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Zeus News Ospite
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{al} Ospite
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Inviato: 14 Mar 2024 08:49 Oggetto: |
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hanno imparato dagli agnelli? |
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{adeste} Ospite
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Inviato: 14 Mar 2024 09:56 Oggetto: |
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Stranissimo che qualcuno investa in questo paese in rovina (Intel è infatti scappata a gambe levate), probabilmente avranno promesso tasse ridottissime e, specialmente, chissà quali altri 'benefit'. |
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Gladiator Dio maturo
Registrato: 05/12/10 20:32 Messaggi: 12850 Residenza: Purtroppo o per fortuna Italia
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Inviato: 17 Mar 2024 10:32 Oggetto: |
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Mi sa che, alla fine, la fabbrica gliela pagheremo noi e loro avranno diritto a sfilarsi quando vogliono senza restituire un soldo altrimenti avrebbero fatto come Intel. |
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zeross Moderatore Software e Programmazione
Registrato: 19/11/08 11:04 Messaggi: 6269 Residenza: Atlantica
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Inviato: 22 Mar 2024 12:47 Oggetto: |
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Intel non è scappata dall'Italia, ma è stata attratta dalla Germania e della vagonata di soldi che Intel riceverà per impiantare in Germania una stabilimento che non è nemmeno una fonderia ma uno destinato all'impacchettamento dei chip prodotti altrove.
Hanno i conti in ordine e quindi possono permettersi di pagare tutto ad INTEL, che se deve scegliere un posto dove farlo , preferisce metterlo dove il costo impianto e pari a zero perché te lo paga tutto il "Kaiser"
Per quanto riguarda la startup di Singapore, risulta evidente che si tratta di cinesi, i quali hanno già in Italia una delle tre fonderie di microprocessori presenti nel nostro paese, ed hanno tutto l'interesse a Pechino di rafforzare la presenza in europa, agendo tramite questa triangolazione con Singapore, per avere fonderie all'estero che siano al riparo dalla sanzioni degli USA.
Una fonderia di microprocessori non la sposti dall'oggi al domani, non e come un supermercato, o una fabbrica di lavatrici, e l'impatto dei costi del personale su un simile impianto e solo del 7%, quindi irrilevante.
Mentre avere una fonderia di microprocessori in un paese estero, che però la proprietà risulta non essere cinese bensì di Singapore, permette all'investimento di essere al riparo da sanzioni e poter funzionare anche in caso di guerra.
Quindi nel caso ci fosse la guerra del pacifico per Taiwan, al termine, anche se gli americani riuscissero a distruggere tutti gli impianti in cina, le due fonderie in Italia permetterebbero a Pechino di potersi rifornire di microprocessori velocemente.
Poi cosa ci viene a noi a renderci complici dei piani strategici di Pechino, che non sono certamente ignorati da Washington, non e ben chiaro, non si capisce se e solo faciloneria oppure completa irresponsabilità? |
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