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Per sette italiani su dieci il Pc è una dipendenza (dicono)
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Zeus News
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MessaggioInviato: 29 Mar 2009 02:49    Oggetto: Per sette italiani su dieci il Pc è una dipendenza (dicono) Rispondi citando

Commenti all'articolo Per sette italiani su dieci il Pc è una dipendenza (dicono)
Il computer è "come una droga" per il 70% degli italiani, rivela un sondaggio di Eurodap. Ma ci permettiamo di dissentire.


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{Giovanni}
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MessaggioInviato: 29 Mar 2009 09:15    Oggetto: ITALIANI IN OVERDOSE DA PC....MAGARI!!!! Rispondi citando

Sarebbe una delle migliori notizie degli ultimi 15 anni che viene diffusa in Italia. Diciamo che il sondaggio è un inizio, ma il campione sul totale dei cibernauti è troppo limitato. A parte questa sterile osservazione se analizziamo il flusso della pubblicità (in un periodo di crisi come questo) notiamo che si sta spostando dai giornali e tv alla rete e ciò a dimostrazioe che la rete ha sempre più utenti. Che gli italiani, anche non giovanissimi, si stiano accorgendo che il calcio, i realiti, i tg, la TV in genere sono solo una grossa 'boiata'? La rete ci mette a disposizione, se vogliamo, lo stesso le boiate, ma anche un'altra infinità di argomenti interessanti magari raccontati da uno come noi non da un professionista che ha cambiato mestiere.
Certo questa rete è spesso enorme e labirintuosa e confesso che a volte per centrare l'argomento di interesse, bisogna riercarlo su più siti, ma questa è la conoscenza, così si forma: è come dover scegliere da un grande armadio pieno di vestiti, o fare come Einstein che aveva 12 pantaloni, 12 camicie, 12 giacche tutte uguali..
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Pik
Dio minore
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Messaggi: 907
Residenza: ..nei pressi di Piazza del Campo...

MessaggioInviato: 29 Mar 2009 10:03    Oggetto: Rispondi citando

Innanzi tutto farei una distinzione fra chi utilizza il PC per giocare e chi lo utilizza per accedere ad Internet, tralasciando chi lo usa per lavoro. Indubbiamente siamo di fronte ad un'attenzione sempre crescente e ad una prepotente intromissione nella nostra vita quotidiana di questo strumento che ci spalanca finestre sul mondo e sul conoscere, che favorisce i rapporti interpersonali fra elementi lontani geograficamente, ma che spesso impegna in modo preponderante il nostro tempo libero. Droga? Credo che nella maggioranza dei casi si possa parlare di assuefazione ad uno strumento utile da paragonare alla TV, all'auto o alla lavatrice. Ne abbiamo fatto a meno fino a pochi anni fa, ma è balzato improvvisamente alla ribalta, facendoci uscire da una specie di "medioevo" della comunicazione! In effetti, io non mi considero un drogato nonostante sia al PC più di due ore giornaliere, ma soltanto un utente di un sistema che è diventato di un'utilità della quale non posso fare a meno facilmente, ma ho dei conoscenti che fanno dei videogiochi un'attività continua alla quale non rinuncerebbero mai.
Altro discorso è l'utilizzo dei telefonini, ma questa è un'altra storia....
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Massive X
Semidio
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MessaggioInviato: 29 Mar 2009 10:16    Oggetto: Rispondi citando

Dipende molto da come vengono contate queste ore al PC, se lo uso per vedere film o streaming video è come se usassi la TV e non il PC, lo stesso se lo uso come radio o lettore CD/Mp3, per informarmi in alternativa a quotidiani, libri e riviste (risparmiando carta e inchiostro), in alternativa di poste e telegrafo, al posto di macchine da scrivere, al posto di tante cose insomma.....

Su chat, blog e social network magari ci può essere abuso da parte di molti, ma se si dedica lo stesso tempo che si dedicava a telefono e diari non penso ci possa essere un danno, al massimo hai la possibilità di socializzare con chiunque nel mondo.

Il tempo che gli utenti usano il computer effettivamente come computer al di fuori del lavoro credo sia molto poco!


PS: forse tutto il discordo non è molto oggettivo se fatto da qualcuno che invece di urlare all'amico da una stanza all'altra o da un balcone all'altro come si faceva una volta dalle mie parti, scrive un paio di parole su Skype, magari digitando: "hanno suonato al citofono (e non ho il programma per rispondere da PC) vai tu ad aprire?" - "Non posso, sono in multiplayer...." - "Anche io sono impegnato" - ....nel frattempo esce un terzo amico dalla stanza dicendo: "Ma nessuno è ancora andato a rispondere? Si, chi è?" rispondendo al citofono, e l'altro: "Di a quei due mentecatti che se ci invitano ad un LAN-party possono almeno venirci ad aprire!" ^_^'
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fulmine
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MessaggioInviato: 29 Mar 2009 11:21    Oggetto: Rispondi citando

Esagerati, ma quante se ne sentono, se si calcola che molti lavorano solo col PC. Allora questi dovrebbero lasciare il lavoro perchè questi a lavoro si drogano col PC. Poi quante volte, parlo nel mio caso come credo per molti sarà così, lascio il Pc acceso per vari motivi a volte anche dalla mattina alla sera senza usarlo. Se parliamo di dipendenze ce ne sono di peggio, certo ci saranno di sicuro persone che senza computer si sentono persi, bisogna calcolare che molti lo usano per vincere la solitudine. Io non credo che sia questione di dipendenza ma di necessità come la macchina, se non ce l'hai come fai ad andare a lavoro? Poi per spararne una, con l'avvento del pc le lettere scritte da spedire via posta sono andate diminuendo, quasi ad annullarsi, la colpa di chi è? Del computer che ti fa mandare una lettera al destinatario che la riceve a tempo zero o della posta che è lenta peggio di una lumaca e che a volte perde anche la corrispondenza. Ma secondo me comunque il Pc usato con consapevolezza è un mezzo utilissimo e indispensabile in un mondo che corre a ritmi stratosferici. Quindi io diminuirei quel 70% a un buon 10%.
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danieleNA
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MessaggioInviato: 29 Mar 2009 16:47    Oggetto: Rispondi citando

più che una dipendenza,
- se mi collego ad internet c'è sempre qualche rallentamento o qualche intoppo;
- se installo un programma ci vuole sempre un po' di tempo in più di quello che pensavo.
Veniamo drogati, direi.
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spirolone
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MessaggioInviato: 29 Mar 2009 20:31    Oggetto: Rispondi citando

Concordo con alcune cose già dette.
Aggiungo una riflessione.
Il sondaggio dice che 7 italiani su 10 passano più di 2 ore al giorno (escluse quelle passate per lavoro!) davanti al pc, e la cosa non mi sembra così strana.
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Zeus
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MessaggioInviato: 29 Mar 2009 21:35    Oggetto: Rispondi citando

A dirlo sono tutti i siti e tutte le agenzie... dall'Ansa alla Rai a Adn Kronos
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ilgerone
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MessaggioInviato: 30 Mar 2009 06:31    Oggetto: Re: ITALIANI IN OVERDOSE DA PC....MAGARI!!!! Rispondi citando

E' indubbio che la rete, in questi ultimi anni, è entrata a far parte della quotidianità della gente. questo, oltre a tutti i lati negativi che sbandierano i media, comporta anche tanto confronto, abbattimento delle distanze, libertà di espressione e, sopratutto, le informazioni non sono epurate da chi detiene il potere.
E' altrettanto indubbio che, nel nostro, ormai, ex bel paese, la rete da noia, tanta noia, si veda la serie di leggi che, non nominate attraverso il tubo katodico, vengono promulgate per inibire la libertà attraverso il web. ora, dopo tutto il brutto che si è detto sul web, arriva anche la dipendenza... bhe, è un bel tam tam in negativo no? troppo facile cavalcare il destriero dei siti pedo/pornografici, che sono un orrore, sia chiaro, ma tutto il buono che arriva dalla rete non lo contiamo? sono non vedente, la rete mi ha dato autonomia, ulteriore cultura free, intrattenimento e, perchè no, anche una parte di lavoro... ai prossimi l'ardua sentenza!
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Pik
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MessaggioInviato: 30 Mar 2009 06:53    Oggetto: Rispondi citando

A tutte queste giuste e nello stesso tempo opinabili riflessioni, aggiungerei un'osservazione che finora non ho letto: se 7 italiani su 10 sono considerati dipendenti in base all'impegno del proprio tempo al PC, ebbene lo siamo anche dell'auto, della TV, dello shopping inteso come diversivo, della lettura e di tante altre cose che rappresentano il modo di vivere di questi nostri anni che è cambiato e sta cambiando rapidamente. Considero il PC, per le sue caratteristiche e molteplici possibilità che ci offre, un mezzo di lavoro, di informazione e di conoscenza assolutamente indispensabile alla vita odierna. Il mio approccio a questo mezzo è stato da adulto, ma credo che nel giro di qualche generazione il suo impiego sarà diffuso anche a fasce di individui in età superiore, in quanto vedo ragazzi di 12 anni che già utilizzano il PC con sufficienti conoscenze.
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{LIVIO BERNARDINI}
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MessaggioInviato: 30 Mar 2009 08:51    Oggetto: LA VERITA' Rispondi citando

PER ME NON E'IL PROBLEMA DELLA DIPENDENZA DALLA RETE,
MA E',PURTROPPO, CHE ORMAI IN ITALIA SE VUOI UNA NOTIZIA VERA, DEVI ANDARTELA A CERCARE NELLA RETE
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{utente anonimo}
Ospite





MessaggioInviato: 30 Mar 2009 09:03    Oggetto: a me non risulta, vedo analfabetismo informatico e basta Rispondi citando

Sarebbe interessante sapere come hanno scelto le persone intervistate. Personalmente vedo in giro un utilizzo del pc limitato, nonché analfabetismo informatico.

Saluti
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{Alessandro}
Ospite





MessaggioInviato: 30 Mar 2009 09:05    Oggetto: Rispondi citando

Speriamo che la Carlucci, Barbareschi e Berlusconi ci salvino dal web...guai a non passare la serata davanti alla tv...
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Silent Runner
Supervisor sezione Chiacchiere a 360°
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MessaggioInviato: 30 Mar 2009 10:42    Oggetto: Rispondi citando

Al di là di tutto una certa per così dire necessità è presente in molti di noi. La compulsività è però un'altra cosa.
Le ricerche di questo genere servono a tracciare i fenomeni in modo molto superficiale, sono utili per individuare campi di ricerca ma non semrpe i metodi sono corretti o in casi come questi, i risultati parziali vengono presi troppo sul serio come se fossero la sintesi, il risultato finale di una lunga ricerca le cui conclusioni sono incontestabili e definitive.
In realtà questo enorme attaccamento ai telefonini, agli sms e a internet (chat, Forum, FaceBook ecc.) denota solo una naturale predisposizione della nostra specie a socializzare.
Trovo invece salutare l'uso anche eccessivo del pc come mezzo per superare barriere altrimenti insormontabili. La nostra spinta alla socialità non può essere considerata una malattia della psiche.

Semplificando un po' sarebbe come trovare corretto demonizzare il vino solo perché qualche idiota ubriaco provoca un incidente e fa una strage alla settimana.
Io passo moltissime ore davanti al PC, lo faccio per lavoro, un lavoro orientato alla comunicazione mediatica. Grazie a questo mezzo ho potuto incontrare e conoscere persone che altrimenti non avrei mai potuto contattare, persone che mi hanno arricchito ed hanno contribuito a fare di di me quello che sono oggi. Il fatto che io le possa contattare ovunque siano in pochi secondi o al massimo qualche ora, non fa di me un dipendente (anche perché vorrei vedere chi mi paga lo stipendio). Questo, semmai, fa di me una persona socialmente aperta alle conoscenze e alla curiosità intellettuale, non uno psicolabile dai tratti ossessivi-compulsivi.

Trovo perciò fuorviante e posso corretto generalizzare solo perché questo rende più visibile il proprio lavoro. Ma non è con gli annunci sui media che si fa della buona ricerca.
Certo, è vero che alcune persone restano imprigionate davanti al monitor ma quelli che lo fanno davanti alla tivù? Perché non generano altrettanto allarme?
Forse perché la tivù è meglio controllata e non è interattiva? Lascia meno libertà?
Se questihannopaura dell'autonomia dei matti e li rinchiudono nei manicomi, figuriamoci quanto temono l'autonomia delle persone normali.
Il proibizionismo è sempre in agguato, è un facile strumento per esercitare potere. Di questo mi preoccuperei, della compulsività ossessiva di coloro i quali vogliono controllare tutto e tutti, facendo circolare l'idea che giocare a scacchi fa venire l'artrosi, che giocare a nascondino fa diventare ciechi, che fare sesso liberamente fa invecchiare, che ridere troppo fa venire l'asma che a conoscere nuova gente fa diventare puttane le ragazze e papponi e magnaccia i giovani maschietti. Per non parlare dei vecchi, sempre a caccia di giumente da montare per l'ultima volta prima di crepare per infarto sulla tastiera, il rigagnolo di bava sul lato sinistro della bocca, gli occhi rivolti uno di qua e l'altro di là, la mano artigliata sul mouse come se fosse un seno giovane e fresco di latte...
Se non sono matti dovremmo inventarli.
Vi dispiace essere normali? A me no.
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Zorro
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MessaggioInviato: 30 Mar 2009 12:21    Oggetto: Le ricerche sociologiche sono come i polli di Trilussa? Rispondi citando

Citazione da dada.net

INTERNET, PERDITA DI TEMPO
Il 49,9% delle famiglie italiane non possiede un personal computer e il 58% non va su internet da casa. L'Istat si e' chiesta il perche' di questa situazione e le ha intervistate, ecco che cosa e' venuto fuori: la maggioranza delle famiglie off-line adduce l'incapacita' di utilizzo del pc e la convinzione che internet sia una perdita di tempo. Prendendo in esame la percentuale di nuclei familiari, con almeno un componente che abbia un'eta' compresa fra i 16 e i 64 anni, che accedono alla rete da casa, l'Italia si colloca nella quart'ultima posizione della classifica sui paesi europei piu' informatizzati (pc e internet), ovvero il Bel paese e' al 21esimo posto su 24 in compagnia di paesi come Cipro. Svettano, invece, Olanda, Svezia, Danimarca...

fine della citazione.

Che l'Istat sia un briciolo più attendibile della Dr.ssa Vinciguerra? Laughing
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Kalandra
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Registrato: 17/10/05 09:58
Messaggi: 776

MessaggioInviato: 30 Mar 2009 13:58    Oggetto: Rispondi citando

^_^ il pc? è un elettrodomestico come qualsiasi altro, ci risparmia fatica.
e qui anche sta la sua differenza ché, se gli altri elettrodomestici ci regalano tempo, il pc a volte ce lo ingoia e proprio risparmiandoci la fatica, anche fisica.

e questo vale anche per la diversità - l'orgia - d'informazione perché, se è vero che te ne mette a disposizione una valanga, è altrettanto vero che venirne a capo è dispersivo proprio come distinguere quella "vera" da quella pilotata da questo o quel media o partito, finalizzata alla gestione di questa "massa di utenti" nonché sempre possibili clienti, proprio insinuando la definizione di "normalità" secondo tizio o caio.

poi, per qualcuno più fragile e che si senta dis-amato o solo "schiacciato" dalla sua realtà sì, può generare dipendenza, creandogli l'illusione di contare o di venir apprezzato almeno in quella singola comunità virtuale che diventa il suo centro, i "suoi" lettori da gestire, la sua singola normalità da affermare.
e questo sì può essere colui che passa ore ed ore online, vagabondando da un sito "community" all'altro, sempre presente per non farsi sfuggire alcunché e autoeleggendosi "custode di morale" ma trovandosi ad interagire in tondo sempre con le stesse persone e con le stesse nevrosi.

anche un sondaggio del genere - che poi bisognerebbe sapere dove e come abbia raccattato il campione ché, trattandosi di internet, l'analisi potrebbe anche aver subito le dinamiche del particolare - può generargli la vergogna del suo stare, aprendo la porta al suo sentirsi giudicato e di conseguenza alla sfiducia negli altri, che divengono così da mettere ossessivamente alla prova, riflettendo su di loro ogni propria insicurezza e dando l'avvio a una stura infinita di banalità e luoghi comuni.
[per dire, se su "face-book" o "second-life" è una cosa, già "qui" sarebbe un'altra]

ecco, mi vien in mente quand'ero bimba e la lavastoviglie - oggi irrinunciabile più o meno per tutti - cominciava appena e faticosamente a "prender piede", considerata però dai più un lusso inutile e ingombrante, proprio criticabile nell'uso visto come "poco femminile" o addirittura "sconcio" dalla mentalità generale degli anni settanta mentre in realtà era l'oggetto del desiderio di innumeri mani rovinate dai detersivi, un desiderio ostacolato dal timore di essere giudicati dei perditempo.

proprio come ora lo è con internet, soprattutto nell'esplosione di quest'ultimo decennio. e dato che siamo nell'epoca degli "esperti", tutti han da dir la loro, soprattutto i sondaggisti ché è la loro gallina dalle uova d'oro.

il fatto è che su internet ormai c'è il mondo, con tutte le sue debolezze e le sue inaccettate imperfezioni, e tutto concorre a farcelo essere in modo sempre più massivo pur se fra spinte contrapposte e, in un certo senso, interscambiabili: da una parte appunto i media tradizionali con il commercio e le sue lobbies - anche legislative - che ne ambiscono il controllo come fonte di guadagno e dall'altra noi, la massa che ne fa uso e che è per i primi il polso stesso della società servito sul loro piatto per indirizzarne mode e consumi, e cercano quindi di avallare come normalità ciò che a loro fa comodo.

e non è poi tanto vero che ci sia "libertà" perché, in generale, è comunque fragile, soggetta a scelte calate dall'alto, dalla singola gestione di un sito a quella del provider che potrebbe anche inibirci una parte di navigazione che non gli sconfiferi o per ordine governativo, anche a nostra insaputa, come accade in alcuni stati.
così come non c'è libertà ma la sua negazione in quell'ossessivo "allora mettici la faccia" che tanti cercano di imporre in ogni modo, esponendoci a volte a vere e proprie persecuzioni frammiste fra virtuale e materiale solo per aver espresso un'idea non succube al modus localmente dominante o di quella manciata di singoli.

per dire che il "co-rumination", a cui si accenna nell'articolo, esiste ma non è "un giorno sabbatico" che possa salvarne le vittime più o meno consenzienti perché è spesso proprio la mancanza fisica di quei "propri cari con cui goderne" a renderle tali, portando a volte queste persone anche ad inventarseli solo per poterli esibire, per "non esser da meno", proprio come con un'auto o, appunto, una lavastoviglie o il cellulare ultimo modello che sia.

e, dato che simile cerca simile, se vado su un qualsiasi forumino autogestito o di propaganda o anche una piattaforma di blog, di quelle "faccio il blog ché bisogna averlo, bisogna esserci" non ne trovo "solo" il 70 per cento bensì il 99 per cento come minimo!
soprattutto se pongo delle domande ad arte e mi fermo all'impressione superficiale.
sui grossi, tipo facebook o secondlife, non saprei perché non ci ho mai messo tastiera ma penso che sian simili a tanti altri che negli anni ho visto nascere e morire, forse solo più invasivi grazie a un consolidamento della pratica gestionale del tempo libero altrui con l'esperienza.

ma è un tempo libero che, più che socializzare davvero, si arrotola nel gossip inventato sui nick e nell'imitazione del virtualdivo di turno, cosa che rende ancor più gestibili i suoi fruitori e direttamente, forse molto più che con la televisione perché si sentono protagonisti.


ps: ^_^ mi pare che Silent, in modo più gaio e mordente, abbia detto suppergiù le stesse cose. e mi par che abbia colto un nocciolo, l'autonomia - ma anche solo un occhio critico - fa paura a qualsiasi potere perché gli risulta quasi ingestibile.
e dove scarseggia, i suoi esempi-battuta finali sono attualissimi per descrivere una mentalità che ci vorrebbe consenzienti oggetti d'uso, nient'altro che merce che valuta altra merce, e temendo di perdere nel confronto.
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MessaggioInviato: 30 Mar 2009 14:30    Oggetto: Rispondi citando

Kalandra ha scritto:
proprio come ora lo è con internet, soprattutto nell'esplosione di quest'ultimo decennio. e dato che siamo nell'epoca degli "esperti", tutti han da dir la loro, soprattutto i sondaggisti ché è la loro gallina dalle uova d'oro.

Già, infatti. ...Ma anche la gallina dalle uova d'oro sa di pollo. Wink

piccola errata corrige personale:
Citazione:
Trovo perciò fuorviante e posso corretto generalizzare solo perché questo rende più visibile il proprio lavoro. Ma non è con gli annunci sui media che si fa della buona ricerca.

quel "posso corretto" era in realtà un "poco corretto"
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{Eliseo}
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MessaggioInviato: 30 Mar 2009 15:39    Oggetto: Mezzo pollo per tutti Rispondi citando

Il 70% mi pare inverosimile in quanto non siamo così informatizzati. Un vostro articolo ci pone al 45° posto nei paesi informatizzati ,quindi mi viene da dire che i sondaggi rispecchiano sempre le voglie di chi li commissiona.
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spirolone
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MessaggioInviato: 31 Mar 2009 03:48    Oggetto: Rispondi citando

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MessaggioInviato: 31 Mar 2009 09:04    Oggetto: Rispondi

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