Indice del forum Olimpo Informatico
I Forum di Zeus News
Leggi la newsletter gratuita - Attiva il Menu compatto
 
 FAQFAQ   CercaCerca   Lista utentiLista utenti   GruppiGruppi   RegistratiRegistrati 
 ProfiloProfilo   Messaggi privatiMessaggi privati   Log inLog in 

    Newsletter RSS Facebook Twitter Contatti Ricerca
* il gioco del nonno
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Al Caffe' Corretto
Precedente :: Successivo  
Autore Messaggio
madvero
Amministratore
Amministratore


Registrato: 05/07/05 20:42
Messaggi: 19480
Residenza: Ero il maestro Zen. Scrivevo piccole poesie Haiku. Le mandavo a tutti via e-mail.

MessaggioInviato: 03 Ott 2007 12:48    Oggetto: Rispondi citando

ma niente di che, era sulla canna di caduta delle immondizie: comodissima e utilissima. e per niente antiigienica.
sarebbe bastato un minimo di buon senso: non gettarci oggetti di vetro e chiudere bene i sacchetti.
e invece eccoci qui: ogni volta che vado a buttare l'immondizia rischio di fracellarmi dalle scale, tanto son piena di buste, bustine, sacchi e sacchettini.


L'ultima modifica di madvero il 03 Ott 2007 23:09, modificato 1 volta
Top
Profilo Invia messaggio privato Invia e-mail HomePage
kevin
Moderatore Caffè dell'Olimpo
Moderatore Caffè dell'Olimpo


Registrato: 08/02/07 09:52
Messaggi: 15785
Residenza: Qui se guardi da lì

MessaggioInviato: 03 Ott 2007 13:12    Oggetto: Rispondi citando

è vero, ormai non si usano più.
tutti i condomini li avevano e siccome era una cosa troppo comoda,
come tutte le cose che funzionano, sono state abbandonate.
ora invece ci hanno dato quei tre o quattro bidoncini a mò di matrioska,
dividi tutto, tieniteli in casa due giorni e poi portali in mezzo alla strada, due volte la settimana.
complimenti ai geni che hanno approvato tutto ciò. Twisted Evil
Top
Profilo Invia messaggio privato
Emmett Brown
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 28/09/05 00:41
Messaggi: 1295

MessaggioInviato: 04 Ott 2007 18:02    Oggetto: Rispondi citando

SI'!!! Smile
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 05 Ott 2007 11:50    Oggetto: Rispondi citando

Allora ricominciamo: noi nonni se possiamo chiacchierare dei "nostri tempi" non ci ferma più nessuno (Mad, sarei lieto di essere il tuo nonno, sia pure adottivo). Allora racconterò di una figura comunissima del dopoguerra e, direi, fino ai primi anni '60 a Milano, lo Stracciaio (Strascèeee...)
C'era anche una canzoncina dedicata allo "strasceèe" a quei tempi, credo che non esista proprio più neanche nei più polverosi depositi di dischi antichi.
Lo stracciaio, anticipatore della moderna "raccolta differenziata dei rifiuti" era un uomo, dotato di voce stentorea, che spingendo un carretto (i più evoluti avevano un triciclo) passava per le strade di un quartiere di Milano urlando "Strascèee... compro stracci rottami bottiglie cartaaaa... Strascèee...)
Le massaie si affacciavano alle finestre e chiamavano lo stracciaio che, con la sua brava bilancia stadera appoggiata su una spalla, saliva in casa e lì pesava e valutava la "merce". Spesso, chi si occupava di raccogliere la roba da dare allo stracciaio, principalmente carta, era il ragazzino di casa, al quale quindi veniva versato il prezzo pattuito.
Lo stracciaio poi, rivendeva la merce che aveva raccolto a dei centri di raccolta, situati di solito nell'estrema periferia di Milano. Visitare questi centri di raccolta era una delle mie passioni: ce n'era uno in fondo alla via Lorenteggio che era particolarmente fornito e lì ci passavo delle ore. Trovavo libri (sì, proprio libri interi, e anche in discrete condizioni) album, pezzi di ricambio che servivano per riparare la bicicletta, ma soprattutto bottiglie. Ah, quelle erano la mia passione (e, soprattutto, la mia principale fonte di reddito...) Le bottiglie del latte, quelle della Centrale del Latte di Milano che avevano una forma caratteristica, le lavavo, poi mi rivolgevo al primo lattaio che trovavo e chiedevo indietro la mia cauzione. Qualche volta mi hanno buttato fuori in malo modo, ma spesso incassavo la "cauzione" per il vuoto che qualche massaia aveva a suo tempo pagato, e che poi si era dimenticata di restituire il "vuoto".
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 04 Feb 2008 18:34    Oggetto: Rispondi citando

Visto che me lo chiede addirittura Zeus, non posso tirarmi indietro: ma gli altri nonni perchè se ne stanno zitti?
Non mi ricordo se ne ho già parlato, se è così scusatemi. Nel 1941-1942 abitavo a Milano in via Parini vicino all'Ospedale Fatebenefratelli: c'era a brevissima distanza una caserma della Milizia del Fascio, saranno stati al massimo cinquanta metri. Credo che fosse usata poco come caserma, qualche militare si vedeva, ma ben pochi. Sul retro ci sarebbe dovuta essere un altro ingresso, ma era perennemente chiuso e l'atrio di quest'ingresso, che era coperto, era monopolizzato da noi bambini per giocare quando il tempo era bruttino. I giochi che facevamo erano i giochi tipici dei bambini di quegli anni: nascondino, quattro cantoni, mamma chiama color, toppa (una variante di nascondino: invece di dover toccare la persona nascosta bastava individuarla), rubabandiera, rincorrersi eccetera (i tollini ancora non li conoscevamo, quelli li ho visti solo dopo la guerra).
Tutto andava bene fino a che non cominciarono i bombardamenti, allora incominciò il ?coprifuoco?: che in sostanza voleva dire: devi essere in casa entro una certa ora, se sei in strada senza un permesso ti mettiamo dentro (non in casa, però...). Incominciò anche l'oscuramento: in sostanza non avrebbero dovuto trapelare luci dalla finestre, per non permettere ai bombardieri una facile individuazione del bersaglio. Infatti, nelle case vecchie a Milano è facile trovare ancora gli ?scuri?, cioè delle antine ripiegabili che erano all'interno delle finestre: all'esterno c'erano le persiane, poi i vetri, e poi gli scuri che venivano fissati con una barra traversale e che avrebbero dovuto garantire la perfetta tenuta della luce. Non sempre succedeva: capitava spesso che le ronde che battevano le vie notassero filtrare della luce e allora, a volte educatamente, più spesso con modi da smargiassi e agitando il manganello, intimavano agli inquilini di spegnere le luci o di chiudere meglio. Incominciarono infatti i bombardamenti, e con essi le discese notturne al rifugio. Il rifugio, in effetti, era semplicemente la cantina che non avendo particolari rinforzi non avrebbe potuto fornire un riparo adeguato. Erano state messe alcune panchine e poche travi in legno: era meglio di niente. Una notte però una bomba cadde vicino a casa nostra: lo spostamento d'aria bloccò quella che sarebbe stata la normale uscita e si dovette forzare una paretina che dava sulla cantina adiacente. Questa era la cantina di un convento di suore (non sono certo che fosse un convento: mi pare più probabile che fosse un asilo o una scuola, sempre gestito dalle suore, però) e da lì potemmo uscire. Lo spostamento d'aria aveva reso pericolante anche la casa che abitavamo, che fu quindi dichiarata inabitabile.
Iniziò quindi il periodo dello sfollamento, a Barbaiana, frazione di Lainate.
Ma questa è un'altra storia...
Top
Profilo Invia messaggio privato
Zeus
Amministratore
Amministratore


Registrato: 21/10/00 01:01
Messaggi: 12777
Residenza: San Junipero

MessaggioInviato: 04 Feb 2008 18:44    Oggetto: Rispondi citando

Grazie. I racconti di quando c'era la guerra potrebbero sembrare assurdi a chi quelle situazioni non le ha vissute e oggi vive in un contesto totalmente differente. Ma sono comunque assai educativi, IMHO.
Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 04 Feb 2008 19:17    Oggetto: Rispondi citando

zeussino ha scritto:
Grazie. I racconti di quando c'era la guerra potrebbero sembrare assurdi a chi quelle situazioni non le ha vissute e oggi vive in un contesto totalmente differente. Ma sono comunque assai educativi, IMHO.


Io spero con tutte le mie forze che non si ripresentino più situazioni simili. Se però guardo appena fuori dal mio orticello (Libano, Israele, Palestina, ex Jugoslavia e non li sto ad elencare tutti se no non la finiamo più) vedo che la mia speranza è parecchio utopica. Anzi, mentre quando io ero bambino la guerra portata ai danni della popolazione civile era considerata una cosa inumana (non che cambiasse molto, però) vedo che adesso viene messo tranquillamente in conto che ci saranno tanti morti anche fra i civili. Basta chiamarli disagi collaterali...
Top
Profilo Invia messaggio privato
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23536
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 05 Feb 2008 00:43    Oggetto: Rispondi citando

zeussino ha scritto:
Grazie. I racconti di quando c'era la guerra potrebbero sembrare assurdi a chi quelle situazioni non le ha vissute e oggi vive in un contesto totalmente differente. Ma sono comunque assai educativi, IMHO.

Concordo in pieno!
Infatti io mi ricordo quando Achille scivolò e si ruppe il tallone poco dopo aver combattutto la guerra di Troia...
Ah no, lì non eravate ancora nati! Che ve lo racconto a fare?

Scherzi a parte, la memoria è alla base di tutte le culture e di tutte le civiltà. Sono passati solo poco più di sessant'anni e le nuove generazioni hanno come un buco nero alle spalle. Sono in moltissimi a non sapere che moltissime famiglie italiane non avevano un frigorifero elettrico, ancora negli anni '50. Io ricordo che passava una signora robusta, probabilmente una ex mondina, con triciclo con pianale davanti nel quale, coperto da paglia e stracci teneva del ghiaggio in blocchi, ghiaccio che vendeva alle famiglie. Questo ghiaccio veniva tenuto all'interno di contenitori di legno chiamati "ghiacciaie". Vi si conservava, d'estate, principalmente il burro e la carne perché non imputridisse nel giro di poche ore.
Siamo passati da una civiltà contadina ad una civiltà di ignoranti e smemorati.
Allora si viveva molto peggio di oggi, io non ho alcuna nostaglia malgrado abbia avuto un'infanzia felice e molto più avventurosa di quella che possono vivere le nuove generazioni.
Non faccio paragoni perché ogni tempo ha le sue peculiarità e gli individui si devono adattare alle regole e alle forme che si trovano a dover affrontare.
Ricordare fa bene ai vecchi e irrita i giovani.
Fino al momento in cui non si accorgono di non avere schiena, di non avere un retro, di essere uomini a due sole dimensioni.
Spesso è troppo tardi e si creano i miti per compensare ciò che non si è vissuto o conosciuto.
Non esiste un tempo peggiore se non quello che abbiamo perduto senza imparare alcunché.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 05 Feb 2008 10:30    Oggetto: Rispondi citando

No Silent, ricordi male: io c'ero e ti posso dire che Achille si è rotto il tallone prima della fine della guerra: avresti dovuto sentire le bestemmie che ha tirato contro chi aveva gettato la buccia della banana...

E' vero: non c'erano i frigoriferi: credo il primo in casa di averlo visto negli anni '60, o forse fine '50. Erano rumorosi e grandi e consumavano un'iradiddio di elettricità. Volevo invece, andando un po' OT parlare dei sistemi che avevano appunto fino agli anni '50-'60 nei paesi per conservare il cibo e tenere fresca la roba: le neviere.
Le forme e le dimensioni variavano a seconda dei luoghi, ma in sostanza erano dei grossi buchi scavati nel terreno, larghi anche fino a dieci metri e profondi altrettanto. Durante l'inverno vi si trasportava la neve, che veniva pressata con i piedi o con altri mezzi per trasformarla in ghiaccio. Spesso erano "a strati", cioè uno strato di neve, uno strato di terra o fogliame, un altro strato di neve eccetera. Spesso la neviera era dotata di un tetto che veniva ricoperto di terra e fogliame per aumentare l'isolamento, in maniera che anche in estate si mantenesse una temperatura interna molto bassa.


Questo sistema era usato anche in pianura, ma molto più spesso nell'Appennino. La foto proviene dal Parco di Roccamonfina, nel Lazio
Top
Profilo Invia messaggio privato
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23536
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 05 Feb 2008 11:18    Oggetto: Rispondi citando

Hai ragione...ricordo male ma quante volte ti ho detto di non lasciare in giro le bucce di banana? Lo sai che quando Achille bestemmia viene giù tutto l'olimpo...

Io non ho mai visto questo genere di ghiacciaie perché vivevo in città. Firenze ne conserva però una in forma di piramide, nel parco delle Cascine.

Ricordo che non tutte le case avevano i fornelli a gas ma più spesso una cucina cosiddetta "economica" a legna, dalle grandi piastre di ghisa realizzate con settori circolari concentrici che andavano tolti con un apposito ferro ...e lateralmente avevano una lunga vasca sempre piena d'acqua calda... ricordo che era di un biancore incredibile per via del deposito di calcare. Aveva qualcosa di magico. Caricare la cucina e farla partire perché raggiungesse la temperatura utile per cucinare... come mettere in pressione una vecchia locomotiva a vapore!
D'inverno le bucce di arancia a seccare sulle piastre roventi e spargere aromi che si mescolavano con l'odore della legna...
Le case avevano un odore diverso le une dalle altre, come le persone o gli abiti che indossavano. Tutto era connotato dagli odori e dai profumi, scandito nel tempo lento delle cose che fluivano via fra le parole delle donne e i frugali giocattoli realizzati con oggetti improbabili. Io ricevevo per S. Lucia regali bellissimi ma poi finivo per giocare con oggetti che costruivo da me, passavo molto del mio tempo fra la via Emilia ed il West di gucciniana memoria; ma solo chi è vissuto da quelle parti può comprendere e ciascuno ha la sua spiaggia o il suo dirupo, la sua foresta d'ombre e di ricordi reticolari, intricati e soffusi di approssimazioni consolatorie.
Parlando con i più giovani percepisco ricordi secchi, angolosi, duri di spigoli e acuminate assenze.
Ho avuto la fortuna di nascere sul crinale fra due mondi, fra due epoche. Sono sempre stato in bilico e non sono mai caduto.
Ho imparato a volare.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 05 Feb 2008 14:30    Oggetto: Rispondi citando

Molto interessante la storia di Silent sulle cucine economiche: me le ricordo benissimo, ne avevamo avuta una anche noi.
Infatti il gas non sempre arrivava e la cucina economica, che era capace di bruciare di tutto era l'ancora di salvezza per far arrivare un piatto caldo in tavola. Qualche volta mia mamma (non credo che facesse bene, però) per sveltire la cottura toglieva qualcuno dei cerchi concentrici, in modo che la pentola fosse a contatto diretto con il fuoco. Probabilmente la roba cuoceva prima, ma la pentola si anneriva in fretta. Allora il lavaggio dei piatti e delle pentole (rigorosamente con acqua fredda) avveniva (ricordo benissimo il contenitore che aveva mia mamma) con tre ingredienti:
-) sapone, anche quello da bucato, o meglio, i rimasugli di quello da bucato stemperati un poca acqua e poi impastati insieme;
-) soda: cosa fosse non sono mai riuscito a famelo spiegare bene, comunque era l'ideale per screpolare le mani delle donne;
-) sabbia: per grattare le padelle nel caso si fosse bruciato qualcosa. Qualche volta, in mavcanza della sabbia, ho visto usare della semplice terra.

E' strano che nessuno di noi sia mai morto per infezioni con questi sistemi di lavaggio...
Top
Profilo Invia messaggio privato
Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°


Registrato: 16/05/05 09:17
Messaggi: 23536
Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 05 Feb 2008 14:55    Oggetto: Rispondi citando

Non è strano, il nostro sistema immunitario era sufficiente a proteggerci.
Non dimentichiamo che la mortalità infantile era molto alta e anche gli adulti non se la cavavano troppo bene. L'eccesso di igienizzazione ha salvato molte vite ma ha portato all'aumento di allergie e reazioni autoimmuni. Non stiamo peggio di prima, viviamo solo in un'altra situazione ambientale.
La soda in realtà era Sodio carbonato (Na2CO3).
Inoltre ricordo l'uso della lisciva che in realtà non era altro che soda caustica diluita. Per realizzare l'idrossido di sodio (NaOH), usavano far bollire acqua e cenere per un paio d'ore: il risultato veniva filtrato e si otteneneva un liquido sgrassante, sbiancante e disinfettante.
Entrambi i prodotti erano biodegradabili al 100%.
Qualcuno si ricorda i primi detersivi (ad esempio il famoso "OMO" o il "Tide"? o addirittura il "Persil"? Alcuni prodotti contenevano dei gadget, per invogliare i bambini a rompere le balle alle madri costringendole all'acquisto.
E' stato l'inizio della fine. Twisted Evil
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 05 Feb 2008 18:45    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:

Entrambi i prodotti erano biodegradabili al 100%.
Qualcuno si ricorda i primi detersivi (ad esempio il famoso "OMO" o il "Tide"? o addirittura il "Persil"? Alcuni prodotti contenevano dei gadget, per invogliare i bambini a rompere le balle alle madri costringendole all'acquisto.
E' stato l'inizio della fine. Twisted Evil


Io ricordo il Facis e (udite udite: questo non lo conosce certamente nessuno) il C12!! oltre, naturalmente al Lauril. Ricordo quando mia madre, per provarne uno, probabilmente il C12 (una polvere biancastra), ne versò un po' nel lavandino del bagno, ci versò sopra dell'acqua calda e poi agitando l'acqua con le mani provocò una montagna di schiuma. Rimasi affascinato per un bel po'...
Per notizia, il C12 era una polvere prodotta da una ditta, della quale non ricordo il nome, per la quale mio zio curò per un periodo di tempo la contabilità. Questo spiega perché noi la conoscevamo e gli altri non l'hanno mai sentita nominare
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 06 Feb 2008 09:35    Oggetto: Rispondi citando

Sempre per rimanere in tema di guerra, come si svolgeva la vita di noi bambini? Normalmente, direi: giocavamo, esploravamo il mondo, avevamo paura quando cadevano le bombe ma niente di più.
Io (l'ho già detto) abitavo a Milano, in via Leopardi, quindi attaccato al Parco Sempione. Noi ragazzi andavamo di preferenza a giocare appunto al Parco, dietro al palazzo della Triennale (credo che esista ancora: anni fà ero andato a vedere una mostra). I giochi erano sempre quelli, basati soprattutto sul movimento fisico: rincorrersi, nascondersi, rubabandiera eccetera.
C'erano però i bombardamenti, quasi tutti i giorni: l'ordine che davano i genitori (almeno a me) era: vai pure a giocare, però quando suona il "preallarme" (una sirena che aveva un suono e una durata diversa dall'allarme vero e proprio e che in genere precedeva l'allarme di una decina di minuti) molla tutto e corri a perdifiato verso casa, cosa che io facevo arrivando quindi a casa in tempo per andare al rifugio prima che suonasse l'allarme.
Ci sarebbe probabilmente da discutere se sotto un bombardamento era più sicuro stare in uno spazio aperto oppure in un "rifugio" (leggi:cantina) che probabilmente in caso di bombardamento sulla casa sarebbe diventato una trappola per topi. Però nessuno di noi si sarebbe mai sognato di mettere in discussione gli ordini dei genitori: quello avevano detto e quello si doveva fare.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 07 Feb 2008 18:07    Oggetto: Rispondi citando

Mi è capitata sott'occhio, cercando qualcosa con Google, un PDF del 2005 che annunciava la fabbricazione di una vetturetta elettrica, per città, di nome Volpe, che però non sembrerebbe mai entrata in produzione.
Mi è quindi ritornata in mente un'altra automobile con lo stesso nome (Volpe) che era stata pubblicizzata e strombazzata direi intorno al 1948. Venne anche esposto un prototipo in una vetrina in via Vincenzo Monti. Ricordo la folla immensa che si accalcava intorno a quella vetrina, per vedere quell'automobilina e sognare un futuro motorizzato. Assomigliava, e molto, almeno nei miei ricordi di bambino, all'automobile di Topolino. Molta gente entrava a chiedere informazioni, prezzi, prestazioni. Qualcuno anche firmava il contratto per comprarla e, immagino però questo non l'ho visto) tirava fuori dei quattrini come caparra.
Dopo poco tempo esplose la bomba: era una truffa, la macchina non era mai stata costruita nemmeno come prototipo. Quello che era esposto era in pratica un modellino privo di motore e di qualsiasi altra cosa. Addirittura si disse che la carrozzeria esposta era stata fatta in cartone. Non so se fosse vero, probabilmente no, però è un fatto che gli organizzatori, raccolto un po' di quattrini, sparirono lasciando gli acquirenti con un palmo di naso...
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 09 Feb 2008 17:32    Oggetto: Rispondi citando

Oggi ho dato una mano a mia moglie a impacchettare i sacchetti del pane, per portarli poi alla raccolta differenziata: mi è quindi tornato in mente l'uso che si faceva di quei sacchetti in tempo di guerra, e anche per diversi anni dopo.
Ebbene sì: avevano una fine piuttosto ingloriosa: finivano nel cesso dopo essere stati usati per pulirsi il sedere. Questo però solo in città, perchè molto spesso in quegli anni e nelle campagne il cesso proprio non esisteva: o almeno, c'era solo nelle case dei ?signori? e anche lì era molto approssimativo. Chi si ricorda il film ?Il Gattopardo?? C'era una scena, mi pare vicino a quella meravigliosa del ballo, nella quale si vedeva Burt Lancaster entrare in un locale nel quale c'era una distesa di pitali, messi lì evidentemente per gli ospiti. Il Gattopardo è ambientato intorno al 1860-1870, ma fino a dopo l'ultima guerra le cose non erano cambiate di molto: ricordo una vacanza dai miei zii nella Marche, sarà stato il 1947 o giù di lì e il bagno non c'era. Si usava il vasino da notte e per lavarsi si usava la bacinella con una brocca piena d'acqua, presa dal pozzo e portata sulla testa dalle donne.
Ma torniamo ai sacchetti del pane, ed anche a quei fogli di carta, quasi una velina che venivano spesso usati per avvolgere i bastoni di pane. Erano certamente la preda più ambita per quell'incombenza: morbidi, abbastanza solidi. In mancanza di questi si poteva sempre ripiegare sui giornali, che però fornivano un tipo di carta di qualità inferiore, e meno apprezzata.
La carta igienica, il doppio velo, il triplo velo eccetera, sono venute molto dopo, e così anche il bagno in casa per tutti.
Top
Profilo Invia messaggio privato
mdweb
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 18/12/07 15:59
Messaggi: 4412

MessaggioInviato: 09 Feb 2008 17:36    Oggetto: Rispondi citando

danielegr ha scritto:
Oggi ho dato una mano a mia moglie a impacchettare i sacchetti del pane, per portarli poi alla raccolta differenziata: mi è quindi tornato in mente l'uso che si faceva di quei sacchetti in tempo di guerra, e anche per diversi anni dopo.
Ebbene sì: avevano una fine piuttosto ingloriosa: finivano nel cesso dopo essere stati usati per pulirsi il sedere. Questo però solo in città, perchè molto spesso in quegli anni e nelle campagne il cesso proprio non esisteva: o almeno, c'era solo nelle case dei ?signori? e anche lì era molto approssimativo. Chi si ricorda il film ?Il Gattopardo?? C'era una scena, mi pare vicino a quella meravigliosa del ballo, nella quale si vedeva Burt Lancaster entrare in un locale nel quale c'era una distesa di pitali, messi lì evidentemente per gli ospiti. Il Gattopardo è ambientato intorno al 1860-1870, ma fino a dopo l'ultima guerra le cose non erano cambiate di molto: ricordo una vacanza dai miei zii nella Marche, sarà stato il 1947 o giù di lì e il bagno non c'era. Si usava il vasino da notte e per lavarsi si usava la bacinella con una brocca piena d'acqua, presa dal pozzo e portata sulla testa dalle donne.
Ma torniamo ai sacchetti del pane, ed anche a quei fogli di carta, quasi una velina che venivano spesso usati per avvolgere i bastoni di pane. Erano certamente la preda più ambita per quell'incombenza: morbidi, abbastanza solidi. In mancanza di questi si poteva sempre ripiegare sui giornali, che però fornivano un tipo di carta di qualità inferiore, e meno apprezzata.
La carta igienica, il doppio velo, il triplo velo eccetera, sono venute molto dopo, e così anche il bagno in casa per tutti.


Laughing marò che sarà mai...
Top
Profilo Invia messaggio privato
Jeppo59
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 05/03/06 01:26
Messaggi: 2117

MessaggioInviato: 09 Feb 2008 22:16    Oggetto: Rispondi citando

Very Happy





Ricordo di averli visto da piccolo in alcune abitazioni prive di bagno, ed il "pitale" aveva un coperchio in legno!
Mentre oggi si vedono come oggetti di arredamento!

Rolling Eyes
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 10 Feb 2008 19:22    Oggetto: Rispondi citando

Se dico "Podrecca" cosa vi viene in mente? ma naturalmente le marionette!
A me invece viene in mente il Sagrato del Duomo di Milano. Negli anni intorno al 1948 naturalmente non c'era ancora la Metropolitana, non era neanche nella mente dio Dio, allora. Però c'era già il sotterraneo del Sagrato, molto più piccolo dell'attuale stazione della MM, naturalmente, però abbastanza grande da contenere (mi pare) una piccola esposizione di mobili e il Teatrino delle Marionette del quale io ero un "aficionado"
Non mi ricordo come mai avevo una tale abbondanza di biglietti da permettermi di frequentarlo con assiduità. Erano certamente dei biglietti omaggio (non avrei potuto permettermi di pagarli), forse venivano distribuiti per pubblicità, o chissà che altro.
Il Sagrato ebbe una vita tormentata, per quanto mi ricordo: danneggiato durante i bombardamenti, teatrino di marionette, esposizione di mobili, mi pare anche albergo diurno (forse il famoso Cobianchi?). Poi stazione della Metropolitana.
Top
Profilo Invia messaggio privato
ioSOLOio
Amministratore
Amministratore


Registrato: 12/09/03 18:01
Messaggi: 16342
Residenza: in un sacco di...acqua

MessaggioInviato: 10 Feb 2008 20:47    Oggetto: Rispondi

Jeppo59 ha scritto:



Ricordo di averli visto da piccolo in alcune abitazioni prive di bagno, [...]
Mentre oggi si vedono come oggetti di arredamento!


oh yess..
ne ho uno antico, del mio bisnonno (siamo indietro di due secoli...'800) che ora fa bella mostra di se appunto come oggetto di arredamento in bagno
Top
Profilo Invia messaggio privato
Mostra prima i messaggi di:   
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Al Caffe' Corretto Tutti i fusi orari sono GMT + 1 ora
Vai a Precedente  1, 2, 3, 4, 5, 6 ... 13, 14, 15  Successivo
Pagina 5 di 15

 
Vai a:  
Non puoi inserire nuovi argomenti
Non puoi rispondere a nessun argomento
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi votare nei sondaggi