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* il potere al femminile sarebbe migliore?
Nuovo argomento   Rispondi    Indice del forum -> Donne sull'orlo di un post
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Autore Messaggio
krokko
Mortale devoto
Mortale devoto


Registrato: 03/07/05 13:08
Messaggi: 12
Residenza: Bologna

MessaggioInviato: 29 Gen 2006 03:35    Oggetto: Rispondi citando

L'ironia mi pare piuttosto scontata, considerando che, eccezione dopo eccezione, si era arrivati ad affermare che anche quel 4,29% era comunque da considerare zero...

Che tale percentuale (quasi il 5%) sia da considerarsi anche in sé e per sé un'eccezione, a fronte del 95% di maschi violenti, mi pare altresì una forzatura: parliamo pur sempre di migliaia di donne.

Infine, se la condizione di prostituta deve servire a giustificare i reati, perché allora non deve funzionare così anche per i maschietti, magari portati a rubare (o altro) per la necessità di mantenere una famiglia, per aver perso il lavoro, o che altro?

Fra l'altro, stiamo ragionando su una statistica "monodato": ok, la percentuale della popolazione carceraria si suddivide in quel modo, ma c'è qualche indagine parallela che completi l'informazione? Per esempio, potrebbe forse esserci una tendenza dei giudici ad essere meno pesanti con le imputate donna? Vi sono altre motivazioni di scarcerazione (es. maternità)? Hanno forse gli arresti domiciliari in misura maggiore?

Per inciso, la moglie che ha ucciso il mio conoscente non è in galera...

Cmq, il mio ragionamento era che non vedo le donne in modo così "angelico": quasi sempre, in situazioni "difficili", le ho viste comportarsi più o meno come i maschi. E talvolta erano loro a spingere il loro uomo a comportarsi in modo non esemplare...
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liver
Dio maturo
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Registrato: 31/03/05 09:20
Messaggi: 1091
Residenza: Verona

MessaggioInviato: 29 Gen 2006 10:54    Oggetto: Rispondi citando

krokko ha scritto:
parliamo pur sempre di migliaia di donne.

Certo, solo che il numero dei maschietti è venti volte superiore.

krokko ha scritto:
Infine, se la condizione di prostituta deve servire a giustificare i reati, perché allora non deve funzionare così anche per i maschietti, magari portati a rubare (o altro) per la necessità di mantenere una famiglia, per aver perso il lavoro, o che altro?

Perché il mestiere di prostituta è una necessità di noi maschietti (certo... ci sono le eccezioni)

krokko ha scritto:
Fra l'altro, stiamo ragionando su una statistica "monodato"

Nelle numerose ricerche citate ci sono altri dati che ti possono interessare. Per esempio i dati sugli arresti domiciliari e sulle persone in attesa di condanna definitiva sono in linea con le percentuali carcerarie. Io ho evidenziato solo quelli più eclatanti.

krokko ha scritto:
Per inciso, la moglie che ha ucciso il mio conoscente non è in galera

Oh, bella. E perché, di grazia?
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satya
Comune mortale
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Registrato: 15/02/06 12:55
Messaggi: 3

MessaggioInviato: 15 Feb 2006 13:47    Oggetto: Rispondi citando

liver ha scritto:


Se la popolazione femminile si ferma al quattro e fischia per cento, questa è l'eccezione, e qui è compresa pure la moglie del tuo conoscente. Non mi sembra così difficile.



Disclaimer: anche i soli maschietti al "potere" non vanno bene. Per niente.
Abstract1: Pero' neppure le femminucce sono esenti dagli stessi profondi problemi.
Abstract2: (citazione non mia) "Esistono 3 tipi di bugie: le piccole, le grandi e le statistiche." Basta "interpretare" alcune frasi di questo articolo: link. Esempio (volutamente provocatorio: i flame lasciateli all'etere): le donne tentano di piu' il suicidio, ma muoiono meno? Sono piu' incapaci? O vogliono sollevare di piu' l'attenzione con questa forma di comunicazione, che volutamente non viene portata fino in fondo? I maschietti ci riescono di piu'? Sono allora piu' disperati? E in che modo hanno cercato di comunicare, prima, e non sono stati capiti? Per colpa di chi?

Non e' che semplicemente gli stessi disagi e gli stessi istinti di violenza vengono espressi in modi diversi?
Altra statistica (quindi enorme bugia: basta variare il campione e sottintendere ipotesi per falsificare la realta'): la maggior parte degli omicidi vengono commessi nell'ambiente familiare. Che facevano tutti gli altri intorno? Dormivano? E la vittima? Non e' riuscita a cogliere i segnali che le venivano lanciati con largo anticipo? (io ho personalmente avuto parecchi episodi di violenze in famiglia, anche con armi bianche e assalti nel sonno, quindi non venitemi a fare la morale sul "conoscerere prima di inventarsi giudice": io non giudico, voglio solo far riflettere su tutti gli aspetti della questione. Poi non mi interessa cosa ne esce, basta che non sia il chiudere gli occhi e ritirarsi in riflessioni/conclusioni di comodo)

Ci sono veramente alcuni aspetti di questo tipo di discussioni che non capisco perche' non vengano affrontati: chi sono questi maschietti? Padri, figli, fratelli, amici. E queste femminucce? Madri, figlie, sorelle, amiche.

La maggior parte dei criminali e' maschio?
Perche' le madri/figlie/sorelle/amiche di questi criminali maschi hanno permesso/incoraggiato/non evitato questa escalation? Perche' "nessuno nasce imparato": si impara. Dalle esperienze e dagli insegnamenti che si ha intorno.
[ESAGERO]
Non e' che la violenza femminile si esplicita in un qualcosa che semplicemente non e' definito reato, ma (esagero) causa comportamenti che vengono classificati come tali?
[/ESAGERO]

Non ho nessuna soluzione, se non una utopica e molto stupida fede nel potere delle utopiche comprensione e tolleranza, ma per favore non limitatevi a considerare solo un lato della medaglia (o, fate voi, i (iper)poli delle (iper)sfere).

Ogni conseguenza ha almeno una causa: ma solo la prima finisce nelle statistiche. Quindi, e ve lo chiedo con il piu' umile favore, non limitatevi nelle vostre visioni della realta'...

[Editato 1 volta: mi ero perso le figlie Sad ]
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ioSOLOio
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Registrato: 12/09/03 18:01
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Residenza: in un sacco di...acqua

MessaggioInviato: 15 Feb 2006 14:06    Oggetto: Rispondi citando

Interessanti considerazioni...


ps: benvenuto e ottimo uso degli strumenti nel post...
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Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
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Registrato: 16/05/05 09:17
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Residenza: Pianeta Terra

MessaggioInviato: 20 Lug 2006 19:13    Oggetto: Rispondi citando

Scusate se mi intrometto nella discussione ma ho l'impressione che si sia perduto (almeno in parte) il filo conduttore che dovrebbe portare ad una più ampia comprensione del fenomeno. Affronterò però solo due soli argomenti: il primo è la critica alla società dove la trasmissione del potere è matrilineare.
Vorrei ricordare che, questo tipo di società è prevalentemente "primitivo" (nel senso meno deleterio del termine) ed i contatti e le contaminazioni con altri tipi di società risultano molto ristretti (questo, spesso è all'origine della conservazione nel tempo dei modelli socioculturali su cui la comunità fonda la sua specificità).

Dal momento che gli scambi e le contaminazioni socio-culturali tendono a far prevalere una delle parti sull'altra, le comunità più primitive (e per questo più indifese) tendono a riunirsi intorno al proprio " "centro" impedendo o rallentando ogni possibile e reale redistribuzione dell'esperienza.

Solo nelle società più mature e complesse, l'interscambio culturale ed il commercio hanno consentito quel "meticciato" di valori e di interessi compositi che hanno prodotto l'evoluzione nella quale ci troviamo a vivere.
la prevalenza del patriarcato è solo un caso (come dovrebbe essere l'attuale prevalenza della materia sull'antimateria verificatasi già pochi istanti dopo il Big bang) od è il futto di una selezione adattiva?

Io non credo che la prevalenza dell'antimateria avrebbe inficiato la tipologia di questo universo (nella quale esistono forme di vita), così come non credo che la prevalenza del matriarcato avrebbe creato un mondo troppo diverso o del tutto uguale a questo. Perciò inviterei a non misurare il possibile prevalere dell'uno sull'altro come qualcosa che potrebbe riprodurre esattamente la stessa fenomenologia. Con i dovuti distinguo, posso pensare che, un mondo matriarcale, avrebbe dato eguale sviluppo e crescita tanto quello maschile, con la differenza che può esserci nell'evoluzione che ha separato due grandi classi di predatori come i felini ed i canidi.
E qui vendo alla seconda questione. La natura del potere e le modalità di dominio maschile/femminile.
Non dobbiamo dimenticare che la specie Homo è una specie predatrice onnivora e le femmine umane non sono poi così diverse dalle femmine di altre specie, così come non lo sono i maschi.

Le specifiche comportamentali umane si sono differenziate nello stesso modo con cui si sono differenziate negli altri viventi e, voler vedere in questo una classe di merito o demerito è un errore di metodo che dovremmo evitare.

Nelle argomentazioni di alcuni deipartecipanti al dibattito, sono emerse alcune semplificazioni necessarie al dibattito che, però, mostrano quali stratificazioni e preconcetti si annidano nella nostra capacità di analisi.
L'idea dell'uomo dominatore e la donna sottomessa è un'approssimazione necessaria ma può finire per esserfuorviante ad uan aggiore e più approfondita analisi del fenomeno.

E' altresì vero che la mascolinizzazione della donne che sale al potere (in un universo al maschile) è un dato incontestabile seppure irritante. Ma questo fenonemo non è assolutamente da attribuire ad una evoluzione comportamentale o emotiva della donna che, per raggiungere un posto di comando, assai più gratificante di una posizione subordinata, si adatti "al meglio" e cioè ad un comportamente ed ad una classe di affettività "al maschile" perché "maschile" è più efficiente, più adatto, più funzionale allo scopo.
Questo comportamento si può paragonare più ad una fenomenologia simie alla sindrome di Stoccolma" che ad una vera e prorpia interiorizzazione dle modello più adatto allo scopo (cosa che richiederebbe molti anni di rielaborazione del proprio sé) In realtà è proprio il sé della donna ad esser rimosso, per far posto ad un simulacro maschile del tutto illusorio, a cui nemmeno gli uomini hanno accesso.

Il potere è un'llusione e, come tutte le illusioni risultamo più credibili e comprensibili (e gestibili) delle scienze esatte. non è un caso che il mondo abbia più uomini di potere che scienziati.
E non certo perché sia necessaria un'intelligenza sovrumana. Spesso, gli uomini e le donne, impiegano molte più energie e anni della loro vita per conquistarsi uno spazio di potere, anche minimo, di quanti ne spenderebbero per istruirsi ed impratichirsi per meglio interagire con il mondo e le leggi che governano questo universo, traendone molti più vantaggi. (non dimentichiamo che la maggior parte del nostro benessere è stato realizzato proprio alle ricerche ed alle scoperte che alcuni uomini e donne, hanno prodotto con il loro impegno personale).

Sia nell'uomo che nella donne, il tradimento del sé si rende necessario per poter sopravvivere in una società che impone modelli rigidi, senza tener conto delle reali caratteristiche e peculiarità degli individui.
L'adattamento necessario a potersi integrare conduce a sua volta ad un disprezzo di sé, per proprio vero sé, causa di conflitto fra le prorie pulsioni e le richieste adattive esterne.

Una delle principali cause della violenza maschile nei confronti delle donne, dei bambini e dei più deboli in genere, è dovuta all'incapacità del maschio (educato in questo modo) di accettare i propri sentimenti, rimossi in età prescolare e sostituiti con falsi valori nei quali è bandita ogni forma di debolezza (un bravo ometto non deve piangere, non deve mostrare paura etc. non deve mostrare i propri sentimenti più profondi). La grande capacità empatica (la capacità che consente di mettersi in relazione, di accogliere i sentimenti altrui) delle donne, scatena nell'uomo il ricordo dei propri sentimenti di impotenza, di tenerezza, di empatia della propria infanzia, sentimenti oggi rimossi e "proibiti". La rabbia, l'angoscia, il dolore che ne deriva deve in qualche modo essere "scaricato", respinto, rimandato al mittente insieme ai sentimenti riaffioranti ed inaccettabili.
E qual'è la reazione naturale quando ci prendono "in castagna" e non ce l'aspettiamo? Molti di noi reagiscono con aggressività, disprezzo, violenza. Ma il disprezzo che proviamo per colui che ha scoperto le nostre presunte debolezze non è altro che la negazione del disprezzo che proviamo per noi stessi.

Non è strano che il mondo sia governato da psicopatici che disprezzano il loro popolo. Anche se è stato il popolo a mandarli al potere ed osannandoli ha accettato di essere schiacciato sotto il tallone della loro follia. Non è strano che donne di grande sensibilità ed intelligienza si lascino massacrare nel corpo e nella mente da uomini infinitamente inferiori a loro.

Con la differenza che le masse hanno più facilità ad espellere i loro persecutori mostrando tutto in una volta il loro disprezzo, segretamente nascosto negli anni, per il loro tanto adorato tiranno. Ma il disprezzo che le genti riservano ai potenti in disgrazia non è altro che lo specchio del disprezzo che le masse hanno per sé stesse; l'uomo caduto è lo specchio che restituisce il vero volto agli uomini e, l'immagine che questi vedono, è del tutto insostenibile.

Credo perciò che la donna abbia coservato un migliore rapporto con il proprio sé profondo: una moderna società a trasmissione del potere in via matrilineare non potrebbe essere peggiore di quella maschile. Una buona integrazione fra i due modelli non dovrà però corrispondere ad una maggiore femminilizzazione dell'uomo, bensì ad un recupero della sua (perfettamente virile) capacità di esprimere ed accogliere il suo senso d'impotenza di fronte al mondo (insieme al senso d'impotenza espresso dai bambini, dalle donne e dai più deboli), la sua capacità empatica e la sua disponibiltià alla tenerezza.

Scusate l'infinita lunghezza.
Tutto quello che ho scritto è sicuramente confutabile: spero però che qualcuno possa trovarvi uno spunto di riflessione sulla grande complessità dell'uomo e della sua fragile natura.

Senza scivolare in semplificazioni mortificanti o prive di speranze.

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MessaggioInviato: 21 Lug 2006 08:12    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
Io non credo che la prevalenza dell'antimateria avrebbe inficiato la tipologia di questo universo (nella quale esistono forme di vita),
Silent, o ti leggi Stephen Hawking,
Silent Runner ha scritto:
E' altresì vero che la mascolinizzazione della donne che sale al potere (in un universo al maschile) è un dato incontestabile seppure irritante.
o ti leggi Grazia, ma tutte due insieme no, eccheccavolo!

(Temo di aver rovinato un discorso serissimo...)
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MessaggioInviato: 21 Lug 2006 08:46    Oggetto: Rispondi

Gateo ha scritto:

(Temo di aver rovinato un discorso serissimo...)


ROTFL

Nient'affatto Caro Gateo. Se questa è la tua reazione al mio lungo argomentare è segno che, tutto l'argomento, ha bisogno di essere trattato con molte meno parole e più sense of Humour dal quale, per motivi pratici, in questo intervento mi sono distaccato.

Ho invece apprezzato la battuta ma Hawking si è già autoconfutato una volta. Sappiamo che Stephen è un uomo di spirito e, semmai dovesse leggere questo commento, non me ne vorrà e non mi invierà una copia omaggio di Grazia (per mia disgrazia).

p.s.
Non sapevo che Grazia trattasse argomenti di sociobiologia. Pensavo che questi argomenti si potessero leggere solo su Penthouse!
Grazie per l'informazione Gateo, sei nell'elenco dei miei preferiti! Wink
ma che schifosa piaggeria, Silent, vergognati!

Ciao!
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