digitare i miei pensieri.
Utilizzo a pieno tutta la tecnologia che è alla mia portata perché la ritengo un potente mezzo di conoscenza.
E come tale la uso.
Per soddisfare la mia inestinguibile sete di conoscere.

Gateo ha scritto:
E questo a sua volta (urgh!) perche' il tuo "caso" lo vedo come un esempio di rifiuto piu' che di scelta: rifiuti i vantaggi della citta' per non subirne gli inevitabili svantaggi.
Se la vedi da questo punto di vista capisci anche perche' decidere di vivere in un paesino, o su una barca, o senza cellulare, auto etc. appaia, ai piu', strano.
Perche' uno dovrebbe rinunciare alle comodita' e complicarsi la vita, potendo evitarlo?

Ogni scelta comporta un rifiuto, potrei ribaltare il tuo discorso per dire: rifiutare i vantaggi del paesino per non subirne gli inevitabili svantaggi.
Ma non voglio cadere in un loop del quale non vedo l'utilità.
Allo stesso modo, potrei chiederti:
perché avere la televisione e lamentarsi di ciò che vi si vede pur continuando a guardarla?
perché tenere il cellulare e sentirsi obbligati a rispondere, al contempo manifestando notevole fastidio per l'ennesimo "scocciatore" quando siamo noi a decidere di rispondere?

In definitiva, perché sentirsi schiavi di qualcosa che siamo proprio noi ad avere scelto?
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MessaggioInviato: 03 Mar 2008 18:58    Oggetto: Rispondi citando

Cybion ha scritto:
Allo stesso modo, potrei chiederti:
perché avere la televisione e lamentarsi di ciò che vi si vede pur continuando a guardarla?
perché tenere il cellulare e sentirsi obbligati a rispondere, al contempo manifestando notevole fastidio per l'ennesimo "scocciatore" quando siamo noi a decidere di rispondere?

In definitiva, perché sentirsi schiavi di qualcosa che siamo proprio noi ad avere scelto?
Perche' tale e' il modello socio-economico occidentale, sei quel che consumi, prima di tutto.
E non consumare e' il gesto eversivo piu' grande che puoi attuare, mica le petizioni o le manifestazioni.
Alcune cose non le scegli davvero, sei obbligato a sceglierle: il telefonino per farsi trovare immediatamente, la macchina per andare dove nessun'altro mezzo ti puo' portare, il portatile con windows, perche' con Linux e' introvabile...
Ok, forse mi sto reloopando, ma sei te che proponi temi al di la' delle mie possibilita', vienimi incontro!
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Danielix
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MessaggioInviato: 04 Mar 2008 05:24    Oggetto: Rispondi citando

Eccomi, Cybion.
Mi sono imbattuto solo adesso e per caso in questo thread, non ho voluto fare il prezioso.

E una volta finito di leggere tutti gli interventi... ho assunto più o meno la stessa espressione di quell'emoticon che si gratta il mento (giusto per darti modo di immaginarmi, davanti al laptop, pensieroso...).
Mentre fingevo di essere un'emoticon, il cervello invece correva alla velocità del processore - ancora allo studio - destinato ai computer di bordo del prossimo Shuttle.
E inseguiva riflessioni che mi premuro di sintetizzarti:

"Se non intervengo, sembrerei estremamente scortese, o superbo, o magari anche codardo... chissà!; se intervengo... cosa faccio, ricomincio quelle estenuanti discussioni virtualmente non teorizzabili che ho dovuto affrontare come una costante invasiva per vent'anni, in tutti i porti nei quali sono approdato, ma stavolta senza neppure una buona lattina di Guinness tra le mani?"
In sintesi, naturalmente.

All'uopo ti riporto un aneddoto:

Tanti anni fa, mentre mi accingevo a preparare la barca per la traversata Atlantica, in solitario - che può durare tra i venti e i quaranta giorni - mi ritrovavo costantemente tra i piedi un ragazzo, appassionatissimo di vela, di Mare, d'avventura...
La mia scelta di vita, apparentemente così affascinante, lo rapiva, come i tre quarti dell'umanità incontrata nel mio peregrinare, pompieri e pragmatiche donne "visonate" inclusi; cercava di carpire dalla mia esperienza e disinvoltura quante più cognizioni, competenza, sicurezza in sé e sapienza possibili, e un giorno, mentre l'indottrinamento era mio malgrado in corso, mi chiese: «Ma, dimmi una cosa: e se durante una lunga traversata, a migliaia di miglia da qualunque terraferma e possibile soccorso, dovesse venire un attacco acuto d'appendicite, cos'è che occorre fare?»

Se riesci ad indovinare per quanti minuti totali io abbia riso (a quei tempi non c'era "lol" , ma ti autorizzo a focalizzarmi più o meno come l'emoticon correlata...), ti regalo un avvitatore elettrico a ricarica solare!

Appena ripresomi dall'apnea involontaria da lol convulsivo, lo guardai, e con l'aria più interrogativa che viso umano possa esprimere gli chiesi: «Ma tu credi davvero che se io, non dico sapessi rispondere, ma fossi capace di porre a me stesso una domanda simile, sarei qui, adesso, invece che a sguazzare al sicuro nel cloro della piscina della mia villa (possibilmente costruita nelle immediate vicinanze di un ospedale qualificato), attorniato da ragazze pon-pon che eseguono la danza del ventre per me e la mia amante?»
Non afferrò il senso della risposta, e divenne urologo al Gemelli. Con una barca a Riva di Traiano incrostata di cozze in carena.

Ma qui mi ritrovo a dialogare con elementi carbonici di tutto rispetto che, senza tema d'illazione, avranno agevolmente rilevato il bersaglio dell'aneddoto.

Ragion per cui mi dolgo nel deludere le tue aspettative quotando due sole affermazioni che meritano attenzione.

Una di Gateo:
Citazione:
Perche' uno dovrebbe rinunciare alle comodita' e complicarsi la vita, potendo evitarlo?

E una della stessa Cyby:
Citazione:
Purtroppo - ma anche per fortuna - non possiamo prescindere dal mondo in cui viviamo e dalle tendenze in esso avanzanti.


La prima, nella sua semplicità disarmante, in veste di affermazione possiede la capacità estensiva di un saggio di cinquecento pagine, alla stessa stregua dell'immediato commento che evoca, ossia: "Appunto!!"
In veste di domanda, invece, incontra la risposta celata nell'aneddoto da me proposto.
Ci troviamo, infatti, in un campo minato, dal momento che tentare di teorizzare le pulsioni individuali, e naturalmente mi riferisco a quelle acquisite, che troppo arbitrariamente frustrano alcune azioni gratificanti a beneficio di altre, è impresa sicuramente dilettevole, ma... insidiosamente vana.

La seconda citazione, quella di Cyby, mi coglie angosciosamente impreparato perché, se fosse vera, tenderebbe a dimostrare che io non esisto. E giacché nutro per Cybion sincera considerazione, non posso escludere a priori che la sua affermazione abbia fondamenta, sicché... Shocked devo preoccuparmi?!

Facezie a parte, è evidente che non solo possiamo, ma dobbiamo prescindere dalle tendenze avanzanti, ove queste non ci calzassero. Naturalmente a discapito di altre forme di gratifica per noi meno impellenti. E laddove uso il termine "naturalmente", intendo dire: naturalmente!!!
Ma... così è la vita! Direbbe Daniel quando non è in vena di ricercatezza!

Anzi, già che ci sono, per non venire poi tacciato di ricercatezza, e a beneficio di tutti, abbandono il "forbitese" e ribadisco quanto detto, ma traducendolo in semi-bucolico:

a ragà, ma se uno vuole il panettone a Ferragosto, o se lo fà, o s'attacca al tram! Diciotto televisori al plasma in un monolocale ci possono pure entrare, ma se poi devi dormire accovacciato sulla tazza del cesso per mancanza di spazio, non è che ti devi lamentare!
Ponderi, anzi: pensi, ti dai una grattatina sotto al mento come l'emoticon, e decidi: preferisco un bel lettone comodo con un tv color di 14 pollici in bilico sul pomo (Eta Beta docet!), o guardare diciotto tv al plasma seduto sul cesso?
Quando avrai trovato la risposta, agisci di conseguenza, e ti rassegni. Ma non ti rassegni dando la colpa a Berlusconi, a Grillo, a Marx, al capitalismo, ai giovani, agli Stati Uniti, alle mezze stagioni che non ci sono più, ai cani che dovrebbero stare in giardino, alla nostalgia di quando qui, al posto di questo forum, era tuuuutto campagna, a Silent (lui c'entra sempre!) o a me che non c'entro sicuramente nulla...! ...ti rassegni alla semplice constatazione di essere in vita! Di esistere.

Sei contro il telefonino? Non te lo comprare! Ma nell'istante in cui ti sento lamentare che hai perso un affare di un sacco di soldi perchè hai mancato una telefonata... ti do una testata in fronte e ti faccio acquisire direttamente nella scatola cranica la tecnologia GPRS, EDGE e... pure satellitare, và!

Oh santi numi! Nelle città non si può più vivere! E l'inquinamento, poi... E l'egoismo imperante, e la tecnologia invadente, e il consumismo che t'impone ritmi di lavoro frenetici... Come ti invidio! Tu te ne sbatti, te ne vai... con la tua bella barchetta... a zonzo... nella pace del Mare, nel silenzio...
Per vent'anni ho dovuto sorbirmi queste minchiate.

M'invidi? Ma ne sei certo? Fallo!
Le barche sono là, e costano un decimo di un appartamento in periferia; il Mare è là, ed è gratis; quale madonna ti è apparsa per confidarti il quarto segreto di Fatima e cioè che per vivere ti occorrono diciotto televisori al plasma in un monolocale alla periferia di Milano? E sedici cellulari? E jeans da 200 euro?
Non era la madonna, ma Berlusconi. Ah, sicuro: è sempre colpa sua. È colpa sua l'esser riuscito a metter insieme, in una vita soltanto, tutte le gratifiche di cui aveva bisogno... E instillarti la convinzione che tu abbia le stesse necessità...

Ragà, non ho mai avuto il frigo in barca, semplicemente perchè non ne ho mai sentito la necessità: il burro lo tengo in sentina, che è fresca. E il prosciutto non lo compro: è caro.
Però ho due televisori, di differenti dimensioni, naturalmente piccole; due computer, perchè senza non potrei vivere; quattro o cinque cellulari, e... 1 jeans. Uno.
Che è poco, maledettamente poco, ma non ho i soldi per comprarne almeno un altro paio: li ho spesi in computer.

È evidente che devo aver compiuto una scelta, magari sofferta. E certamente non è colpa di Berlusconi, né di Bush, ma di mia mamma, che m'ha partorito.

E c' ho pure la pace del Mare, che però non è così gratis: in termini di adrenalina e paura vera, quando di notte, in pieno Gennaio, tra la Sardegna e Minorca, a cento miglia dalla costa più vicina, nelle notti senza luna, solo a bordo, onde di cinque metri che sferragliano con un rumore di convoglio ferroviario in procinto di travolgerti fanno di tutto per farti capire che non sei nulla, solo uno spaccone che ha visto troppi film di Clint Eastwood, infatti hai le labbra maledettamente secche e la salivazione è assente... costa quanto un anno dello stipendio di un impiegato catastale, tredicesima e quattordicesima comprese.

E io paaaaago!

Un appartamentino in un ridente paesino, di Mare, naturalmente! e un lavoro presso il locale ufficio postale; un bel tv al plasma di sei o settecento pollici, massì facciamo mille! dove seguire il mio programma preferito, ossia lo schermo nero della tv spenta; l'acqua corrente nei rubinetti, anche.... quella calda!!! (wow!), erano, e sono, alla mia portata, in linea di massima, ma evidentemente devo aver messo sui piatti di una bilancia razionale i due differenti prodotti, ho aggiunto un pesino emotivo, et voilà: un piatto è sceso più giù!
La accendiamo? Accendiamola!

Com'è intuibile, dopo averla accesa, è stato un ovvio susseguirsi di miriadi di scelte obbligate tra differenti necessità e conseguenti gratifiche inevitabilmente tarpate...

Un guardaroba completo come qualsiasi essere umano, o 720 libri? Lo spazio, né i soldi, per entrambi non c'era.
Ho scelto (io, non Silvio!): ho preferito 720 libri ed una linea di galleggiamento di 20 cm sotto al livello di sicurezza.
Anch'esso un prezzo. Specialmente con due bambini a bordo. (All'epoca, erano due).


___________________________________________________________________________________



Cyby, ho risposto in qualche misura alla tua domanda?


Non immagini neppure cosa sei riuscita a fare! Applause Applause Fiori






Tanto... guarda che lo so che l'hai fatto apposta...! Wink
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MessaggioInviato: 04 Mar 2008 16:43    Oggetto: Rispondi citando

Ora capisco perché Zeussino ha voluto spezzare le reni al Caffè dell'Olimpo! Perché Cybion avrebbe postato queste cose solo qui! ROTFL

edit: Silent Runner
oh, questa è una battuta eh? Non fraintendiamo!
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MessaggioInviato: 06 Mar 2008 20:50    Oggetto: Rispondi citando

interessanti parole Danielix, soprattutto quando tratteggi alcune tue scelte e alcune caratteristiche che queste scelte di mare portano con se.



Danielix ha scritto:

Quando avrai trovato la risposta, agisci di conseguenza, e ti rassegni. Ma non ti rassegni dando la colpa a Berlusconi, a Grillo, a Marx, al capitalismo, ai giovani, agli Stati Uniti, alle mezze stagioni che non ci sono più, ai cani che dovrebbero stare in giardino, alla nostalgia di quando qui, al posto di questo forum, era tuuuutto campagna, a Silent (lui c'entra sempre!) o a me che non c'entro sicuramente nulla...! ...ti rassegni alla semplice constatazione di essere in vita! Di esistere.

Sei contro il telefonino? Non te lo comprare! Ma nell'istante in cui ti sento lamentare che hai perso un affare di un sacco di soldi perchè hai mancato una telefonata... ti do una testata in fronte e ti faccio acquisire direttamente nella scatola cranica la tecnologia GPRS, EDGE e... pure satellitare, và!

Oh santi numi! Nelle città non si può più vivere! E l'inquinamento, poi... E l'egoismo imperante, e la tecnologia invadente, e il consumismo che t'impone ritmi di lavoro frenetici... Come ti invidio! Tu te ne sbatti, te ne vai... con la tua bella barchetta... a zonzo... nella pace del Mare, nel silenzio...
Per vent'anni ho dovuto sorbirmi queste minchiate.

M'invidi? Ma ne sei certo? Fallo!

Ma certo Danielix, è esattamente come scrivi.
Ed è così perchè è molto più semplice lamentarsi che piove governo ladro...è facile lamentarsi, non costa nulla, basta seguire la corrente del conformismo.

Scegliere diversamente costa, in termini di impegno, di scelte, di fatica, di responsabilità. Lamentarsi di certe cose, di certi luoghi comuni (traffico e poco parcheggio e magari si prende l'auto per fare cinquecento metri...del trillo continuo dei telefonini..degli altri però...della tv spazzatura ma intanto si è aggiornati sul GF, di quanto costino i cd che è una cosa indecente ma non ci si fa mancare la compilation, del rumore molesto ma una strombazzata o due per uno che, al semaforo, non scatta come Schumacher cosa vuoi che siano, ma guarda che strade sporche ma intanto la carta dei chweingum si butta per terra e il nostro cane dove volete che faccia i suoi bisogni.....)
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MessaggioInviato: 07 Mar 2008 09:49    Oggetto: Rispondi citando

Sapete perché non ho ancora scritto una risposta seriosa e solenne in questo forum?
Com'è che il vecchio Silent che non si lascia mai scappare un'occasione per dire bischerate o scendere i gradini della biblioteca di Babele ancora non si è espesso con lirismo o ampollose frasi altisonanti?
Non lo sapete?
Bene: nemmeno io.

...Che sia l'inizio della fine?
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MessaggioInviato: 30 Set 2008 16:09    Oggetto: Rispondi citando

Ciao Embarassed 8) Wink
Proserpina ha scritto:
E se il nostro Daniel anche se va in barca a vela è qui con noi segno che c'è altro da trovare e da scopire, nuovi viaggi POSSONO REALIZZARSI ANCHE ATTRAVERSO COMUNCAZIONI TELEMATICHE.

Cybion ha scritto:

Il mio è tutt'altro che un anatema anti-tecnologico.
Altrimenti non sarei qui a digitare i miei pensieri.
Utilizzo a pieno tutta la tecnologia che è alla mia portata perché la ritengo un potente mezzo di conoscenza.
E come tale la uso.
Per soddisfare la mia inestinguibile sete di conoscere.

Gateo ha scritto:
E questo a sua volta (urgh!) perche' il tuo "caso" lo vedo come un esempio di rifiuto piu' che di scelta: rifiuti i vantaggi della citta' per non subirne gli inevitabili svantaggi.
Se la vedi da questo punto di vista capisci anche perche' decidere di vivere in un paesino, o su una barca, o senza cellulare, auto etc. appaia, ai piu', strano.
Perche' uno dovrebbe rinunciare alle comodita' e complicarsi la vita, potendo evitarlo?

Ogni scelta comporta un rifiuto, potrei ribaltare il tuo discorso per dire: rifiutare i vantaggi del paesino per non subirne gli inevitabili svantaggi.
Ma non voglio cadere in un loop del quale non vedo l'utilità.
Allo stesso modo, potrei chiederti:
perché avere la televisione e lamentarsi di ciò che vi si vede pur continuando a guardarla?
perché tenere il cellulare e sentirsi obbligati a rispondere, al contempo manifestando notevole fastidio per l'ennesimo "scocciatore" quando siamo noi a decidere di rispondere?

In definitiva, perché sentirsi schiavi di qualcosa che siamo proprio noi ad avere scelto?
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MessaggioInviato: 30 Set 2008 18:36    Oggetto: Rispondi citando

Benvenuta fra noi e grazie per aver riaperto la discussione! Very Happy
Niente male come primo post! Wink
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MessaggioInviato: 07 Ott 2008 15:07    Oggetto: Rispondi citando

...Peccato che sia stato anche l'unico. Sad
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MessaggioInviato: 14 Nov 2008 16:38    Oggetto: Rispondi citando

Cybion ha scritto:
Proserpina ha scritto:
..il paesino bucolico io lo considero una gabbia Cybion...ci sono cresciuta e ci vivo e un'aggressività latente e strisciante serpeggia fra le pieghe dei saluti discerti e degli sguardi pudici.


Le uniche gabbie sono quelle che ci costruiamo intorno e il più delle volte sono dentro di noi, pareti che si radicano sempre più impedendo qualsiasi "evasione".
Ma sono ingannatrici in quanto invisibili.

Nel corso della vita ho vagabondato.
Non sono nata in un paesino bucolico, ma in un paesino di periferia, schiacciato tra le aspirazioni della vicina cittadina (tutt'altro che una metropoli) e una insensata corsa all'arricchimento.
Ovviamente, l'ho considerato una gabbia.
Dalla quale sono fuggita.

Ho trascorso anni in una cittadina in cui anche i mattoni ricoperti di antiche muffe dei più oscuri vicoli trasudavano cultura (oltre alla più che ovvia umidità).
Ancora una volta, ho sentito la gabbia intorno a me.
Di nuovo, il mio passo è divenuto errante.

Mi sono fermata in una grande metropoli, amandola profondamente nonostante i suoi se e i suoi ma, imparando a esplorarne ogni anfratto, a scoprire ricchezze sconosciute, ad andare al di là di ciò che vedevo.
Ne ho frequentato i luoghi dove fare cultura è quotidinità e mi sono spinta fino alle più oscure zone di periferia, ho visto esseri umani sopravvivere dove neanche l'erba riusciva più a crescere, dove era arrivato il cemento ma non qualcosa che a noi sembra scontato come l'illuminazione elettrica.

E intanto, conoscevo.
Vedevo l'umanità e il suo contrario.
Al contempo, imparavo a vedere me stessa.
Esplorando il mondo, scoprivo continenti sconosciuti dentro di me.

Per un periodo, sono tornata al luogo della mia nascita (alla piccola città, bastardo posto, per prendere a prestito le parole di Guccini).
Sono tornata con la paura di rientrare in una gabbia antica.
Ma quando mi sono trovata là, ho capito.
Ho capito che quella gabbia non era il luogo ad averla costruita intorno a me, ma ero stata proprio io a erigerla dentro di me, mattoncino dopo mattoncino.
Non solo. Ho scoperto che quella gabbia aveva una porticina, e la chiave non era nascosta su un'isola sperduta come nei migliori racconti di avventura.
Quella chiave, era nelle mie tasche.
Esitando e con la mano un po' tremante, ho aperto quella serratura e sono uscita, affacciandomi nei territori della mia interiorità.
Ho rivisto le figure inquietanti che mi sembrava sorvegliassero da fuori la mia prigione, è bastato un gesto della mano per mandarle via.

Se viviamo confinati tra limiti e barriere, soltanto noi ne siamo "responsabili".
Gli sguardi pudici nella loro ipocrisia, li ho ritrovati ovunque.
E ho continuato a ritrovarli finché ne sono stata prigioniera.
Ho continuato a ritrovarli, perché non ero libera di cercare altro, in quelle stesse persone. Perché non altro che quelli, mi aspettavo.

La vera libertà è saper guardare oltre ai sorrisi di circostanza, a guardare negli occhi degli altri e leggervi ciò che non ci diranno mai, percepirne solitudini e paure, ascoltare racconti di vite celati dietro il cenno di una mano.

Ora vivo in quello che tu hai definito un paesino bucolico.
Per prima ho definito romantica e sognante la descrizione che ne ho fatto.
Non è un luogo fuori dal mondo, ma dentro di esso. E di esso vi è arrivato tutto. Nel bene e nel male.
Vi sono giunta quasi per caso. Non l'ho scelto a priori come mia dimora.
Ma vi sono giunta libera.
Libera di vedere.
Libera di sorridere.
Libera di accogliere la luce di un sorriso nei volti altrui.
Libera di ascoltare chi mi vive accanto, portatore sano di "vizi e virtù", come ogni essere umano. Come me.

Proserpina ha scritto:
Trovo la tecnologia estrememente interessante per accorciare distanze e permettere relazioni una volta impossibili: di cellulare e pc faccio ampio uso...viva l'ascuigatrice quando hai due figli....la tv non è un demone se ne fai un uso saggio...
[...]
E se il nostro Daniel anche se va in barca a vela è qui con noi segno che c'è altro da trovare e da scopire, nuovi viaggi POSSONO REALIZZARSI ANCHE ATTRAVERSO COMUNCAZIONI TELEMATICHE.


Il mio è tutt'altro che un anatema anti-tecnologico.
Altrimenti non sarei qui a digitare i miei pensieri.
Utilizzo a pieno tutta la tecnologia che è alla mia portata perché la ritengo un potente mezzo di conoscenza.
E come tale la uso.
Per soddisfare la mia inestinguibile sete di conoscere.

Gateo ha scritto:
E questo a sua volta (urgh!) perche' il tuo "caso" lo vedo come un esempio di rifiuto piu' che di scelta: rifiuti i vantaggi della citta' per non subirne gli inevitabili svantaggi.
Se la vedi da questo punto di vista capisci anche perche' decidere di vivere in un paesino, o su una barca, o senza cellulare, auto etc. appaia, ai piu', strano.
Perche' uno dovrebbe rinunciare alle comodita' e complicarsi la vita, potendo evitarlo?

Ogni scelta comporta un rifiuto, potrei ribaltare il tuo discorso per dire: rifiutare i vantaggi del paesino per non subirne gli inevitabili svantaggi.
Ma non voglio cadere in un loop del quale non vedo l'utilità.
Allo stesso modo, potrei chiederti:
perché avere la televisione e lamentarsi di ciò che vi si vede pur continuando a guardarla?
perché tenere il cellulare e sentirsi obbligati a rispondere, al contempo manifestando notevole fastidio per l'ennesimo "scocciatore" quando siamo noi a decidere di rispondere?

In definitiva, perché sentirsi schiavi di qualcosa che siamo proprio noi ad avere scelto?



clap: Applause Applause Una descrizione che mi piace tantissimo, hai proprio ragione, le gabbie sono dentro di noi, ce le costruiamo spesso inconsciamente senza rendercene conto, spinti dalle nostre paure, dalle nostre insicurezze. Non è il cellulare ultima moda o il plasma semi piatto che ci da la libertà , questo è quello che ci fanno credere i media e la pubblicità, la vera libertà è riuscire a guardarci dentro senza barare, capire cosa vogliamo davvero e avere il coraggio di ottenerlo anche se costa fatica.
Ogni posto in cui decidiamo di vivere va bene, se siamo in pace con noi stessi, se la scelta è stata voluta e consapevole, altrimenti non vi è luogo che tenga, se pur bellissimo, perchè sarà solo un fuggire continuo da noi stessi , dalla nostra vera natura . Fiore
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MessaggioInviato: 14 Nov 2008 18:24    Oggetto: Rispondi citando

Benritrovata etabeta: spero che tornerai ancora con commenti così arricchendoci con quello che pensi delle cose e del tuo essere persona.

So che a parlare di queste cose si incorre spesso in tautologie e finiamo per dire tutti più o meno le stesse cose e alla fine ci troviamo tutti d'accordo ma immobili in un mondo paralizzato dalle abitudini, dai bisogni o dalle regole imposte da altri.

Vorrei, mi piacerebbe sentire qualcuno di noi che propone una via, non di fuga ma un progetto per cambiare le cose che più ci sono vicine. Non basta negarsi la tivù o il telefonino, è necessario ripensare a tutto quello che siamo e come lo siamo diventati perché la vita che stiamo vivendo abbia qualcosa di più di un senso che a noi sembri accettabile. Dare un senso al nostro vivere ci può consolare o gratificare ma non ci proietta se non dove siamo già.
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MessaggioInviato: 17 Nov 2008 19:14    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:


Non è questione di scelte radicali ma di stati dell'essere....non ho avuto la tv per 14 anni..mangiato biologico per parecchio....boicottato e cercato coerenza e...ho scoperto che mi stavo irrigidedo e vedevo gli altri diversi..e invece..siamo...tutti sulla stessa barca..noi e loro..non esiste...è solo un'illusione ...talvolta presuntuosa...


________________________________________________________

Io guardo la tv regolarmente, adoro la tecnologia, uso il cell, nei momenti di sconforto mi faccio di nutella, frequento gli ipermercati, Popcorn vivo la vita dell'italiana media e credo che la vera via di fuga sia la consapevolezza, cerco di vivere il mio tempo senza tuttavia lasciarmi travolgere. Vivere non lasciarmi vivere .
Non è molto ma come primo passo ..... la barca in mezzo al mare Sick Sick forse un giorno, la vita bucolica.... Think Think mi piacerebbe ma forse non sono ancora pronta, un passo per volta, il sottile piacere di usare o buttare il telecomando consapevolmente senza l'ossessione di sapere chi vincerà il festival ....beh! Non è male dai!!! Evvai
Il resto verrà
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MessaggioInviato: 17 Set 2012 23:55    Oggetto: Rispondi citando

Prosegue da qui

Danielix ha scritto:
maxstirner ha scritto:
Non ho inteso puntualizzare il tuo commento, ma l'ho utilizzato per esporti il mio punto di vista, per condividere il tuo.

Sì, l'avevo intuito: ci sono "segnali" a sufficienza.

maxstirner ha scritto:
Non avere fame,
Non avere sete,
Non avere caldo
Non avere freddo
Non avere dolore.

Perfetto.
Hai trascurato solo:
- Soddisfare gli istinti sessuali, senza difficoltà (né tabù) e con regolarità
- Viaggiare il più possibile (l'essere umano è una specie nomade)
- Stare il più possibile a contatto con la Natura (di cui siamo fatti, non di cemento)
- Possedere la libertà

Io ho elencato i 5 punti essenziali che una persona sola, se ne ha la volontà, la capacità ed i mezzi può realizzare con qualche probabilità di successo. Se a questi 5 punti ne aggiungi altri, ad ogni punto le difficoltà aumentano in modo esponenziale: proviamo ad esaminarli?
“- Soddisfare gli istinti sessuali, senza difficoltà (né tabù) e con regolarità”
Questo lo si può realizzare in due modi soltanto, soprattutto per il dettaglio della regolarità:
1) rapporti sessuali mercenari che ti permetterebbero la regolarità; senza difficoltà e aggiungo io con un costo predefinito, anche se condizionato dalle possibilità economiche: ve ne sono per tutte le tasche. Questo offre anche un altro vantaggio per completare la realizzazione dei tuoi 4 punti aggiunti: -Possedere la libertà
2) Con un rapporto sentimentale fisso che ti permette rapporti sessuali con regolarità, ma che non ti consente una pianificazione dei costi e che, “IN GENERE” condiziona il punto 4: Possedere la libertà

”- Viaggiare il più possibile” Se il punto (1) aggiunto ai miei 5, aumenta già notevolmente le difficoltà a raggiungere tutti i 6 punti (ora infatti i punti sono 6) e il perché lo si rileva con un pizzico di immaginazione, ma se si vuole lo possiamo verificare nel dettaglio, aggiungere anche questo punto (2) aumenta ancora notevolmente la difficoltà per il raggiungimento di tutti i punti che ora sarebbero (7), Vediamo solo pochissimi dettagli di questo punto.
Viaggiare moltissimo e avere rapporti sessuali regolari, comporta necessariamente rapporti mercenari oppure un/a compagna/o di vita che condivida il nostro stile di vita oltre al fatto che ci si ami reciprocamente e che abbia i mezzi per condurre il nostro stile e quindi come vedi le probabilità di trovare un/a compagna/o di vita si riducono notevolmente e chi la/o prova può considerarsi fortunato, indipendentemente dal merito. Quindi realizzare questi 7 punti diventa impervio.

“- Stare il più possibile a contatto con la Natura (di cui siamo fatti, non di cemento)” Il punto (3) unito al punto (2) limita moltissimo gli ambienti in cui è possibile soddisfare i due punti: gli oceani, i deserti e tutte le vaste estensioni passando di tanto in tanto per qualche punto civilizzato. Mi pare che non siano in molti ad avere anche le doti fisiche, oltre le conoscenze e lo stato di salute per fare questo. Non tutti inoltre trovano soddisfazione nel viaggiare negli oceani. Già a realizzare il tuo punto (3) che diverrebbe il punto (8) credo che sarebbe più facile vincere al superenalotto. Comunque qualcuno che vince c’è sempre.

“- Possedere la libertà” Un requisito che molti dei punti sopra trattati mettono a dura prova.
Se si possiedono i mezzi minimi per non avere fame e sete, caldo o freddo, in qualsiasi situazione ci si possa trovare; se la nostra salute ci permette, ragionevolmente con il tipo di vita avventuroso che si condurrebbe di non avere sofferenze fisiche; se abbiamo un/a compagno/a di vita che, pur lasciandoci la nostra libertà condivide ogni aspetto della nostra vita, oppure troviamo più comodo il rapporto mercenario; se tutto questo l’ho realizzato e posso viaggiare il mondo per gli oceani, oppure le savane, oppure i deserti o i luoghi meno cementificati possibili, allora posso anche affermare che senza alcuno sforzo, senza fare nulla per realizzarlo, il tuo (4) punto si sarebbe realizzato da solo: MA CHE CULO AVERE REALIZZATO GLI ALTRI 8. Per forza che il punto (9) ti viene dato in omaggio.


Danielix ha scritto:
Quest'ultima condizione è comprensibile solo se si attribuisce al termine "libertà" il suo vero e unico significato: libertà è la possibilità di realizzare azioni che ci gratificano, ossia di realizzare il nostro "progetto", senza scontrarsi con il "progetto" altrui. Questo in striminzita sintesi, poiché la faccenda è ben più complessa, dal momento che lo "spazio gratificante" non è libero...
.
Ti ho già risposto, che se hai realizzato gli 8 punti precedenti, il 9° ti viene offerto in omaggio.


Danielix ha scritto:
maxstirner ha scritto:
Ciò che forse hai dimenticato di dire, è come si giunge ad essere soddisfatti, perché anche se indirettamente lo si deduce, chi non si trova nel tuo stato di grazia difficilmente potrà capirlo.

No, non l'ho dimenticato: è che quel tuo "difficilmente" io lo vedo come "impossibile". Infatti non concordo con l'espressione "giungere a essere soddisfatti": è una predisposizione naturale - per mero esempio - la totale indifferenza verso il giudizio altrui...
È una predisposizione naturale quella di "sentire" ancora di essere animali ed essere quindi capaci di ricavare gratifica dal semplice soddisfacimento dei bisogni innati (meglio chiamati pulsioni endogene) svincolandosi, con la coscienza, dai bisogni acquisiti (pulsioni acquisite o pressioni esogene). Ma come potrebbe l'uomo d'oggi prendere coscienza delle pulsioni endogene, ormai trasformate, stravolte e controllate dagli automatismi socioculturali, che nel frattempo le hanno anche sostituite con le pulsioni acquisite?

“predisposizione naturale”; pensi veramente che possa bastare? Mozart inserito in un contesto familiare diverso, sarebbe indiscutibilmente divenuto Mozart, il musicista che celebriamo? Ho molti dubbi in merito, ma questo sposterebbe il discorso ai limiti del nostro “orizzonte” e ci troveremmo a discutere di libero arbitrio, di destino, sconfinando nella neurologia e nella teoria dimostrata in Mind Time di Benjamin Libet, in cui si dimostra che la coscienza è in ritardo sul cervello di circa ½ secondo, contrariamente a quanto si è sempre pensato. Per quanto riguarda i bisogni acquisiti sono d’accordo con te, ma avremmo già risolto tutto nei punti sopra trattati.


Danielix ha scritto:
Strangedays, per esempio, è solo in uno stadio estremo di quella patologia ormai diffusa in tutto il mondo occidentale, patologia psicosomatica che deriva dall'impossibilità di agire secondo le pulsioni endogene, confuse con quelle acquisite.
«Che mondo sarebbe senza Nutella?»
Non per nulla considero l'antropocentrismo il male assoluto per la specie umana...

Sì, condivido, ma qui andiamo sul facile, perché non facciamo altro che “illustrare” un quadro già dipinto, anzi un murales che non ha segreti per chi conosce quel linguaggio


Danielix ha scritto:
maxstirner ha scritto:
Ovviamente ho molto semplificato, perché stiamo parlando di sensazioni che se uno non è in grado di comprenderle con questi piccoli accenni, a nulla servirebbe spiegarle più dettagliatamente [...]

Ecco, appunto... Smile

Ora ci ho provato ad aggiungere altri dettagli: speriamo che altri aggiungano dettagli




Non sarei tenuto a salutare Toilet monster
ma pur di aumentare il mio credito verso ignoti saluto tutti

cappello
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MessaggioInviato: 18 Set 2012 17:42    Oggetto: Rispondi citando

Niente male per il centesimo commento su Zeus News!!! Very Happy
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MessaggioInviato: 18 Set 2012 18:19    Oggetto: Rispondi

@ Silent Runner

Ti ringrazio


cappello
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