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Zeus News Ospite
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Inviato: 30 Ott 2007 09:02 Oggetto: Esternalizzazioni, Vodafone meglio di Telecom |
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Commenti all'articolo Esternalizzazioni, Vodafone meglio di Telecom
L'accordo fra sindacati e Vodafone potrà essere impugnato dai dipendenti ma è più ricco di garanzie rispetto alle esternalizzazioni di Telecom Italia.
Foto di Ray Smithers
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.Francesco Pupella. Ospite
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Inviato: 30 Ott 2007 12:32 Oggetto: Lettera aperta agli azionisti di TELCO |
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Domani, sulle pagine locali di Repubblica nelle città di Napoli, Roma e Torino, comparirà la seguente inserzione a pagamento, contenente una "lettera aperta agli azionisti di TELCO":
Citazione: | TELECOM ITALIA: PERCHE? DISMETTERE L?INFORMATICA DI GESTIONE ??
Agli Azionisti di ?TELCO? (Telefonica, Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Sintonia)
Spettabili Azionisti del Gruppo che ha appena rilevato la quota di controllo di Telecom Italia,
noi, lavoratori della Società Consortile (tra Pirelli e Telecom) Shared Service Center, desidereremmo informarvi delle trattative attualmente in corso per cedere una quota (anche di controllo) della suddetta Società ad un Partner Commerciale / Fornitore esterno.
SSC fu costituita nel 2003 su spinta dell?Azionista Pirelli per mettere a fattor comune le conoscenze specialistiche sui sistemi ERP e in particolare su SAP, presenti all?interno di Pirelli e di Telecom Italia. Entrambi i soci (che controllavano ciascuno il 50% della Società) conferirono proprio personale specializzato in tale ambito e, nel corso di questi 4 anni, le circa 900 persone di SSC (240 ex-Pirelli e 670 ex-Telecom) hanno svolto questa attività esclusivamente per il Gruppo Pirelli-Telecom.
A fine luglio di quest?anno, però, Pirelli dichiarò alle Organizzazioni Sindacali che avrebbe receduto dal Consorzio (a causa della vendita di Olimpia) e pertanto avrebbe riacquisito il personale a suo tempo fornito a SSC. Quanto alla quota del 50% detenuta da Pirelli, essa ?... sarebbe stata ceduta direttamente a Telecom o ad una società da Telecom indicata?.
Ossia, secondo quanto poi dichiarato in più sedi dalla Dirigenza Telecom, (che dall?1/10 controlla completamente SSC), si ha l'idea di "affidare SSC a un partner commerciale con un portafoglio clienti internazionali, per entrare nel mercato ICT", e l?intenzione di Telecom è appunto quella di cedere a questo partner anche una quota di maggioranza di SSC.
Ci domandiamo, come dipendenti che hanno sempre lavorato (pur sotto diverse denominazioni Societarie) per il Gruppo Telecom, quale possa essere l?utilità di cedere la maggioranza di SSC, non ad un socio (come era Pirelli), ma ad un fornitore esterno di servizi informatici che verrebbe ad acquisire un controllo quasi completo sul SW di gestione dei processi amministrativi più vitali di Telecom.
Desidereremmo inoltre osservare che, come molte esperienze precedenti dimostrano, l?affidare ad un fornitore esterno una parte così rilevante dei propri processi informativi interni si rivela alla lunga come causa di un aggravio di costi.
Stupisce infine che Telecom si sottragga ad un confronto richiesto da settimane dalle Organizzazioni Sindacali e dalle Assemblee dei lavoratori SSC per avere risposte su:
? assetto societario
? piano industriale
? garanzie occupazionali.
Nella speranza che su questa iniziativa di cessione all?esterno (che noi consideriamo negativa per i lavoratori e per Telecom stessa) possa al più presto avviarsi un confronto serio con la Controllante di SSC, porgiamo distinti saluti.
I lavoratori Shared Service Center
di Beinasco (TO), Ivrea (TO), Napoli, Roma |
Il prossimo CdA Telecom sarà giovedì 8/11 a Milano. |
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{stefano} Ospite
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Inviato: 30 Ott 2007 14:00 Oggetto: Dipendente Telecom tenta di darsi fuoco |
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Dipendente Telecom tenta di darsi fuoco
GIANNI COLUCCI «Riconoscetemi il lavoro svolto, non voglio finire la carriera senza avere nessun risultato dopo tanto impegno». Ieri mattina davanti ai cancelli della sede Telecom di Pellezzano alle 8, all'inizio del turno di lavoro, il tecnico Enrico Bassi, si è incatenato al cancello d'ingresso, accanto aveva una tanica di benzina. Ha minacciato di cospargersi del liquido e darsi fuoco. I colleghi sono intervenuti per farlo desistere, poi hanno chiamato carabinieri e 118. Ricoverato in ospedale, al reparto di psichiatria per i controlli, si è ripreso poco dopo. E racconta al Mattino la sua storia. «Ho un'invalidità del 18% dopo tanti incidenti. Ho chiesto all'azienda di verificare le cartelle e dopo le denunce all'assicurazione non mi sono stati pagati i danni biologici fisici e morali. Alla fine la mia documentazione è andata smarrita. Sono alle fine della mia carriera e sto per toccare i 55 anni ma rimango senza il quinto livello.
Ieri hanno consegnato le nuove qualifiche premianti, amici dei capi e sponsorizzati, come avviene sempre piu' di frequente in Telecom, senza valutarne le capacita' per questo siamo alla deriva, il mio nome non c'era. Alla fine qui in azienda siamo finiti uno contro l'altro, tra noi colleghi. Viviamo male e non possiamo far valere i nostri diritti». Enrico Bassi è lucido, appassionato nel suo racconto. «Alla fine mi dicono: fai la causa di servizio, metti l'avvocato, ma se è un mio diritto, perchè devo fare causa all'azienda? Non sono io a dovermi preoccupare è che vorrei vedere i responsabili prendersi cura della mia situazione. Intanto ci sono colleghi che hanno preso premi di produzione. Vorrei solo dire che con il nostro lavoro abbiamo fatto crescere una grande azienda e che con i clienti risolviamo ogni giorno noi tanti problemi. Siamo noi la faccia dell'azienda sulla piazza». Enrico è un fiume in piena. «La mia attività è a tutto campo. Faccio impianti di attivazione e riparazione, prima salivamo sui pali e ora fortunatamente mi hanno tolto da quel lavoro per via dell'invalidità. Ho parlato con il direttore e mi ha detto che iniziavano a vedere quale fosse la mia situazione. Anche perchè se posso voglio chiedere un aiuto economico all'azienda dovendo fare un'intervento chirurgico. Ora vorrei sapere? C'è l'opportunità di avere un aiuto da un'azienda a cui ho dedicato una vita?». Il riconoscimento di una qualifica superiore che gli avrebbe aumentato la retribuzione, dunque è stata la molla che ha fatto scattare la sua disperazione. Nella giornata di mercoledì l'azienda ha comunicato i nomi di coloro ai quali era stata assegnata la nuova qualifica. Tra i nomi non figurava quello di Bassi. A quel punto, la delusione, la rabbia hanno avuto la meglio e lui ha finito per dare in escandescenze. Ieri mattina è sceso in strada ed ha deciso. Ma altre vicende circolano. Come quella di Eliseo Delli Paoli: si tratta di un dipendente che svolge attività sindacale nella segreteria provinciale della Cgil. Era stato ricoverato in ospedale a seguito di comunicazioni aziendali che lo avevano profondamente turbato, tra l'altro comunicategli mentre rientrava da un infortunio che aveva subito sul lavoro. Ma ciò che davvero gli premeva non è avvenuto: non è ancora riuscito ad avere ciò che lo interessa veramente, tornare presso la sua famiglia che vive in Toscana. Alla sua richiesta di trasferimento fa schermo un contenzioso apertosi con l'azienda. Intanto la sua qualifica professionale non gli verrebbe riconosciuta. «Oggi sono costretto a stare otto ore su una sedia ad attendere che mi venga affidato un lavoro qualsiasi. Nel contempo mi vorrebbero imporre mansioni per le quali non ho l'idoneità fisica», racconta ai colleghi del sindacato.
26/10/2007 |
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