Olimpo Informatico

[Gateo]

Quote:

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Scusatemi per il post prolisso e vi saluto per il week-end: vado al mare!

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Questa gioventu'! oltre a telefonare in classe se ne va al mare, invece di studiare!

Invidia a parte , grazie del tuo punto di vista, sentire solo il parere dei professori mi pareva riduttivo.

L'hardware e' la parte del computer che puoi prendere a calci;

il software quella contro cui puoi solo imprecare

[ulisse]

Perbacco! chiamato ufficialmente in causa non posso più restare in un angolino a leggere i post senza intervenire!
Beh... direi che holi ha centrato sinteticamente il mio pensiero.
Un conto è l'autorità e un conto l'autorevolezza.
Io le distinguo in questo modo (molto semplicistico ma, credo, significativo): in entrambi i casi rappresentano il potere conferito ma mentre l'autorità è conferita "dall'alto", l'autorevolezza è conferita "dal basso".
Gerarchie a parte quello che in classe cerco di fare è proprio conquistarmi stima e rispetto da parte degli studenti per quello che sono e non per il ruolo che rivesto.

Certo, in molti casi il ruolo aiuta ma non è tutto.
Non è sicuramente un'impresa facile soprattutto per chi, precario, un gran ruolo non ha.

Ricordo ancora le difficoltà alle quali sottoponevo i supplenti perchè, tanto, non avevano autorità.
Ma ricordo anche alcuni supplenti a lungo termine che, col tempo, sono stati capaci di conquistare la mia stima e il mio rispetto.
Non certo perchè avevano il registro in mano.
Semplicemente perchè quei professori lavoravano con passione e, soprattutto, non consideravano noi studenti come maiali da ingrasso ma come esseri umani ognuno con le sue qualità da sviluppare, ognuno coi suoi difetti da migliorare.

Considerare gli studenti uno ad uno è un lavoro di fino.
E' un lavoro impegnativo e faticoso.
Paragonabile a quello del contadino che non fa del suo frutteto un unico mucchio ma che dedica attenzione ad ogni singola pianta perchè tutte sono importanti e tutte, se curate con amore, daranno buoni frutti.

Se il contadino vede una pianta "storta" non la sradica ma semplicemente le dedica la cura necessaria a far si che a un certo punto quella non si spezzi sotto il suo stesso peso.

Allo stesso modo credo che un professore dovrebbe imparare a riconoscere il potenziale di ogni studente e cercare di alimentarlo e svilupparlo.

In fondo, credo, è proprio questo che i giovani chiedono dagli adulti: aiuto, guida e protezione.


Solo che lo chiedono come lo sanno fare.

Un giovane irrequieto che disturba, che rifiuta l'autorità, che "se la tira" parlando al cellulare in atteggiamento strafottente è un giovane che sta chiedendo aiuto.
Lo fa come lo sa fare ma il succo è che chiede qualcosa.

Credo che noi prof dovremmo andare oltre la modalità della richiesta e soffermarci al contenuto.

Di fronte a uno spirito ribelle dovremmo chiederci
"perchè si comporta così?"
"che cosa vuole dirmi?"
"cosa chiede?"

Le possibili risposte sono molteplici e vanno dal semplice:
le mie lezioni sono noiose (e allora dovrò trovare il modo di renderle interessanti)
al più complesso:
lo studente è psicologicamente irrequieto (e allora dovrò trovare il modo di far sfogare la sua irrequietezza).

Qui si potrebbe obiettare che noi siamo prof e non psicologi.

Che siamo professori e non educatori.
Quale sia il nostro vero ruolo è poco chiaro nel senso che ognuno ha la sua opinione e non esistono regole scritte.

Alla scuola che forma i futuri (mooolto futuri) profesori di scuola media superiore abbiamo corsi di psicologia, pedagogia e sociologia.

Dunque pare proprio che lo Stato ci voglia anche educatori.

Per lo meno dobbiamo essere educatori per ciò che riguarda l'ambito della conoscenza.

Quando si ha a che fare con i giovani non basta trasferire conoscenze.
E' necessario "educare" allo studio.
Io quando entro in aula mi sento chiamato non solo a raccontare la storiella ma anche e soprattutto a trasmettere il valore della conoscenza e a insegnare come questa si acquisisce.

La prima domanda che regolarmente mi viene posta in aula è sempre la stessa: "ma a che cavolo serve la matematica?" (domanda che implicitamente ha la risposta "non serve a nulla").

Gran parte del mio lavoro consiste nello spiegare agli studenti il significato di "libero arbitrio" e di "libertà" e di mostrare loro che la conoscenza aiuta non poco a diventare "liberi".

Non sempre funziona, non sempre ottengo i risultati desiderati ma devo dire che spesso capiscono...

[ulisse]

Nel mio "breve" :oops: post ho usato parole come "insegnare", "spiegare", "educare".
Non interpretatele nel loro significato stretto. Non c'è modo di insegnare nulla con le sole parole.
E' mia convinzione che ciò che realmente trasmettiamo non sono le parole ma i comportamenti.
Raccontare la definizione di "libero arbitrio" è una cosa.
Trasmetterne il senso attraverso il proprio comportamento è un'altra...

[holifay]

ehm, ehm anche tu di milano....

quando dicevo ti aspettiamo... non intendevo nel senso letterale del termine

[ulisse]

[ulisse]

azz... pincooooooooo.... aiutooooooooo....

come si ridimensionano le immagini?????

[pincopallino]

[holifay]

[ulisse]

ehm... chiedevo a te perchè sei simpatico e ti conosco un po' più degli altri avendo scambiato quattro chiacchiere...

stavo provando i classici width e height ma non ho ancora trovato la sintassi corretta...

vabbè... scopriremo...

[SverX]

non ci sono width e height nel BBCode "img"...
... cambia l'immagine con una più piccolina

[ulisse]

[ulisse]

fatto!

[pincopallino]

[holifay]

[ulisse]

[SverX]

fai prima a mettere dentro la cartella una pagina index.html anche vuota...

[pincopallino]

Intendo impostare le autorizzazioni in modo tale che se non si ha il nome file ci si becca un bel "404 - Forbidden". Adesso, se non si digita-incolla il nome file, si vede l'arborescenza del reportorio, con accesso libero a foto, film e quant'altro.

Tranquillo, non sbircio. Ma non prendo responsabilità sul comportamento degli altri. Sai com'è, la curiosità è femmina, e su questi fora bazzicano alcune pulzelle...

[holifay]

[holifay]

[pincopallino]