Cybion Dio maturo
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Inviato: 04 Apr 2007 18:33 Oggetto: [CINEMA] Andrej Tarkovskij |
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Ho letto nel topic Un film lento (ma ripigliatevi) alcuni giudizi su Andrej Tarkovskij.. e così, in occasione del ricorrere del suo compleanno (era nato il 4 aprile 1932) ho avuto la malsana idea di aprire un topic a lui dedicato.. o meglio al suo cinema..
Il tema centrale dei film di Tarkovskij è il ricordo e la fedeltà alla "casa"; "casa" che non va intesa come la "piccola patria" di tanta letteratura russa, ma come la memoria familiare, che però è al contempo memoria delle tragedie che han tormentato il XX secolo.. la memoria del singolo individuo diventa metafora della memoria dell'intera umanità.
In particolare, in Solaris (1971) e in Stalker (1979), Tarkovskij usa l'alibi della fantascienza per creare immagini terrificanti di un universo nel quale si intuisce - e si nasconde - la presenza di Dio: in Solaris l'Oceano pensante con il misterioso potere di riflettere l'anima di ognuno, quella reale e non quella agognata: il pianeta riflette quello che si è, non quello che si desidera essere, diventando così specchio riflettente della propria condizione morale (come tale, spesso inaccettabile: da qui i mostri che si concretizzano per mediazione del pianeta); in Stalker, la misteriosa Zona - che rievoca atmosfere da archeologia industriale e al contempo immagini di un'era post-atomica - nel cui cuore pare si trovi la stanza in cui tutti i desideri si realizzano, luogo a cui gli uomini (illusi o disillusi che siano) vengon guidati dallo Stalker, colui che ha messo la propria vita al servizio degli uomini che han perduto le proprie speranze e le proprie illusioni.
Ho scelto di citare solo questi due film - in parte perchè da me particolarmente amati, in parte perchè citati nell'altra discussione - ma ovviamente la cinegrafia di Tarkosvkij non si ferma qui.
Per venire alla "lentezza" di Tarkovskij, cito un articolo a firma di Geminello Alvi (Tarkovskij, l'uomo che riuscì a ingannare il tempo) apparso sul Corriere della sera il 3 aprile 2002 (avrei voluto trovarne il link, ma è accessibile sul sito del Corriere solo per gli abbonati a pagamento.. io ne ho il ritaglio cartaceo):
"Per Andrej Tarkovskij il cinema era la forma d'arte che usa il tempo come la sua materia prima. Quello che per la pittura è il colore, per la musica è il suono, per la poesia la parola, per il cinema è il tempo. In effetti, quando riesce, il cinema è una scultura di tempo [e qui Alvi rimanda, pur senza citarlo, a una delle opere di Tarkovskij pubblicate in Italia: A.T., Scolpire il tempo, Ubulibri, Milano 1997]. Ed ecco allora l'inquadratura-sequenza, il fastidio del primo piano, il realismo, la distrazione da ogni intreccio. Perchè ci si purifica dal tempo slegandolo, risolvendolo come è davvero nella vita d'ognuno: appunto arbitrario, stordito, senza nessi apparenti, noioso."
spero di non aver scritto un post troppo lungo... |
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