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psicanalisi del tifo calcistico
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paolodegregorio
Dio minore
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Registrato: 13/07/07 12:00
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MessaggioInviato: 20 Mag 2008 12:37    Oggetto: psicanalisi del tifo calcistico Rispondi citando

- ?psicanalisi? del tifo calcistico -
a cura di Paolo De Gregorio, 19 maggio 2008

La cultura di massa del nostro tempo, quella reale di chi non legge né giornali né libri (2 italiani su 3), è il risultato dello sversamento nei cervelli di valori non teorici, ma assorbiti dalla realtà, attraverso lo sport, la musica, la moda, la TELEVISIONE, fenomeni che vengono gestiti da cervelli raffinatissimi e sostenuti da imperi finanziari che hanno degli scopi precisi, teorizzati e applicati dalla ideologia piduista.
L?obiettivo strategico è quello di perpetuare l?individualismo, la competizione, la voglia di vincere sugli altri, di dimostrare che con la ricchezza si compra tutto (dalle donne alla politica), e quindi spingere le persone a qualsiasi nefandezza pur di arricchirsi, ad esibire simboli modaioli dell?apparire, ad ?avere per essere?, insomma fabbricare persone idonee all?accettazione totale della società capitalista e consumista.
Per quanto riguarda le grandi masse, quelle che ti fanno vincere le elezioni, questo ?pensiero unico?, così fortemente programmato e gestito, ha trionfato, anche perché non contrastato da un altro sistema di valori, e forse incontrastabile per la potenza di fuoco del grande capitale contro il nulla.
Se oggi ci limitiamo a qualche riflessione sul calcio nella giornata che ha visto l?Inter campione d?Italia, possiamo vedere come dei sentimenti come l?esigenza di appartenenza ad un gruppo, l?illusione di vincere qualcosa, di sentirsi forti e protagonisti, siano usati e strumentalizzati per integrare le persone nel pensiero unico capitalista.

Facciamo degli esempi:
-i presidenti delle squadre di calcio non sono eletti da nessuno. E? è il denaro che posseggono che gli dà quel ruolo, sono dei monarchi che decidono tutto, e sono benvoluti e applauditi dai sudditi tifosi in modo direttamente proporzionale alla loro capacità di spesa e di portare i migliori giocatori del mondo a militare nella propria squadra. La squadra risulta, nel caso dell?Inter, essere composta da mercenari miliardari, di cui uno solo italiano (Materazzi), non ha nulla a che fare con i colori sociali e lo Sport, poiché è a tutti gli effetti una Società per azioni. I giocatori vanno e vengono come pacchi postali, la società stessa può essere venduta in qualunque momento ad un capitalista russo o americano, come avviene in Inghilterra e forse avverrà per la Roma in Italia.
La prima lezione del pensiero unico è dunque la venerazione per il capo e il capitale, valori che poi sono assai utili in fabbrica e nel lavoro subordinato, concetti che nessuna teoria scritta avrebbe potuto mai far passare.
-?panem et circenses?: già gli antichi romani avevano compreso il ruolo sociale di alimentare i peggiori sentimenti attraverso i giochi, eventi in cui si dava sfogo a frustrazioni e violenza che venivano indirizzate verso i duellanti e non verso il potere costituito.
Anche oggi nel calcio, quelle menti raffinate di cui parlo, non fermano la violenza che negli stadi si esprime, per il semplice motivo che è il ?pathos? della guerra che aggancia i più, dove il nemico è l?avversario, e la divisione tra tifoserie e città alimenta nel profondo la cultura che la vita è una guerra di tutti contro tutti e riconoscersi come classe sociale o popolo diventa una chimera. Altra acqua al mulino di chi fabbrica il pensiero unico del dominio capitalista.
Berlusconi, che insieme a Licio Gelli, è il principale regista e attuatore della strategia della destra attraverso il potere dei media, ha anche egli utilizzato il fatto di essere il presidente, padrone, mecenate del Milan, per accreditarsi come personaggio di successo, vincente, per arrivare al potere politico, stravolgendo la democrazia umiliata dal potere del denaro e dalla visibilità luccicante di chi controlla i media con cui, in 20 anni, ha indottrinato quelli che una volta erano classe operaia e popolo.
Chiunque voglia cambiare qualcosa in Italia non può prescindere dal fatto che chi controlla TV, calcio, musica, moda, controlla i cervelli e i sentimenti, determina la cultura dominante e se questo potere dittatoriale non viene indebolito la destra sarà in eterno al potere.

Per rimanere nel campo calcistico, immaginiamo quale cultura alternativa potrebbe nascere se, per legge, il calcio avesse le seguenti regole:
-le società sportive sono enti senza fine di lucro e regolamentate solo dal diritto sportivo
-i calciatori nel campionato italiano possono essere solo italiani
-i calciatori non possono essere comprati né venduti come al mercato, devono essere allevati nei vivai delle squadre e restare nella società di appartenenza
-i presidenti delle società sono eletti democraticamente dagli iscritti e dagli abbonati e non possono rimanere in carica per più di due mandati
-le trasferte dei tifosi al seguito della squadra sono vietate
-il servizio d?ordine intorno allo stadio deve essere garantito non dalla polizia, ma da un servizio d?ordine di iscritti scelti tra i più responsabili e capaci
-la retribuzione dei calciatori deve essere stabilita all?interno di un bilancio in pareggio tra costi e ricavi.
Questo calcio sarebbe una palestra di democrazia e partecipazione.
Quello di oggi è un immondo mercato per tifosi sudditi e monarchi despoti.
Paolo De Gregorio
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MessaggioInviato: 22 Mag 2008 16:33    Oggetto: Re: psicanalisi del tifo calcistico Rispondi citando

paolodegregorio ha scritto:

-i presidenti delle squadre di calcio non sono eletti da nessuno. E? è il denaro che posseggono che gli dà quel ruolo, sono dei monarchi che decidono tutto,

il discorso potrebbe e dunque, visti i presupposti, dovrebbe valere allora per qualsiasi altro sport.
Le squadre di football americano sono private....le scuderie di F1 o di motociclismo sono private...le squadre auto di rally sono private...di Pallavolo, di Basket, ecc.ecc.

E dunque non c'è "democrazia" nell'elezione del Presidente...è il Proprietario banalmente.

Tutta tipicamente legata al calcio invece l'usanza di vedere i propri beniamini come porta-bandiera della propria fede calcistica.
A prescindere dagli eccessi che ovviamente ci sono, non sarebbe più semplice considerarli comunque dei "lavoratori"?
Perchè non ci si sognerebbe mai di contestare un operaio che dalla Fiat passa a lavorare in una fabbrica della Mercedes?



paolodegregorio ha scritto:
La squadra risulta, nel caso dell?Inter, essere composta da mercenari miliardari, di cui uno solo italiano (Materazzi)

anche se letteralmente è corretto, ho impressione che il termine mercenario sia stato usato volutamente con connotazioni negative.
E dunque, di nuovo mi domando: perchè il giocatore di calcio che della sua attività ne fa una professione non dovrebbe essere un lavoratore che va nella ditta che maggiormente paga il suo stipendio?

Il gesto atletico e sportivo, quando c'è, è svincolato da quanto rende a chi lo fa.
Ci sono sport magari con meno seguito popolare da noi, con meno impatto sociale in cui si guadagna cifre ben superiori.



paolodegregorio ha scritto:

-?panem et circenses?: già gli antichi romani avevano compreso il ruolo sociale di alimentare i peggiori sentimenti attraverso i giochi, eventi in cui si dava sfogo a frustrazioni e violenza che venivano indirizzate verso i duellanti e non verso il potere costituito.

i Romani erano lungimiranti...
ma con tutto il rispetto per la loro intelligenza, il punto è la pochezza in chi trasporta nel tifo calcistico tutte le esagerazioni malate.
In chi segue il calcio e si spaccia "tifoso" quando invece di tifo e sport non incarna assolutamente nulla.


paolodegregorio ha scritto:

Anche oggi nel calcio, quelle menti raffinate di cui parlo, non fermano la violenza che negli stadi si esprime, per il semplice motivo [..]

per il semplice motivo che non si sputa nel piatto in cui si mangia.
Ma questo più che del Presidende della squadra, dovrebbe essere responsabilità dello Stato.
Per altro la violenza regna meglio in alcuni posti rispetto ad altri.
Ad esempio soprattutto in Italia dove la legalità è un optional ben poco richiesto.
Perchè altrove ci sono esempi di cambio di rotta. L'Inghilterra, dopo le tristi vicende del passato, ha adottato una seria politica di repressione e intolleranza nei confronti di facinorosi, delinquenti, vandali...ovvero di coloro che non erano tifosi.
E infatti il calcio è tornato più a misura di famiglia, più normale.
Anche se restano società private (quotate in borsa, magari gestite meglio, più trasparenti...pure in mano a impreditori esteri....)



paolodegregorio ha scritto:

Per rimanere nel campo calcistico, immaginiamo quale cultura alternativa potrebbe nascere se, per legge, il calcio avesse le seguenti regole:
-le società sportive sono enti senza fine di lucro e regolamentate solo dal diritto sportivo
-i calciatori nel campionato italiano possono essere solo italiani
-i calciatori non possono essere comprati né venduti come al mercato, devono essere allevati nei vivai delle squadre e restare nella società di appartenenza
-i presidenti delle società sono eletti democraticamente dagli iscritti e dagli abbonati e non possono rimanere in carica per più di due mandati
-le trasferte dei tifosi al seguito della squadra sono vietate
-il servizio d?ordine intorno allo stadio deve essere garantito non dalla polizia, ma da un servizio d?ordine di iscritti scelti tra i più responsabili e capaci
-la retribuzione dei calciatori deve essere stabilita all?interno di un bilancio in pareggio tra costi e ricavi.

insomma, torniamo ai giochi della Antica Grecia dove la somma soddisfazione era la corona di ulivo e il tributo riconosciuto al vincitore?
Ma poi..siamo così sicuri che le cose stessero proprio solo così? Nessun vantaggio al Campione?
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Gateo
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MessaggioInviato: 24 Mag 2008 10:01    Oggetto: Rispondi citando

paolodegregorio ha scritto:
Per rimanere nel campo calcistico, immaginiamo quale cultura alternativa potrebbe nascere se, per legge, il calcio avesse le seguenti regole:
Vabe', immaginiamolo.
Citazione:
-le società sportive sono enti senza fine di lucro e regolamentate solo dal diritto sportivo
Ale' tutti dilettanti!
Citazione:
-i calciatori nel campionato italiano possono essere solo italiani
Ale', fuori dall'Europa!
Citazione:
-i calciatori non possono essere comprati né venduti come al mercato, devono essere allevati nei vivai delle squadre e restare nella società di appartenenza
Ale', la schiavitu'
Citazione:
-i presidenti delle società sono eletti democraticamente dagli iscritti e dagli abbonati e non possono rimanere in carica per più di due mandati
Ale'. il Grillismo anche nel calcio.
Citazione:
-le trasferte dei tifosi al seguito della squadra sono vietate
Ale', il divieto di libera circolazione, come nei migliori stati di polizia
Citazione:
-il servizio d’ordine intorno allo stadio deve essere garantito non dalla polizia, ma da un servizio d’ordine di iscritti scelti tra i più responsabili e capaci
Ale', la giustizia diventa privata.
Citazione:
-la retribuzione dei calciatori deve essere stabilita all’interno di un bilancio in pareggio tra costi e ricavi.
Ale', cosi' se il bilancio e' negativo i calciatori devono mettere del proprio.
Citazione:
Questo calcio sarebbe una palestra di democrazia e partecipazione.
Mi pare piu' un simpatico mix tra la dittatura e l'anarchia.
Citazione:
Quello di oggi è un immondo mercato per tifosi sudditi e monarchi despoti.
Sarai mica romanista, tante volte?
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MessaggioInviato: 24 Mag 2008 21:17    Oggetto: Rispondi

Gateo ha scritto:

Citazione:
-i calciatori nel campionato italiano possono essere solo italiani
Ale', fuori dall'Europa!

La legge Bosman fu veramente una ca**ta pazzesca! Si perse così la rappresentatività delle società sportive, quindi la loro stessa essenza, e così anche dei campionati. Si applicò una legge riguardante il mondo del lavoro al mondo del calcio, in modo tale che persone provenienti dall'europa potessero circolare liberamente. Allora esistono anche leggi che proibiscono la discriminazione sessuale nel mondo del lavoro, dovremmo avere a breve squadre miste?

Gateo ha scritto:

Citazione:
-i presidenti delle società sono eletti democraticamente dagli iscritti e dagli abbonati e non possono rimanere in carica per più di due mandati
Ale'. il Grillismo anche nel calcio.

In Spagna è già più o meno così


Gateo ha scritto:

Citazione:
-le trasferte dei tifosi al seguito della squadra sono vietate
Ale', il divieto di libera circolazione, come nei migliori stati di polizia

Questa invece è già in vigore, almeno in parte, in Italia e mi chiedo quale mente contorta possa averla ideata: come controllano da dove vieni e per che squadra tifi? E' inoltre molto pericoloso perché c'è la possibilità di deriva del tifo verso il professionismo, con stadi non più punti di incontro ma addobbati da persone a servizio della propria società di calcio
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