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Etimologia dell'omicidio (entropia del delitto imperfetto)
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dasio78
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MessaggioInviato: 27 Lug 2008 14:20    Oggetto: Etimologia dell'omicidio (entropia del delitto imperfetto) Rispondi citando

Perchè uccidere un uomo è sbagliato, o meglio, è peccato?

L'uomo altro non è che un animale. Possiamo, è vero, ricamarci sopra milioni di discorsi sull'anima, sulla discendenza divina, ma in realtà altro non siamo il frutto che dell'evoluzione.

Come tali, apparteniamo al regno della natura, dove è quotidiano che si venga uccisi, sopraffatti dal più forte, o dal più astuto.

Perchè, allora, uccidere un uomo è sbagliato?? Cosa c'è di diverso che dall'uccidere un animale?

a prescindere da profili penali, perchè si prova il senso di colpa? Perchè qualcuno ci ha insinuato nella mente che è peccato uccidere.
Certo, fa riflettere che non si uccida solo per paura della dannazione eterna, o più a breve di finire in galera, piuttosto che per un proprio personale sentire.

E se non ci fosse la chiesa, nè lo stato, a punirci?? che valore avrebbe la vita umana?

(Nessun intento omicida, in questa discussione... solo un riflettere sulle sovrastrutture mentali che condizionano il nostro agire)
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MessaggioInviato: 27 Lug 2008 19:49    Oggetto: Rispondi citando

Bellissimo argomento, molto delicato.

Provo a rispondere.

Non è necessaria ne' la chiesa ne' lo stato per stabilire che uccidere un altro essere umano è un errore irreversibile.
Questa acquisizione è molto più antica della religione e delle forme di aggregazioni sociali che precorsero lo stato come oggi lo intendiamo.
Fatte salve le legittime ragioni dell'individuo (autodifesa), ogni atto tendente a sopprimere un individuo della stessa specie può risultare compromettente nei confronti della propria stessa specie. Se così non fosse, l'uomo, che di capacità di giustificare in modo velleitario le proprie azioni ne ha da vendere, si sarebeb estinto per eccessivo ricorso all'omicidio.
Nonè unparadosso,se ci pensate bene.

Le ragioni istintive che ci spingono ad uccidere un nostro simile sono sempre inferiori per numero a quelle che ci spingono a salvarlo, anche a costo di rischiare la vita.
E' ben nota la quantità di soccorritori improvvisati che, agendo spinti da un istinto naturale, hanno perduto la vita gettandosi in soccorso di persone a loro sconosciute.
Queste però fanno molto meno notizia delle truculente vicende nelle quali uomini o interi gruppi sociali si mettono a massacrare altri uomini o gruppi sociali, motivando con autoproclamate verità o ragioni.
E' altrettanto noto che, i sistemi totalitari o le guerre anche improvvisate, fanno emergere dallo stato di quiete personaggi all'apparenza normali ma con una smisurata carica aggressiva ed un incontenibile bisogno di controllare la realtà agendo in modo violento, sopraffacendo tutto ciò che in qualche modo può essere usato come capro espiatorio per le loro nevrosi.
I vari "macellai" che emergono nelle guerre civili suscitano una forte ammirazione da parte di una non inconsistente fascia di popolazione che, delegando al massacratore, riescono in qualche modo a scaricare, senza sporcarsi le mani, le loro frustrazioni più o meno rimosse.
Questo non fa che rafforzare il potere degli assassini di turno e con questo non fanno altro che rallentare l'individuazione di soluzioni meno cruente, creando cioè una fascia di consenso omertoso che nemmeno dopo molti decenni sembra voler svanire.
In questo consenso omertoso partecipano insospettabili individui e comunità, vedi le classi dirigenti religiose. Vedi i regimi totalitari che nel secolo precedente hanno insozzato l'America latina con le loro mostruosità.
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GrayWolf
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MessaggioInviato: 27 Lug 2008 20:20    Oggetto: Rispondi citando

Furibondo acc.. Silent non vale rubare le parole di bocca agli altri
[hai postato mentre stavo rispondendo le stesse cose, almeno nella prima parte] Smile

Provo anch'io a dire la mia:

In Natura, fra gli animali [diversi dal genere umano] non esiste il concetto di omicidio, solo di sopravvivenza, di potere in una gerarchia, ma con l'unico scopo di prosecuzione della specie.

Quest'impulso poteva andare bene per la Neanderthaliana memoria, ma non oggi.

Come giustamente dice Silent, se gli esseri umani fossero reiteratamente ricorsi alla soppressione dei propri simili probabilmente non saremmo qui a disquisire su questo argomento.

A mio parere non esiste "l'ultima ratio" che giustifichi l'eliminazione di un nostro simile [follia e crudeltà varie non sono contemplate].
Con le possibilità che esistono oggi per crearsi una cultura, per capire, per informarsi, è solamente indice di mediocrità il pensare che uccidere un nostro simile [magari indifeso] sia l'unica soluzione di un problema che, tendo a sottolineare, è solo nostro.

La chiesa e lo stato con i loro dogmi e leggi tendono solamente ad arginare tale mediocrità, della serie: "Se non sei capace di controllarti, ti controllo e punisco io".

Il fatto che esistano attenuanti come la legittima difesa significa, secondo me, che lo stato [e non la chiesa, già qui si pone un bel dubbio amletico] ha dato più preponderanza al castigo che non all'educazione.
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MessaggioInviato: 28 Lug 2008 08:20    Oggetto: Rispondi citando

GrayWolf ha scritto:
Furibondo acc.. Silent non vale rubare le parole di bocca agli altri
[hai postato mentre stavo rispondendo le stesse cose, almeno nella prima parte] Smile

Siamo anime gemelle? Squeeze
GrayWolf ha scritto:

Provo anch'io a dire la mia:

In Natura, fra gli animali [diversi dal genere umano] non esiste il concetto di omicidio, solo di sopravvivenza, di potere in una gerarchia, ma con l'unico scopo di prosecuzione della specie.

Quest'impulso poteva andare bene per la Neanderthaliana memoria, ma non oggi.

Come giustamente dice Silent, se gli esseri umani fossero reiteratamente ricorsi alla soppressione dei propri simili probabilmente non saremmo qui a disquisire su questo argomento.

A mio parere non esiste "l'ultima ratio" che giustifichi l'eliminazione di un nostro simile [follia e crudeltà varie non sono contemplate].
Con le possibilità che esistono oggi per crearsi una cultura, per capire, per informarsi, è solamente indice di mediocrità il pensare che uccidere un nostro simile [magari indifeso] sia l'unica soluzione di un problema che, tendo a sottolineare, è solo nostro.

La chiesa e lo stato con i loro dogmi e leggi tendono solamente ad arginare tale mediocrità, della serie: "Se non sei capace di controllarti, ti controllo e punisco io".

Il fatto che esistano attenuanti come la legittima difesa significa, secondo me, che lo stato [e non la chiesa, già qui si pone un bel dubbio amletico] ha dato più preponderanza al castigo che non all'educazione.

Direi che la Chiesa non si è affatto sottratta dall'abominazione collettiva. Ha promosso e praticato con l'inquisizione proprio quello che il quinto comandamento condannava. L'omicidio. E non ne ha fatto motivo di deterrenza perché si sa che la pena di morte non ha alcun effetto deterrente (famosi sono gli episodi di borseggio praticati nell'antica Inghilterra, sotto il patibolo dei condannati per furto) ma ne ha solo fatto strumento di potere e di controllo sulle coscienze delle persone per bene e dei timorati di Dio perché i malfattori, gli assassini, veri peccatori che dir si voglia, non hanno mai avuto timore a compiere quel che per loro è naturale.
Ma se questa è storia è altrettanto inutile ribadire che non è moneta di conoscenza e di consapevolezza. La verità è troppo semplice per la gente, Gli uomini preferiscono le favole e le mistificazioni. In esse posso trovarvi lo spazio per giustificare la propria incapacità di gestire se stessi, in esse possono nascondere come una colpa le proprie angosce e le proprie frustrazioni da spendere poi dando voce alla propria rabbia e alla propria innata propensione alla violenza.
Attenzione però a non compiere l'errore di Lombroso, non esistono "tipi" umani geneticamente e/o fenotipicamente violenti. In alcune persone può prevalere una scarsa capacità di autocontrollo che, miscelata con condizioni ambientali e culturali, può sfociare in episodi violenti.
Detto questo non si può generalizzare.
Homo omini lupus (proverbio derivato dall?Asinaria di Plauto) è diventato quasi una scusa per giustificare il fatto come qualcosa di connaturato all'uomo. Ma io credo che ciò appartenga all'abitudine più che alla natura dell'uomo.
E come tutte le abitudini si può anche perdere.
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dasio78
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MessaggioInviato: 28 Lug 2008 21:46    Oggetto: Rispondi citando

Il nazismo ci ricorda la bestialità umana, la lucida sistematicità dell'uccidere.
Quegli uomini hanno sterminato più di sei milioni di persone. Uomini come noi uccidevano. Uomini come noi morivano.

Ma di questa mattanza, cosa rimane? Dei tremila morti delle torri gemelle, cosa rimane? delle migliaia di civili morti sotto le "bombe intelligenti", cosa rimane?
Che la vita oggi ha meno valore.
chiudiamo gli occhi ogni giorno, mentre attorno a noi si consumano continui eccidi.

l'uomo, a differenze degli altri animali, non impara dai propri sbagli.

la storia è l'emblema della crudeltà dell'uomo sull'uomo. niente è cambiato.
O meglio: da cinquant'anni a questa parte, l'uomo ha il potere, per la prima volta nella sua storia, di annientarsi totalmente.

E queste regole, allora, a cosa servono? vengono infrante ogni giorno, ogni minuto, ma di questo la "civiltà" in cui viviamo non se ne occupa, ancora certi che il terzo mondo è lontano da qui...
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MessaggioInviato: 29 Lug 2008 09:29    Oggetto: Rispondi citando

No, Dasio, (cambia quell'avatar altrimenti t'uccido!) Twisted Evil
Non credo che l'umanità sia sull'orlo dell'estinzione più di quanto lo fosse centomila anni fa. Non sono i mezzi che l'uomo può mettere in atto a fare la strage. Il nostro pianeta ha regolarmente messo in atto grandi estinzioni di massa e non parlo solo di quelle degli ormai arcinoti dinosauri hollywoodiani, estinzione che in realtà è stata lentissima e progressiva... Molte delle specie estinte sono confluite per evoluzione in altre e così via.
Noi facciamo parte della vita così come si è creata sulla Terra, non siamo qualcosa di separato. Tutto quello che viene dall'uomo viene dalla natura della vita e da ciò che si è evoluto e formato nei miliardi di anni di continuità nei quali la vita è sempre stata presente e l'unica morte era quella dei singoli individui.
Ma capisco quello che dici: l'uomo distrugge il suo habitat e se stesso come se giocasse ad un videogame.
Questo fa parte delle probabilità naturali che una goccia d'acqua sul vetro segua una strada piuttosto che un'altra, seguendo però leggi ben precise che la goccia non può violare.

Lo stesso facciamo noi.
Non possiamo violare le leggi che ci regolano e se compiamo atti mostruosi e inutili come uccidere i nostri stessi fratelli, questo fa parte della naturale sequenza di operazioni messe in atto dalla natura per esplorare le possibilità. Conseguentemente, quando un esperimento non funziona, si spegne da sé.
L'uomo però ha sovrascritto il programma dotandosene di altri, la cultura, le religioni e la morale che come sai sono piuttosto variabili in base ai capricci degli individui e delle moltitudini.
Anche questi capricci sono regolati da leggi precise di cui sappiamo assai poco. Resta il libero arbitrio, argomento di discussioni interminabili ed interminate.
Il libero arbitrio assoluto, a mio avviso non esiste perché regolato da leggi non volute da noi.

Lo spazio di manovra è perciò assai limitato e questo consente errori limitati. Ma anche soluzioni abbastanza facili.

Perché queste non vengono messe in opera? Perché non diventiamo tutti saggi e viviamo in pace e in armonia? Perché (e qui spero intervenga Danieladaniela) c'è di mezzo un problema di entropia. Se vuoi abbassare il livello di entropia e perciò di disordine, puoi farlo solo in pochi casi eccezionali (l'entropia generale di un sistema non può diminuire) e per fare qualcosa che somigli ad una diminuzione di entropia devi spostare solo il "problema" da un'altra parte.
Se nel tuo sistema di saggi e armoniosi rapporti l'entropia diminuisce, da un'altra parte aumenteranno i caotici i violenti e gli scellerati. L'entropia generale resterà invariata.

Non so se come diceva Shakespeare "siamo fatti della stessa sostanza dei sogni" ma so che siamo fatti della stessa sostanza dell'universo perché noi siamo l'universo preso in una sua piccola parte. E alle sue leggi macroscopiche o ignote non possiamo sfuggire.

So di non essere stato chiaro e di aver forzato un po' i concetti ma, credetemi, se non è facile usare le parole per costruire atomi, figuriamoci a costruire con questi atomi interi mondi, storie, evoluzioni e a queste incollarvi domande e risposte coerenti.
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dasio78
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MessaggioInviato: 30 Lug 2008 20:16    Oggetto: Rispondi citando

Silent Runner ha scritto:
No, Dasio, (cambia quell'avatar altrimenti t'uccido!) Twisted Evil


neanche se ti cospargi di miele e di seppellisci vicino a un nido di termiti con carenza di zucchero!!

Silent Runner ha scritto:
Non credo che l'umanità sia sull'orlo dell'estinzione più di quanto lo fosse centomila anni fa. Non sono i mezzi che l'uomo può mettere in atto a fare la strage. Il nostro pianeta ha regolarmente messo in atto grandi estinzioni di massa e non parlo solo di quelle degli ormai arcinoti dinosauri hollywoodiani, estinzione che in realtà è stata lentissima e progressiva... Molte delle specie estinte sono confluite per evoluzione in altre e così via.


non sono molto d'accordo... le armi nucleri mettono oggi l'uomo (o meglio, pochi uomini, per giunta poco affidabili) in grado di dare una morte istantanea a milioni di individui, e di avvelenare la terra e l'aria per centinaia di anni... e questo non era mai avvenuto prima.

Silent Runner ha scritto:
Noi facciamo parte della vita così come si è creata sulla Terra, non siamo qualcosa di separato. Tutto quello che viene dall'uomo viene dalla natura della vita e da ciò che si è evoluto e formato nei miliardi di anni di continuità nei quali la vita è sempre stata presente e l'unica morte era quella dei singoli individui.


ma oggi l'uomo vuole dominare la natura, ribellandosi ad essa. e questo genera solo morte. la vita, astratta dalla natura e dalle sue regole, non vale niente.
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MessaggioInviato: 31 Lug 2008 16:39    Oggetto: Rispondi

dasio78 ha scritto:
neanche se ti cospargi di miele e di seppellisci vicino a un nido di termiti con carenza di zucchero!!

Sorvolo. Le termiti si nutrono degli zuccheri complessi come cellulosa e lignina, non di miele.
dasio78 ha scritto:

non sono molto d'accordo... le armi nucleri mettono oggi l'uomo (o meglio, pochi uomini, per giunta poco affidabili) in grado di dare una morte istantanea a milioni di individui, e di avvelenare la terra e l'aria per centinaia di anni... e questo non era mai avvenuto prima.
Perché sei troppo giovane e non hai idea di quanto la Terra, come sistema dinamico inserito nel sistema solare (che ha i suoi bei casini anche lui) produca eventi che possono portare a estinzioni di massa ben peggiori di quello che potrebbero portare l'esplosione contemporanea di tutto l'armamento nucleare terrestre: il fatto che la Terra impieghi qualche migliaio di anni a spazzare via interi ecosistemi stravolgendo tutto non è che cambi un granché.
faccio un po' di esempi:
1ª grande estinzione ? fine Ordoviciano ? 450 milioni di anni fa (percentuale stimata di specie viventi coinvolte nell?estinzione: 85%)
2ª grande estinzione ? fine Devoniano ? 365 milioni di anni fa (non ricordo la percentuale ma anche questa fu massiccia)
3ª grande estinzione ? fine Permiano ? 250 milioni di anni fa (percentuale stimata di specie viventi coinvolte nell?estinzione: 90-95%)
4ª grande estinzione ? fine Triassico ? 205 milioni di anni fa (percentuale stimata di specie viventi coinvolte nell?estinzione: 75%)
5ª grande estinzione ? fine Cretaceo ? 65 milioni di anni fa (la più famosa perché coinvolse i dinosauri. Percentuale stimata di specie viventi coinvolte nell?estinzione: 80%)

L'Homo sapiens neandertalensis pare essersi estinto unicamente a causa della scomparsa dell'ambiente glaciale che si era spinto fino alle nostre latitudini, ambiente al quale si era perfettamente adattato. Una intera specie Homo estinta in pochi millenni senza l'impiego di armi di alcun genere.
Tralascio il rischio generato da esplosioni ad alta energia nei pressi del sistema solare, esplosioni di supernova che possono, a causa del forte irraggiamento, sterilizzare tutto il pianeta nel giro di pochi giorni. Tralascio le estinzioni a causa di impatti con asteroidi e conseguenti cambiamenti climatici che possono estinguere la maggior parte delle piante superiori con scomparsa degli erbivori, dei carnivori, degli insetti impollinatori eccetera.
Non è necessario essere pessimisti o catastrofisti. L'universo è attraversato da fenomeni piuttosto violenti e la specie umana è presente sulla terra da molto poco tempo. Più o meno, il tempo che intercorre fra la partenza del pugno e il suo arrivo sulla faccia.

dasio78 ha scritto:

Silent Runner ha scritto:
Noi facciamo parte della vita così come si è creata sulla Terra, non siamo qualcosa di separato. Tutto quello che viene dall'uomo viene dalla natura della vita e da ciò che si è evoluto e formato nei miliardi di anni di continuità nei quali la vita è sempre stata presente e l'unica morte era quella dei singoli individui.

ma oggi l'uomo vuole dominare la natura, ribellandosi ad essa. e questo genera solo morte. la vita, astratta dalla natura e dalle sue regole, non vale niente.


Vorrei ri-precisare il concetto: La natura contiene l'uomo, l'uomo non è può essere visto separatamente dalla natura, l'uomo, la specie Homo fa parte di questo ecosistema esattamente come tutti i procarioti e i protisti, gli esseri uni-pluricellulari per così dire "inferiori".
Non comprendo perché molti di voi insistano a vedere attraverso le lenti deformanti della nostra cultura post-biblica, una collocazione separata della nostra specie.
Caro Dasio, l'uomo non vuole ribellarsi alla natura o dominarla ma sono fruttare le risorse disponibili così come fanno i funghi o i cavalli, i galli cedroni, gli ululoni dal ventre rosso, i cuculi, i gorilla di montagna, i panda, le balene, i ranuncoli, Ranger Trivette, i boa constrictor, gli impala, le sanguisughe, le piante grasse, i balestrucci, le rane toro, gli stercorari, i Leptoptilos crumeniferus, le taccole, i tassi, i pangolini, i colibatteri, le cicale, gli echidna, le falene, le zebre di Grant, i lamantini e quelli che credono in Dio. Tutti gli esseri viventi traggono origine dagli ambienti nei quali si sono evoluti e da questi ambienti traggono sostentamento.
Alcune estinzioni sono prodotte da disastri altre da fenomeni di mutamento ambientale, altre da deriva genetica che fa confluire alcune specie in altre intermedie fino alla estinzione delle specie progenitrici.
Il rapporto fra ambiente e specie è "palindromo" e si può leggere in entrambe le direzioni: le specie trasformano l'ambiente e l'ambiente trasforma le specie.
Il vantaggio si può misurare solo nella prospettiva della singola specie e se si vuole osservare il fenomeno contemplando l'interazione fa le specie dobbiamo tralasciare l'interesse del singolo gruppo e dei suoi individui. Puoi perdere una parte di te ma tutto l'insieme sopravvive e si adatta. Puoi perdere un dente, i capelli, una gamba eccetera ma puoi sopravvivere modificando il tuo agire e la tua interazione generale. La diminuzione dei predati porterà ad una riduzione dei predatori mentre una riduzione dei predatori porterà uno scompenso e un sovraffollamento iniziale delle prede che, trovandosi in un ambiente non in grado di fornire sufficienti risorse si stabilizzerà riducendo per fame i gli individui in eccesso. Nel mammiferi, l'assenza di cibo inibisce l'ovulazione e riduce automaticamente le nascite. Se accade un disastro improvviso può essere che la specie non riesca ad adattarsi e può scomparire dal territorio interessato. Se la specie era presente solo su quel territorio l'estinizione sarà definitiva. Ma l'ambiente si adatterà e le specie presenti traformeranno l'ambiente e così via.
L'uomo non vuole dominare la natura, vuole solo sopravvivere, è programmato così e se così non fosse ci saremmo estinti molto tempo fa.
Le bombe atomiche? Bazzecole! Un solo asteroide di medie dimensioni (i grandi impatti sono infrequenti ma avvengono comunque e non si possono impedire) libererebbero più energia di tutto l'arsenale atomico presente e futuro.

Se fossi in te non mi preoccuperei: la possibilità di morire in un incidente d'auto o in un incidente domestico è molto molto superiore alla possibilità che tu muoia in una esplosione nucleare.

Considera inoltre questo assunto: la nostra morte personale comporta la perdita di consapevolezza e di possibilità di intervenire negli affari che riguardano i nostri cari, figuriamoci se possiamo intervenire per prenderci cura della nostra specie. Non essendo più consapevole non avrai motivo di preoccuparti del destino della nostra specie e non avrai modo di porvi rimedio (una volta morti siamo morti, mica ci possiamo muovere di lì sennò che morte sarebbe? Io rivorrei indietro i soldi!). Dunque, in qualche modo sarà come se non fossimo mai nati e se non siamo mai nati come potremmo estinguerci?

Sentimi bene caro Dasio! Con tutti i problemi quotidiani, gli affanni, le sofferenze, i disagi, gli scazzi e le delusioni che incontriamo ogni giorno perché devi farti carico anche di quello che accadrà naturalmente prima o poi su questo pianeta o altrove?
Fra circa 4 miliardi di anni la Terrà verrà raggiunta dalla fotosfera solare (il sole si espanderà diventando una gigante rossa) e la Terra diverrà una palla di rocce fuse la cui temperatura superficiale potrà raggiungere e superare i 3000 gradi celsius. Niente di quello che conosciamo oggi vedrà quell'epoca, ne' la Gioconda di Leonardo, ne' le canzoni dei Beatles o le sinfonie di Beethoven, non vedranno quell'epoca i Fori Romani, l'auto di Madvero, i fiori sulla tomba di Padre Pio, tutti i libri del mondo, Stonehenge, Riccardo Cocciante, e Berlusconi.
Nemmeno lui, ti assicuro.
Dunque perché preoccuparsene?
Vivi adesso quello che hai davanti e se puoi intervenire nella politica mondiale fallo in modo da non distruggere la tua vita.
Perché hai solo quella e nessuna guerra nucleare sarà peggiore di quella che puoi fare a te stesso.

E non ti preoccupare per la natura, lei sa difendersi benissimo da sola. Wink
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