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Pressioni per abolire il prestito dei Dvd
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Elanor
Eroe in grazia degli dei
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Registrato: 01/12/06 14:54
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MessaggioInviato: 20 Giu 2007 16:01    Oggetto: Re: Chiudiamo le biblioteche! Rispondi citando

LtWorf ha scritto:
Perché anche il prestito gratuito di libri riduce le vendite delle librerie.


Riporto dal sito AIB (associazione biblioteche italiane):

Diritto di prestito: il movimento ?no pago?
Luca Ferrieri con un?intervista ci aiuta a fare il punto sull?applicazione della direttiva europea che prevede il pagamento del prestito e sul movimento di protesta che ha coinvolto biblioteche e bibliotecari di tutta Europa.

Luca Ferrieri è direttore dei servizi culturali e bibliotecari del comune di Cologno Monzese ed è tra gli animatori della campagna italiana contro il prestito a pagamento insieme alle sue colleghe Marilena Cortesini e Annalisa Cichella, ai direttori di quindici grandi biblioteche italiane (tra cui figurano i principali sistemi bibliotecari della provincia di Milano e quello di Roma), e a moltissimi altri bibliotecari che hanno dato vita al sito . Ferrieri è già intervenuto sul tema con due articoli pubblicati su «Biblioteche oggi» (3/2004 e 2/2005) oltre che con relazioni a convegni e seminari. Qui risponde ad alcune brevi domande in argomento.

Siamo dunque a una svolta, nella difficile vicenda della direttiva europea sul ?prestito a pagamento? (92/100 CEE)? Certo siamo a un guado, perché difficilmente, di fronte all?inasprirsi della vertenza, sarà possibile proseguire con la scelta del traccheggio e del cerchiobottismo che ha caratterizzato finora le (scarse) prese di posizioni e iniziative del governo e dei ministeri italiani. La Spagna e il Portogallo hanno scelto la strada della difesa del regime di eccezione per le biblioteche pubbliche, e vanno alla Corte di Giustizia con una salva di controdeduzioni e con una strategia fondata sulla insostenibilità economica e giuridica del provvedimento. In Francia si discute e ci si mobilita a proposito delle successive direttive europee sulla proprietà intellettuale che pongono e porranno alle biblioteche problemi assai rilevanti. L?Italia, prima è stata esclusa dal rinvio alla Corte, avendo dato qualche assicurazione in merito a cambi legislativi, poi è stata invece ricompresa nella procedura, e quindi è prevedibile un provvedimento italiano che in qualche modo sostanzi il recepimento della direttiva per uscire (di certo a testa abbastanza bassa) dalla vicenda giudiziaria (che presenta rischi di multe molto salate). Ma sul taglio e sulle caratteristiche di questo eventuale provvedimento nulla di certo si sa, a parte le giravolte del ministro, ed è prematuro quindi ogni giudizio, anche perché noi comunque intendiamo ribadire la nostra contrarietà di principio all?introduzione del prestito a pagamento nelle biblioteche italiane sotto qualunque forma.

Contrarietà di principio. Ma non è poco (o forse troppo), insomma non è fuorviante rispetto a un tema così importante? Non indebolisce la posizione sostenuta, non la rende astratta, non pregiudica la ricerca di alleanze?
I principi per le biblioteche sono il pane quotidiano, e i nostri principi sono fatti di cose molto concrete: oltre a essere basati su pronunciamenti internazionali (ultimo quello dell?IFLA, http://www.ifla.org/III/clm/p1/PublicLendingRigh.htm, che ribadisce in modo molto netto che nessun pagamento del diritto di prestito potrà essere posto a carico delle biblioteche, né in forma diretta né indiretta), sono fondati sul riconoscimento di quello che le biblioteche già fanno per assicurare il diritto d?autore (conservazione, catalogazione, stoccaggio, promozione ecc.). Questo è il nostro argomento principale: le biblioteche già pagano il diritto d?autore e non si vede perché debbano essere chiamate a farlo ulteriormente, proprio mentre tutti piangono lacrime di coccodrillo sulle sorti della lettura. Poi c?è l?altra parte dell?argomentazione, altrettanto importante e pienamente complementare, quella che fa leva sull?insostenibilità economica (e anche organizzativa) del provvedimento nel caso vada a ledere i già risicati bilanci delle biblioteche e degli enti che li sostengono. Stiamo cercando di mettere in piedi ricerche su quello che un provvedimento del genere potrebbe comportare per quanto riguarda il mercato della lettura. Le prime risultanze, ancora molto empiriche, aumentano la nostra preoccupazione, mentre dimostrano la infondatezza dell?argomento-principe dell?offensiva ideologica da parte degli editori: che esista concorrenzialità tra il prestito in biblioteca e l?acquisto in libreria. A Cologno Monzese, per esempio, il 52% dei libri prestati nel 2004 era fuori commercio: questo solo banalissimo dato, se estendibile, esclude a priori per almeno la metà dei prestiti ogni sorta di concorrenza alle vendite in libreria.
Domanda dell?avvocato del diavolo: ma che cosa avrebbero da guadagnare le biblioteche da una stagione di dura conflittualità con editori (e forse con alcuni segmenti del mondo degli autori)? Non hanno tutto da perdere da quella che tu stesso hai chiamato la guerra civile del libro?Dalla guerra civile del libro, come da ogni guerra, tutti abbiamo tutto da perdere. La nostra iniziativa va proprio nella direzione opposta, anche perché questa ?guerra? è del tutto indotta, non ha alcuna ragione strutturale, alcuna radice endogena. Ma non si evita la guerra, nessuna guerra, con la capitolazione. E noi combatteremo, con i nostri argomenti, anche la nostra indignazione, soprattutto la nostra fermezza, ma senza fare del male a nessuno, men che meno ai libri, alle biblioteche, ai lettori, agli autori e agli editori cui dobbiamo tanto e che ci danno il pane per la mente, ogni giorno. Il fatto è che, salvo alcuni editori, non troviamo avversari, ossia sono pochi quelli che sostengono con convinzione la necessità del prestito a pagamento. È vero, possono esserci alcune figure minori della autorialità (traduttori, autori di articoli ecc.), che meritano tra l?altro il massimo rispetto e la massima attenzione, perché spesso sono tra le prime vittime di un sistema culturale e editoriale sbagliato, e che possono essere indotti a intravedere in questa direttiva uno spiraglio di uscita dal loro sfruttamento e dalla mancanza di riconoscimenti (non solo economici) cui soggiacciono. Ma si tratta di un?illusione ottica. La vicenda delle fotocopie è lì a dimostrare che la strada delle royalties (affidate poi per la distribuzione ad enti gestori non sempre trasparenti) non porterà nessun guadagno, da nessun punto di vista, a queste figure ai autori cosiddetti minori.
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Elanor
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MessaggioInviato: 20 Giu 2007 16:50    Oggetto: Inoltre... Rispondi

concordo completamente con Roberto: anch' io da quando lavoro in biblioteca acquisto meno libri, ma prendo quelli che veramente valgono, che so che rileggerò, evitando così di spendere un tot in libri meno validi.

Se poi penso alle statistiche accessi non credo che questa biblioteca possa creare dei problemi alle librerie: solo una minima parte dei residenti frequenta la biblioteca - anche se mi piacerebbe tanto vedere le statistiche di Sala Borsa ! -
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