Indice del forum Olimpo Informatico
I Forum di Zeus News
Leggi la newsletter gratuita - Attiva il Menu compatto
 
 FAQFAQ   CercaCerca   Lista utentiLista utenti   GruppiGruppi   RegistratiRegistrati 
 ProfiloProfilo   Messaggi privatiMessaggi privati   Log inLog in 

    Newsletter RSS Facebook Twitter Contatti Ricerca
* il gioco del nonno
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Al Caffe' Corretto
Precedente :: Successivo  
Autore Messaggio
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 17 Giu 2012 14:44    Oggetto: Rispondi citando

Oggi non ho molta fantasia nello scrivere: i ricordi si confondono un po' e corro il rischio di scrivere qualche stupidaggine o qualche inesattezza. Soprattutto sarebbe grave scrivere inesattezze, perché le storielle che racconto io sono storielle di serie B o C, quelle che non si trovano sui libri di storia. Però sono storie vere, vita vissuta da noi vecchi ed è un peccato che vadano perse, così come è un peccato che i giovani conoscano il modo di vivere degli antichi Romani o dei Cartaginesi, ma non non conoscano quello dei loro nonni.
Finito questo pistolotto, vado a cercare qualcosa nelle cose già scritte: ecco, per esempio questi, non so come chiamarli, slogan forse. Erano scritte che che si vedevano su tutti i muri, specialmente su quelli delle cascine in aperta campagna. Anzi, un paio d'anni fa mi pare di averne vista ancora qualcuna, mezzo cancellata ma ancora decifrabile, sia pure a fatica.


Un intermezzo: frasi di quei tempi. Erano spesso scritte sui muri delle case in campagna, e costituivano il “vademecum” della gioventù.

Credere, Obbedire, Combattere;
questa era quella più comune: era scritta anche sulla copertina dei quaderni e mi pare di averla vista anche sui francobolli

E' l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende;
Lo spirito guerresco era il fondamento che il fascismo cercava di inculcare nelle giovani menti

Libro e moschetto, fascista perfetto;
Il Duce ha sempre ragione
questa per la verità era stata scritta da un oppositore del quale non ricordo il nome per dileggio, ma divenne poi in uso nel regime;
Se avanzo, seguitemi; se indietreggio uccidetemi; se muoio, vendicatemi
anche questa non è originaria venne pronunciata nel 1793 durante la Battaglia di Les Aubiers nell'ambito della Guerra di Vandea;
molti nemici, molto onore;
meglio vivere un giorno da leoni che cento anni da pecora
anche questa non è originale: era stata scritta sui muri di una casa diroccata nella Grande Guerra);

Dio e Patria. Ogni altro affetto, ogni altro dovere vien dopo;
Dux, mea lux;
Noi tireremo diritto;
Me ne frego... anche di te

(rivolto alla morte);
Taci, il nemico ti ascolta;

Il bello (o meglio il brutto) è che ci credevamo ciecamente: soprattutto al fatto che "il Duce avesse sempre ragione". Anche a causa di quelle scritte un numero enorme di nostri concittadini venne sacrificato sull'immondo altare della guerra
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 21 Giu 2012 18:00    Oggetto: Rispondi citando

Ma i giovani, o meglio, i ragazzi, degli anni '40, appena finita la guerra cosa facevano? Quelli un po' più grandicelli di me scoprivano il ballo, il rock, le canzoni americane (vietatissime sotto il fascismo, anche prima della guerra). Quelli della mia età (nove o dieci anni: sono del 1936) scoprivano invece i fumetti. Non mi pare che fossero di uso comune durante la guerra, direi che i primi che ho visto risalgono al 1946 o pressappoco. Probabilmente il primo che vidi fu L'Uomo Mascherato. Non sto a raccontare niente di questo fumetto, perché, se uno è interessato alla cosa, su Wikipedia ) può trovare la storia completa, anche se, a mio parere, molto incompleta e con alcune inesattezze. Per esempio non si parla della comparsa del fumetto in Italia prima degli anni '60. Garantisco che è successo MOLTO prima, appena finita la guerra. Ricordo che alcuni anni fa, direi fine anni '80, venne pubblicata una ristampa di qualche avventura e mi precipitai a comprarla. Appena l'ho avuta fra le mani mi sono meravigliato di quanto mi piacesse da ragazzo: adesso vedevo il disegno sciatto, l'avventura assurda, la monotonia del racconto eccetera. Sarà stato perché effettivamente era così o perché ero invecchiato io?
Non c'era solo l'Uomo Mascherato fra i miei favoriti: ricordo, oltre all'immancabile Mandrake, Gim Toro e soprattutto Dick Fulmine. Questi ultimi due si assomigliavano molto: si trattava di uomini forzuti, che facevano dei pugni la loro arma principale, collo taurino e un mascellone che avrebbe fatto invidia a Mussolini. Ho trovato un'immagine di Dick Fulmine: eccola

Naturalmente i fumetti erano invisi a tutti i cosiddetti “educatori”. Gli insegnanti
affermavano che non si doveva “leggere le figure”. (Buttate via tutto! Solo i libri dovete leggere! Quelli sì che vi istruiscono! È un po' come adesso con gli e-book). I preti invece entravano più sulla qualità del fumetto, però, vista la morale esistente a quei empi, bastava che ci fosse una donna, anche vestitissima, per classificare il fumetto come “immorale” e sequestrarlo. Erano permessi solo quelli che apparivano su una rivista di chiara ispirazione Cattolica, il Vittorioso. A quella rivista collaborava quel gran genio del disegno che era Jacovitti: ricordo fra i suoi personaggi i “3P” (Pippo, Pertica e Palla) e l'ispettore Cip (lo supponevo...). Cocco Bill, il maggior successo di Jacovitti, venne dopo, direi alla fine degli anni '50.
Ce n'erano molti altri, alcuni ebbero vita breve: cito a memoria alcuni titoli: Il Capitano di 15 anni, Bleck Macigno, il Piccolo Sceriffo e diversi altri.
Il fumetto che, ripeto, era vietatissimo nelle scuole, non aveva niente a che vedere a mio parere con i personaggi del Corriere dei Piccoli, Sor Pampurio, Capitan Cocò Ricò, Marmittone e via dicendo. Questi si basavano certamente sull'immagine, ma c'era un testo, con rime a volte un po' sgangherate. Quindi implicavano una lettura un po' più complessa rispetto a quella dei fumetti. Addirittura ricordo che in quinta elementare, nell'Ottobre 1945 il Maestro Genoni, adottò proprio il Corriere dei Piccoli quale libro di lettura, visto che non era facile procurarsi un testo adeguato. La lettura però ce la faceva fare sulle pagine interne, non su quelle e molto più interessanti - per noi - con le "figure"
Non è facile dimenticare il sig. Bonaventura, sempre nei guai con Barbariccia (“faccia ed anima gialliccia”), disegnato e scritto da Sergio Tofano (che si firmava STO) che finiva regolarmente l'avventura incassando un milione. Più avanti a causa dell'inflazione il milione divenne anche un miliardo, generosamente elargito di solito dal “bellissimo Cecè”.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 26 Giu 2012 08:05    Oggetto: Rispondi citando

Continuano a circolare le voci di elezioni anticipate: io francamente spero che non sia vero. Non è il periodo giusto per stare qualche mese senza un governo operativo. Ma questo riguarda l'oggi, mentre io, semmai, devo parlare di ieri o dell'altro ieri. E per restare in tema di elezioni direi qualche cosa su quelle del 1948 e del 1953, le prime elezioni dopo quelle dell'Assemblea Costituente, quelle che dovevano decidere il Governo per una nazione da poco uscita da una guerra persa e disastrosa.
Ma prima delle elezioni può essere interessante parlare della campagna elettorale che le ha precedute. Si era svolta in clima infuocato naturalmente. Già oggi è possibile che qualcuno venga alle mani durante i dibattiti politici, figuriamoci allora, con tutte le armi residuate dalla guerra e ben nascoste nelle campagne (e mica solo nelle campagne). Oggi la propaganda elettorale avviene con altri mezzi, principalmente i dibattiti televisivi. Allora i mezzi usati erano i giornali, soprattutto quelli di partito, L'Avanti, l'Unità, il Popolo e altri. Ne ricordo in particolare uno, che non era di partito: il Corriere Lombardo. I titolo a caratteri cubitali occupava metà della prima pagina e le notizie che pubblicava... beh, non erano sempre vere, al punto che la gente lo chiamava “Il Bombardo”, da quanto le sparava grosse. Se, per esempio, in un incidente ci fossero stati cinque morti, sul Bombardo diventavano almeno venti. Poi i manifesti murali, e su questi ci sarebbe da dire... Erano mezzi di guerra: appena il partito A appiccicava su un muro (uno qualsiasi: non c'erano spazi riservati e ognuno li attaccava in qualsiasi spazio riuscisse a trovare) il suo manifesto, il partito B glie ne appiccicava un altro sopra. Poi spesso finiva a botte fra gli attacchini del partito A con quelli del partito B.
I manifesti erano diversi da quelli di oggi: certo anche allora c'erano quelli fatti solo di slogan, ma spesso erano a carattere discorsivo. Elencavano fatti, fornivano risposte, facevano certamente polemiche, ma non erano solo slogan. Ne ricordo un paio: il primo della DC, che elencava i progressi fatti negli anni dal '48 al '53 sotto il Governo De Gasperi. Il secondo del PCI che, in risposta al primo diceva pressapoco “mio figlio nel '48 era alto un metro, adesso è un metro e quaranta: anche questo è merito del Governo??”
L'arma principale della propaganda erano però i comizi e i “capannelli”. I comizi sappiamo tutti cosa sono, e non sono cambiati molto. Arriva un tizio su un palco e incomincia a vantare i meriti del suo partito e a fare promesse mirabolanti se dovesse vincere. I capannelli invece erano una particolarità che dopo quegli anni non ho più visto. Si riunivano tre o quattro persone, fra le quali c'erano sicuramente degli attivisti di un partito e incominciavano a discutere di politica in un qualsiasi luogo aperto al pubblico. Un po' alla volta arrivava altra gente e incominciava una discussione generale. C'era anche il “capannello col trucco”. i primi due che iniziavano la discussione erano dello stesso partito, ma uno fingeva di essere dell'altro. Dopo un po' che discutevano il secondo si lasciava convincere e faceva finta di andarsene via “convertito”.
A Milano un posto classico per quei capannelli era nel Parco, vicino all'Arena dove c'era una frequentatissima fontana di acqua ferruginosa, ora spostata più avanti.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 03 Lug 2012 17:19    Oggetto: Rispondi citando

Parliamo un po' delle elezioni del 1948, quelle richiamate dai film di Peppone e don Camillo, le elezioni che avrebbero deciso se l'Italia avrebbe fatto parte parte del Patto Atlantico o di quello Sovietico.
Nella campagna elettorale i comunisti si presentarono insieme ai socialisti come il “Fronte Popolare”, che come simbolo esibiva la faccia di Garibaldi.
Un loro manifesto era questo, nel quale Garibaldi diceva a De Gasperi (chiamato "l'Austriaco" o, più spesso, "l'Austriacante" perché nato nel Trentino quando ancora era sotto l'Austria) che nessun "austriaco" l'aveva mai battuto.




I democristiani per screditare quel simbolo fecero una caricatura che vista in un senso sembrava la faccia di Garibaldi, ma al contrario diventava quella di Stalin (Baffone per tutti, amici e nemici). Lo slogan era, pressapoco: credi di votare Garibaldi e voti Stalin. Ecco l'immagine:



A quelle elezioni per la Camera parteciparono circa 27 milioni di Italiani con una percentuale di votanti di oltre il 92%. Sempre per la Camera ebbero voti ben 36 partiti, e, per rendere l'idea della frammentazione, solo dieci di essi conquistarono un seggio al Parlamento. Diciassette partiti racimolarono meno di diecimila voti e due meno di mille.
Fra i partiti che conquistarono seggi (19), ricorderei L'Uomo Qualunque, il partito fondato dal commediografo Guglielmo Giannini. E qui c'è un conflitto fra la mia memoria e la documentazione che trovo sul Web. Io ricordo l'esistenza di alcuni giornali in quel periodo, giornali più o meno satirici e che si rifacevano a quel partito. Il principale era appunto L'Uomo Qualunque, del quale ricordo benissimo la testata che raffigurava un poveraccio che veniva schiacciato in quella che una volta era la “pressa copialettere” (di questa, se è il caso, parlerò un'altra volta). Ho trovato questa immagine




Ricordo anche (ma non ne ho trovato traccia) Il Buon Senso e Il Becco Giallo. Probabilmente si trattava di giornali già esistenti nei primi anni del fascismo, poi chiusi d'autorità, e ripresi per pochissimo tempo dopo la Liberazione. Del “Buon Senso” mi pare di ricordare che dopo poco tempo venisse cambiata tutta la dirigenza e che gli ultimi numero fossero usciti con la testata " Il Senso Nuovo". Ma erano gli ultimi sussulti, smise subito le pubblicazioni.

Malgrado la Repubblica fosse già stabilizzata da un paio d'anni anche il Partito Monarchico conquistò 14 seggi (contro i 9 attribuiti al Partito Repubblicano, quello di Ugo La Malfa)


Nelle successive elezioni, quelle del 1953, L'Uomo Qualunque era già sparito. Si presentarono 33 partiti, nove dei quali ottennero seggi. Fra i “trombati” c'era anche il PNI, cioè il Partito Nettista Italiano. Ci si può domandare: cosa vuol dire “nettista”? Sembra uno che voglia pulire, cioè “nettare” qualcosa, magari il Parlamento, o il Governo, o la politica in generale. Eh no, invece.
Vediamo se qualcuno indovina cosa voleva dire?
Top
Profilo Invia messaggio privato
Stx
Dio minore
Dio minore


Registrato: 07/07/08 13:38
Messaggi: 730
Residenza: In coda sulla Tangenziale Est

MessaggioInviato: 03 Lug 2012 17:29    Oggetto: Rispondi citando

Indovinare? Phew Impottibile per noi giovani!!

Wikipedia ha scritto:

La qualifica Nettista del partito proviene dal nome della popolare pubblicazione che fece la prima fortuna dell'editore Corrado Tedeschi, ovvero la N.E.T., Nuova Enigmistica Tascabile; ma il partito era anche detto Il partito della bistecca[1], e il suo simbolo era una vitella, perché il programma politico, tra le altre cose, prevedeva l'erogazione a ogni cittadino di una bistecca al giorno!
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 03 Lug 2012 18:11    Oggetto: Rispondi citando

Stx mi ha sgamato subito!! Non avevo pensato che con Internet questi indovinelli si risolvono facilmente...
Quindi confermo: il nome al partito al partito lo dava la N.E.T., Nuova Enigmistica Tascabile. Era noto anche (anzi, direi soprattutto) come "il Partito della Bistecca". Ecco il suo programma politico, copiato da Wikipedia:

1. Svaghi, poco lavoro e molto guadagno per tutti. Le macchine devono sostituire l'uomo nella sofferenza del lavoro. La caratteristica della specie umana e' l'intelligenza ed e' sfruttando questa che deve campare.
2. Assistenza medica e medicine (comprese le specialità) gratuite per tutti.
3. Tre mesi di villeggiatura assicurati ad ogni cittadino.
4. Grammi 450 di bistecca a testa assicurati giornalmente al popolo, frutta dolce e caffè. (E' l'ora di finirla con le limitazioni!).
5. Massimo incremento a tutti i giochi: arti, letteratura, musica e ballo. La vita è così corta e ne sappiamo così poco della sua consistenza e del suo scopo, che la cosa più seria della vita è il giuoco.
6. Continue tombole e lotterie rallegreranno i cittadini dello stato universale.
7. Compagnie di varietà e pagliacci di stato saranno sommamente onorati e ricompensati nella Repubblica Universale. E' l'ora di finirla coi sacrifici e le missioni da compiere! Cerchiamo di ridere e di stare in buona salute.
8. Abolizione di tutte le tasse.
9. Referendum estesi a tuti i cittadini decideranno volta per volta delle più importanti questioni locali ed universali al posto degli antiquati e sorpassati Parlamenti. Macchine statistiche, cervelli elettronici, faranno funzionare gli ingranaggi della scientifica repubblica universale. Gli attuali impiegati dello stato verranno inviati tutti in pensione ed in villeggiatura con stipendio doppio.
10. Gli orari scolastici saranno ridotti a 30 ore l'anno. Enigmistica N.E.T., radio, televisione, cinema e spettacoli vari istruiranno il popolo sovrano e Nettista.
11. Saranno tenute nel massimo onore le religioni esistenti e verranno erette nuove chiese con intendimenti artistici e mistici. Sacerdoti di ogni religione riceveranno equi stipendi che li toglieranno dalla indigenza.
12. Abolizione delle prigioni. Quando tutti avranno 450 gr. di carne assicurata non avranno bisogno di rubare ed ammazzare. Se vi sara' qualche eccezione lo cureremo negli ospedali. Dobbiamo sollevare l'umanita' dalla paura della guerra e della reclusione.

Beh, non è un cattivo programma... quasi quasi lo voterei anche io.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 16 Lug 2012 11:17    Oggetto: Rispondi citando

Ho già brevemente accennato ad alcuni giornali del dopoguerra, L'uomo Qualunque, Il Becco Giallo eccetera: vorrei adesso approfondire un po' l'argomento. Soprattutto ricordo “Il Candido”, che si avvaleva della collaborazione di Giovanni Guareschi e di altri scrittori e umoristi del calibro di Massimo Simili, Indro Montanelli, Giovanni Mosca e tanti altri. È lì che si sono creati alcuni dei “tormentoni” che ancora oggi ricordiamo: “Contrordine compagni” è uno di quelli. Era stata un'invenzione di quel genio di Guareschi che, da monarchico e liberista quale era non poteva sopportare l'idea stessa del comunismo. Per lui il comunista era “il trinariciuto”, altra sua grande invenzione: il comunista, attraverso la terza narice si lasciava succhiare il cervello che veniva versato all'ammasso del partito, e rinunciava a pensare in proprio. Io, che ho vissuto quel periodo - 1946-1950, confermo che di “trinariciuti” del tipo ipotizzato da Guareschi ce ne erano parecchi. La vignetta tipo su “Il Candido” era quella dell'Obbedienza pronta, cieca e assoluta, nella quale ogni volta un gruppo di comunisti (sottogruppo “trinariciuti”) applicava alla lettera una frase pubblicata su L'Unità con un errore di stampa e veniva fermato da un attivista che arrivava di volata e interrompeva gridando “Contrordine Compagni!!”. Ne metto solo una:

la didascalia era “Per controbattere la delittuosa propaganda clericale, ogni sezione provveda a creare un asino infantile" e giocava sull'errore di stampa asino-asilo.
Chi volesse vederne una bella collezione può trovarle qui:

link

Mi pare che fosse proprio su Candido anche il “Signor Veneranda”, un personaggio inventato da Carlo Manzoni, che era il re dell'assurdo e del “non-sense”. Ogni volta veniva pubblicata una storia assurda ma con dei ragionamenti formalmente corretti. Chi volesse leggerne qualcuna può trovarle qui:

link

È di quel periodo anche “Il Travaso”. O meglio, in quel periodo riprese le pubblicazioni dopo che le aveva interrotte nel 1944. Questa rivista non aveva una precisa connotazione politica, era solo umoristica e a volte di un umorismo un po' pesante. Aveva la copertina che il più delle volte era vignetta, o meglio un paginone completo con disegni di belle ragazze non sempre vestitissime. e una battuta un po' scurrile. Spesso e volentieri veniva sequestrato per un preteso oltraggio al pudore (e questo lo rendeva ricercatissimo da noi ragazzi) appunto per quel paginone. Ne metto una del 1962, quando oramai il Travaso stava passando di moda.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 02 Ago 2012 18:44    Oggetto: Rispondi citando

Riprendo la storia del Travaso, avvalendomi naturalmente anche di Google...
Il motto del giornale era "Accidenti ai capezzatori". Per anni mi sono domandato cosa o chi fossero i "capezzatori" ma non trovavo la risposta. Avevo anche chiesto delucidazioni ai miei (il Travaso, con quel motto, era nato ai primi del secolo scorso, riprendendo una precedente pubblicazione: Il Travaso delle Idee), che più o meno erano nati insieme a quel giornale, ma non mi seppero rispondere. Solo da poco tempo ho capito che la "capezza" è un finimento che avvolge il muso del cavallo o dell'asino e che permette di guidarlo. Questa è una "capezza":

Quindi il "capezzatore", nell'accezione del Travaso, è chi cerca in quel modo di imbragare le persone e di portarle dove vuole lui.
Però adesso mi chiamano a tavola: andrò avanti domani (o dopo)
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 03 Ago 2012 17:26    Oggetto: Rispondi citando

Il Travaso delle Idee, che aveva come motto l'Accidenti ai Capezzatori del quale ho parlato nel post precedente, venne fondato nel 1869 da Tito Livio Cianchettini, uno strano tipo di giornalista (giudicato "mattoide" e "geniale" da Lombroso) Era considerato una specie di filosofo da strada . Faceva quasi tutto lui, scriveva, impaginava, stampava, vendeva il suo giornale. Poco prima della morte vendette il giornale a Filiberto Scarpelli che, insieme ad altri, ne continuò le pubblicazioni. Per inciso, Filiberto Scarpelli era padre di Furio Scarpelli, quello che insieme a Agenore Incrocci formò il duo "Age & Scarpelli", uno dei più prolifici gruppi di sceneggiatori dei film del tipo "Commedia all'Italiana" (un solo titolo per tutti: L'Armata Brancaleone).
Questa è una copertina della fine degli anno '40, e spiega perché noi ragazzi fossimo molto attenti alle nuove uscite della rivista...



Lo so quello che pensate, che ci accontentavamo di poco... È vero, però in quei tempi era già tanto.
Top
Profilo Invia messaggio privato
ioSOLOio
Amministratore
Amministratore


Registrato: 12/09/03 18:01
Messaggi: 16342
Residenza: in un sacco di...acqua

MessaggioInviato: 07 Ago 2012 09:58    Oggetto: Rispondi citando

ciao danielegr,

sempre paicevole leggere i tuoi resoconti, dettagli, ricordi....
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 08 Ago 2012 17:11    Oggetto: Rispondi citando

Dovete scusare se questi, non so come chiamarli: ricordi? annotazioni? aneddoti? stupidaggini? vedete un po' voi, arrivano senza nessuna regolarità, saltando di palo in frasca, senza seguire nessuna linea di cronologia. Il fatto è che quando mi viene in mente un ricordo di quegli anni, faccio qualche ricerca per completare le lacune e la scrivo subito, altrimenti poi me ne dimentico.
Quindi, poiché oggi mi è venuta in mente “La Scala d'Oro”, ve ne parlo subito.
Era una collana di libri dedicata ai ragazzi ma che, almeno nel mio ricordo, avrebbe potuto benissimo essere utilizzata anche dagli adulti.
Questa è una delle copertine (o forse era l'interno della copertina):



La Scala d'Oro era in sostanza il riassunto (la parola non è esatta) delle migliori opere letterarie sul mercato. Avete presente i “libri condensati” del Reader's Digest? Beh... era qualcosa di simile, però indirizzata ad un pubblico di bambini o ragazzi che così, intanto, si appassionavano alla lettura e si avvicinavano all'alta letteratura. Ricordo alcuni titoli che lessi a quei tempi (fine anni'40 e primi anni '50): I Miserabili, Capitan Fracassa, L'Isola Misteriosa, I Figli del Capitano Grant, e tanti, tanti altri. I libri venivano “condensati” (preferivano dire “narrati”) da scrittori di tutto rispetto, come ad esempio Diego Valeri, Fernando Palazzi, Marino Moretti e altri.
Ricordo anche, di un'altra collana della quale non rammento il nome, “Storia di un viaggio che non finisce mai”, che in sostanza altro non era che l'Odissea, raccontata a un bambino di dieci anni. È incredibile come certe nozioni, apprese su quei libri, si siano poi stampate nella mente e siano diventate indimenticabili. Chissà perché non succedeva lo stesso con le cose lette sui libri di studio...
I nomi di altre collane non li ricordo, ce ne erano diverse, e anche queste offrivani libri che erano un “condensato” di titoli famosi. Ricordo di aver letto, fra gli altri “Un Capitano di Quindici Anni”, “Michele Strogoff” e “Il Piccolo Lord”.

È un po' che non ho occasione di vedere libri dedicati all'infanzia, ma per quanto ne so, oggi c'è un gran dispendio di figure, di immagini, di fotografie, ma la parte testuale, quella che dovrebbe abituare i ragazzi a leggere, a impadronirsi della lingua, a non scrivere con abbreviazioni da SMS, è piuttosto carente, sia come quantità che come qualità.
Sono sicuro, perché l' ho vista qualche anno fa, che in casa c'è una scatola proveniente dall'ultimo trasloco, con dentro alcuni di quei libri che hanno allietato la mia infanzia: NON LA TROVO PIU'!! In particolare ricordo un libro intitolato “Con Sette Note”. Era la storia di alcuni fra i maggiori musicisti europei; ricordo in particolare le trascrizioni di alcune richieste fatte a Beethoven, oramai completamente sordo, sui suoi taccuini da chi lo assisteva.
Ne ricordo anche un altro: Uomini contro la Morte. Questo è legato ad una bella scapaccionata che mi hanno (meritatamente) inflitto. Ma lasciamo perdere, è roba di settant'anni fa...
Però le ricerche proseguono.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 25 Ago 2012 09:21    Oggetto: Rispondi citando

Mi è capitato in mano un vecchio Selezione (novembre 1954: avevo incominciato a lavorare da meno di tre mesi e prendevo – nette – 37.018 lire al mese) e mi sono divertito a leggere alcuni prezzi.
Innanzi tutto lo stesso Selezione, di circa 180 pagine costava 120 lire;
le pubblicità erano tante, tantissime anche allora, e per la maggior parte non riportavano i prezzi: gli unici che ho trovato sono questi:

una penna bic 60 lire; oggi le vedo in vendita a € 0,30 circa 10 volte tanto;
una lucidatrice Hoover lire 52.500: avrei dovuto lavorare un mese e mezzo per comprarla; oggi vedo un'offerta per un articolo che sarà senz'altro migliore a 139 euro: circa 5 volte tanto;
macchina per scrivere Lettera 22 della Olivetti, quella che usava Montanelli, 41.000 lire (più I.G.E, che, se non ricordo male, era il 3%); qui è difficile fare un paragone, perché le macchine per scrivere oramai sono considerate pezzi da museo, però una stampante per PC si porta via con una sessantina di euro, o anche meno se si comprano quelle che usano solo il loro inchiostro che costa quanto un barile di petrolio;
È inutile cercare di confrontare i prezzi di allora con quelli di adesso: è troppa la differenza intrinseca dell'articolo, mi limito quindi a segnalare alcuni altri prezzi di allora, ricordando sempre che il mio stipendio era di 37.000 lire perché avevo meno di diciannove anni: i maggiorenni guadagnavano circa 51.000 lire.

una penna stilografica Pelikan da 3.000 a 6.000
Orologio Omega, mi pare con datario, cassa in acciaio 23.000 lire
calze OMSA in nailon, 550 lire il 30 denari, 900 a 60 aghi
Orologio Wyler Vetta con cassa in oro £.68.000
camicia Liberty Sanfor in cotone £.3.900
Top
Profilo Invia messaggio privato
Zeus
Amministratore
Amministratore


Registrato: 21/10/00 01:01
Messaggi: 12775
Residenza: San Junipero

MessaggioInviato: 25 Ago 2012 15:31    Oggetto: Rispondi citando

Interessante. C'è anche da dire che oggi il tuo stipendio da neoassunto sarebbe di almeno 50-60 volte tanto, ma quasi sicuramente avresti un contratto a termine, magari a tre mesi (e senza la minima speranza di prendere uno straccio pensione, un giorno).

Selezione nel 1997 costava 7000 lire, oggi ti costerebbe probabilmente 5 o 6 euro (e comunque non meno di 3,50 euro: almeno 60 volte tanto).

Top
Profilo Invia messaggio privato HomePage
GrayWolf
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 03/07/05 16:24
Messaggi: 2325
Residenza: ... come frontiera i confini del mondo...

MessaggioInviato: 27 Ago 2012 12:45    Oggetto: Rispondi citando

@danielegr

"Lavoro" impareggiabile.

Di accattivante bellezza come può esserlo solo la memoria che non si perde.

Testimonianza fondamentale per capire che, nonostante la nostra arroganza,
siamo solo il frutto del nostro passato e che, spero, serva a rendere il nostro futuro migliore.

Con i miei migliori complimenti.
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 31 Ago 2012 14:35    Oggetto: Rispondi citando

È una storia vecchia, molto vecchia e pochissimo conosciuta: risale al Giugno 1946. Come sanno tutti in quella data venne tenuto il referendum per la scelta fra Monarchia e Repubblica, e, come tutti sanno, vinse la Repubblica con un paio di milioni di voti di scarto. Ci furono, come sempre tutti sanno, contestazioni: i Monarchici accusarono il Ministro dell'Interno, Giuseppe Romita, di “aver tirato fuori dal cassetto” quei due milioni di voti che mancavano alla Repubblica per vincere. Infatti i Monarchici già esultavano a metà scrutinio perché sembrava profilarsi una loro vittoria, ma quando affluirono al Viminale i voti del Nord (le comunicazioni erano ancora molto precarie: infatti la proclamazione ufficiale avvenne solo il 18 Giugno, cioè più di due settimane dopo la chiusura delle urne) la situazione si capovolse.
Le contestazioni di parte Monarchica furono che al referendum non poterono partecipare i soldati italiani ancora prigionieri, soprattutto quelli in Russia. Venne anche accusato Togliatti di aver fatto apposta a far ritardare il rientro dei nostri reduci che, secondo i Monarchici, avrebbero votato in massa per il Re. L'ipotesi sembra altamente improbabile: i reduci avevano il dente avvelenato con il fascismo che li aveva mandati allo sbaraglio nell'inverno ( o inFerno) Russo senza adeguato equipaggiamento, e collegare il fascismo alla Monarchia appariva fin troppo facile. Ci furono anche altre contestazioni, tutte rigettate dalla Corte di Cassazione.
Ci fu anche una contestazione circa l'interpretazione della frase “la maggioranza degli elettori votanti”. Voleva dire la maggioranza dei voti validi oppure la maggioranza dei cittadini presentatisi alle urne, quindi anche le schede bianche o nulle? Peraltro, poiché le schede bianche o nulle erano poco più di un milione e mezzo non avrebbero potuto influire sul risultato.
Ma queste sono tutte cose più o meno note: io volevo parlare di una che invece è pressoché sconosciuta, infatti non ne ho trovato traccia in rete ma solo nella mia memoria. Un deputato che aveva voglia di scherzare subito dopo la proclamazione avvicinò un altro deputato, mi pare fosse Salvatore Rebecchini e gli disse, pressappoco: Caro amico, lo sai che adesso con la Repubblica non è più permesso avere il “RE” nel nome, dovrai cambiarlo, dovrai chiamarti solamente Becchini. E sei ancora fortunato, pensa che Oronzo Reale si dovrà chiamare solo Ale.
Il bello è che l'amico ci cascò con tutte le scarpe... Andò in giro a chiedere in tutti gli uffici, rimediandosi una secchiata di risate in faccia... oltre che a fare una figura di m...da!
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 10 Set 2012 10:48    Oggetto: Rispondi citando

In questi giorni va in onda alla televisione la storia del Commissario Nardone, e questo mi ricorda la Milano degli anni '40 e '50. Era appena finita la guerra, armi in giro ce n'erano in abbondanza e anche tanta gente che fino a pochi giorni prima le aveva usate. C'era quindi tanta delinquenza, delinquenza di strada, rapine a passanti, favorite dalla scarsa o nulla illuminazione notturna. Fra i più noti c'era la banda di Alessandro Bezzi e Ezio Barbieri, evasi dal carcere di San Vittore e protagonisti principali della mala milanese. Durò poco, qualche mese, poi Bezzi fu ucciso in un conflitto a fuoco con la Polizia e Barbieri venne invece catturato qualche giorno dopo e rinchiuso di nuovo a San Vittore. Lì capeggiò una sanguinosa rivolta, domata poi dall'esercito con un bilancio di 5 morti e circa 200 feriti. Su Youtube c'è un filmato della Settimana Incom del 3 Maggio 1946 link con le immagini dell'epoca.
I mezzi a disposizione delle forze dell'ordine erano scarsissimi e molto primitivi: si diceva, e credo che fosse vero, che ai pochi agenti che potevano disporre di una motocicletta per il loro servizio, fosse distribuito un fiasco di benzina al giorno. Finito quello, basta: la moto non andava più.
È di quegli anni, e pare che fosse un'idea proprio del Commissario Nardone, l'istituzione del primo centro per chiamare le forze dell'ordine. Era chiamato “La Volante”, nome che poi è rimasto. Non sempre quel gruppo di poliziotti è stato ben visto dalla popolazione: veniva chiamato con un nome abbastanza dispregiativo: “i celerini”. È vero, talvolta dovevano intervenire con una certa violenza, e il manganello veniva usato senza stare a guardare tanto per il sottile, però ricordiamo che più o meno in quel periodo (dal 1947 al 1953) era ministro dell'Interno Mario Scelba, che forse ha evitato pericolose ricadute nel fascismo o nel comunismo, ma certamente ha fatto usare dai suoi “celerini” dei metodi non sempre “amorevoli”, e spesso rivolti non solo ai delinquenti, ma anche ai semplici manifestanti. In quei sei anni fra i manifestanti e gli studenti che con la scusa di manifestare per Trieste Italiana potevano bigiare a scuola e evitare il compito in classe (lo dico per conoscenza diretta: fra quegli studenti c'ero anche io) ci furono ben 150 morti, oltre a molti feriti.
La Volante veniva chiamata telefonicamente al numero “777”, l'antenato dell'attuale 113, con la differenza che il 113 oggi è valido su tutto il territorio nazionale, mentre il 777 era valido, se ben ricordo, solo nella zona di Milano.
Fu in quell'occasione che una canzone popolare milanese (Porta Romana Bella) del XIX° secolo e di autore ignoto si arricchì dei versi:
“e sette e sette e sette fanno ventuno... arriva la Volante, non c'è più nessuno...”.
Ci sono numerosi versioni di questa canzone, quella di Gaber è profondamente diversa e più poetica, di Nanni Svampa (questa riprende la canzone antica) e di molti altri. Chi volesse sentire la versione di Svampa può trovarla qui: link
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 05 Ott 2012 18:22    Oggetto: Rispondi citando

I cortei: ecco un'altra usanza sparita. oggigiorno i cortei vengono fatti quasi esclusivamente dagli scioperanti o da quelli che vogliono manifestare contro qualcuno o qualcosa. Negli anni immediatamente successivi alla guerra, prima della motorizzazione di massa, il corteo era tipico dei funerali. Poiché la morte avveniva quasi sempre in casa, da lì partiva il corteo. Se la morte fosse avvenuta in ospedale, il carro funebre avrebbe prelevato “il caro estinto” dall'ospedale, e lo avrebbe portato fin davanti al portone di casa, debitamente addobbato a lutto. Poi, tutti in coda dietro al carro che procedeva a passo d'uomo e si arrivava alla chiesa. Non tantissimi anni fa, una quindicina direi, ebbi occasione di vedere ancora uno di questi cortei in qualche paesino sperduto, ovviamente con il traffico delle auto di quelli che dovevano attraversare il paese bloccato dal corteo. Poi il carro andava al cimitero senza più il corteo. Ma di questo credo di aver già scritto qualcosa, e forse ho anche messo la foto di un carro funebre di quando ero ragazzo io. Lo stesso corteo si formava anche per i matrimoni: lo sposo arrivava davanti alla casa della sposa e lì la aspettava, perché, come da tradizione, la sposa non era mai pronta. Quando finalmente aveva finito di acconciarsi e usciva, gli sposi e il parentado vario si avviava verso la chiesa, naturalmente dopo il dovuto applauso alla sposa. Man mano che ci si avvicinava alla chiesa il corteo si ingrossava: amici che arrivavano, qualcuno, specie i ragazzini, che si “imbucava” sperando in qualche confetto.
Ovviamente la sposa era in bianco, col velo e tutto l'armamentario che la tradizione imponeva (qualcosa di blu, qualcosa di prestato, qualcosa di nuovo ecc.). A proposito, lo sapete che la tradizione dell'abito bianco per la sposa è abbastanza recente? Pare che risalga al 1840, in occasione del matrimonio della regina Vittoria con Alberto di Sassonia. In precedenza si usavano colori accesi o tessuti di vario tipo, ad esempio il velluto. Questo è un abito da sposa del 1775 in taffetà di seta, ricamato con fiori in seta rinforzati da un'anima metallica e da bande di seta sottilissima
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 20 Ott 2012 15:47    Oggetto: Rispondi citando

Oggi è il 20 Ottobre: una triste ricorrenza per i Milanesi. Nel 1944 i bombardamenti continuavano malgrado l'armistizio firmato l'8 Settembre dell'anno prima. Naturalmente erano diretti contro i nazifascisti, cioè le truppe tedesche alle quali si erano alleate alcune brigate di fascisti, e lo scopo era quello di distruggere alcune fabbriche che erano, o potevano essere, fornitrici di armi. Tra le altre, la Breda, principale costruttrice di aeroplani militari.
Lo scopo del 451° Bomb Group era appunto quello di bombardare la Breda, una grande struttura meccanico siderurgica a Sesto San Giovanni. Per fare quello (notizie attinte da Wikipedia) raggiunto un punto di riferimento prestabilito avrebbe dovuto compiere una virata di 22 gradi verso sinistra per trovarsi sopra all'obbiettivo. Una parte dello stormo, però, per un inspiegabile disguido virò verso destra. Si accorsero dell'errore, ma troppo tardi, le bombe erano già innescate e questo impediva di fare un atterraggio in sicurezza. Avrebbero potuto scaricare le bombe in mare, dovendo ritornare a Foggia, ma preferirono sganciarle sul centro abitato, pur sapendo di essere decisamente fuori bersaglio e che questo avrebbe provocato vittime civili, cosa che, secondo gli Alti Comandi, doveva essere evitata.
Una o più bombe si infilarono nel vano delle scale e raggiunsero il rifugio nel quale erano ricoverato i bambini della scuola e il corpo docente. Morirono tutti: 164 bambini e i maestri. In Milano in quel giorno le vittime dei bombardamenti furono oltre seicento.

link
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 05 Feb 2013 09:19    Oggetto: Rispondi citando

In questi giorni siamo in piena campagna elettorale e in città appaiono i primi manifesti. Guardandoli mi sale la rabbia: possibile che la gente si lasci convincere a votare il partito A piuttosto che il B da uno slogan (non c'è di più sui manifesti, al massimo la faccia del leader, più o meno brutto e più o meno “photoshoppato”)? Poi però ho pensato che anche ai miei tempi non era molto diverso: c'erano i manifesti “discorsivi”, ma anche allora lo slogan imperava. Non c'erano le facce, o ce n'erano pochissime: probabilmente per motivi tecnici o di costo. Oggi la scelta del partito, almeno la scelta “di testa”, avviene principalmente in base ai dibattiti televisivi. I manifesti parlano “alla pancia”, come di usa dire adesso.
Come erano le campagne elettorali negli anni '50? Ne ho già parlato un po'. vorrei adesso mettere qualche immagine. Innanzitutto la quantità enorme di manifesti: appiccicati ovunque ci fosse uno spazio ancora libero (se poi lo spazio fosse stato occupato dai manifesti dei partito avverso, meglio ancora: si copriva il suo manifesto con il nostro). Questa è la sfilata dei manifesti su di un muro di Torino, di fronte al Museo Egizio.


link

Era a volte spiritoso il battibecco fra i partiti: nei primi anni '60 la Democrazia Cristiana, il partito di De Gasperi, uscì con questo manifesto con il quale avrebbe voluto lanciare l'idea di gioventù e rinnovamento (non è cambiato molto, da allora...):

link



La risposta dei comunisti fu (c'era da aspettarselo) aggiungere sotto quei manifesti la frase “ed è già così puttana”, mediante uno striscione che imitava i caratteri del manifesto. Altri invece mettevano in guardia la giovane pulzella dal perdere la verginità ai balli comunisti...
Ovviamente il manifesto fu presto ritirato.

I democristiani erano al potere fin dall'inizio della Repubblica e (anche qui nulla è cambiato) venivano accusati di essersi spartiti i posti remunerativi: in pratica, di aver mangiato alle nostre spalle. I comunisti coniarono il termine “forchettoni”, e su quello basarono una parte della campagna elettorale:

link



L'ovvia risposta fu: meglio le forchette democristiane delle forche comuniste”




link
Top
Profilo Invia messaggio privato
danielegr
Dio maturo
Dio maturo


Registrato: 04/05/05 08:54
Messaggi: 2277
Residenza: 43 54 26,81N 7 56 25,35E Altitudine 184 m.

MessaggioInviato: 13 Feb 2013 11:52    Oggetto: Rispondi

Nevica, anche qui in Riviera ha nevicato, cosa del resto ampiamente prevista dal Servizio Meteorologico. Questo mi impedisce di tirare fuori la macchina dal box, visto che lo scivolo si è trasformato in uno... scivolo di ghiaccio, ma adesso il ghiaccio si sta sciogliendo, quindi basta aspettare un po'.
Il bello però è che mi ha fatto tornare in mente a Milano una grande nevicata, direi nel 1946. Facevo la prima media e la scuola era abbastanza lontana. In quegli anni i bambini andavano a scuola a piedi e da soli, naturalmente. Io, con una mantellina che, se ricordo bene, era rossa ed era rigida, affrontai alle otto del mattino un bel sessanta centimetri di neve per arrivare alla scuola, chiusa per neve e sentirmi anche apostrofare dal bidello “ma non lo sai che è chiuso? Torna a casa subito!”. Di questo probabilmente ho già parlato in precedenza, ma non ho voglia di andare a controllare. Questa, chiamiamola “introduzione” mi serviva per introdurre il tema “sgombero della neve” come avveniva negli anni subito dopo la guerra. Innanzi tutto, e la cosa è durata fino a non moltissimi anni fa, c'era il reclutamento degli spalatori. Qualcuno ricorda il film Rocco e i suoi Fratelli? Una famiglia emigrata a Milano dal profondo Sud trova il primo lavoro appunto come spalatori do neve. È inutile ricordare che lo sgombero avveniva esclusivamente a mano, non esistevano mezzi spalaneve come adesso. D'altronde la circolazione stradale era infinitamente inferiore all'attuale, le pochissime auto non venivano quasi mai lasciate parcheggiate in strada, e quindi qualche ritardo nello sgombero della neve non era visto come una cosa grave. Gli spalatori caricavano la neve su un carretto con tre sponde e foderato in metallo. Ho cercato a lungo un'immagine di quel carretto che ricordo abbastanza bene, ma non l'ho trovata. Questa è quanto di più simile, però non c'era la sponda anteriore e c'erano solo le due stanghe anteriori, senza quella orizzontale sulla quale appoggia le mani l'uomo nell'immagine.





Quando il carretto era pieno, la neve veniva versata in un tombino. Immagino che ci fossero dei tombini dedicato a quello scopo, perché lo vedevo fare sempre nello stesso. In quello c'era un forte getto d'acqua che contribuiva a far cadere la neve nella sottostante fognatura.
Ci sono state altre grandi a nevicate a Milano, l'ultima delle quali credo sia quella del 1985. In quell'anno in alcuni punti si raggiunse il metro di neve caduta. Il peso della neve sfondò il tetto del Palazzo dello Sport e ci furono gravissimi disagi per tutti. Solo la Metropolitana continuò a funzionare regolarmente e salvò il traffico cittadino. L'unico problema erano le scale di accesso alle stazioni piene di neve. I primi utenti scesero lo stesso, tanto la neve era morbida, ma così facendo la compressero favorendo la formazione di ghiaccio che resistette agli sforzi dei (pochissimi) spalatori. In quei giorni fu notevole l'accesso ai Pronto Soccorso a causa delle scivolate su quel ghiaccio.
Per lo sgombero di tutta quella neve vennero usati anche i carri armati, i Leopard, mi pare. Almeno, in quella occasione quegli oggetti di guerra vennero impiegati in una vera Missione di Pace.
Top
Profilo Invia messaggio privato
Mostra prima i messaggi di:   
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Al Caffe' Corretto Tutti i fusi orari sono GMT + 1 ora
Vai a Precedente  1, 2, 3 ... 11, 12, 13, 14, 15  Successivo
Pagina 12 di 15

 
Vai a:  
Non puoi inserire nuovi argomenti
Non puoi rispondere a nessun argomento
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi votare nei sondaggi