Olimpo Informatico

[Gavilan]

[Silent Runner]

Io invece gli ho fatto gli auguri ma lui non mi ha risposto. Non lo fa più da molto tempo. Forse è per via di tutta quella terra.

[Benny]

[Silent Runner]

Sì, ma è solo un gesto simbolico, consolatorio.
Ho messo una punta d'ironia anche in quello. Una sorta di onore delle armi.
Quando parliamo alle persone che si sono dissolte, in realtà parliamo solo a noi stessi. Siamo pieni di echi, siamo circondati da un mare interno.

[sacrire]

Infatti io non gli parlo penso che tanto mi leggono direttamente dentro da dove sono

[Gavilan]

... e in qualche modo sanno anche risponderci

[kevin]

premettendo che la mia è semplice curiosità
e non polemica, mi piacerebbe sapere in che modo
ti rispondono.
grazie

[sacrire]

Personalmente credo che mi rispondano guidandomi nelle scelte di ogni giorno

[Gavilan]

[Silent Runner]

Sono infinite le mitologie che conducono alla stessa domanda e cioé chi siamo, donde veniamo e dove andiamo.
In oriente dicono che siamo il progetto dei nostri antenati, noi crediamo in un aldilà appoggiandoci all'educazione religiosa ricevuta dall'infanzia ma sia noi che gli uomini di Neanderthal siamo strettamente legati al terrore-timore dei morti, tanto da seppellirli o da trattarli comunque come divinità minori alle quali chiedere favori o protezione.
Noi esseri umani abbiamo bisogno di questa"Patch" per evitare conflitti in quello speciale "OS" che è la nostra psiche.

Naturalmente pur facendone un uso molto limitato, continuiamo a "corteggiare" l'idea di una possibile comunicazione con la parte inaccessibile della realtà.
Non è possibile cioè, essere questo e quello, essere il corpo solido e al contempo l'ombra che gettiamo.

Ma i sentimenti, lo struggente sentimento di affetto, gratitudine o rancoroso senso di colpa che accompagna la nostra memoria degli atti e delle persone che abbiamo incontrato, in qualche modo deve trovare il suo altare.

Ciascuno creda a quel che più lo consola o lo conforta e lo sostenga. Nessuna logica potrebbe fare altrettanto e con così poca fatica.
E' chiaro che tutto questo diventa una scelta personale.

Io non credo nell'aldilà cattolico o musulmano, così come non credo nell'aldilà dei guerrieri Masai o degli Inuit. Ho un profondo rispetto per tutti pur mantenendo il mio scetticismo rispetto alle raffigurazioni magiche che questo comporta. Questo non mi impedisce di immaginare la tomba di mio padre come un portale attraverso il quale posso dialogare con i miei fantasmi ai quali lui partecipa grazie alle stratificazioni della mia memoria emotiva e dei suoi atti di quand'era in vita.

Quel che è stato fra me e lui non è condivisibile e resterà nella mia memoria e nella mia responsabilità.
Ne ho parlato qui sul forum degli auguri ai papà non tanto per rendergli onore come uomo ma per ricordare a me stesso che tutto quello che immagino non potrà restituirgli quel che il suo essere stato in vita gli ha tolto. Perché nascere è morire, perché insieme alla vita ci viene consegnato il suo contrario, una data di scadenza necessaria perché, come diceva un personaggio de "La tempesta" di Shakespeare, "siamo fatti della stessa sostanza dei sogni" oppure, (per chi si accontenta di Pedro Calderon de la Barca), "La vita è sogno" e noi siamo i sogni sognati da un sognatore inconsapevole del proprio sonno profondo.

Perciò ciascuno creda quel che vuole e quella terra che mi separa dalla chimica del corpo di un uomo che non sa più di essere stato perché non c'è più una chimica per generare quella consapevolezza, è in fondo una terra pietosa, quantomeno, dei miei sentimenti.

[dasio78]

Se vuoi parlare con chi se ne è andato, non cercarlo al cimitero, perchè lì non c'è che terra e ossa.

Mi piace pensare che loro restino attorno ai luoghi e alle persone che hanno amato in vita, liberi finalmente di vedere le cose per come sono... e siccome sono più in alto di noi, ci possono aiutare, indicandoci ostacoli che da quaggiù non potremmo vedere.

Forse la morte è solo la fine di un ciclo biologico, forse è un passaggio, un giudizio, un risveglio, una partenza, un arrivo...

[MK66]

Una volta ho letto da qualche parte che la morte non è altro che un passaggio da una dimensione (la nostra) ad un'altra (la loro)...
Noi non possiamo sapere cosa c'è in quella dimensione, come non possiamo sapere quando avverrà questo passaggio... possiamo solo immaginare che ritroveremo i nostri cari ed avremo la possibilità di godere di una felicità maggiore rispetto a quella di cui abbiamo goduto qui...
Ma queste dimensioni non sono così distanti tra loro, anzi... in realtà loro, in qualche modo, sono sempre qui con noi, accanto a noi come lo erano quando erano in questa dimensione... e sempre pronti a guidarci nella giusta direzione... non possiamo vederli ma, in certi momenti particolari, possiamo sentirne la presenza... avvertire una sensazione della loro vicinanza... ed in quei momenti, un breve lampo di felicità illumina il tenebroso percorso della nostra vita...

[Gavilan]

Silent, rispetto il tuo punto di vista, così come rispetto quello degli altri.
Avete scritto tutti cose molto belle e profonde, ognuno a modo suo.
Ma... non pensi che ogni tanto ci vorrebbe almeno un po' di magia nella vita? Sognare nutre l'anima.

[Silent Runner]

[Gavilan]