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con la scusa del calcio
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paolodegregorio
Dio minore
Dio minore


Registrato: 13/07/07 12:00
Messaggi: 979

MessaggioInviato: 01 Set 2008 20:58    Oggetto: con la scusa del calcio Rispondi

- con la scusa del calcio -
a cura di Paolo De Gregorio, 1 settembre 2008

Purtroppo continuo a indignarmi per quel fenomeno che viene definito ?tifo calcistico?, e in particolare delle varie organizzazioni di ?ultras?, che non ha nulla a che vedere con lo sport e i suoi valori, che invece sono il sano agonismo, la lealtà, il riconoscimento della vittoria e della superiorità dell?avversario.
Messo questo punto fermo, che di sport non si tratta, il fenomeno, diffuso su tutta la penisola, di consistenti organizzazioni di giovani che vogliono essere protagonisti, temuti, vincitori di qualche cosa, magari di una battaglia con la polizia o di aver cacciato i viaggiatori dal treno Napoli Roma o di scontri con altre tifoserie, ci rivela senza alcun dubbio un desiderio profondo di protagonismo, di vittoria, di soggettività, che nella vita e nel lavoro di tutti i giorni sono frustrati profondamente da emarginazione, precariato, lavoro subalterno, disoccupazione, mancanza di prospettive e di futuro.
Il ?tifo? ultras è una miscela confusa, ma esplosiva, di frustrazioni sociali, che viene tollerato per incanalare questo profondo scontento e farlo detonare nella ?guerra sportiva?, offrendo simboli e bandiere, dando sfogo a frustrazioni che, senza questa valvola, facilmente si trasferirebbero sul terreno della società e della politica.
La dimostrazione ?scientifica? che il potere politico e sportivo non vogliono eliminare questo fenomeno sta nel fatto che sarebbe facilissimo vietare le trasferte, con il loro seguito di scontri e devastazioni, imponendo ai club di vendere i biglietti SOLO ai residenti, e allo stadio si entra soltanto con biglietto nominale e carta di identità, che attesta identità e residenza.
Per la polizia controllare l?attuazione di un simile provvedimento sarebbe molto facile, ma nessun politico o dirigente sportivo rischia la faccia su un provvedimento del genere, proprio perché intuiscono il ruolo sociale di questa potente valvola di sfogo che fa sentire vivi quelli che nella società sono solo comparse.
Già i romani con il ?panem et circenses? avevano capito come continuare a tenere sotto la plebe.
Lascia a bocca aperta l?analisi della ?intellettuale? scrittrice Elisa Davoglio che scrive che gli ultras ?hanno una identità vissuta come valore, hanno una loro etica e sono un movimento di grande aggregazione e con loro serve il dialogo?.
Che siano una grande aggregazione è vero, ma sono solo una massa di frustrati, la loro identità è una ?ode-delega? ai presidenti capitalisti delle SpA del calcio a cui chiedono solo di comprare più giocatori per vincere e chiedono qualche biglietto gratis e soldo per le trasferte. Quanto al ?dialogo?, in perfetto stile intellettuale e sgusciante, si evita di dire chi dovrebbe dialogare e perché, visto che il fenomeno sta benissimo ai ?poteri forti e pensanti?.
Una cosa è importante, non farsi ingannare dalle dichiarazioni sdegnate dei politicanti, dei giornalisti, dei dirigenti sportivi.
Essi sono tutti complici e non desiderano cambiare nulla, anche perché infiltrare e neutralizzare questi movimenti sarebbe un gioco da ragazzi per le forze dell?ordine se dessero veramente fastidio a chi è al potere.
Una sola cosa è certa, che viviamo in una società corrotta, una società drogata in cui un cittadino su tre consuma droghe o alcol, la gioventù si diverte solo se si sballa, e si ammazza al ritorno dalle discoteche, pure lo Sport è pieno di droghe, anabolizzanti e altre diavolerie che portano nel tempo gravi malattie. Del tifo sportivo abbiamo detto e assomiglia a una guerra contro tutto e tutti, e i soli ?valori? rispettati in giro sono la ricchezza, la furberia, i vincenti, la bellezza fisica, la visibilità.
E? il risultato capolavoro del ?pensiero unico? di ispirazione piduista, che ha allontanato dalla partecipazione politica e dall?impegno sociale, veicolando, con l?importante potere televisivo, modelli culturali che hanno esasperato competizione, individualismo, moda, scelte musicali, miti del denaro, che negli ultimi 25 anni hanno trasformato l?Italia in quella che è. E il calcio in mano ai capitalisti ha collaborato alla formazione di testa e cuori.
Paolo De Gregorio
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