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Google dona 2 milioni alla Wikimedia Foundation
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Zeus News
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MessaggioInviato: 17 Feb 2010 16:27    Oggetto: Google dona 2 milioni alla Wikimedia Foundation Rispondi citando

Commenti all'articolo Google dona 2 milioni alla Wikimedia Foundation
Il denaro si aggiunge ai 6 milioni di dollari provenienti dalle diverse donazioni ricevute nel 2009.



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MessaggioInviato: 17 Feb 2010 23:23    Oggetto: grande wikimedia Rispondi citando

wikimedia incarna lo spirito migliore di internet, grazie google
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 18 Feb 2010 09:57    Oggetto: Democrazia concentrata Rispondi citando

..ma non è che si rischia un altro tipo di concentrazione e la tanto auspicata democrazia internettiana finisce che va a ramengo? Rolling Eyes
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Zorro
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MessaggioInviato: 18 Feb 2010 12:23    Oggetto: Re: Democrazia concentrata Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
..ma non è che si rischia un altro tipo di concentrazione e la tanto auspicata democrazia internettiana finisce che va a ramengo? Rolling Eyes


Democrazia internettiana eh!

Distinguerei due aspetti:

1. chi paga
2. in cosa consiste la democrazia internettiana.

1. Temere che la presunta libertà di internet possa decadere perchè emerge che qualcuno mette dei soldi è un po' ... ingenuo direi.

Il Primo vero presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi, acuto economista, soleva dire: la parola gratis non esiste, se qualcuno ti dice che una cosa è gratis ti vuole fregare, perchè se non paghi tu c'è un altro che paga per te, con tutte le conseguenze del caso.

Ora pensare che un "la rete" si sostenga da sola sospesa per aria è come pensare che sia gratis.

Alla fine di ogni analisi dei costi c'è sempre il lavoro umano, che, giustamente, costa.

Ora chi si offre di sostenere questi costi lo fa per un suo progetto, che non consiste "esattamente" nell'impedire la libera manifestazione del pensiero, ma magari semplicemente di trarre profitto da un'attività economica basata sull'attuale circuito di scambio economico:

scambio il lavoro necessario per produrre con reddito
scambio il reditto con prodotti (consumo).

Si chiama società dei consumi e tant'è. Internet esiste all'interno di questa logica e non ne è fuori.

2. se la democrazia internettiana consiste nel fatto che nessuno impedisce a nessuno di esprimere/pubblicare/rendere disponibili all'universo mondo le proprie opinioni, suggerirei di consultare, per capire come può funzionare, la pagina di dibattito, se ancora esiste e non l'hanno rancata via per la disperazione, collegata alla voce psicologia della versione italiana di wikipedia.

Io ne ho tratto alcune convinzioni, non esattamente positive.

Old KO
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Silent Runner
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MessaggioInviato: 18 Feb 2010 14:48    Oggetto: Re: Democrazia concentrata Rispondi citando

Zorro ha scritto:
Democrazia internettiana eh!

Distinguerei due aspetti:

1. chi paga
2. in cosa consiste la democrazia internettiana.

1. Temere che la presunta libertà di internet possa decadere perchè emerge che qualcuno mette dei soldi è un po' ... ingenuo direi.

La questione è stata posta in modo differente, non è una faccenda di soldi ma di accentrazione, di possibile monopolio. Si può avere un monopolio anche senza l'uso del denaro. La maggior parte delle ideologie si sono formate intorno alle idee e alla loro efficacia psicosociale, non certo al denaro. Quello è arrivato dopo come strumento di pressione, di corruzione di concussione.
Se per sostenere una iniziativa meritevole si aumenta la potenza mediatica di un elemento a scapito di altre alternative si ottiene una condizione di monopolio e il monopolio è un ostacolo alla diversità, alla e-diversità, tenderà perciò a far prevalere la sua unica visione, il suo pensiero unico e in qualche modo a conformare tutti gli elementi che a questa manifestazione si affacciano.
Tutte le culture sono per loro natura monopolistiche ma proprio a causa di questo, sono soggette ad entropia. E l'entropia distrugge la struttura, non la migliora. L'Open Source non è amonetario ma funziona bene grazie al fatto che è ancora in fase ideologicamente appetibile. Quando perderà questa sua freschezza strutturale diventerà "altro".

Zorro ha scritto:
Il Primo vero presidente della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi, acuto economista, soleva dire: la parola gratis non esiste, se qualcuno ti dice che una cosa è gratis ti vuole fregare, perchè se non paghi tu c'è un altro che paga per te, con tutte le conseguenze del caso.

Ora pensare che un "la rete" si sostenga da sola sospesa per aria è come pensare che sia gratis.

Alla fine di ogni analisi dei costi c'è sempre il lavoro umano, che, giustamente, costa.

Sono questioni del tutto diverse. Gratis, internet non lo è per niente. Io pago la corrente per tenere acceso il pc, pago un fornitore di servizi, pago un sacco di aziende! Tutto quello che cerchi lo paghi in molti modi, anche in termini di mera pubblicità. Mi ricordo quando l'impero Mediaset prese piede in Italia: tutti dicevano che la tivù di Berlusconi era gratis, non c'era canone. Ma la pubblicità chi la paga se non i consumatori?
E' giusto che il lavoro, le idee e la progettualità vengano retribuite in qualche modo altrimenti non andremmo da nessuna parte, nessuno fa niente per niente. Il fenomeno volontaristico ha in sé (sebbene questo comporti comunque dei costi) una componente gratuita fondamentale senza il quale non potrebbe formarsi intorno ad alcun progetto.

Zorro ha scritto:
Ora chi si offre di sostenere questi costi lo fa per un suo progetto, che non consiste "esattamente" nell'impedire la libera manifestazione del pensiero, ma magari semplicemente di trarre profitto da un'attività economica basata sull'attuale circuito di scambio economico:
Non ho nulla contro la libera impresa, senza la quale non ci sarebbe stato questo tipo di sviluppo dal quale tutti traiamo vantaggi. Credo però che, quando alcuni fenomeni si fanno giganteschi, qualche rischio ci sia sempre, a questo dovremmo porre attenzione. Con il denaro si possono comprare anche le idee. O ucciderle. E tutto questo perché il denaro è una convenzione, è un'idea, come il paradiso per il quale folli e sciagurati kamikaze si immolano senza poter verificare se esiste veramente un premio alla fine.
Il denaro è come un coltello con il quale puoi tagliare il pane o puoi tagliarti un dito, uccidere qualcuno, un dittatore o un innocente. Ma il coltello non esiste in natura sebbene ne esistano i principi fisici. E' l'idea del coltello a realizzare il coltello ed è sempre l'idea del coltello (e allo stesso modo quella del denaro) a dare forza al coltello quale che sia il suo uso.

Zorro ha scritto:
scambio il lavoro necessario per produrre con reddito
scambio il reditto con prodotti (consumo).

Si chiama società dei consumi e tant'è. Internet esiste all'interno di questa logica e non ne è fuori.
Questo modello di società è una nave troppo pesante e vecchia per poter reggere altro carico e gli attacchi dei pirati (non quelli informatici ma gli sciacalli del business) possono metterne a rischio la stabilità o la funzione.

Zorro ha scritto:
2. se la democrazia internettiana consiste nel fatto che nessuno impedisce a nessuno di esprimere/pubblicare/rendere disponibili all'universo mondo le proprie opinioni, suggerirei di consultare, per capire come può funzionare, la pagina di dibattito, se ancora esiste e non l'hanno rancata via per la disperazione, collegata alla voce psicologia della versione italiana di wikipedia.

Io ne ho tratto alcune convinzioni, non esattamente positive.

Old KO
Questo (il fatto che nessuno impedisca a nessuno di esprimere/pubblicare/rendere disponibili all'universo mondo le proprie opinioni) è un tema molto dibattuto ma la cui risposta non può che essere adattiva. Sono necessari dei contrappesi e ogni qualvolta viene a presentarsi un rischio questo va semplicemente fatto osservare e dibattuto. Nessuno ha parlato di censure nei confronti del denaro che qualcuno dona a qualcun altro, per il suo sostentamento.
Il fatto che un sistema di comunicazione e accesso diventi troppo "grande" può limitare la libera circolazione delle idee e delle notizie, tanto più se per far funzionare questi mastodonti sono necessari grandi quantità di stanziamenti e denaro che arriva da gruppi di pressione pubblicitari.
Parlare di rischio non è diagnosticare la malattia.
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kundalini56
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MessaggioInviato: 18 Feb 2010 20:10    Oggetto: Emorragia di utenti Rispondi citando

L'emorragia di utenti da Wikipedia secondo me, almeno in Italia, è dovuta all'arroganza spocchiosa di alcuni utenti e amministratori tra cui spicca Jollyroger che stanno letteralmente monopolizzando a loro uso e consumo la compilazione delle voci. Se non fai come dicono loro, al di la di regole e obbiettività ti viene cancellato tutto. Memorabile la mia battaglia per eliminare l'incipit di pseudoscienza ( ovviamente non riuscito ) sugli UFO e l'Ufologia. Nonostante vi siano migliaia di resoconti desecretati in tutto il mondo dove autorevoli dipartimenti militari facevano indagini serie e documentate da migliaiai di avvistamenti insoliti con tanto di prove documentali, hanno continuato a mantenere questo ridicolo avviso. Altro caso è l'incipit veramente assurdo sull'omeopatia : ho fatto un'indagine : in pratica la wikipedia italiana è l'unica che con un stupefacente e ridicolo avviso dice che l'omeopatia può essere pericolosa ! L'82% di tutte le altre lingue non hanno un incipit su omeopatia o l'hanno più equilibrato. E' una vergogna, non sono l'unico che si è lamentato di questo atteggiamento pseudomafioso, ma non serve a nulla, il risultato forse è sotto gli occhi di tutti : perdita di consensi e di utenti. Io stesso ho perso la voglia e la spinta a collaborare e a meno che tali individui non vengano giustamente messi da parte, difficile che continui a collaborare.
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Zorro
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MessaggioInviato: 19 Feb 2010 15:55    Oggetto: Re: Emorragia di utenti Rispondi

kundalini56 ha scritto:
L'emorragia di utenti da Wikipedia secondo me, almeno in Italia, è dovuta all'arroganza spocchiosa di alcuni utenti e amministratori tra cui spicca Jollyroger che stanno letteralmente monopolizzando a loro uso e consumo la compilazione delle voci.


capisco la tua frustrazione, e sono d'accordo con te che riservarsi il diritto di classificare qualsiasi branca della conoscenza umana come "pseudoscienza" è piuttosto arrogante.

Del resto questi atteggiamenti trovano un valido riferimento in Piergiorgio Odifreddi che in un suo libro accomuna come non-scienze l'omeopatia, l'erboristeria e l'astrologia, dimostrando un'ignoranza abissale di tutte e tre le materie, apri solo all'arroganza con cui si attribuisce il diritto di giudicare.

C'è però anche una qualche giustificazione nel rigido atteggiamento dei gestori di wikipedia. Dalla lettura della pagina di dibattito sulla voce Psicologia, che forse ora è stata rimossa, si evinceva come una associazione qualsiasi che si occupa di studi psicologici volesse mettere il suo link all'interno della voce e ci avesse provato più e più volte, dopo che il gestore l'aveva rimosso, non capendo che differenza c'è tra una voce enciclopedica e un banner pubblicitario.

Bisogna trovare un giusto equilibrio tra il diritto ad esprimere il proprio pensiero e l'obbligo di rispettare i luoghi pubblici dove questa libertà di pensiero si può manifestare.

Credo che i moderatori dei forum di Zeus ne sappiano qualcosa.

Qual è la loro linea?
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