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* Conoscenza
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Whitefox
Eroe in grazia degli dei
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Residenza: Isole di langherans

MessaggioInviato: 28 Ott 2005 21:01    Oggetto: * Conoscenza Rispondi citando

Oggi durante un ripasso di italiano é scattata tra me e mia sorella (per chi non lo sapesse, sorella gemella) una disputa sulla conoscenza.

Tutto é partito dal fatto che lei, leggendo Angeli e Demoni (libro che non ho letto) ha aggiunto dei titoli di trattati di Galileo agli appunti presi in classe, ed inoltre ha appreso che anticamente il simbolo dell'uomo era una v cerchiata e quello della donna una v alla rovescia cerchiata ed altre curiosità di questo genere.

Al che ho criticato il suo nozionismo, definito in un primo momento come cultura delle merendine, poiché tende a concepire la conoscenza non come un mezzo, bensì un fine. Inoltre ho definito le curiosità dei simboli etc. del tutto inutili.

Lei di tutta risposta mi ha detto che non sono inutili in quanto tramite quelle ha potuto esaminare meglio "L'ultima cena", e che comunque qualsiasi curiosità (o nozione) non é superflua, perché magari in futuro potrà servire.

Io ho controbattuto dicendo che quelle curiosità erano diventate utili solo in quanto mezzo di un approfondimento di un'opera d'arte, e che se fossero rimaste un fine e basta sarebbero scadute nel nozionismo puro e semplice. quindi sarebbero divenute superflue.

Lei ha invece insistito dicendo che ogni nozione é utile, criticando il fatto che io elimino totalmente dalla testa tutte quelle "curiosità da settimana enigmistica", poiché per lei é meglio conoscere cose che magari non ti serviranno a niente che eliminare delle curiosità che forse una volta nella vita ti serviranno.

Io le ho risposto dicendo che preferisco eliminarle e magari andarmele a reimparare in futuro che tenermele a mente e togliere spazio a cose più importanti. Inoltre le ho fatto notare che lei ad esempio ha rimosso tutte quelle cose imparate a memoria di tecnica alle medie (quant'é la temperatura in un altoforno? etc.)

Lei ha ribattuto dicendo che in realtà quelle cose non le ha eliminate o rimosse, ma le ha solo messe nel dimenticatoio, e se le serviranno potrà andarsele a riguardare.

Le ho fatto notare che é la stessa cosa che avevo detto io, ma lei ha sottolineato il fatto che io le ho eliminate, mentre lei le ha solo messe nell'angolo più remoto del dimenticatoio.

La domande che vi pongo sono queste:

La conoscenza va intesa come un mezzo o come un fine?

E' meglio scadere nel nozionismo per essere al sicuro qualora una di queste nozioni ci serva oppure é meglio tenere la mente sgombra dalle cosiddette "curiosità" pur rischiando di ritrovarsi ignoranti e sguarniti al momento della fatidica domanda?
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rebelia
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MessaggioInviato: 28 Ott 2005 21:09    Oggetto: Rispondi citando

uh!

io sono una collezionista di nozionismo "alla settimana enigmistica", ma non perche' potrebbe tornarmi utile, bensi' perche' sono curiosa

poi spesso me ne dimentico alla stessa velocita' con cui le ho apprese, ma cio' non toglie nulla al piacere di saperne di piu' e questo mi porta indifferentemente a leggere il guinness dei primati o konrad lorenz o una qualsiasi guida sull'usabilita'

'spias, ma son d'accordo con tua sorella* 8)

* a patto di tenere a mente che quando si leggono libri tipo angeli e demoni si sta leggendo un romanzo e bisogna percio' discernere tra nozioni ed invenzioni, a volte abilmente mescolate
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Whitefox
Eroe in grazia degli dei
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Residenza: Isole di langherans

MessaggioInviato: 28 Ott 2005 21:32    Oggetto: Rispondi citando

rebelia ha scritto:
io sono una collezionista di nozionismo "alla settimana enigmistica", ma non perche' potrebbe tornarmi utile, bensi' perche' sono curiosa


Bhe, su questo non discuto Very Happy Della settimana enigmistica leggo prima la pagina delle curiosità nel mondo, poi le vignette e le barzellette Very Happy I giochini li lascio agli altri Very Happy Lo faccio anche io per la curiostià, lungi da me lo smorzare la curiosità di una persona! La voglia di conoscere e di saperne di più sono alla base della ricerca filosofica e scientifica e non mi permetterei mai di interrompere questi processi, anzi.

Quello su cui discuto é l'effettiva utilità di queste nozioni (curiosità é un termine un po' infelice perché si confonde con la curiosità di cui ho parlato). Certe, se indirizzate verso un preciso obbiettivo, possono avere un'utilità ben precisa, mentre altre per me sono totalmente inutili.

Un esempio: leggendo sul retro del foglietto che ti danno a messa, un annetto fa sono venuto a conoscenza del caso di Jacques Fesch, un assassino ateo che si é convertito e redento in carcere, la cui fede e opere hanno illuminato molti nella sua condizione.

Ecco, questa é una nozione che ritengo utile, poiché fornisce un esempio concreto della possibilità di pentimento e rendenzione di un criminale (esempio poi servitomi a supportare una mia testi in un discorso).

Ma ad esempio sapere che un altoforno é altro 80 metri, quasi quanto la Ghirlandina, la cui punta non é dritta ma pende leggermente, sinceramente non so a cosa potrebbero servirmi.

Di conseguenza credo che vi siano nozioni e nozioni. Ci sono quelle che possono servire, mentre altre che possono risultare totalmente inutili e quindi cancellabili dalla mente (anche se non vedo la differenza tra cancellare dalla mente e dimenticare Confused )
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rebelia
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MessaggioInviato: 28 Ott 2005 21:35    Oggetto: Rispondi citando

boh, io sono ingorda e di bocca buona, al riguardo, percio' non riesco a cogliere la distinzione che fai tu Confused
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madvero
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MessaggioInviato: 28 Ott 2005 23:50    Oggetto: Rispondi citando

per me, che sono curiosa, la conoscenza è il fine ultimo...
comunque, conoscenza e nozionismo non sono poi così lontane l'una dall'altra!!! ti cito una frase che tu definiresti una nozione:
"la cultura è quella cosa che ti rimane quando hai dimenticato tutto"
secondo me il nozionismo è molto importante, perchè ritengo che la mente umana non dimentichi assolutamente nulla, al massimo archivi con precisione per tirar fuori le cose al momento giusto (anche fra trent'anni).
ti faccio un esempio cretino: una volta avevo la passione per i numeri e sapevo a memoria (nozionismo) tutte le potenze (fino alla ventesima) dei primi cinquanta numeri primi.
ammetto che è una cosa che non serve assolutamente a niente, e dopo quindici anni e passa, non me le ricordo più...
però se vedo una cifra qualunque, anche da capogiro, so ad occhi se è divisibile per tot persone. il mero nozionismo è diventato conoscenza !!!
per concludere, in teoria do ragione a tua sorella, ma spezzo una lancia a tuo favore perchè il solo nozionismo, nella vita, non serva a niente.
ps: sorelle gemelle? mandala agli esami al posto tuo !!!
torno alla mia settimana enigmistica: ancora due definizioni e l'ho FINITA TUTTA. (ammetto però che in un cruciverba ho sbianchettato due caselle)
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rebelia
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MessaggioInviato: 28 Ott 2005 23:57    Oggetto: Rispondi citando

madvero ha scritto:

ps: sorelle gemelle?


nu, fratello&sorella gemelli: mi sa che lo sgamerebbero Mr. Green
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madvero
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MessaggioInviato: 29 Ott 2005 00:01    Oggetto: Rispondi citando

mah, se sono omozigoti, con taglio di capelli simile e il trucco opportuno...
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dAb
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MessaggioInviato: 29 Ott 2005 03:34    Oggetto: Re: Conoscenza Rispondi citando

Whitefox ha scritto:

La conoscenza va intesa come un mezzo o come un fine?


Poca liberta` di scelta, non amo le alternative unilaterali. Piu` semplicemente, perche` non tutte e due? Complementari, come spesso accade.

- Ho in mente un'idea, per realizzarla devo acquisire conoscenza. E` un mezzo. E l'esperienza maturata avra` contribuito alla mia conoscenza, indipendentemente dal risultato finale.

- Mi sento ignorante, voglio imparare. E` un fine. E la conoscenza acquisita mi sara` di aiuto nel realizzare la prossima idea.

Citazione:

E' meglio scadere nel nozionismo per essere al sicuro qualora una di queste nozioni ci serva oppure é meglio tenere la mente sgombra dalle cosiddette "curiosità" pur rischiando di ritrovarsi ignoranti e sguarniti al momento della fatidica domanda?


Guai a rifiutare il nozionismo. La conoscenza non si limita alla sola verifica dell'applicabilita` del principio a casi analoghi a quello presentato in fase di studio. La conoscenza e` soprattutto certezza: non c'e` bisogno di sapere perche` 1 piu` 1 sia uguale a 2 per eseguire addizioni, e` sufficiente sapere che e` cosi` e che sara` sempre cosi` indipendentemente da tutte le dimostrazioni adottate. Questo e` nozionismo in una delle sue forme piu` pure e semplici, ma non solo: e` fondamentale. Nello specifico si tratta di matematica ma il principio e` applicabile a qualunque campo.

Parafrasando la Settimana Enigmistica, uniamo i puntini nozionistici da 1 a 50 e il disegno risultante sara` lo scheletro della nostra conoscenza, le fondamenta dell'edificio finale. Inizialmente non sapremo quale disegno otterremo, ma intanto avremo la certezza che unendoli in quell'ordine avremo sempre quel disegno. E` una certezza che nessuno ci togliera`, sulla quale potremo costruire le piu` svariate congetture e formulare le tesi piu` sbagliate, ma tornando indietro sapremo per certo di avere ancora una base solida da cui partire.

Per un esempio di un campo a cui applicare il tutto, io non ho la piu` pallida idea di come si svolsero le campagne d'Italia, d'Egitto e di Siria e di come Napoleone ascese all'impero di Francia. Ma so per certo senza tema d'essere smentito che nei primi dell'800 ne fu lui l'imperatore. E` uno dei miei puntini nella conoscenza del periodo post rivoluzione francese, un caposaldo che difficilmente si riuscirebbe a togliermi.

La mente umana ha bisogno di certezze per poter memorizzare i concetti. A questo proposito i nozionismi sono efficaci quanto le esperienze.

Ah, per la rubrica "Questo l'ho fatto io": *PROT* Embarassed
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dAb
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MessaggioInviato: 29 Ott 2005 03:39    Oggetto: Rispondi citando

Whitefox ha scritto:
(anche se non vedo la differenza tra cancellare dalla mente e dimenticare Confused )


Che ne dici di "la dimenticanza e` una cancellazione involontaria"? Mr. Green
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 29 Ott 2005 08:46    Oggetto: Rispondi citando

Come Rebelia, anch'io sono interessato a tutti gli argomenti che mi "capitano a tiro"
anche se non mi servono a nulla o non hanno applicazioi pratiche al momento.

In origine sono caduto anch'io nella trappola di confondere il nozionismo con la conoscenza
poi mi sono ravveduto, ora cerco di acquisire tutte le informazioni sulle quali posso "mettere le mani" con una differenza:
cerco di ricordarmi il "posto" in cui ho letto oppure ho messo quella pagina stampata,
senza "ingombrarmi" la mente con tutta l'informazione ma solo con il suo riferimento
(mi pare si chiami tecnica dei loci, quella usata da Pico della Mirandola, per intenderci).
Smile Adesso poi con zio google la cosa è ancora più facile..... Smile

Non sono d'accordo sulla classificazione della conoscenza definendola un mezzo o un fine.

Secondo me la conoscenza è il risultato di un'ansia, il cui motore è principalmente la curiosità
(sempre a mio parere, senza la curiosità non ci sarebbe progresso)
casomai definirei il nozionismo come mezzo per "soddisfare" la conoscenza.

Io non conosco il motivo che spinge una persona a voler conoscere,
né perchè alcuni nascano curiosi mentre altri no.
Posso immaginare che, per qualche strano meccanismo, il "voler conoscere",
attenga alla sicurezza, che si pensa possa accrescere.

Non dimentichiamo che "sapere tante cose" affina la capacità di analisi,
ci permette di creare relazioni fra fatti anche molto distanti fra loro,
ci permette di capire meglio un luogo, noi stessi o un'altra persona.
E' vero, può non interessarmi sapere che un altoforno è alto 80 m.,
se però conoscessi una persona che lavora con gli altoforni,
saprei quali difficoltà incontra nel suo lavoro......
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Gipi'
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MessaggioInviato: 29 Ott 2005 09:23    Oggetto: Rispondi citando

Mi sento di quotare praticamente tutti ed in particolare GrayWolf.

Sono un curioso di natura e mi alimento di tutte le nozioni che mi capitano a tiro e che naturalmente stimolino la mia curiosita', la conoscenza diventa un approfondimento di queste nozioni e scatta quando avverti la necessita' di saperne di piu', ma non e' facile scindere le due cose.

Un aspetto che invece non e' stato accennato e' che tutto quanto viene appreso e consolidato come conoscenza in eta' fertile, che quindi diventa la nostra banca dati piu' importante, sicuramente tornera' utile quando l'eta' che avanza fara' sentire le difficolta' di apprendimento e di mettere in memoria.
E' finche' si e' "giovani" che bisogna investire per il futuro. Very Happy
.
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Emmett Brown
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MessaggioInviato: 11 Nov 2005 23:30    Oggetto: Rispondi citando

Credo che la conoscenza sia un mezzo e che uno dei suoi fini più tipici e praticati sia la conquista e l'accrescimento del potere, in ogni campo. Mi sembra infatti, in generale, che chi detiene un potere abbia interesse, per meglio mantenerlo, ad ostacolare l'altrui conoscenza.

Quanto alle nozioni, credo che da ogni percezione, da ogni attenzione a qualcosa risulti una nozione; ciò che importa è come selezioniamo e colleghiamo tra esse le nozioni apprese, il che porta a qualche conoscenza, la quale a sua volta affina la successiva capacità di selezionare (sempre più severamente con l'esperienza) e collegare nozioni, per conoscenze sempre migliori... etc. etc.
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vathek
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MessaggioInviato: 12 Nov 2005 15:01    Oggetto: Rispondi citando

Emmett Brown ha scritto:
Credo che la conoscenza sia un mezzo e che uno dei suoi fini più tipici e praticati sia la conquista e l'accrescimento del potere, in ogni campo. Mi sembra infatti, in generale, che chi detiene un potere abbia interesse, per meglio mantenerlo, ad ostacolare l'altrui conoscenza.


Permettermi di dissentire solo su questa parte della tua argomentazione. Wink Per conquistare, accrescere e mantenere un potere spesso sono sufficienti TANTI TANTI soldi, ma non solo. Non sempre la conoscenza è sinonimo di potere, anzi... nei paesi del terzo mondo, sono in particolare i soldi e la paura che consentono a pochi signori della guerra di gestire il loro misero potere. Nei paesi occidentali c'è un fattore ancora più importante dei soldi: la comunicazione. Giulio Andreotti (uno che di potere se n'è intende Razz ) disse che si detiene il potere quando si ha il controllo della comunicazione attiva e passiva. In Italia ed in America, ad esempio, basti vedere come certi politici o certe grandi aziende riescono a parlare o a far parlare di loro stessi in un certo modo riuscendo, di conseguenza, a mantenere una certa importanza all'ineterno del panorama del quale fanno parte.
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kimer[a]
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MessaggioInviato: 12 Nov 2005 15:25    Oggetto: Rispondi citando

io direi di porci questa domanda

cosa è l'uomo senza conoscenza ??

e la risposta sull'importanza di quest'ultima viene spontanea

-----------
conoscenza =sinonimo di potere ??

no credo di no bisogna saperla usare e nn è detto che chi sia molto colto la sappia usare anzi si a volte questi si limitano solamente ad ostentarla
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Emmett Brown
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MessaggioInviato: 12 Nov 2005 21:27    Oggetto: Rispondi citando

E' vero, ho esemplificato il potere come il potere di dominare il prossimo, ma non intendevo dire che conoscenza sia sinonimo di potere... O non necessariamente, o non solo nel senso di dominio.
Sono d'accordo, Vathek e Kimera: non sempre, anzi quasi mai purtroppo, la conoscenza intesa come statura culturale e volontà di diffondere conoscenza è sinonimo di potere inteso come dominio. Magari fosse così! Rolling Eyes

Conoscenza è know-how, cioè 'il sapere come si fa', cioè 'poter fare'. Esempio molto terra terra: ho forato, devo cambiare una ruota e -pur avendo nozione di bulloni e di chiave e cric- non ho la conoscenza di come si fa, dunque non ho il potere di cambiarla e resto in strada. Se invece ho la conoscenza di come si fa, metto in pratica la mia conoscenza, ho il potere (prezioso) di arrivare fino al gommista più vicino e a casa. Spero di essermi spiegato meglio... Smile
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vathek
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MessaggioInviato: 12 Nov 2005 23:21    Oggetto: Rispondi citando

Assolutamente. Wink
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earlati
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MessaggioInviato: 13 Nov 2005 00:38    Oggetto: Rispondi citando

Emmett Brown ha scritto:
E' vero, ho esemplificato il potere come il potere di dominare il prossimo, ma non intendevo dire che conoscenza sia sinonimo di potere... O non necessariamente, o non solo nel senso di dominio.
Sono d'accordo, Vathek e Kimera: non sempre, anzi quasi mai purtroppo, la conoscenza intesa come statura culturale e volontà di diffondere conoscenza è sinonimo di potere inteso come dominio. Magari fosse così! Rolling Eyes



In effetti per dominare il prossimo piu' che conoscenza occore spregiudicatezza e scarso rispetto per gli altri.
I dominati, d' altro canto lo sono nella misura inversamente proporzionale alla loro conoscenza e quindi e' piu' facile abbindolare chi ha poca conoscenza .. e per questo spesso , soprattutto nel passato si e' cercato di mantenere la classe da dominare nella mancanza di conoscenza.

Per conoscenza non intendo il nozionismo alla fonte di questa discussione.
Il nozionismo inteso nel suo significato di conoscenza di eventi, date ed episodi non e' molto utile.
Diviene importante quando alle nozioni vengono associate le logiche che le riguardano.
Sapere che Napoleone ha vinto la tal battaglia e perso la tal altra serve relativamente.
Ma capire che le vinceva perche' sapeva motivare i suoi soldati e sfruttare le tecnologie emergenti, cosi' come ha cominciato a perdere quando si e' imbarcato in imprese di cui non conosceva la realta' , vedi campagna di Spagna o di Russia e' una nozione logica complessa che ti aiutera' a comporre quel bagaglio che ti potra' guidare nelle scelte che potrai dover fare nella vita, non diventerai forse un nuovo Napoleone ma ti dara' un indicazione su come ottenere migliori risultati motivando adeguatamente i tuoi collaboratori. ( per la cronaca sembra che la sconfitta di Waterloo abbia avuto come concausa la disaffezzione di un generale francese insultato da Napoleone stesso ).

Cercando di riassumere, spero senza banalizzare troppo, il nozionismo accademico , tipo lascia o raddoppia e' inutile, ma quello che va oltre alla data e cerca di evincere le logiche che hanno portato a determinati eventi o che determinano il perche' un altoforno e' alto 80 metri, sono a mio avviso le basi di una solida cultura.
Quella stessa cultura che ci puo' consentire una analisi accurata del mondo che ci circonda e che dovrebbe aiutarci ad interpretarlo e gestirlo.
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MessaggioInviato: 13 Nov 2005 00:43    Oggetto: Rispondi citando

earlati ha scritto:
Sapere che Napoleone ha vinto la tal battaglia e perso la tal altra serve relativamente.
Ma capire che le vinceva perche' sapeva motivare i suoi soldati e sfruttare le tecnologie emergenti, cosi' come ha cominciato a perdere quando si e' imbarcato in imprese di cui non conosceva la realta' , vedi campagna di Spagna o di Russia e' una nozione logica complessa che ti aiutera' a comporre quel bagaglio che ti potra' guidare nelle scelte che potrai dover fare nella vita


Pensa che, se non vado errato, nelle scuole di guerra dell'esercito viene tutt'ora presa a modello la battaglia di Waterloo come esempio da NON seguire su come si utilizza la cavalleria in relazione ad un eventuale effetto sorpresa. Inoltre si continua a studiare la strategia adottata da Alessandro Magno per la battaglia di Gaugamela per illustrare come poter sconfiggere un nemico che sul campo ha un esercito più numeroso del tuo.
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MessaggioInviato: 13 Nov 2005 12:49    Oggetto: Rispondi citando

Vathek ha scritto:

Pensa che, se non vado errato, nelle scuole di guerra dell'esercito viene tutt'ora presa a modello la battaglia di Waterloo come esempio da NON seguire su come si utilizza la cavalleria in relazione ad un eventuale effetto sorpresa. Inoltre si continua a studiare la strategia adottata da Alessandro Magno per la battaglia di Gaugamela per illustrare come poter sconfiggere un nemico che sul campo ha un esercito più numeroso del tuo.



Studiano un metodo, e delle logiche applicative.
Il nozionismo e' parte dello studio di queste logiche, ma da solo serve poco.
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MessaggioInviato: 13 Nov 2005 16:09    Oggetto: Rispondi

earlati ha scritto:

In effetti per dominare il prossimo piu' che conoscenza occore spregiudicatezza e scarso rispetto per gli altri.
I dominati, d' altro canto lo sono nella misura inversamente proporzionale alla loro conoscenza e quindi e' piu' facile abbindolare chi ha poca conoscenza .. e per questo spesso , soprattutto nel passato si e' cercato di mantenere la classe da dominare nella mancanza di conoscenza.


D'accordo! Ma... 'Soprattutto nel passato', dici? Guardandomi intorno vedo tanta mancanza di conoscenza in aumento anche ora... Vedo che la 'classe da dominare' è sempre più vasta e che la sua 'ignoranza' è sempre crescente, coltivata dalla 'classe dominante' anche mediante l'applicazione di efficacissime tecniche di comunicazione, informazione, intrattenimento i cui esiti sono ben evidenti.
Immagino che anche in passato le cose non andassero meglio di così, ma dal presente, non foss'altro che per i mezzi tecnici di cui potremmo disporre, mi aspetterei qualcosa di più...
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