Si legge in questo Zeus-Articolo:
Quote:
Le difficoltà economiche, la scarsa possibilità di trovare lavori extra e di compatibilizzarli con le esigenze degli studi, diventano il motivo del fenomeno della crescita sempre maggiore dei fuoricorso e degli abbandoni, che costituiscono un'anomalia rispetto alla realtà europea; il numero complessivo degli studenti è pari al resto dell'Europa, ma quello dei laureati è agli ultimi posti.
L'autore dimentica un altro fattore importante: l'Università italiana è (era??) ancora selettiva, per cui esce chi sgobba, gli altri restano al palo. Eh già, ma la meritocrazia è uno di quegli "orrori" invisi alla generazione del '68: siamo tutti uguali, quindi dobbiamo ottenere tutti i medesimi risultati. Che si studi o meno.
All'estero le tasse universitarie sono mediamente più elevate. Il tasso di laureati è superiore. Quindi, all'estero sono più ricchi e più intelligenti di noi vero? L'equazione non torna, mi spiace...
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